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Italo Calvino nel mondo. Opere, lingue, paesi (1955-2020)
Conosciuto in 67 paesi e tradotto in 56 lingue, Italo Calvino è l'intellettuale italiano del Novecento che ha avuto il più significativo impatto su scala mondiale. Partendo dal Catalogo delle traduzioni, che raccoglie oltre 1.500 edizioni, questo volume ricostruisce la diffusione internazionale delle sue opere dal 1955, anno della prima pubblicazione straniera, al 2020. Oggetto di analisi sono la realizzazione editoriale, la collocazione e la fortuna dei libri tradotti in rapporto con la biografia intellettuale dello scrittore, protagonista nella promozione dei suoi titoli anche all'estero. Studiare Calvino come classico universale significa rintracciare le scelte, gli incontri, le riflessioni che determinano per l'autore l'esperienza dell'essere tradotto, vissuta come radicale cedimento delle qualità più vere di un testo, ma anche come possibilità di un arricchimento costante che permette di illuminare le ragioni e le potenzialità distintive del racconto. Le forme che i libri di Calvino assumono fuori dall'Italia offrono un approccio inedito che coinvolge il senso della scrittura in rapporto alla lettura, dell'opera nella sua dimensione stabile e transitoria, della letteratura che – di fronte alla certezza della non traducibilità della lingua, del pensiero e della realtà – conserva la smisurata ambizione di superare, trasformandosi, ogni perdita e ogni distanza. -
Il «teatro» della Commedia. Dante e il genere drammatico
Con “drammatico” (o “attivo”) si indica nella tradizione tardoantica e mediolatina il genere in cui i soli personaggi parlano e l'autore tace. Nella Commedia Dante si rivolge ai suoi lettori – mentre la scrittura si fissa sulla pagina e il libro si compone – ma è insieme il personaggio primo, in una costruzione dialogica, nel tempo del viaggio nell'aldilà, che si pone tra le decine e decine di persone introdotte a parlare. Comedi, intesi anche come istrioni e cantatori di piazza, canto, cantica, e naturalmente comedìa e tragedìa (nell'accezione della materia, ovvero del contenuto e non in senso stilistico) sono, in una più ampia costellazione, le parole che guidano il filo argomentativo del volume: non per attribuire una “teatralità” retrospettiva alla Commedia, ma per ripercorrere alcune tracce di un'idea di “teatro” nei limiti storicamente determinati della consapevolezza medievale. -
La macchina fragile. L'inconscio artificiale fra letteratura, cinema e televisione
Alcune delle principali raffigurazioni dell'automa nell'immaginario letterario e audiovisivo. Il dialogo tra l'essere umano e il cyborg, l'androide, il robot, sul confine tra interrogatorio e seduta psicoanalitica. Che cosa significa essere umani? L'osservazione della macchina antropomorfa, intesa come metafora rovesciata, o nostro negativo, fa emergere la presa di coscienza della nostra fragilità, umana e di tutto il pianeta. -
Cinema e turismo. Dalle Film Commission alle strategie di promozione del territorio
Frutto di un lavoro pluriennale svolto in collaborazione con la cattedra di Geografia umana dell'Università IULM di Milano, il libro analizza i rapporti esistenti tra le produzioni audiovisive e la promozione territoriale. Sviluppato considerando tre dimensioni principali – cineturismo, film commitment e Public Funding –, il volume fa un'analisi territoriale di tipo comparativo dei vari fenomeni che parte dalla scala globale, passando per quella europea, sino ad arrivare a quella italiana, e sviscera in maniera approfondita ma divulgativa tematiche riguardanti il cineturismo nella sua complessità, le tecniche e le strategie di location placement e di marketing territoriale audiovisivo, le legislazioni vigenti, le normative fiscali, la data analysis, riportando i maggiori casi studio, molti dei quali inediti. Ad oggi risulta tra i lavori più esaustivi sull'argomento tanto da essere stato annunciato in anteprima nel corso della 79ª edizione del Festival del Cinema di Venezia nel panel dedicato al cineturismo. -
