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Sulle tracce di Jean Vigo. Attualità di un visionario anarchico
La ribellione giovanile è stata fissata per sempre nell'immagine di una cascata di piume svolazzanti strappate a dei cuscini. Dopo questa sequenza di Zero in condotta, l'immaginario non è stato più lo stesso. Di Jean Vigo, Buñuel disse: ""il cinema può andare avanti quanto vuole, ma non supererà mai e forse non raggiungerà un film come L'Atalante, un film dove c'è già dentro tutto"""". A partire dal secondo dopoguerra, l'impatto estetico e concettuale dei film di Vigo ha condotto sia a opere chiaramente ispirate alle sue, che ad articolate riflessioni sul rapporto tra canone e libertà. I sette contributi raccolti in """"Sulle tracce di Jean Vigo"""" offrono non solo un profilo biografico completo e complesso del cineasta, ma discutono approfonditamente i numerosi aspetti del suo lavoro, e lo fanno partendo da punti di vista differenti impiegando gli strumenti della sociologia, della filosofia politica, dell'estetica e dei visual studies."" -
Se il poeta è anzitutto padrone dello spirito
Friedrich Hölderlin compose il frammento Se il poeta è anzitutto padrone dello spirito (noto anche col titolo redazionale Sul procedimento dello spirito poetico) per sé, senza lintenzione di darlo alle stampe. In poche pagine, di vertiginosa profondità speculativa, egli intese descrivere fase per fase, anzitutto a se stesso, il modo in cui un poeta procede nellelaborazione della propria poesia, dallispirazione originaria sino al componimento finito. Ne emerge una concezione del lavoro poetico come progressiva, «artigianale» armonizzazione di elementi dissonanti, sino al raggiungimento di quell«armonicamente opposto» che è per Hölderlin attributo principe della poesia e nozione-chiave della sua estetica in toto. La traduzione del frammento qui proposta, corredata da testo a fronte, si basa sulla lezione stabilita da Michael Knaupp, una delle edizioni critiche attualmente più stimate tra gli studiosi hölderliniani. -
La mente matematica. Iconografia di una tensione
Esiste nell'uomo la tendenza a creare con la mente strutture semplici, regolari, stabili, in contrasto con il flusso degli eventi del mondo. Una tensione che induce a vedere forme e descrivere con queste la realtà informe, interna ed esterna. L'autore chiama questa tendenza ""mente matematica"""". Ma non è una modalità della mente indotta dalla matematica: al contrario quest'ultima ne deriva, nelle culture e nelle epoche in cui è emersa. E anche con questo esito, la mente matematica continua a esistere e manifestarsi, eterna, svincolata dalla disciplina nata da essa. In queste pagine si ripercorrono alcune espressioni della mente matematica, nel tempo e nello spazio, allo scopo di rendere consapevole e nuovamente """"nostre"""" questa caratteristica della condizione umana, quasi sempre perduta nel difficile rapporto con le narrazioni scolastiche della matematica."" -
Lo scetticismo come inizio della religione
Quale sarà la religione del futuro? Nel loro sviluppo evolutivo gli esseri umani avranno ancora bisogno della fede? E se sì, di quale fede si può ancora parlare, in un'epoca in cui tutte le credenze vengono meno? L'originale risposta di John Schellenberg - uno dei più interessanti filosofi della religione contemporanei, qui per la prima volta tradotto in italiano - è che la religione del futuro sarà, sul piano della conoscenza, una religione scettica. Ma ciò non significherà la fine dell'esperienza religiosa. Al contrario: questo scetticismo potrà condurre a una nuova forma di fede basata sull'immaginazione e capace, attraverso l'immaginazione, di offrire senso ai comportamenti degli esseri umani. In tal modo i processi di secolarizzazione che attraversano il mondo occidentale non sono l'ultima parola. La religione stessa, come mostra Schellenberg, ha un futuro: ma a patto di essere concepita e vissuta in forme nuove. Lo scetticismo sta appunto all'inizio di questo nuovo cammino dell'esperienza religiosa. John L. Schellenberg insegna in Canada, alla Mount St. Vincent University (Nova Scotia). Dopo un primo libro, dedicato nel 1993 a Divine Hiddenness and Human Reason (Cornell U.P., Ithaca 2006_), ha pubblicato in pochi anni la sua trilogia sulla «religione scettica». I libri che compongono questa trilogia sono: Prolegomena to a Philosophy of Religion (2005), The Wisdom to Doubt. A Justification of Religious Skepticism (2007) e The Will to Imagine. A Justification of Skeptical Religion (2009), tutti editi sempre dalla Cornell U.P. Cornell University Press. -
