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La guerra del gender. Nuova ediz.
Questo libro racconta la progressiva escalation della ""teoria del gender"""", a partire dalla sua elaborazione, passando per la sua introduzione nei documenti ufficiali degli organismi internazionali e delle agenzie dell'ONU, per finire nelle agende politiche e nella stessa opinione pubblica dei Paesi occidentali. L'autrice sfata sistematicamente il grande equivoco che si nasconde dietro alla nozione di genere: """"Molti sono convinti che genere significhi semplicemente 'maschio o femmina'. Si tratta invece della negazione di ogni differenza tra gli uomini e le donne"""". Ne deriva un quadro inquietante, in virtù del quale un autentico sconvolgimento culturale è stato reso possibile dall'azione simultanea e spesso coordinata di movimenti femministi radicali di ispirazione marxista, organizzazioni abortiste e gruppi che spingono per il controllo demografico. Nel dibattito pubblico si è così passati dalla battaglia per l'uguaglianza di genere a quella per il riconoscimento dei diritti sessuali e riproduttivi, alla ridefinizione del matrimonio in vista dell'equiparazione delle unioni omosessuali e della possibilità di adozione per le coppie dello stesso sesso. Temi attualissimi anche nelle scuole del nostro Paese, dove sono al centro di un confronto serrato che coinvolge genitori, educatori, attivisti e, troppo spesso, sedicenti esperti. In definitiva queste pagine sono anche una testimonianza diretta di una aggressione alla vita e alla famiglia condotta in nome di pseudo-teorie scientifiche e per promuovere gli interessi di lobby che agiscono spregiudicatamente con la compiacenza di media e intellettuali."" -
Marco Tullio Giordana. Una poetica civile in forma di cinema
Il cinema di Marco Tullio Giordana in rapporto con la Storia, dal Fascismo alle rivolte sessantottine, dalla violenza negli stadi al fenomeno dell'immigrazione in Italia, dal terrorismo degli anni Settanta alla lotta contro le mafie. Un cinema civile che non rinuncia però a canoni espressivi frutto di un'approfondita riflessione estetica, di una passione accentuata per la letteratura e la musica e di un costante lavoro sullo stile filmico. L'analisi dei vari temi si avvale di riflessioni teoriche su realismo e postmodernismo, cinema d'autore e cinema di genere. Inoltre evidenzia un'osmosi feconda tra realtà storica e finzione nell'ambito di una più complessa visione della storia collettiva e dell'umanità del singolo, senza dimenticare la figura femminile. La lezione di Gramsci si combina con la poetica pasoliniana in un cinema che mette in gioco rimozioni, desideri di rinascita e aneliti a una bellezza forse perduta per sempre. -
Cinema e storia (2017). Vol. 1: La storia internazionale e il cinema. Reti, scambi e transfer nel '900
Nella produzione cinematografica del XX secolo alle logiche industriali ed artistiche si sono spesso sovrapposti interessi politici e ideologici. Circolando su tutto il globo e veicolando stili di vita e informazioni culturali, i film sono stati anche un'occasione di incontri (e scontri) economici, diplomatici, propagandistici e professionali. Commercio, ideologie, rapporti interstatali e transnazionali si sono intrecciati a partire da bobine di pellicola, rese preziosissime da un'enorme domanda. Dalla Grande guerra alla sfida globale Usa-Urss - passando per l'età dei totalitarismi, il secondo conflitto mondiale e la ricostruzione post bellica - i diversi articoli qui presenti mettono a fuoco un'epoca in cui il cinema si è affermato come mezzo di relazione internazionale e modo di proiettarsi di ciascun Paese oltre i propri confini. In maniera originale e multidisciplinare, questo numero analizza quanto e in che modo abbia inciso il cinema nella storia internazionale del Novecento e come abbia saputo raccontare - meglio di qualsiasi altro medium - il «secolo breve» ai suoi contemporanei e alle generazioni successive. Completa la rivista la sezione Stile libero con un approfondimento su Roberto Faenza, un'intervista a Margarethe von Trotta e un contributo di Francesco Munzi; oltre alle segnalazioni cinematografiche ed editoriali dell'ultima stagione. -