Ritorno ai princìpi. Concezioni della storia da Machiavelli alla Rivoluzione francese
È opinione comune che gli antichi abbiano pensato la storia come un circolo mentre i moderni l'abbiano immaginata come una linea. La figura del ritorno ai princìpi, di cui il volume ricostruisce la vicenda, mostra tuttavia come nei primi secoli della modernità queste ipotesi si siano a lungo intrecciate, talvolta anticipando l'idea della rivoluzione, talvolta trattenendo il corso degli eventi rispetto a un avvenire inquietante. Ritornare all'origine ha dunque significato imitare quegli antichi che hanno fondato città, ucciso tiranni e trasformato ripetutamente la loro storia, oppure riappropriarsi del passato, di valori e costumi dati una volta per sempre. Tra conflitti e istituzioni, medicina e politica, appare così una concezione del tempo che unisce Machiavelli alla Rivoluzione francese, passando per Spinoza, Montesquieu, Saint-Just. Tracciare una storia del ritorno ai princìpi consente dunque di chiedersi se la nostra tradizione abbia prodotto solo linee e circoli, se il nostro destino sia quello di dover scegliere tra Polibio e Voltaire, Hegel e Nietzsche, Heidegger e Deleuze, o se esista una possibilità diversa. Se, tra la nostalgia dell'origine e un progresso dall'orientamento già segnato, si possa scorgere un'alternativa. Un passato che, invece di ancorarci a sé, mostri come rinnovare il presente e proiettarci nel futuro. -
Agricoltura e territori nel Mezzogiorno. Dalla «grande trasformazione» europea al secondo dopoguerra (secoli XVIII-XX)
Il fil rouge che attraversa l’intero volume è rappresentato dal ruolo preponderante giocato dalla domanda estera nello stimolare lo sviluppo dell’agricoltura nel Mezzogiorno sia prima che dopo l’unificazione nazionale, e che fu all’origine, nell’ambito del medesimo prodotto, di inediti processi di differenziazione territoriale a una scala sub-regionale. Questa lunga parabola iniziata con la “grande trasformazione” europea, determinata dalla prima rivoluzione industriale nella seconda metà del Settecento e all’interno della quale le regioni dell’Italia meridionale si collocarono come fornitrici di materie prime agricole e semilavorati, conobbe una significativa battuta d’arresto durante il fascismo. Le politiche economiche volute da Mussolini provocarono, infatti, la perdita di competitività dell’agricoltura e furono responsabili del formarsi, anche nel settore primario, di un divario tra Sud Italia e regioni settentrionali. Negli stessi decenni in cui lo sviluppo del triangolo industriale attrasse consistenti flussi migratori, producendo un sensibile aumento della domanda di derrate agricole e un forte incentivo alla modernizzazione delle campagne del Nord-Ovest, la scelta del regime di rivalutare la lira fissandone il cambio a “quota 90”, l’autarchica “battaglia del grano” e l’arenarsi a Sud della bonifica integrale determinarono, da un lato, la drastica riduzione delle esportazioni di prodotti agricoli e, dall’altro, la crescita nel Mezzogiorno delle superfici occupate dalla cerealicoltura estensiva, ben oltre la fine del Ventennio. -
Città mito. Luoghi del Novecento politico italiano
Roma, Venezia, Trento e Trieste, Fiume, ma anche le capitali del repubblicanesimo, quelle dell'antifascismo e della Resistenza, il Veneto bianco, Predappio, Bologna, Sesto San Giovanni, Perugia e Assisi, i reticoli urbani del terrorismo, la Napoli della tradizione laurina, la provincia leghista, la Milano di “Mani pulite”. Protagoniste di questo volume sono le città che hanno nutrito l'immaginario politico dell'Italia unita, orientando la “mappa mentale” di varie gene - razioni. Gli autori, recuperando alcune radici ottocentesche, si muovono tra casi eclatanti – per importanza e sedimentazione del rispettivo mito – e altri di conio prettamente novecentesco, i cui echi