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Il consenso. Indagine critica sul concetto e sulle pratiche
Proponendo un'indagine critica sul concetto di consenso, questo libro nasce bifronte: la prima parte ripercorre alcuni momenti cruciali del pensiero filosofico per delineare una storia del concetto in rapporto alla fenomenologia che esso può descrivere; la seconda parte insegue le vicende del termine ""consenso"""" nel mondo contemporaneo, concentrandosi sulle varianti e sulle pratiche descritte in nuovi ambiti interdisciplinari."" -
Garibaldi. Visione nazionale e prospettiva internazionale
Il volume riporta gli Atti del Convegno di Livorno del 31 maggio e del 1° giugno 2007 dedicato a Garibaldi ed al garibaldinismo, convegno organizzato dal Comitato Livornese per la Promozione dei Valori Risorgimentali nel quadro dellampia iniziativa promossa dal Comitato nazionale per le celebrazioni del bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi, sotto legida del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Si tratta di un importante confronto di temi e di posizioni storiografiche, che spaziano dalla dimensione prettamente storica a quella politica, sociale, economica, associativa, culturale e letteraria del fenomeno garibaldino, visto dentro e fuori dal mito, nella generale convinzione che esso abbia costituito un elemento determinante nel farsi della coscienza civile degli italiani. Lepica della camicia rossa e del suo prestigioso creatore, come risulta dallinsieme delle circa trenta relazioni che onorarono il Convegno, non ebbe niente di surrettizio, ma fu espressione di un sentire generazionale e nazionale, che si sostanziava di tensioni ideali e di fermenti politici e sociali. Fu, insieme alla cultura mazziniana, componente essenziale di unoriginale declinazione della democrazia e della partecipazione popolare al Risorgimento. Fu la prova, con il coinvolgimento di tanti giovani progressivamente avvicinatisi al volontariato, di una travolgente volontà di superamento dei vecchi regimi in direzione della modernità europea. Fu ancora una grande epopea consapevolmente vissuta come coniugazione della forza non più con lesercizio del dominio, ma con le ragioni delletica e del riscatto degli umili e degli oppressi. Come nelle altre, ormai numerose, occasioni di studio promosse dal Comitato livornese, gli Atti spaziano dalla dimensione europea a quella italiana, a quella regionale e a quella cittadina, nella convinzione che il nostro Risorgimento non possa essere compreso se non in relazione alle dinamiche di una lunga transizione, della quale il farsi della democrazia italiana ed il suo affermarsi dopo la caduta del fascismo è parte integrante. -
Logiche dell'alterità
Il volume propone un tentativo di risposta ad una duplice esigenza: di ""dire l'altro(-a)"""" rimandando così a rinnovate grammatiche dell'alterità e di """"agire con l'altro"""" rimandando a corrispondenti pragmatiche dell'alterità . Si tratta di versanti di riflessione che riaprono il problema (teoretico) dell'identificazione e dicibilità dell'altro al di sopra di ogni essenzialismo e che, al tempo stesso, implicano il problema (politico) dell'agire con (ma anche a nome del-)laltro, con il quale dobbiamo dividere i medesimi spazi del nostro vivere quotidiano e possiamo auspicabilmente condividere i progetti finalizzati ad organizzarli, nel presente e al di là di esso. Allo scopo di avviare ulteriori approfondimenti, il volume è corredato da un'ampia bibliografia ragionata sui temi dell'alterità, del multiculturalismo e della filosofia interculturale. Con scritti di: Laura Bazzicalupo, Giuseppe Cacciatore, Francesco Camera, Anna Czajka, Barbara Henry, Luca Illetterati, Sara Mollicchi, Alberto Pirni, Vincenzo Sorrentino, Franz Martin Wimmer."" -
Lingua e stile nelle tragedie di Vittorio Alfieri