I libri di mio padre
"I libri di mio padre"""" è il primo dei dieci volumi della Saga balcanica di Luan Starova, epopea della storia centenaria dell'esilio della sua famiglia, la cui sorte è emblema del destino collettivo del popolo albanese, e balcanico in generale, perseguitato dalla minaccia del disfacimento, dell'assimilazione, dell'intolleranza e del conflitto. La figura paterna domina la narrazione con la sua quiete e la sua dedizione alla lettura. I libri della sua biblioteca si elevano a oggetti sacri da preservare e portare con sé durante ogni migrazione. In essi egli intravede la strada da percorrere per la salvaguardia della famiglia nel corso dei turbolenti eventi storici che interessano la regione tra il 1926 e il 1976. Da studente a Istanbul assiste alla caduta dell'Impero ottomano; fatto rientro nei Balcani, abbandonata la nativa Albania e insediatosi in terra macedone, vedrà il susseguirsi del fascismo e dello stalinismo. I libri costituiscono la sua unica vera patria, amici fedeli di tutta una vita. La carica emotiva che i libri portano con sé; la suggestione dell'autore - figlio del protagonista e narratore - di fronte alla cenere delle sigarette del padre che, come una fenice, riporta in vita gli ideali paterni; la scoperta, nei libri, della strada interiore da percorrere per giungere all'essenza della propria identità; la rivelazione della saggezza dei libri per il superamento dell'irrazionalità balcanica. Sono questi i punti cruciali de """"I libri di mio padre""""." -
La scuola di Felice Casorati e Andrea Cefaly. Catalogo della mostra (Catanzaro, 27 ottobre-26 novembre 2017). Ediz. a colori
Il volume raccoglie le opere della mostra ""La scuola di Felice Casorati e Andrea Cefaly"""". Casorati, proveniente da una famiglia di matematici e scienziati, porta nella sua arte il rigore e la precisione e la affianca alla creatività che generano un prodotto inedito e affascinante assolutamente pluridisciplinare tale da poterlo applicare a scene e costumi del teatro dell'opera di Roma e della Scala di Milano. Tutto questo è una grande fonte di ispirazione per il giovane Andrea Cefaly e porta il calabrese a diventare un vero e proprio autore casoratiano percependo in pieno i principi ispiratori di Casorati. Però, se si vuole capire bene il connubio tra i due artisti e la loro sintonia è da comprendere il quadro storico. Stiamo parlando di un mondo che si risveglia, all'indomani della prima guerra mondiale, con la fine roboante delle trame ottocentesche e quindi il termine di tutto uno stile di vita e di morale che andavano via per sempre. Tutto questo non significa, però, un mondo nuovo e colmo di speranza e di nuove scoperte ma, invece, un universo cupo pieno di dubbi sul futuro e costellato di crisi economiche, sociali e morali. Un incubo moderno da cui si risvegliano paesi che non avevano mai conosciuto un conflitto mondiale e in cui i punti fermi ottocenteschi ben saldati a principi morali romantici ed evanescenti sono ormai ridotti in polvere. Cosa fare allora nell'atto artistico e creativo? Meglio affidarsi al rigore delle forme e dei quadri plastici che creano un'atmosfera di ordine irreale ma che per quanto netti e circostanziati non riescono a nascondere le forti contraddizioni del tempo. L'intento è quello di descrivere e documentare questa scuola che ebbe grandi momenti di fulgore e di originalità. Presentazione di Concetta Maria Cefaly, Alessandro Russo, Andrea Perrotta, Simona Cristofaro e Antonio Alessio Vatrano."" -