arrivano talora fino ai giorni nostri. Si interrogano sulle ragioni che hanno dato origine a determinate immagini delle città, nello specifico dei contesti storici e territoriali di riferimento; ne indagano l'evoluzione, il successo così come l'eclissi nello spazio pubblico, i canali di trasmissione e i meccanismi narrativi che hanno accompagnato la loro circolazione nella vita del paese. Anche da questa prospettiva originale, che intreccia storia e rappresentazione, le città si rivelano una preziosa cartina di tornasole per comprendere il profilo politico del Novecento italiano e cogliere i mutamenti più generali in atto nella società. -
La filosofia come risorsa educativa. A philosophical approach to thinking skills
PATHS – Per Parole è un modello didattico ideato dai ricercatori di INDIRE che promuove un approccio filosofico al pensiero critico. Nato in risposta alle sollecitazioni contenute nel documento MIUR Orientamenti per l'apprendimento della Filosofia nella società della conoscenza, è rivolto agli studenti – e ai lettori interessati – ed è articolato in quattro fasi che mettono al centro la parola del linguaggio ordinario: semplice nella sua articolazione, esso è svincolato da una tecnologia specifica e, attraverso la filosofia, rafforza il pensiero critico e contrasta l'impoverimento linguistico. In questo contesto PATHS – Per Parole contribuisce ad ampliare il vocabolario e a sviluppare la capacità di comprendere nonché quella di esprimersi in modo chiaro. Tali abilità permettono agli studenti di non cadere in trappole logiche o essere ingannati da discorsi manipolativi. Nel volume il lettore troverà la descrizione del modello accompagnata da quei rimandi teorici che hanno contribuito a realizzarlo. La parte finale presenta studi di caso su esperienze specifiche in scuole di diverso ordine e grado. -
Radicalizzazione religiosa, de-radicalizzazione laica. Sfide giuridiche per l'ordinamento democratico
Il tema della radicalizzazione di matrice religiosa e delle relative attività di contrasto occupa la scena pubblica da ormai due decenni, senza che il tempo trascorso abbia condotto a una soluzione condivisa tanto a livello sovranazionale, quanto nel panorama italiano. La materia, che vede intrecciarsi i rapporti tra diritto, sicurezza e religione, risente infatti ancora di criticità essenziali, che il libro affronta muovendo da una prospettiva giuridica e in specie ecclesiasticistica. Su tutte, l'individuazione di una definizione compiuta di “radicalizzato”, e quindi di “radicalizzazione”, tuttora foriera di confusione. L'autore, dunque, ne propone una propria, che vaglia alla luce delle attuali strategie di contrasto esistenti nel nostro paese e, soprattutto, dei principi costituzionali su cui si fonda l'ordinamento democratico, laico e pluralista. Infine, si interroga sulla perdurante assenza di un piano nazionale di prevenzione e de-radicalizzazione, con l'auspicio che da questa riflessione teorica possano maturare frutti concreti, in ossequio alla tradizione che vuole il diritto, anzitutto, una scienza pratica. -
Polizia e migranti in città. Negoziare il confine nei contesti locali
Il volume tratta il tema della discrezionalità del potere di polizia attraverso una ricerca sulle pratiche di controllo dei confini interni in uno spazio urbano. Dovendosi confrontare con la presenza di persone migranti irregolarizzate in un contesto di indeportabilità, la polizia è stretta nel paradosso di dover applicare una legge impossibile da far rispettare. Allora, il confine che attraversa lo spazio urbano è anche il risultato di una negoziazione – entro rapporti di potere asimmetrici – tra la pretesa di invisibilità della polizia e la richiesta di visibilità delle persone migranti. Al centro dell'analisi c'è l'interazione tra controllori e controllati per stabilire i termini di una irregolarità accettabile. Partendo dal ruolo della nascente polizia nel controllare oziosi e vagabondi, l'autrice ripercorre