L'importanza che l'elaborazione stilistica assume nelle tragedie di Alfieri emerge dal resoconto della Vita ed è testimoniata dalle diverse fasi compositive delle singole opere. Attraverso lo studio di questi documenti si propone una ricerca articolata secondo due assi principali: l'analisi adotta inizialmente una prospettiva diacronica per individuare la strategia delle varianti che Alfieri attua nella revisione della prima edizione delle tragedie (Pazzini, 1783) in vista della stampa definitiva (Didot, 1789); segue una lettura sincronica, condotta sull'edizione finale e sottoposta al vaglio di una valutazione linguistica. Le soluzioni stilistiche adoperate per conseguire una scabra essenzialità non escludono la ricerca di una regolarità espressiva modellata sulla tradizione classica. Si definiscono quindi due linee diverse e interagenti lungo le quali la scrittura tragica di Alfieri costruisce il suo equilibrio contraddittorio, fra l'ossequio alle norme di compostezza e simmetria imposte dal classicismo e il gusto per l'anomalia e lo scarto, suggerito dalla poetica del sublime. Vincenza Perdichizzi (Messina, 1979) ha studiato alla Scuola Normale e all'Università di Pisa. Dal 2005 vive a Parigi, insegna come professore incaricato (ATER) all'Università di Lille 3. Nel corso dei suoi studi si è occupata di teatro e di letteratura italiana del Settecento. Su Vittorio Alfieri ha pubblicato numerosi saggi in riviste italiane e francesi. -
Abbiamo fatto quello che dovevamo. Vescovi e clero nella provincia di Pisa durante la seconda Guerra Mondiale
La storia della Chiesa di Pisa di fronte ""all'estremo"""", alla guerra totale, alla guerra ai civili. E' questo ciò che emerge dai diversi saggi che compongono il volume fotografando, in modo ancora non definitivo ma certo già significativo, la storia delle istituzioni ecclesiastiche e il ruolo giocato da alcuni ecclesiastici negli anni del conflitto, in particolare nel biennio 1943-1945. Troviamo così puntuali descrizioni dellarcivescovo Vettori come uomo di pace, del vescovo Giubbi dinanzi al dramma del passaggio del fronte, delle dinamiche della diocesi di Volterra, con l'impegno del vescovo Bagnoli, che si insedia proprio nelle prime settimane dell'occupazione. Altri contributi prendono in esame figure particolarmente significative, mutuando un approccio biografico che getta una luce importante sui legami tra gli anni della formazione e le scelte anche radicali compiute dinanzi al conflitto. Le fonti utilizzate, a cominciare dai Libri cronici, rappresentano un contributo importante per una storia sociale del conflitto, del """"quotidiano"""" di fronte alla guerra. Il libro ci restituisce uno spaccato vero, plurale e anche toccante di come in quegli anni la guerra abbia stravolto le comunità della provincia di Pisa imponendo scelte nette, e di come infine la dimensione ecclesiale sia nel suo aspetto istituzionale che in quello spirituale abbia rappresentato un appiglio importante per la popolazione. Nel momento in cui la società si disgrega e si frantuma, è la comunità che resta in piedi, con i suoi reticoli primari, familiari e parentali, e poi paesani: reti di assistenza e solidarietà, nelle quali proprio i sacerdoti giocano un ruolo importantissimo, che incide sul terreno della manutenzione della vita."" -
Natura, uguaglianza, libertà. Rousseau nel Settecento veneto
Con inediti di G. Toaldo, G. Francescati, F.M. Colle e A. ZaramellinNel 1797 le truppe di Napoleone entrano a Venezia, facendo cadere il dominio della Repubblica senza incontrare quasi alcuna opposizione. Se la resistenza delle armi fallì contro i Francesi, non era mancata invece l'aspra battaglia delle idee, che da circa quarant'anni si levava contro le opere di Rousseau. La capillarità con cui queste avevano invaso i salotti, non meno delle canoniche, testimonia al contempo di una diffusa fortuna, di una censura blanda e di una lotta tra sostenitori e detrattori, combattuta presso le accademie, nei teatri, all'interno delle stamperie, dai pulpiti delle chiese e dalle colonne delle gazzette. Tra i due estremi del rifiuto e dell'esaltazione trovano posto anche interpretazioni più sfumate. Si identificano così percorsi di ricezione delle opere del filosofo ginevrino nella cultura veneta della seconda metà del Settecento, secondo i giudizi espressi dai lettori in forme di scrittura più o meno pubblica. Il quadro generale che si delinea introduce a sondaggi centrati sulle figure di Giuseppe Francescati e di Giuseppe Toaldo, autori che dedicarono alla filosofia di Rousseau lavori tuttora inediti che qui si trascrivono in appendice. -