Etnobotanica in Calabria. Viaggio alla scoperta di antichi saperi intorno al mondo delle piante
«... questo lavoro vuole essere soprattutto un riconoscimento al sistema di valori incarnato dalla civiltà contadina, un vero e proprio tributo di riconoscenza al mondo rurale calabrese, depositario di un sistema di saperi di altissimo livello, anche se sprezzantemente e sbrigativamente liquidato - nel recente passato e sull’onda di un vuoto intellettualismo di maniera - come apparato residuale di superstizioni e credenze popolari privo di qualsivoglia spessore culturale». In queste parole si può cogliere il senso più profondo di questo libro, capace di guidare il lettore lungo un percorso che suscita continua meraviglia e stupore, in quanto aiuta a scoprire la straordinaria ricchezza del patrimonio floristico calabrese, non solo in termini di biodiversità, ma anche come patrimonio di risorse naturali sapientemente utilizzate dal mondo rurale. «In un mondo tacciato di ignoranza, come quello contadino, si ritrova invece una straordinaria capacità di apprendimento dei più intimi meccanismi di funzionamento della natura, una competenza esemplare su piante e animali, una padronanza incredibile di esperienze e conoscenze pratiche, un bagaglio inesauribile di consapevolezze inerenti l’ordine naturale che regna nel Creato, tanto da suscitare un profondo sentimento di rispetto e di ammirazione in chiunque si avvicina a questo mondo, con la curiosità dell’intelligenza viva e la serenità di giudizio degli spiriti liberi». Questo libro è un invito a scoprire i segreti della natura e a rispettarne le preziose risorse, di cui l’uomo deve imparare a divenire amorevole custode. -
Rivista della Corte dei Conti. Vol. 5-6
È un periodico di informazione e documentazione in materia di finanza pubblica, organizzazione e funzionamento delle pubbliche amministrazioni, controlli e responsabilità pubbliche. -
Crocifissi con il crocifisso. La vicenda di Teresa Musco
Pur non rientrando tra i santi ufficialmente canonizzati dalla Chiesa e nonostante i dissensi sorti intorno alla sua figura - soprattutto a motivo dei fenomeni ""straordinari"""" che avrebbero accompagnato la sua breve vita -, Teresa Musco (1943-1976) continua a suscitare l'interesse di molti, a motivo della profondità e della ricchezza di un vissuto spirituale, interamente centrato sulla partecipazione alle sofferenze del crocifisso, di cui i suoi scritti restano l'espressione più significativa. Il presente volume raccoglie gli atti del convegno dedicato a Teresa dalla sezione """"San Tommaso d'Aquino"""" della Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale in Napoli (19 maggio 2017), in collaborazione con la Fondazione """"Teresa Musco"""", e nel quale diversi studiosi si sono confrontati al fine di restituire di Teresa un'immagine storicamente più attendibile e meglio collocata all'interno del più vasto fenomeno della spiritualità e della mistica cristiane."" -
La decisione di guerra. Dalla Triplice Alleanza al Patto di Londra