Corpo morto nello schermo. Anche se non guardi la televisione la televisione ti guarda
Lo spot postumo di Mike Bongiorno, l'eterno ritorno di Arnold, il sangue del premier colpito da un souvenir, il casting selvaggio, Leonardo da Vinci che vince un talent-show , il pornomedium che turba i sonni di Piero Marrazzo, l'occultamento del cadavere di Stefano Cucchi, la resurrezione di Michael Jackson, l' Avetrana Village , la consumazione di Bisteccone: segni di un universo televisivo che aspira sempre di più a cancellare la realtà per sostituirvi la sua rappresentazione mediatica. In un tempo in cui la comunicazione di massa è dominata da un'estetica in grado di contenere al suo interno persino il suo stesso rifiuto e di utilizzarlo per fabbricare audience e spettacolo, diventa fondamentale imparare a decodificare le narrazioni televisive e difendersi da esse. Questo volume non invita dunque a spegnere la tv, ma a guardarla consapevolmente, abbattendo quell'illusione di poter cambiare il mondo a colpi di televoto che le multinazionali dell'immaginario ci stanno vendendo. Corpo morto nello schermo , nato come raccolta degli articoli pubblicati dall'autore su Radio Cage, indaga in ultimo sul più grande imbroglio della tv: riportare in vita i corpi morti e trasmettere la morte attraverso i corpi vivi. Alessio Traversi è nato nel 1973 a Livorno. È autore e regista di testi teatrali. È il responsabile della progettazione di Arci Livorno, per il quale cura anche le attività di teatro in carcere. -
Se questa solida carne potesse...
Riprendendo l'evento spirituale del 'sentire' che attraversa la coscienza europea, questo libro esplora natura e forma dell'affettivo, nel tentativo di farlo emergere dal silenzio opaco dell''interno', del 'singolare' e restituirlo all'effabilità, alla relazione, al discorso. L'affettivo, sottratto a quel 'soltanto mio' - da Hegel determinato come malattia - viene restituito, attraverso il riconoscimento della sua natura mediale, all'ordine del civile, del partecipabile, della Res-Publica. Il libro è articolato in quattro esercizi: ""Sempre che l'uomo pensa, ei desidera"""", """"Tra sublimazione e risentimento: il posto delle potenze psichiche"""", """"L'ultimo sprazzo di memoria"""", """"La manutenzione degli affetti""""; e due sigilli: """"Un fatto di mani"""", """"Dalla comunità alla comunanza?""""."" -
Ragioni, valori e persone
Nella seconda metà del Novecento, autori come J. Smart, R. Brandt, R. Hare e J. Harsanyi hanno tentato di chiarire, attraverso diverse strategie argomentative, come sia possibile sottoporre ad analisi filosofica i desideri e i voleri. Il preferenzialismo (o teoria delle preferenze morali), di cui gli autori ricordati sono espressione, crede nella piena valutabilità dei desideri attraverso criteri puramente logici e formali, dunque rigorosi e condivisibili. Questa prospettiva risulta, però, deludente perché, come fa notare B. Williams, i desideri sono rivelatori di una dimensione personale che il filosofo non può ignorare nelle sue indagini. E neppure le vite degli altri, insiste D. Parfit, possono essere estranee all'orizzonte morale. L'esperienza del desiderare rimanda, così, alla ricerca del bene, come suggeriscono C. Taylor e Stuart Hampshire, una ricerca mai conclusa, alla quale è connaturato il conflitto e la tensione problematica. Tutto questo sembra dirci che è fondamentale porre di nuovo al centro la phronesis, la razionalità pratica consapevole del carattere aperto e sempre modulabile dell'idea di vita buona. -
Devotionis munus. La cultura e l'opera di Adamo di Brema
Nella storiografia medievale merita una collocazione di rilievo la ""Storia degli arcivescovi della Chiesa di Amburgo"""" (Gesta Hammaburgensis ecclesiae pontificum), scritta verso il 1075 da Adamo di Brema. In essa sono ricostruite non solo le vicende della diocesi amburghese, una delle più importanti nella Germania dell'epoca, ma anche le tappe dell'esplorazione e dell'evangelizzazione dell'Europa baltica e settentrionale, dalla Danimarca all'Islanda e dalla Norvegia alla lontana Vinland, la colonia fondata dai Vichinghi nell'America settentrionale, alcuni secoli prima della scoperta di Cristoforo Colombo. Il volume raccoglie otto studi sull'opera di Adamo: i temi trattati vanno dalla tradizione manoscritta dell'opera alle fonti e alla cultura dell'autore, dalle strategie narrative alla fortuna che l'opera ha incontrato nella cultura medievale."" -
Cesare. Precursore o visionario?