Una tribù all'ombra delle foglie di coca. Per una nuova cultura del territorio
Le foglie di coca, che si masticano a Cuzco per sopportare il freddo e la fame nei paesi andini, giungono nelle nostre zone completamente rielaborate e sotto forma di innocenti palline che non servono a sopravvivere alle intemperie e ai morsi della fame, ma a nutrire quei vuoti esistenziali che il nostro sistema cosiddetto civile ha prodotto. L'autrice cerca di trasmettere al profano o a chi si dimostri interessato alle dinamiche di gruppo, che cos'è il gruppo dell'Associazione Araba Fenice, composta da utenti Ser.T (servizio tossicodipendenze) e da persone del mondo esterno, del lavoro e della cultura (in particolare docenti dell'Università di Pisa); chi sono i personaggi che lo caratterizzano e soprattutto quale è il clima che ogni volta si crea. Il libro dimostra la assoluta necessità di un cambiamento degli attuali metodi di gestione del Ser.T; mira a condurre il lettore nel cuore delle esperienze progettate e realizzate del mutamento dell'azione sociale all'interno della istituzione a partire dal 2002 fino ad oggi. Si tratta di una esperienza del tutto originale basata su un approccio radicalmente diverso dalle attuali forme di accoglienza. Il nuovo atteggiamento pone operatore ed utente su un livello di parità, e di reciproco interscambio, producendo azioni comuni (culturali e sociali), che tendono ad essere portate come risorse a livello della più ampia comunità cittadina. È in tale percorso che si attiva l'azione di recupero dell'utente. -
Stranieri in famiglia
"Stranieri in famiglia"""" suona come una contraddizione o una provocazione: la famiglia non richiama innanzi tutto il luogo dell'appartenenza, della condivisione, del quotidiano, del conosciuto? Eppure, in famiglia, ci si può sentire stranieri. Ad esempio di fronte ai figli che non capiamo e che non ci capiscono. Lo straniero in famiglia è a un tempo dentro e fuori. Nell'introduzione a questo volume viene paragonato ad un agente doppiogiochista, che ha rivoltato mille volte la sua giacca. Sta sempre sulla soglia tra appartenenza ed estraneità. I significanti, straniero e identità, si rincorrono e si inseguono e mai come in questi ultimi anni hanno trovato un uso così enfatico da risultare quasi erotizzati, feticizzati.Nella specie umana nessuno di noi è straniero, dimenticarcene può condurre al paradosso di dirsi stranieri alla propria natura, incuranti della nostra comune appartenenza all'umanità. Eppure la psicanalisi ci dice che siamo stranieri a noi stessi. L'io non è padrone in casa propria per Freud indica una condizione strutturale del soggetto. L'automa, l'estraneo e lo straniero diventano quindi metafore della soggettività che si ritrovano, in forme differenti, in ciascuno di noi. Cosa ha ancora da dire la psicanalisi su temi quali: l'appartenenza, l'identità, lo straniero, la differenza? Questo volume testimonia un momento di confronto tra analisti che non rinunciano al desiderio di mantenere aperto un pensiero critico che non si lasci ridurre a un campionario di risposte predefinite." -
Quando il nome è «cosa seria». L'onomastica nelle novelle di Luigi Pirandello