In occasione del centenario della Prima guerra mondiale, si ricostruisce, con un approccio multidisciplinare, il processo decisionale che coinvolge i vertici istituzionali, le forze politiche e i movimenti di opinione. I mesi che vanno dal luglio 1914 al maggio 1915 costituiscono uno degli snodi decisivi della storia italiana contemporanea, poiché l'ingresso nel conflitto comporta il passaggio dalla Triplice Alleanza alla Triplice Intesa. L'autore, perciò, esamina la nascita e la crisi della Triplice Alleanza e la politica estera, condotta dai vari governi sin dall'Unità, sul ruolo dell'Italia nell'Adriatico e nel Mediterraneo. Nel volume, sorretto da uno stile narrativo e da una rigorosa analisi delle fonti, si coglie anche il dramma umano dei protagonisti di fronte alla difficile scelta dell'ingresso in guerra: San Giuliano fino alla sua morte, Sonnino, Salandra, Giolitti e Vittorio Emanuele III, chiamato alla fine del percorso a decidere per tutti, a seguito della crisi del sistema politico e delle fratture esistenti all'interno della classe dirigente. -
Vivere altrove
“Vivere altrove” è un libro che è oggi, paradossalmente più attuale di quando venne scritto e che merita pertanto di essere letto e conosciuto.""Vivere altrove"""" racconta l'approdo in Germania, negli anni '50, di una giovane sposa al seguito del marito funzionario d'azienda, che lì si trasferiva per sviluppare una succursale della casa madre piemontese. """"Un'emigrazione facile e privilegiata"""", si direbbe. Non paragonabile alle tante storie di miseria e necessità, di ieri e di oggi. """"Ma esiste un'emigrazione facile? - si chiede l'autrice. - Nessun emigrato conosce alla partenza la portata del suo passo, il suo sarà un cammino solitario, incontrerà difficoltà che nessuno gli ha predetto, dolori e tristezze che pochi condivideranno. L'emigrazione gli mostrerà sempre la sua vera faccia, il prezzo da pagare in termini di solitudine e di rinunce. E a ogni ritorno in patria scoprirà quanto poco sappiano coloro che restano di ciò che capita a coloro che sono partiti."""" Quella dei primi anni, descritta dalla giovane Fenoglio, è una Germania minacciosa, una aliena entità geografica, ancora gravida dei tragici eventi della guerra, terra ostile per clima e paesaggi. Col tempo scoprirà che per ogni straniero l'indispensabile strumento di integrazione e di appartenenza al nuovo paese è la lingua: """"La patria non è soltanto una casa, una famiglia, un paese, la patria è sopratutto una lingua. Ogni lingua è un confine territoriale che esclude chi non parla, un mondo a se stante che non rimpiange altri mondi perché tutto contiene, un tessuto connettivo che forgia i pensieri e fa di individui un popolo"""". Le parole che la maestra elementare dei suoi figli le rivolgerà, l'accompagneranno per tutta la vita: """"L'estero per diventare normalità ha bisogno di tempi lunghi. Per gestire senza scossoni una doppia identità ci vuole pazienza, a volte una vita. Ma lei, che parla così bene il tedesco, ce la farà... Una lingua può diventare patria."""" Apparso la prima volta per Sellerio nel 1997, Vivere altrove viene oggi riproposto per la sua inesauribile attualità."" -
La fede è salvezza. Il Vangelo visto, udito e vissuto nelle rivelazioni private di Maria Valtorta
"Ti parlo perché desidero aggiungere ciò che i quattro Evangelisti non hanno scritto. [...] Sono molteplici le ragioni che mi hanno mosso a illuminare e a dettarti miei episodi e parole. Ma in tutte ne è anima l'amore mio per la Chiesa, sia docente che militante, e il desiderio di aiutare le anime nella loro ascesa verso la perfezione. La conoscenza di me è aiuto all'ascesa. La mia parola è vita. [...] Nel mostrarti il Vangelo faccio un tentativo più forte di portare gli uomini a me. Non mi limito più alla parola, ricorro anche alla visione e la spiego per renderla più chiara e attraente"""". (23 agosto 1943) """"I Vangeli sono quattro. Ora Io li sto illustrando per portare altri alla luce, che hanno perduta o sminuita. Ma non creo un altro Vangelo. Quelli sono e quelli restano. Conosciuti nei particolari o lasciati nelle linee