Esattamente dieci anni fa, nel 2000, uscivano gli Atti del I convegno promosso dalla Fondazione Canussio dedicati a ""L'ultimo Cesare""""; dopo dieci anni, come previsto dallo statuto della Fondazione, si torna a Cesare, non più """"l'ultimo"""", cioè il Cesare dittatore tra il 49 e il 44, ma, in un certo senso, il Cesare postumo, la sua eredità, delineata nell'alternativa del titolo tra """"visionario"""" e """"precursore"""". Contributi di Jean-Louis Ferrary, Andrea Giardina, Giuseppe Zecchini, Antonio Caballos Rufino, Giovanni Brizzi, Giovannella Cresci Marrone, Michael Sommer, Kurt A. Raaflaub, Uwe Walter, Luciano Canfora, William W. Batstone, Giovanna Garbarino, Michael von Albrecht, Alessandro Schiesaro, Christopher Smith, Pierre Gros, Santiago Montero, Martin Jehn, Jean-Michel Roddaz."" -
L'invincibile dialogo. Progetto e realizzazione di un museo: la galleria comunale d'arte moderna e contemporanea di Viareggio
In questo libro, denso di contenuti e corredato da un'esemplare scelta di immagini, Antonella Serafini racconta con vivacità narrativa e ricchezza di documenti un'esperienza che ha un carattere raro se non addirittura eccezionale, la progettazione completa di un museo entro un edificio storico, nel cuore pulsante di una città: la Galleria Comunale d'Arte Moderna e Contemporanea di Viareggio (GAMC). Non accade in Italia così di frequente che si possa fondare un museo: anzi, è un evento raro che richiede visione, decisione, progettualità, risorse che di rado le Amministrazioni pubbliche sono in grado di sostenere. Il libro ripercorre tutte le fasi di questo lungo e intenso lavoro basato su numerosi e circostanziati studi museali ma anche sulla ferma condivisione dell'autrice di questo assunto di André Malraux: ""La metamorfosi non è un accidente, è la legge stessa della vita dell'opera d'arte. Abbiamo imparato che se la morte non costringe il genio al silenzio, non è perché esso la domini perpetuando il proprio linguaggio iniziale, ma imponendo un linguaggio incessantemente modificato, talvolta dimenticato, come un'eco che risponde ai secoli con le loro voci successive il capolavoro non mantiene un monologo sovrano, ma un invincibile dialogo""""."" -
Architetture Grosseto (2010). Vol. 10: Progetto e paesaggio
Architettura come luogo di incontro, visione minimalista dell'architettura, rifiuto delle ""archistar"""" che progettano solo edifici specialistici come navicelle spaziali, sdoganamento di tanti architetti sconosciuti che si occupano quotidianamente del residenziale, la casa come necessità dopo il terremoto e altro ancora. Come ogni edizione la discussione è animata e le posizioni divergono fra chi dà importanza alla funzione e chi crede necessaria la forma, fra chi considera l'attività dell'architetto a servizio della gente e chi ne rivendica il ruolo culturale di avanguardia. Idee tutte quante legittime e interessanti, che contribuiscono a formare una opinione di settore, indispensabile per un """"humus pensante"""" che sta alla base del lavoro creativo che ogni architetto deve affrontare. Altrettanto indispensabile, ma più difficilmente raggiungibile, è il coinvolgimento dei non addetti ai lavori ai temi della discussione, la condivisione da parte della gente dell'idea dell'importanza dell'architettura sulla qualità della vita."" -
Super keey. La leucemia non è un gioco
Mohamed ha solo 6 anni quando, in ospedale per un improvviso dolore al ginocchio, gli viene diagnosticata una leucemia mieloide acuta. La sua vita cambia in un attimo. L'intera vita della famiglia Musse viene sconvolta: Jama si traferisce in ospedale con il figlio, la moglie Safia li assiste da casa. Il libro dei Super Keey è il diario di questa vicenda. Raccoglie le riflessioni, gli sfoghi, ma anche le illuminazioni di speranza e le buone notizie che, quasi quotidianamente, il padre di Mohamed ha annotato la sera mentre il figlio dormiva. A questa storia, se ne intreccia un'altra molto speciale, quella dei Super Keey. I Super Keey sono gli eroi che Jama ha inventato per spiegare a Mohamed che cosa