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L'industria armonica. La centralità dell’uomo nella produzione
Se dovessimo indicare un colore per dipingere l'industria nell'immaginario collettivo, penseremmo al grigio, a significare l'inquinamento, lo sporco, quella sorta di male necessario che occorre per vivere, perché produce ricchezza e crea le cose. Questa visione, secondo gli autori, è molto riduttiva e vale la pena addentrarsi nei cancelli della fabbrica per scoprirne tratti inediti, esempi illuminanti, il ruolo ancora predominante dell'uomo come autore delle scelte cruciali che condizionano la vita delle persone e dei sistemi. Il libro è un viaggio tra gli aspetti della produzione, della catena logistica, della digitalizzazione, dell'innovazione, dell'etica, con una serie di esempi, anche provocatori, che delineano un mondo che da un lato non può fare a meno dell'industria ma, al contempo, di una industria che non deve fare a meno dell'uomo. Se il bene comune diventa un valore non negoziabile, possiamo continuare a crescere e prosperare all'insegna del progresso e della sostenibilità. -
Industria 4.0 e blockchain. Gli effetti sul contesto sociale, economico e finanziario del nuovo paradigma tecnologico
Le tre rivoluzioni industriali nel corso della storia hanno determinato profondi cambiamenti sociali ed economici, permettendo un progresso globale. In questo volume, dopo un breve excursus nel passato, sono descritte le caratteristiche e le principali tecnologie che contraddistinguono la rivoluzione industriale in atto, la quarta secondo molti esperti di innovazione, studiosi ed economisti. In particolare, è attribuito un ruolo centrale alla blockchain, di cui viene approfondito il funzionamento e i diversi ambiti applicativi. Infine, sono analizzati i possibili esiti che il nuovo paradigma tecnologico determinerà sui sistemi economici e sulle strutture sociali, con particolare attenzione agli effetti sulla produttività e sull'occupazione. -
Lezioni di filosofia del diritto
Si tratta della prima raccolta delle lezioni di Filosofia del diritto tenute da Norberto Bobbio all'Università di Padova. Il testo si presenta come particolarmente significativo per una doppia serie di ragioni. Innanzitutto, il testo offre la prima compiuta e coerente presentazione della teoria del diritto di Bobbio, che poi troverà una sua sistemazione canonica nei due libri Teoria della norma giuridica e Teoria dell'ordinamento giuridico pubblicati tra gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso. Queste ""lezioni"""" patavine annunciano molti dei temi successivamente sviluppati dalla riflessione giusfilosofica del grande studioso torinese. Ma il testo è anche specialmente significativo perché raccoglie le lezioni del giusfilsofo nel primo anno della guerra fascista. Non vi è nel testo nessuna traccia di diretto intervento su ciò che sta accadendo nel Paese, ma la distanza che qui si manifesta è assai eloquente e assume tra le righe il senso di un atteggiamento critico."" -
La rosa di Marghe
«Qualcuno aveva giocato alla roulette russa con la vita di Marghe. Come quando si carica un unico colpo in canna, si fa ruotare il tamburo della pistola e si spara». Marghe è una donna di 37 anni che dopo aver insistentemente desiderato un figlio si accorge finalmente di essere in gravidanza. Al momento delle doglie, trepidante, la corsa in ospedale per far nascere il suo bambino, ma qualcosa va storto: lei entra in coma e, poi, in stato vegetativo permanente. Per la sua famiglia comincia un calvario di dolore e di lotta contro mistificazioni, storture e sotterfugi di chi vorrebbe insabbiare verità e responsabilità. La storia, indagata dalla sua amica giornalista, si svolge in un crescendo di colpi di scena in quel lembo d'Italia da sempre dimenticato, insieme reale e immaginario, indolente e furbo, vittima di mali storici che lo trasformano in carnefice. Ci sarà ancora una speranza per Marghe? Potranno mai verità e giustizia placare in parte la sua immane tragedia? -
Un lavoro fatto per bene. DTM, vent'anni tra HAL 9000 e la chiave a stella
Questo libro racconta la storia di un'impresa specializzata nella consulenza alla pubblica amministrazione. DTM ha voluto essere - e vuole essere tuttora - un'opportunità per chi l'ha fondata e chi ci lavora per affermare innanzitutto la dignità del proprio lavoro, cioè del lavoro ben fatto per sé e per gli altri, considerando la competenza tecnica come strumento da usare alla stessa stregua di una chiave a stella (quella famosa del libro di Primo Levi). In un mondo in cui la consulenza assomiglia sempre più a un esercizio da intelligenza artificiale (come il computer HAL 9000 del film 2001, Odissea nello spazio), raffinatissima e perfezionatissima ripetizione meccanica di regole e schemi, DTM affronta incarichi, anche grandi e complessi, con l'approccio e la passione di un artigiano che ha davanti a sé, innanzitutto, l'opera su cui esercitare la sua azione, non lo strumento che maneggia. E così cerca di contribuire a realizzarne lo scopo. Forse, a ben vedere, la sostanza di DTM - che nel 2021 festeggia vent'anni di attività - sta proprio tutta qui: nella dialettica tra HAL 9000 e una chiave a stella. -