schematiche, quelli sono e non più"""". (17 ottobre 1944) """"L'opera che viene data agli uomini attraverso il piccolo Giovanni non è un libro canonico. Ma è sempre un libro ispirato, che Io dono per aiutarvi a comprendere ciò che fu il mio tempo di Maestro e a conoscermi: Io, Parola, nelle mie parole. Né Io, né tanto meno il portavoce, che per la sua assoluta ignoranza in questo ramo neppure sa distinguere teologia dogmatica da quella mistica o da quella ascetica, né sa sottigliezze di definizioni, né conclusioni di Concili, ma sa amare e ubbidire - e ciò mi basta né altro voglio dal portavoce - né Io né lei diciamo che l'opera è un libro canonico. In verità, però, Io vi dico che è libro ispirato, non essendo lo strumento capace a scrivere pagine che neppure comprende, se Io stesso non gliele spiego per levargli il timore"""". (28 gennaio 1947) Prefazione di Carlo Fusco." -
Callipo dal 1913. La storia, gli uomini, il mare
Quella della Callipo è una storia centenaria che ha inizio nel 1913, in Calabria nella caratteristica cittadina di Pizzo (VV), quando il fondatore, Giacinto, avvia un'attività, prima in Calabria e tra le prime in Italia, di lavorazione e conservazione del pregiato Tonno del Mediterraneo. L'azienda, oggi parte di un gruppo composto da 6 società con attività diversificate, è guidata dal Cavaliere del Lavoro Filippo Callipo e ad affiancarlo nella direzione, da più di 10 anni, c'è il figlio maggiore Giacinto. L'altro figlio, Filippo Maria, ha appena concluso gli studi universitari e presto farà il suo ingresso nell'azienda di famiglia. La realizzazione di questo libro, fortemente voluta dalla famiglia Callipo, oltre a raccontare una straordinaria storia imprenditoriale, rappresenta una sorta di testamento che sancisce la volontà condivisa da cinque generazioni di non tradire mai il principio della qualità. Con uno scritto di Vito Teti. -
Formiche (2020). Vol. 160: Un ponte per il futuro
Formiche è un progetto culturale ed editoriale fondato da Paolo Messa nel 2004 ed animato da un gruppo di trentenni con passione civile e curiosità per tutto ciò che è politica, economia, geografia, ambiente e cultura. Nato come rivista cartacea, oggi l'iniziativa Formiche è articolata attraverso il mensile (disponibile anche in versione elettronica), la testata quotidiana on-line formiche.net, un sito di informazione europea in lingua inglese anthill.eu, una collana di libri, un programma di seminari a porte chiuse Landscapes ed una Fondazione onlus. -
Amica Sofia Magazine (2020). Vol. 1
Per una pedagogia dell’immagine e dei corpi di Dorella Cianci I bambini e i ragazzi sanno… anche di questi tempi sospesi in dialogo con Walter Veltroni -
Slogan machines. La comunicazione politica nell'era del populismo
Il libro affronta la questione del populismo moderno, con particolare attenzione per il versante italiano e a partire da una delle caratteristiche che maggiormente lo qualificano, lo scadimento dei codici dialettici utilizzati dal personale politico. Il testo si compone di quattro saggi, scritti da studiosi che hanno percorsi accademici e professionali diversi e che, dunque, affrontano il tema in oggetto da prospettive differenti, unificate appunto dall'atteggiamento critico verso un fenomeno che ha avuto nella storia diverse declinazioni, ma che, pur presentandosi sotto numerose vesti, mostra una certa continuità essenziale. Uno dei compiti che si propone il libro è, in questo senso, quello di comprendere al meglio l'attualità alla luce delle fratture e le continuità con il passato. Un'ampia appendice presenta le risposte di vari studiosi ed esperti a un questionario sui temi affrontati nel testo. -
Scritti demologici. Vol. 2: Vocabolario calabro.