gli stesse accadendo, in un linguaggio che gli fosse vicino e che non lo spaventasse: quello della fantasia e del gioco. Dalla storia è nato anche un videogioco per computer, strumento prezioso per far comprendere a Mohamed la sua malattia, per alleviare la solitudine dei giorni in ospedale e per infondergli coraggio. Queste pagine, insomma, raccontano una storia di speranza: raccontano come da una situazione di dolore possa nascere la capacità di sorridere, come in giorni di paura si possa riuscire a sperare e ad avere fiducia, raccontano come stare vicini al proprio figlio trasmettendogli forza e serenità. Jama Musse Jama è uno scrittore italiano di origine somala. Nato in Somaliland, ha condotto i primi studi a Mogadishu. In seguito ha conseguito la laurea in matematica presso l'Università di Pisa, dove vive e lavora come Senior Analyst nel campo dell'informatica e delle telecomunicazioni. Si occupa di etnomatematica e ha pubblicato due libri sui principali giochi della tradizione somala. L'autore è noto per le sue pubblicazioni di argomento politico, in particolare sulla condizione dei diritti umani nel suo paese di origine: nel 2007 il saggio Gobannimo bilaash maaha (La libertà non è gratis) è stato premiato come miglior libro dell'anno in lingua somala dall'associazione scrittori del Somaliland; al 2009 risale il premio ""Index on Cersorship: Freedom of Expression Award"""" di Londra. vedi ''Super Keey. Il CD-rom giocabile''"" -
Esperienza piemontese. 35 anni di parchi nel territorio piemontese
L'esperienza del Piemonte in materia di parchi ed aree protette è un esempio di come la corretta interpretazione della tutela ambientale può generare effetti e risultati nei tanti campi nei quali proprio i parchi sviluppano la loro attività: non solo conservazione della natura dunque, ma anche educazione ambientale, paesaggio, urbanistica, vigilanza del territorio, turismo, marchi e prodotti tipici, sviluppo locale, investimenti e progetti europei e di cooperazione internazionale, promozione dei beni culturali etc Questa sintesi cerca di affrontare il tema sia nel suo risvolto storico, nelle sue diverse tappe di legge mettendo in risalto anche gli aspetti organizzativi ed istituzionali sino alla nuova stagione aperta con la legge del 2009, che integra i parchi con la Rete Natura 2000 e le politiche europee; sia per temi, dando uno spaccato della intensa attività svolta sino ad oggi da circa 30 enti, oltre 400 persone e tanti amministratori che hanno cercato di coniugare territorio e tutela dellambiente, spesso riuscendo con esempi concreti e virtuosi. -
Al centro del disegno. Ricerche ed esperienze in fogli fiorentini del secondo Quattrocento. Ediz. illustrata
I tre saggi riuniti nel libro sono dedicati alla cultura artistica fiorentina del Quattrocento e ad alcune problematiche appartenenti alla storia dello stile e all'iconografia: la raffigurazione del nudo, i modelli, le pose, la visione da tergo, tendenzialmente trascurata rispetto alla visione frontale. La casistica che si presenta, sostenuta da una fitta rete di immagini, comprende dipinti e sculture, ma si fonda anche sulle testimonianze di un'attività largamente praticata nelle botteghe, cioè il disegno. Figure finemente delineate con la punta d'argento e la biacca, o con la penna e il bistro, consentono di ricostruire qualche tratto significativo di una complessa rete di itinerari nei quali compaiono molti nomi di maestri noti e meno noti: Donatello, il Pollaiolo, il Verrocchio, Domenico Ghirlandaio, Sandro Botticelli, Leonardo, Michelangelo, e anche qualche ignoto collaboratore che la critica ha individuato ma di cui la ricerca d'archivio non ha ancora restituito il nome. Una trama fitta di affinità e divergenze illumina il tema del lavoro che si svolgeva negli atéliers, la progettazione, l'affollarsi delle proposte, la sovrapposizione degli interventi, e la costante dialettica fra impegno intellettuale e necessità pratica, fra l'originalità della ricerca e l'urgenza del compimento e della consegna dell'opera. -