Non è certo un caso che Pirandello sia a buon diritto tra gli scrittori che più di altri si prestano a indagini onomastiche. Nelle sue opere è infatti significativa la presenza dell'analogous name, ma anche di personaggi che riflettono sul proprio nome, chi prendendone le distanze (come Moscarda in Uno, nessuno e centomila) e chi soccombendovi (come il «professor Vabene» in una novella dal titolo omofono). Né manca chi come Biagio Speranza, altro personaggio, confidi che il nome non gli sembra «una cosa seria», per quindi apprendere a proprie spese il contrario. L'esercizio onomaturgico che compie Pirandello è in verità instancabile e insieme seducente. Ma suscita problemi. Pasquale Marzano, che nel merito ha competenze specifiche, ne propone soluzioni argute e persuasive. Nel presente volume fa centro sulle novelle, ma non tralascia gli altri generi che il loro autore praticò, né omette di esaminarne i nomi in rapporto a un ipotetico 'freudismo' (mai argomentato a dovere); tanto meno rispetto all'umorismo, com'era inevitabile, e ad altri elementi ancora. Correda il volume un opulentissimo regesto (posto su CD-ROM) di circa 3000 nomi e personaggi, necessario strumento di lavoro del suo compilatore stesso come di futuri studi di onomastica pirandelliana. Angelo R. Pupino Pasquale Marzano collabora alla cattedra di Letteratura italiana contemporanea dell'«Orientale» di Napoli, ove ha conseguito il dottorato di ricerca in Italianistica, diventandovi professore a contratto e assegnista. Ha insegnato anche all'Università di Dublino («University College Dublin»), presso la quale ha ottenuto un Master of Arts in Italian con una dissertazione di onomastica letteraria. Ha poi allargato il suo campo di ricerca, interessandosi di narrativa e saggistica. Suoi saggi sono apparsi nella «Rivista italiana di onomastica», in «il Nome nel testo», «Italianistica» e in vari volumi collettanei. Con l'ETS ha pubblicato nel 2003 la monografia Il male che coglie Napoli e altre note di onomastica letteraria. -
Prima persona. Epistemologia dell'autoconoscenza
Come conosciamo la nostra mente? Che tipo di rapporto abbiamo con i nostri stati mentali? Siamo gli spettatori degli eventi mentali che popolano la nostra mente oppure abbiamo con essi un rapporto in prima persona? L'opposizione al cartesianesimo e l'affermazione del naturalismo in filosofia della mente hanno coinciso con il trionfo di una prospettiva in terza persona verso gli stati mentali: quando conosciamo noi stessi, non faremmo altro che osservare i contenuti della nostra mente. A questo esito hanno contribuito anche l'influenza delle riflessioni critiche di Ludwig Wittgenstein e di Gilbert Ryle, l'eredità del movimento psicoanalitico e i nuovi risultati della psicologia sperimentale e della scienza cognitiva. Vi sono invece ragioni fenomenologiche evidenti per sostenere che il rapporto che abbiamo con i nostri stati mentali, in condizioni normali, non è principalmente di tipo spettatoriale e osservativo. Ma per difendere il rapporto in prima persona che abbiamo con i nostri stati mentali, occorre riorientare la riflessione filosofica sul mentale: senza un resoconto in termini normativi della natura di molta parte dei nostri stati mentali, tra cui quelli centrali di credenza e intenzione, non possiamo cogliere e spiegare neppure il fenomeno dell'autoconoscenza. Patrizia Pedrini è Dottore di ricerca e assegnista presso l'Università di Firenze, e Visiting Scholar presso Columbia University, New York. E' autrice di articoli in italiano e in inglese sul problema dell'autoinganno e ha lavorato sul tema della razionalità e dell'irrazionalità umana. Nel 2004 ha vinto il Premio Siracusa di Filosofia per la tesi di laurea e nel 2007 la menzione speciale per la tesi di dottorato. -
La letteratura a Siena nel Quattrocento
Il volume riunisce saggi di autori diversi, ma nati all'interno della medesima scuola, con lo scopo di ricostruire il quadro della letteratura senese del secolo XV. Si tratta di un panorama letterario spesso dimenticato o trascurato, offuscato dallo splendore di centri letterari maggiori come Firenze o Ferrara. Eppure, se fatta oggetto di una ricerca sistematica e di uno scavo insistito, la Siena dell'epoca si rivela ricca di autori e di scrittori degni di tutto interesse che qui riemergono alla luce: dal novelliere finora identificato con un Gentile Sermini a Enea Silvio Piccolomini, da Benedetto da Cingoli a Bernardo Ilicino e a Jacopo de' Buoninsegni. Il volume è perciò latore di molte novità sul piano storico e filologico: per il recupero e l'interpretazione di testi poco noti, per l'impostazione o la soluzione di problemi di attribuzione e di cronologia, per le connessioni stabilite fra scrittori o fra gli scrittori e il contesto storico-politico cittadino. Gli autori di questo volume tuttavia non mirano semplicemente ad una riesumazione né guardano agli oggetti della loro ricerca con l'occhio dell'erudito locale, ma mirano a reinquadrarli nella cornice ampia della storia letteraria. -