Questa opera presenta il Vocabolario del dialetto calabrese di Acri compilato da Vincenzo Padula, noto alla critica come poeta e scrittore, ma non ancora conosciuto abbastanza come linguista, filosofo e antropologo. Il dizionario, conservato in forma incompiuta nei suoi numerosi volumi di manoscritti in gran parte inediti, è riproposto fedelmente nella forma in cui lo aveva lasciato l'autore. Si tratta di un dizionario sui generis, che viene voglia di definire un dizionario d'arte, per la sua originalità di concezione e di realizzazione, che va oltre gli interessi strettamente compilativi degli analoghi dizionari dialettali, registrando termini e frasi esclusivamente appartenenti al parlato, dando spazio con spregiudicatezza alle forme normalmente interdette ed escluse, selezionando con cura le voci rare, pregnanti, accompagnandole frequentemente a significativi riscontri del toscano antico. Il saggio, che introduce l'opera, mostra accuratamente la complessità e la genesi colta di un'opera fondata rigorosamente sulla ricerca sul terreno, in un confronto costante con la teoria e le pratiche di ricerca linguistiche, antropologiche e letterarie dell'autore ed inseparabile da esse. -
Amarelli. Una storia di innovazione dalla nobili radici
Una storia nella storia, una saga che si snoda toccando tre millenni, con profonde radici reali e virtuali in terra di Calabria. Una leggenda che perdura nei secoli, offrendo una visione inedita dello sviluppo socio-economico del Sud, e si proietta verso il futuro fondandosi su valori etici e sostenibili, familiari e imprenditoriali. Un racconto sul filo della memoria e sull'onda degli affetti, senza alcuna pretesa di scientificità, che desidera dare vita a un avvincente quadro impressionistico di un territorio e della sua economia. A supporto della narrazione i documenti custoditi nell'Archivio Amarelli, dichiarato di interesse storico nazionale, pubblicazioni e filmati che parlano di noi e tanti ricordi personali. Leitmotiv la liquirizia, sorprendente oro nero generosamente offerto dalla natura, ricchezza inimitabile della costa ionica calabrese, preziosa trama che si intreccia costantemente con le vicende della famiglia e dell'impresa. -
Quella notte alla «fonte magica». Acqua Amata, l'inimmaginabile storia di un'eccellenza italiana
"Sarà stata l'una di notte. Non ero tranquillo. Andai a controllare il posto dove sapevo avrei trovato due dipendenti a vigilare: attorno ai macchinari che stavano lavorando per l'emungimento dell'acqua di cui avevo bisogno per irrigare le vigne. Li trovai addormentati, li svegliai, li mandai a casa e pensai bene di trascorrere lì la notte. Rimasi a vigilare, ma non riuscivo a stare sveglio. A quel punto entrai in macchina, ma cominciò a venirmi sonno. Mi tirai le orecchie, il naso, mi pizzicai la pelle per non cadere nel sonno. Niente, non riuscivo a resistere! Mi venne un'idea: potrei bere un po' dell'acqua che viene su dall'emungimento, provenendo dalla roccia, pensai, sarà sicuramente pesante e difficile da digerire. Visto che soffro di gastrite, mi darà fastidio e con il dolore allo stomaco riuscirò a stare sveglio. Con un bicchiere bevvi, tutto d'un fiato, ben tre bicchieri di quell'acqua. Era freschissima! A quel punto me ne tornai in macchina a combattere contro i colpi di sonno, confidando in un imminente mal di stomaco. Ma... niente! Neanche un dolorino, un piccolo fastidio... e io, lì, a lottare col sonno. Dopo neanche un'ora mi venne una gran voglia di urinare. Andai e ritornai in macchina, dopo aver bevuto altri tre bicchieri di quell'acqua. Quella notte non sopravvenne nessun dolore di stomaco, ma scoprii qualcosa di molto, molto più interessante"""". Comincia così, in modo rocambolesco, la straordinaria scoperta della fonte di acqua Amata. Una delle acque minerali oggi """"emergenti"""" nel Sud d'Italia. Che farà parlare sempre più di sé." -
Amica Sofia Magazine (2021). Vol. 1