il dibattito dei classici della sociologia sulla polizia per poi approdare al ruolo cui questa assolve nel controllo odierno dell'immigrazione: in continuità con il tradizionale controllo della mobilità e della povertà, ma non senza innovazioni nel segno della razzializzazione della nazionalità, la polizia finisce per produrre e riprodurre l'ordine in società interessate da processi di globalizzazione e in continua trasformazione. Il risultato è una descrizione dettagliata di un meccanismo di inclusione silenziosa e subordinata di soggetti la cui presenza ostinata è contemporaneamente visibile e negata. -
Raccontare il covid-19. Narrazioni di malattia tra paure individuali, percezione sociale e politiche sanitarie
Il libro nasce dall'esigenza di ascoltare chi ha vissuto in prima persona e in forma grave il contagio da covid-19 e il ricovero. Nella ricerca sul campo, nucleo di questo lavoro, si è privilegiato un metodo qualitativo, basato sulle voci dei pazienti e sulle testimonianze degli intervistati, in grado di rendere maggiormente comprensibile e condivisibile il fenomeno. Il volume offre alcuni spunti per lo studio della pandemia da un punto di vista sociologico e per indirizzare le politiche sanitarie e sociali. Le questioni fondamentali che devono essere affrontate vanno da un differente approccio alla salute pubblica per definire le cause dell'isolamento sociale fino alla garanzia di modelli adeguati di perequazione per ridurre le disparità, in primis quella relativa all'alfabetizzazione sanitaria e digitale. Sebbene gli interventi attuali mostrino sovente scarse prove di efficacia, molti fattori associati alla solitudine e all'isolamento sono mutevoli e dovrebbero essere al centro delle politiche di uguaglianza e giustizia sociale, che possono influenzare la solidarietà della comunità e la resilienza individuale. -
Esperienze d'impresa 1/2021 (2021). Vol. 1
Fondata nel 1993, la rivista Esperienze d’Impresa nasce con l’obiettivo esplicito di “fornire un contributo allo sviluppo delle discipline manageriali e alla formazione imprenditoriale anche attraverso l’analisi di esperienze aziendali”. Nel corso degli anni, la Rivista ha accolto i risultati delle ricerche di numerosi studiosi italiani e stranieri nonché contributi di rilievo sul management delle imprese. In linea con la mission della rivista, la selezione dei lavori da pubblicare è fondato su un processo di double blind review, valorizzando, in linea con la tradizione degli studi aziendalistici italiani, la rilevanza dello studio, l’innovatività dei risultati e un corretto approccio metodologico. La rivista ha periodicità semestrale con due uscite all’anno, a cui si aggiungono eventuali numeri speciali che ospitano contributi monografici su temi di rilevante attualità. Le aree tematiche della rivista sono: strategia, marketing, distribuzione e retailing, customer satisfaction e loyalty, ricerche di mercato, finanza, general management. -
Nell'ombra della magnolia. La poesia di Montale
Il volume è un attraversamento critico, essenziale ma completo, della poesia di Montale mediante una serie di affondi interpretativi su singoli testi particolarmente rilevanti. Scelto un componimento campione per ogni raccolta (con l'eccezione di La bufera e altro, in cui la selezione si estende in ragione della natura composita del libro), l'indagine si adopera a ricostruirne infatti il contesto storico-culturale e il significato profondo con ogni sua implicazione di rilievo. La successione dei capitoli fa emergere dunque, come in filigrana, il percorso di poetica compiuto dall'autore a partire dagli Ossi di seppia fino alle ultime raccolte pubblicate. Parimenti affiorano, pagina dopo pagina, le ascendenze della poesia montaliana, da Dante e Pascoli ai letterati del caffè Le Giubbe Rosse, e i rapporti personali di cui si sostenta, come quelli con Bobi Bazlen e con Irma Brandeis. -
Le statue bugiarde. Immaginari razziali e coloniali nell'America contemporanea