Gente con me
Dalla cella di una prigione, la protagonista cerca di spiegarsi le ragioni dell'accusa che la costringe in carcere, sfogliando le pagine dei suoi quaderni. Tra quei fogli ripercorre le vicende che hanno segnato la sua esistenza, e così racconta la storia dell'emigrazione italiana in Argentina come l'hanno vissuta lei e la gente che le è passata accanto. Nello sforzo di superare il capovolgimento del proprio mondo, scaraventata oltreoceano, con il mestiere della scrittura come unico patrimonio, scopre come la sfida fondamentale sia quella di trasformarsi senza perdersi, disumanizzarsi o impazzire, riuscendo a mantenersi sempre vigili di fronte alla vita e ai suoi messaggi. E ritrovarsi, ovunque, e capire. Syria Poletti ci mostra in che modo l'esperienza dell'emigrazione possa sconvolgere anche gli aspetti più intimi della vita di una persona. Ci mostra come il «trapianto» spinga l'uomo non solo a rivedere posizioni politiche o concezioni religiose, ma anche a scalfire le convinzioni etiche e persino a stravolgere i legami affettivi, che spesso chi nasce e muore in uno stesso luogo pretende infrangibili. Tradotto in molte lingue, ""Gente con me"""" è un romanzo che nasce dai ricordi, che assume a tratti le sfumature del giallo e si sviluppa su toni molteplici: dalla nostalgia tenera e aspra all'azione decisa e impegnata in un presente che, pure nella crudezza dello sradicamento, rivela un suo volto dolcissimo, e che nasconde uno sfondo crescente di autentica poesia. Con una nota di Margherita Ganeri."" -
Mi batterò come un leone. Carteggio 1936-1981
La pubblicazione del carteggio Mario La Cava – Fortunato Seminara costituisce un contributo ulteriore ad una migliore comprensione della vita e dell’opera dei due scrittori calabresi, fra i più originali della letteratura italiana del Novecento. L’epistolario, accentrato soprattutto sul Ventennio fascista e l’immediato dopoguerra, illustra la volontà dei due giovani scrittori esordienti i quali, nonostante l’isolamento ed un contesto politico difficile, riescono a pubblicare con entusiasmo i primi scritti. Come tanti altri, Seminara non riesce ad evitare alcune ambiguità di fronte al Regime. La seconda parte dell’epistolario, invece, mette in scena due scrittori affermati ma dimenticati, in preda a numerose difficoltà per sopravvivere ma che, nonostante tutto, continuano a credere nella loro opera. -
Federico II di Svevia. Regnante illuminato
"Gli autori dei saggi qui raccolti hanno messo in luce la vasta e complessa attività del sovrano svevo che, a buon diritto, è considerato il primo grande regnante moderno. Egli, infatti, ha dato vita a uno Stato laico, tutto incentrato sulla persona del sovrano e nel quale, almeno da un punto di vista formale, i sudditi erano tutti uguali, in quanto soggetti all’imperio della legge. Nessuna gerarchia piramidale, quindi, di stampo feudale, nell’organizzazione sociale dei suoi domini. Tutto ciò, senza dire delle diverse iniziative legislative e culturali portate avanti con lucida determinazione da questo sovrano illuminato, al quale si devono anche le Costituzioni di Melfi, l’istituzione di alcune università a partire da quella di Napoli, la creazione di un grande sodalizio culturale che ha dato vita, con la Scuola poetica siciliana, all’inizio della storia letteraria italiana. Federico II, inoltre, ha saputo intessere e intrattenere rapporti con i Paesi del Mediterraneo, anche perché, da esperto conoscitore delle lingue e delle culture di quest’importantissima area, si è speso molto per diffonderne principi e valori che ancora oggi connotano la civiltà europea."""" (Dalla prefazione di Luigi Morrone)" -
50 serie TV da guardare in famiglia
Perché guardare le serie TV in famiglia: perché in una società digitale, fatta di impulsi e di overload informativo, che mina la capacità di scegliere e chiude sempre più i giovani in bolle informative, l'esperienza condivisa della visione narrativa e delle emozioni suscitate è in grado di stimolare il dialogo intergenerazionale, che rappresenta un'importante tappa di crescita e di sviluppo del pensiero critico alla base dei giovani cittadini digitali. -