Editoriale I colori del buio di Giulia di Dorella Cianci Lettere da una scuola del nostro tempo Il Sogno di un'altra scuola. In dialogo con Eraldo Affinati di Dorella Cianci A Scuola con Filosofia Pensare con i bambini. La filosofia come sapere civile di Carlo Altini e Giovanni Cerro Quando pensare è come danzare con la mente. Buone pratiche del ""quartiere dell'esilio"""" di Eugenio Fortunato Percorsi sperimentali di filosofia negli istituti tecnici e professionali """"La ricerca della felicità"""" - Gli studenti del Dorso di Avellino e il dibattito filosofico di Mirella Napodano Oggi ho proprio voglia di parlare - Portare la filosofia nelle classi di un istituto tecnico di Sara Gomel Due anni di filosofia all'Istituto tecnico economico """"Calabretta"""" di Soverato di Massimo Iiritano Forum La filosofia e i suoi luoghi im-possibili. A margine della Scuola nazionale di formazione 2020 Il luogo della filosofia di Andrea Tagliapietra Quali luoghi per la filosofia? di Mirella Napodano C'è un luogo della filosofia? di Giuseppe Limone Massimo Cacciari: «La mia Napoli» FilosofArte Giulio De Mitri e l'Isola della Fantasia a cura di Lara Caccia In ricerca Nel niente c'è una via. Dal non-senso alla meraviglia di Linda Altomonte e Luca Zanetti Montessori: il conoscere è fare - formare alla bellezza di Clementina Gily Filosofia Civile Dalla polis alla politica: quando i giovani parlano e gli adulti ascoltano Interventi di Raimonda Bruno e Alessandra Chiarello Infanzia e filosofia, oggi. Diritti celebrati, diritti negati Recensioni Corso di filosofia in tre secondi e un decimo Iride è caduta nel pozzo"" -
La pittura del Settecento a Reggio Calabria tra accademie e scuole
Nonostante l'esiguità delle notizie e la scarsa attenzione riservata dai cultori di storia patria dell'Ottocento alla produzione artistica del secolo precedente, gli studi più recenti ed un fortunato scavo archivistico consentono di delineare un quadro sempre più puntuale della cultura figurativa nella Reggio del XVIII sec. e offrono significativi spunti per riflessioni dalle quali muovere per ricostruirne le coordinate. La città conosce, infatti, dopo la depressione socio-economica dei secoli precedenti, una ripresa delle attività economiche incentrate sulla produzione serica e la conseguente affermazione della piccola nobiltà feudale e di una nuova borghesia terriera che si trasferisce dal contado in città dove hanno sede i nuovi interessi economici. Il rinnovato impulso economico si coniuga al rinvigorirsi del clima culturale di cui sono espressione tanto la creazione della prima biblioteca cittadina ad opera dell'abate Spizzicagigli quanto il mai sopito interesse per le arti figurative testimoniato dagli inventari delle più cospicue famiglie cittadine e da queste perseguito con spirito di emulazione e, quasi sempre, come espressione di status ed affermazione sociale. In tale contesto si collocano in questa periferia del regno, quei fermenti culturali che spingono alcuni giovani - come ampiamente dimostrato per molti artisti calabresi di quel tempo - a recarsi nella capitale partenopea e a Roma per l'indiscussa attrattiva esercitata dalla città papale ""tempio del vero gusto"""". Anche gli ordini religiosi, da sempre committenti privilegiati di artisti molto spesso extraregionali, promuovono ambiziose imprese decorative coinvolgendo artigiani locali e """"maestri"""" di pittura rientrati in patria con un aggiornato bagaglio figurativo e spesso con un prestigioso cursus studiorum. Il percorso figurativo della mostra intende suggerire un approfondimento delle tematiche sopra esposte e porsi come proficuo momento di riflessione per una """"rilettura"""" - attraverso testimonianze documentarie e stimolanti confronti stilistici - di un secolo durante il quale «non men che le lettere rifiorivano nel nostro paese le arti» ed in queste primeggiavano i reggini Antonino Cilea (1683?-doc. 1754) e Vincenzo Cannizzaro (1740-1768). Nella selezione delle opere esposte, provenienti tanto dal territorio reggino e calabrese quanto da Roma e Parma, si è inteso """"aprire"""" ad un'aggiornata analisi critica del corpus pittorico di questi maestri che come altri calabresi loro contemporanei, ma certamente più noti in quanto destinatari nel recente passato di importanti eventi espositivi, si fecero protagonisti del rinnovamento del gusto che nella Reggio di inizio Settecento risultava ancora attestato su consolidati modelli figurativi controriformati.""