Estate del 2020, durante le proteste di Black Lives Matter: due giovanissime ballerine afroamericane danzano a Richmond, Virginia, sulla base del grande monumento del generale confederato Robert E. Lee, completamente ricoperta da graffiti di diversi colori; in un parco del Connecticut ignoti, di notte, decapitano una statua di Colombo e un'altra, nel Minnesota, viene abbattuta, in pieno giorno, da attivisti nativi americani con una cerimonia rituale; un importante museo newyorkese decide di rimuovere la statua equestre del presidente Theodore Roosevelt che troneggia da più di ottant'anni davanti all'entrata su Central Park. Che cosa ci dicono questi gesti iconoclasti della società americana odierna? Il volume ricostruisce la storia di alcuni monumenti pubblici altamente controversi nel contesto statunitense, svelando le narrazioni che li sostengono, mai neutrali e decisamente conflittuali. Chi ha voluto quelle statue? Quali storie bugiarde raccontano? Quali sono i gruppi sociali cancellati dalla rappresentazione monumentale? Si può creare una memoria pubblica più inclusiva? -
Teorie della conoscenza e filosofia nella prima età moderna. Cusano, Fracastoro, Bruno
Le teorie della conoscenza di Niccolò Cusano, Girolamo Fracastoro e Giordano Bruno, sviluppate tra il XV e il XVI secolo, pur nella diversità delle loro prospettive filosofiche, dei momenti e contesti in cui si sviluppano, lasciano intravedere tratti comuni e punti di convergenza intorno allo statuto e al fine della conoscenza umana. Il volume analizza il pensiero dei tre filosofi, mostrando come in essi siano presenti aspetti di un'originale lettura dei rapporti tra il piano gnoseologico, l'esperienza sensibile e la dimensione corporea; si tratta di temi e problemi che anticipano idee e teorie che saranno centrali per la filosofia moderna. -
«Pronto per la Rivoluzione!». I comunisti italiani e francesi e la decolonizzazione in Africa centro-occidentale (1958-1968)
A partire dal 1958, alcuni Stati sorti dalla decolonizzazione in Africa centro-occidentale intrapresero politiche di stampo socialista, attirando l'attenzione dell'URSS e dei suoi alleati. I due partiti comunisti più importanti dell'Occidente, PCI e PCF, si ritagliarono un ruolo chiave nell'avvio di relazioni tra il campo socialista e Stati come Guinea, Mali o Congo-Brazzaville, favorendo modelli di modernizzazione non capitalista e offrendo solidarietà attiva ai movimenti anticoloniali. Grazie a una ricerca su fonti francesi e italiane, il volume ripercorre come, tra dialogo e incomprensioni, i comunisti di entrambi i paesi si inserirono nel dibattito sui nessi tra socialismo reale e socialismi africani, costruendo rapporti politici al di là delle relazioni statali stabilite dal campo socialista. Misurandosi con l'emersione del Terzo mondo, PCI e PCF analizzarono le nuove esperienze africane attraverso lenti ideologiche e culturali differenti, che stimolarono cooperazione ma anche rivalità. -
Rossana Rossanda e il PCI. Dalla battaglia culturale alla sconfitta politica (1956-1966)
Negli anni Sessanta la politica culturale comunista entra in fibrillazione. Urbanizzazione selvaggia, migrazioni interne, nuovi consumi culturali, scolarizzazione di massa: il boom economico trasforma in profondità la società cambiando il volto del paese. Il modello culturale togliattiano, in grado fino a quel momento di collegare le istanze intellettuali agli umori delle classi lavoratrici, mostra i primi segni di crisi. È ancora possibile una politica culturale comunista? La direzione di Rossana Rossanda alla Sezione culturale del PCI proverà a stimolare un difficile aggiornamento nel partito, tentando di metterlo in connessione con nuove domande sociali e inaudite sfide politiche. L'incubazione del “lungo Sessantotto italiano” si situa proprio negli anni della direzione politico-culturale di Rossanda, tra il 1962 e il 1966. La sconfitta a cui andrà incontro (e con lei l'intera area ingraiana), certificata all'XI Congresso comunista del 1966, segnerà un passaggio evolutivo del Partito comunista italiano, dalle conseguenze dirompenti per tutta la sua storia futura. -