Andrea Vaccà e Ridolfi Castinelli. La costruzione del Tempio di Minerva Medica a Montefoscoli
Il singolare avvenimento della costruzione del Tempio a Minerva Medicea continua ad incuriosire, a sollecitare l'immaginazione dei più fantasiosi, a porre comunque fondati e seri problemi di ordine critico e ricostruttivo agli studiosi più prudenti ed avvertiti. Il testo contribuisce alla ricostruzione di un episodio di grande spessore culturale nella storia della Toscana Lorenese. -
Special needs a scuola. Pedagogia e didattica inclusiva per alunni con disabilità
L'integrazione/inclusione delle persone con ""bisogni educativi speciali"""" nella scuola e nella società costituisce la punta più avanzata di un processo culturale susseguito alla maturazione dell'immaginario sulla disabilità e culminato nella presa d'atto della dignità umana e dei diritti dei disabili ad avere pari opportunità. Tale processo di inclusione si presenta in continua evoluzione e avviato attualmente verso molteplici e sempre più aperte soluzioni. Il volume presenta, inquadrandolo nello scenario contemporaneo, il modello italiano di inclusione scolastica di alunni con special needs . Vengono presentate teorie psicopedagogiche, prassi didattiche, metodologie e strumenti che alimentano il dibattito pedagogico-didattico attuale sulle forme e sulle modalità di inclusione scolastica degli alunni con disabilità nella scuola italiana. Vengono altresì affrontate le specificità di """"volti nuovi sui banchi di scuola"""", alunni con disturbi e patologie di più recente analisi, per i quali è in fieri la messa a punto di prassi di inclusione scolastica, sia in termini di riflessione teorica, sia in termini empirici."" -
S'io fossi... vino. Sei racconti
Nellambito di un progetto pluriennale che intende esplorare in modo creativo le connessioni fra vino, arte, paesaggio, economia, marketing, storia e contemporaneità, attraverso una collaborazione aperta con professionalità esterne al mondo produttivo in unottica di ricerca delleccellenza, è stato istituito il concorso letterario di Villa Petriolo, giunto nel 2009 alla terza edizione. Sio fossi..vino. Epifanie dello spirito premia la linea dei giovani scrittori emergenti. La ricerca di nuove ed originali forme espressive, uno dei principi fondatori del concorso letterario dellazienda vitivinicola toscana, porta i massimi riconoscimenti nella terra di Federico II, vir inquisitor et sapientiae amator, ispiratore di quella scuola siciliana espressione della prima compiuta elaborazione poetica in volgare del nostro Paese. È di Messina la vincitrice Giselda Campolo, che, nel racconto breve Comio sono e fui, trasfigura il reale in una sensazione quasi di arabesco, in cui il ritmo e la fluidità danno consistenza alla fugace epifania. Meritano un posto donore i balbettii, linguaggio liquido profuso nella composita esposizione del testo La vivace assonnanza con Barbara, di Alessio Cannarozzo, torinese, appassionato di ingegneria del suono, di Jacques Derrida e dei versi di Dino Campana. Il racconto Climax Le gioie di non andare fuori tema, Ovvero. Si fossi vino, scritto a quattro mani da Pier Paolo Catucci e Giovanni Puglisi, entrambi studenti allUniversità di Scienze Gastronomiche di Pollenzo-Bra, conquista la medaglia di bronzo con le sue fluide sembianze, Narcisi affioranti dalle fermentazioni di unimmaginazione in quieto delirio. Con racconti di: Giselda Campolo, Alessio Cannarozzo, Pier Paolo Catucci, Giovanni Puglisi, Nely Iveth Diaz Lopez, Francesco Innocenti, Cassandra Giuliani Vai al canale delle Edizioni ETS su Youtube Villa Petriolo -
I corpi e la cura. Educare alla dimensione corporea della relazione nelle professioni educative e sanitarie