L'Oriente nella lingua e nella letteratura portoghese
Il 20 maggio 1498 Vasco da Gama approda a Calicut, in India. Il 20 dicembre 1999 Macao, fino ad allora protettorato portoghese, torna definitivamente alla Cina. In cinquecento anni di storia sono fitti gli scambi tra Portogallo e Oriente, non solo a livello politico ed economico: la mutua interpenetrazione letteraria e linguistica pervade e informa i reciproci sistemi. Questo volume è dedicato proprio alle declinazioni letterarie e linguistiche di questo centenario flusso di idee e parole; ed è stato affidato a studiosi di rilievo il compito di indagare l'immaginario, le tecniche compositive, le strutture filosofiche e i prestiti che il dialogo Oriente/Occidente ha prodotto nella cultura portoghese in particolare, ed europea in generale. Con interventi di: Gustavo Rubim (Univ. Nova di Lisbona), Ana Paula Laborinho (Univ. di Lisbona), Catarina Nunes de Almeida (Instituto Camões / Univ. di Pisa), Paulo Borges (Univ. di Lisbona), Serafina Martins (Univ. di Lisbona), Esperança Cardeira (Univ. di Lisbona), Luís Filipe F. R. Thomaz (Inst. de Estudos Orientais / Univ. Católica Portuguesa), Arlindo José Nicau Castanho (Univ. di Pisa), António Graça de Abreu (poeta). -
A Lingua em mil pedacos repartida. Sulla divulgazione della letteratura lusofona in Italia
Il presente volume non vuole essere una semplice testimonianza sul mestiere del tradurre. Al suo interno ci s'interroga sulle articolazioni e sui possibili sviluppi del dibattito metalinguistico sul sistema lusofono, più che mai vivo negli ultimi anni. Per questo, si cerca di capire come collocare il portoghese nel panorama accademico ed editoriale italiano, in un momento cruciale come quello attuale in cui, da un lato, assistiamo alla dignificazione accademica del lavoro del traduttore ma, dall'altro, ci troviamo ancora di fronte ad un'evidente, scarsa diffusione della letteratura lusofona, presente solo in un mercato editoriale di nicchia. Intervengono qui, con il loro prezioso contributo, docenti e studiosi di numerose università italiane e straniere, traduttori professionisti, traduttori in erba ed editori: Roberto Mulinacci, Roberto Francavilla, Valeria Tocco, Daniela Ferioli, Clelia Bettini, Vanessa Castagna, Monica Lupetti, Vincenzo Russo, Rosaria De Marco, Virginia Caporali, Angela Masotti, Ilide Carmignani, Giorgio De Marchis, Silvio Scorsi e Guia Boni. -
Il disturbo da deficit di attenzione con iperattività. Strumenti per la diagnosi, l'intervento e l'integrazione scolastica
Il Disturbo da Deficit di Attenzione con Iperattività (DDAI) rappresenta una delle sindromi infantili maggiormente studiate, probabilmente a causa della sua elevata diffusione nella popolazione infantile. Nel panorama nazionale, nonostante la presenza di numerosi validi contributi rivolti al trattamento del disturbo, è ancora percepibile l'assenza di un manuale organico ed esaustivo in grado di fornire ad insegnanti e educatori le conoscenze necessarie per la comprensione delle cause e delle peculiari caratteristiche cognitive ed emotive del bambino con DDAI. Questo studio si propone di introdurre e di sensibilizzare gli insegnanti della scuola primaria alle conoscenze di base indispensabili per la comprensione del disturbo, a loro volta determinanti per lo sviluppo di un'adeguata relazione educativa. Per questi motivi il volume è rivolto agli studenti delle Facoltà di Scienze della Formazione e di Psicologia, ad insegnanti, educatori ed a tutti coloro che desiderano approfondire le loro conoscenze sul tema. -
Lo scriba e l'oblio. Letteratura e storia: teoria e critica delle rappresentazioni nell'epoca borghese