John Rawls e le virtù. Una prospettiva liberale sullo sviluppo morale
Il volume esamina il ruolo delle virtù nel pensiero di uno dei principali filosofi liberali, John Rawls, un tema ancora non sufficientemente indagato a più di cinquant'anni dalla pubblicazione del suo A Theory of Justice. Rawls fa affidamento, in particolare, su due tipologie di virtù: cooperative e individuali. Le prime sono quelle forme di eccellenza la cui presenza nel corpo sociale è imprescindibile affinché una democrazia possa funzionare correttamente e conservarsi stabile nel tempo; sulle seconde invece si fonda il processo di avvicinamento del singolo al proprio ideale di vita buona. L'analisi del ruolo di queste due categorie di condotta nella riflessione del filosofo statunitense, delle loro interconnessioni e dei loro effetti sulla collettività costituisce l'obiettivo del libro, il quale invita il lettore a osservare la teoria della giustizia di Rawls anche come una teoria delle virtù cooperative e individuali: relazionali, ordinarie e, allo stesso tempo, imprescindibili. -
Adelphi. Le origini di una casa editrice (1938-1994)
Irrazionale, fantastico, copertine color pastello e grafica ricercata: lo “stile Adelphi” è diventato un brand in cui si sono riconosciute generazioni di lettori. Eppure, complice forse una rivendicata inclinazione all'inattualità e all'apoliticità, Adelphi non è mai stata fatta oggetto di uno studio storiografico ad hoc. Fondata nel 1962, portò in Italia un nuovo gusto per l'oggetto-libro e filoni culturali di spessore internazionale che il pubblico della Penisola per lo più ignorava. Sulla base di una ricca documentazione in gran parte inedita, il volume ne ricostruisce la storia delle origini, individuandone le premesse di lungo periodo sin dal ventennio fascista. Bobi Bazlen, Luciano Foà, Roberto Calasso, Alberto Zevi, Ernst Bernhard, Sergio Solmi, Claudio Rugafiori, Giorgio Colli, Erich Linder, Fleur Jaeggy, Elena Croce e Ingeborg Bachmann sono solo alcune delle figure che si incrociano per rintracciare progetti, autori, mediatori e testi con cui la casa editrice si è progressivamente guadagnata una larga base di lettori fedeli, andando dai bilanci in rosso dei primi vent'anni alla crescita e all'affermazione del marchio negli anni Ottanta e Novanta. -
«Non ho mai potuto tacere». Stefan Heym fra politica e letteratura (1913-2001)
Il volume ripercorre la vita e le opere di Stefan Heym, alias Helmut Flieg, scrittore di origine ebraica nato nel 1913 in Sassonia e poco noto in Italia. Intellettuale socialista libero da ogni appartenenza di partito, egli attraversa la storia del Novecento da testimone e da protagonista. Cresciuto nella Repubblica di Weimar, antinazista della prima ora riparato negli Stati Uniti, Heym ritorna in Europa con la divisa americana. Il suo compito è quello di redigere volantini da lanciare oltre le linee nemiche. I suoi primi testi – articoli, saggi, romanzi – denunciano l'orrore del nazifascismo e narrano le perverse dinamiche della guerra. Rientrato negli USA e finito nel mirino del maccartismo, l'autore giunge nel 1952 a Berlino Est, nella Repubblica democratica tedesca, dove trascorre il resto della vita. Con caparbietà e onestà di pensiero si scontra ripetutamente con la dirigenza di quel “socialismo reale” sempre più lontano dal progetto originario di uno Stato fondato sull'uguaglianza e sulla giustizia sociale. Censurato dagli organi preposti al controllo della cultura e sorvegliato dalla Stasi, Heym non indietreggia. Acuto osservatore delle dinamiche politico-sociali, convinto sostenitore del ruolo critico dell'intellettuale, lo scrittore affronta con sagacia rovelli tuttora attuali: le dinamiche del potere, la fragilità della democrazia, il rapporto fra letteratura e politica.