Il testo rivisita criticamente alcuni scenari del corpo dei contesti sanitari ed educativi prendendo spunto da un'indagine condotta con studenti di diversi corsi di laurea. Di fronte alla tendenza esistente a oggettivare l'altro nei gesti di cura, cristallizzandolo nei suoi aspetti di fragilità, passività e bisognosità e amplificando così la relazione asimmetrica, il volume riflette su sfondi culturali e modelli impliciti diffusi, su opinioni e aspettative in relazione alle dimensioni corporee della professionalità e prospetta linee formative nei contesti educativi e sanitari, tese ad attivare consapevolezze critiche sul proprio bagaglio di convinzioni e a sentirsi ""corpi in ascolto"""". Si rivolge a chi, per motivi professionali, di studio e ricerca, si occupa della cura educativa e sanitaria e desidera approfondire le questioni inerenti il corpo pensato/agito/incontrato in tali contesti. In particolare è rivolto agli operatori e agli studenti di Scienze dell'Educazione, di Scienze motorie e di Infermieristica."" -
Orazioni accademiche
Siena, anni 1588 e 1589: l'ateneo senese, riformato per volere del granduca di Toscana Ferdinando I de' Medici, inserisce nei nuovi programmi un insegnamento di ""tosca favella"""".E' la prima cattedra universitaria, in Italia e in Europa, dedicata allo studio di una lingua volgare moderna. Istituita su richiesta degli studenti tedeschi, viene affidata a un ex-fuoruscito senese, Diomede Borghesi (1539-1598), già amico del Tasso e gentiluomo di camera del granduca. Per volere di Ferdinando l'insegnamento sarà di lingua toscana: dunque né fiorentina né senese. Il granduca mira così a consolidare, anche sotto il profilo linguistico, il potere mediceo nel granducato. Dal canto suo Borghesi, autorevole grammatico, promuove dalla cattedra una lingua fondata sull'uso scritto di autori """"approvati"""", riprendendo e radicalizzando posizioni e censure di illustri suoi predecessori, dal Bembo al Castelvetro al Salviati.I testi delle quattro orazioni accademiche che qui si pubblicano vennero redatti e fatti stampare da Borghesi per circostanze speciali: la prolusione al primo corso tenuto alla Sapienza di Siena (1589); le due prolusioni, lette in San Domenico, per l'avvio degli anni accademici 1590-91 e 1592-93; l'orazione in lode """"della poesia e dell'eloquenza"""", tenuta in occasione della visita senese del duca di Bracciano Virginio Orsini (1596). Lo stile, solenne ed elaboratissimo, illustra assai bene il gusto arcaizzante dell'autore, nonché l'ambizione sua di trasferire in ambito volgare i modi e i toni dell'oratoria latina tardocinquecentesca.I testi sono accompagnati da un'introduzione, dalle note di commento e da una breve appendice sui postillati borghesiani."" -
Fueros de Vizcaya. Privilegi di foro e giurisdizione nella normativa biscaglina di antico regime
I Fueros de Vizcaya costituiscono le tappe di un lungo percorso che, tra Medioevo ed Età Moderna, ha portato alla definitiva sistemazione del diritto vigente nella Signoria di Biscaglia, piccola provincia basca dell'estremo settentrione iberico. L'indagine qui raccolta vuol dar voce a questo ordinamento rimasto fino ad oggi al margine dei principali studi di storia giuridica ed istituzionale europea. D'altronde non sono pochi gli spunti di riflessione che vi si possono trovare. Ci riferiamo non solo al complesso di meccanismi di garanzia processuale consolidatisi nel Fuero Nuevo del 1526 l'ultima versione scritta del ius proprium biscaglino che assicurò al soggetto giuridico un notevole ambito di protezione, certamente inconsueto per quell'epoca, contro gli eventuali abusi dell'organico giudiziario; ma pensiamo anche allescamotage giuridico con cui tali diritti furono concessi, quasi con efficacia normativa, alla totalità del popolo di Biscaglia: il cosiddetto principio di hidalguía universal, presupposto generale di tutta la disciplina foral, con cui si comunicò indistintamente lo status nobiliare a tutti i soggetti dellordinamento, permettendo loro di condividere come garanzie generali i privilegi formali e sostanziali, propri di tale peculiare condizione sociale e giuridica. Jody Guetta (Livorno 1979), laureato in Storia del diritto medievale e moderno presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Pisa, è attualmente dottorando in Storia del Diritto presso l'Università degli Studi di Macerata. -