«Lo scriba e l'oblio interroga il destino della letteratura, il suo incessante dialogo con le forme della realtà e con la loro evanescenza, con il tempo che essa si lascia alle spalle e con quello verso cui essa si affaccia senza poterlo afferrare; e interrogando il destino della letteratura pone domande essenziali sui modi in cui essa si fa carico della memoria, sulle varie strategie che mette in atto per dare corpo a forme di esistenza che si dissolvono, sulla sua sfida all'inevitabile oblio, e sul legame necessario che comunque essa istituisce con l'oblio. Seguendo in una solida prospettiva ermeneutica i più vari sviluppi della riflessione contemporanea, attraverso memoria e oblio Domenichelli chiama in causa altri cruciali nodi teorici, come la critica della rappresentazione e della narratività, l'interpretazione figurale, il rapporto tra costruzione dell'oggetto e costruzione del soggetto, il senso della fine, il conflitto tra modelli culturali, i caratteri del romanzo storico, le attuali prospettive della forma romanzesca. In un serrato dialogo con tanti testi capitali (Nietzsche e Benjamin, Dickens e Manzoni, Collodi e Conrad, Eliot e Virginia Woolf, Lukács e Foucault, Auerbach e Geertz, Gramsci e Said), Lo scriba e l'oblio è un libro ""totale"""" sulla letteratura, sulla sua condizione attuale, su possibilità e compiti che le toccano ancora oggi.» (Giulio Ferroni)."" -
Le ragioni di un pessimista. Mandeville nella cultura dei lumi
Il volume, frutto di una ricerca condotta presso il Collège de France, ripercorre la poliedrica opera del filosofo Bernard Mandeville (1670-1733), autore della celebre Favola delle api, con l'obiettivo di mettere in luce le interazioni tra contenuti filosofici, sociali e politici e forme letterarie scelte per veicolarli. Concentrandosi in particolare sul rapporto dell'autore con la grande tradizione della letteratura europea, dagli antichi a Cervantes, Machiavelli, Ariosto, Erasmo, Rabelais, fino a Bruno e La Fontaine, Donati analizza il pluriennale lavoro di revisione dei generi letterari - la favola e il dialogo filosofico in particolare - che Mandeville intraprese al fine di forgiare un agile e duttile strumento di indagine speculativa e persuasione logica. In questa prospettiva vengono passati al vaglio i dispositivi retorici e stilistici messi a punto dall'autore non solo nelle opere più propriamente letterarie, ma anche in quelle di taglio scientifico e nei pamphlet satirici: una chiave di lettura che consente un serrato confronto, sino a oggi sostanzialmente inesplorato, con le dinamiche più profonde dell'itinerario testuale del filosofo. Nel capitolo conclusivo Donati propone poi una nuova ipotesi interpretativa per uno dei punti più discussi della critica mandevilliana, ovvero il ruolo rivestito dalla dimensione religiosa nei rapporti di forza che regolano l'evolversi delle dinamiche sociali. -
Il velo di Alcesti. Metafora, dissimulazione e verità nell'opera di Emanuele Tesauro
Un Tesauro filosofo della letteratura e non solo filosofo per imitazione di Aristotele, anzi, piuttosto 'galileiano', vicino all'empirismo e non estraneo alla visione del mondo imposta dalla rivoluzione scientifica, sia per i contenuti delle metafore che predilige, sia per il metodo con cui procede e insegna a procedere per dar vita alle argutezze, è quello che emerge dalle pagine di questo volume, tese ad indagare il valore ontologico e gnoseologico della metafora così come viene alla luce dalla trattazione teorica dell'autore e a verificare nella pratica testuale delle sue tragedie l'efficacia reale del metodo suggerito nel Cannocchiale aristotelico. Spingendosi oltre il mero ambito della retorica e oltre la semplice variazione sui temi dell'etica aristotelica, la riflessione tesauriana fa dello scopo primario della filosofia aristotelica - e della filosofia in generale - lo scopo della retorica stessa: la conoscenza della verità diventa dunque non solo obiettivo da raggiungere, ma oggetto di una comunicazione che avviene necessariamente attraverso una scelta retorica. Ne risulta un legame quasi necessario fra retorica e verità, fra retorica ed essere, quello indagato dalla metafisica aristotelica come dai filosofi del Seicento, Galileo e gli empiristi in particolare. A stringere questo legame nell'ambiente cortigiano del XVII secolo è spesso la pratica della dissimulazione, che richiede un arguto lavoro con le parole, unica via da percorrere per chi non rinuncia a dire la verità.