Il dito a scatto
Le mani è noto sono indispensabili,per ogni cosa minimao mastodonticabisogna adoperarle: si piegano le ditaper storto o dritto, a anelloo in verticalee il mondo dietro segue senzaresistenza.Può tuttavia succedereche una falange diventi schizofrenica(si chiama ""dito a scatto"""")e a ghiribizzo suo decidadi procedere.Il foglio allora schizzae non si arresta chesu Andromeda dalla scrostata cresta,il tempio di Agrigento mi si sbriciolanel palmo della destra;e mentre credo di cogliere una meladall'orizzonte sollevo un'elegantevelainsieme al marinaio e a tutto quantoil loro vento. Romana Rutelli, professore ordinario di Anglistica, ha operato come docente in varie facoltà italiane (IULM di Milano, Lettere di Catania e di Napoli, Lingue di Pisa, Lettere e Lingue di Genova), producendo numerosi saggi e volumi su poesia, narrativa, teatro, e traducendo drammi shakespeariani per la scena. Negli ultimi anni si è dedicata in particolare all'area del cinema, utilizzando come in precedenza gli strumenti metodologici della semiotica.Gli ultimi titoli in argomento sono: Dal libro allo schermo (ETS 2004), Dalla quotidianità allo schermo e ritorno (ETS 2007), e Eros violento. Figure sullo schermo (ETS 2010). Si segnala anche Semiotica (e)semplificata (Liguori 2005), utile manuale di una semiotica accessibile anche ai non esperti.In ambito di poesia, si menziona il suo Disordinato cantabile (Campanotto 1995), oltre alle due raccolte Bestiario del vestiario e Abiti e abitudini (ETS 2001 e 2010) su tipi umani raffigurati scherzosamente a partire dal loro abbigliamento."" -
L'avventura formativa fra corporeità, mente ed emozioni
Il volume nasce come sintesi di un Corso di Perfezionamento post lauream, nell'ambito dell'Università di Firenze, che aveva come focus privilegiato il legame esistente fra corpo, mente ed emozione con riferimento al processo formativo e alla costruzione di un'identità armonica in nome della diversità che caratterizza ogni persona. La scuola italiana, che nel corso della sua storia ha evidenziato una profonda dicotomia fra mente e corpo ed ha ignorato le emozioni come elemento educativo e alfabetizzante, deve pensare un nuovo modo di proporsi agli alunni, cos' come l'extrascuola agli utenti. In questo processo sono coinvolti insegnanti ed educatori professionali, che rappresentano il fulcro dell'innovazione educativa e didattico-metodologica nel percorso formativo, che sempre più diventa un'Avventura formativa. Il volume, pensato per insegnanti, educatori, genitori, raccoglie contributi che spaziano da analisi storico-filosofiche ad esperienze operative, messaggi di ambiti scientifici ed esperienziali diversi ma fondamentali per la costruzione di progetti di vita significativi e dotati di senso. -
Adamo & Eva ovvero lui, lei e l'altro
In tempi nei quali il matrimonio e la famiglia stessa sono messi in discussione, l'autore non rinuncia ad interrogarsi sulle ragioni per cui un uomo e una donna possono decidere di mettere in comune la loro vita e per fortuna, di fatto, lo fanno ancora. Comincia così una navigazione alla ricerca dell'essenza del rapporto uomo-donna che si appoggia su una esegesi dei racconti biblici della creazione condotta anche attraverso un serrato confronto con le culture del Vicino Oriente Antico in mezzo alle quali si è sviluppata la stessa cultura veterotestamentaria.Il fatto sorprendente e inaspettato è che attraverso l'analisi della coppia si arrivi anche a delineare la struttura dell'essere umano in quanto tale. Una volta raggiunto l'obbiettivo, la navigazione continua affrontando due temi su cui spesso le coppie odierne si infrangono: la comprensione e conoscenza reciproca e la fatica del vivere quotidiano.