Storie di uomini e rumori di motori
Rivive in queste pagine un mondo ormai scomparso, quello delle grandi corse automobilistiche e dei grandi uomini che ne furono i protagonisti. Affiorano, dai ricordi di Stefano d’Amico, quei momenti che hanno reso leggendaria un’epoca di cui egli è stato raccoglitore di memorie, testimone diretto e attento osservatore. Incontri ed emozioni in un affascinante viaggio nella storia motoristica italiana e non solo, in compagnia di personaggi noti o del tutto sconosciuti, ma tutti uomini semplici che pur hanno fatto imprese eccezionali in tempi in cui essere coraggiosi e leali era un valore e un sentimento -
D'Annunzio diplomatico e l'impresa di Fiume
Durante i 16 mesi dell'impresa di Fiume, D'Annunzio sviluppò un'intensa attività diplomatica volta a contrastare la reazione di Francia, Inghilterra, Stati Uniti contrari all'occupazione dell'italianissimo porto dell'Adriatico, a disgregare il nuovo Stato jugoslavo, a costituire una «Lega dei popoli oppressi», estesa dai «vinti della Grande Guerra» (Russia bolscevica, Germania, Austria, Ungheria) a tutte le nazionalità calpestate sotto il tallone delle Grandi Potenze occidentali: Irlandesi, Turchi, Egiziani, Indiani, le masse mussulmane del Medio Oriente, i «negri d'America». -
Elena Croce e «Lo Spettatore Italiano»: una vocazione per la civiltà. Con una scelta di scritti e gli indici della rivista (1948-1956)
Fondato a Roma nel gennaio del 1948 da Raimondo Craveri e da Elena Croce, «Lo Spettatore Italiano» rivestì - al di là degli obiettivi politici, condotti in opposizione alla maggioranza di Governo - una funzione d'indirizzo, ispirata dal fermo intento di avviare una riforma culturale che potesse riuscire significativa per le sorti del Paese. S'intendeva promuovere e incoraggiare lo sviluppo di un habitus critico attraverso un'opera di sprovincializzazione della cultura, funzionale alla formazione di una nuova classe dirigente. Al centro della riflessione restava lo status problematico dell'arte e del pensiero moderni su cui incombevano gli imperativi produttivi della civiltà di massa, incompatibili con la figura stessa dell'intellettuale nell'accezione originaria del termine. Questi temi saranno approfonditi tra il 1953 e il 1956, grazie alla collaborazione di Renato Solmi, Cesare Cases, Pietro Citati ed Elémire Zolla che renderanno familiari l'analisi dell'irrazionalismo di György Lukács, il marxismo pascaliano di Walter Benjamin, e le meditazioni di Theodor Adorno. Nomi pressoché assenti nel dibattito culturale dell'Italia di quegli anni, e che pure, grazie anche allo spazio che Elena Croce volle riservare loro sulle pagine de «Lo Spettatore Italiano», entreranno a pieno titolo tra i fondamenti della formazione critica e filosofica del nostro Paese. -
«Speculando per sapienza». Vita, opere e poetica di Giovanni Gherardi da Prato
Prestigioso intellettuale vissuto in Toscana a cavallo fra Tre e Quattrocento, Giovanni Gherardi da Prato è stato consulente giuridico e artistico, lettore di Dante presso lo Studio fiorentino e viceprovveditore ai lavori della cupola di Santa Maria del Fiore. Il presente volume propone una monografia aggiornata sulla biografia e sull'integrale produzione dell'autore, giungendo a una complessiva rivalutazione della sua attività letteraria. Particolare attenzione è dedicata al Paradiso degli Alberti, capolavoro in prosa in equilibrio fra le ""tre corone fiorentine"""" e i nuovi fermenti umanistici; dell'opera vengono esaminati la tradizione manoscritta, l'articolato connubio di generi, lo stile, la cornice e le novelle narrate. Conclude lo studio un capitolo dedicato alla produzione poetica e trattatistica."" -
Federico Barbarossa
Nessun altro imperatore del Medioevo fu così monopolizzato dalle speranze e dai desideri del XIX secolo come Federico I Barbarossa. Il Risorgimento italiano e il nazionalismo tedesco lo hanno strumentalizzato politicamente: dagli uni fu ritenuto un sovrano straniero che combatteva contro la libertà dei comuni, secondo l'opinione degli altri contribuì già nel medioevo all'unificazione del popolo tedesco. La sfida per una moderna interpretazione dell'imperatore consiste nello spiegarne la vita e la politica nel suo proprio tempo. Solo allora viene alla luce l'estraneità del lontano XII secolo. Al centro della sua biografia, Knut Görich pone la mentalità aristocratica dell'imperatore, per il quale la conservazione del rango e dell'onore era una caratteristica essenziale. Essa costituì il filo conduttore nelle lotte che lo Svevo condusse in Germania con i principi, in Italia con la Lega Lombarda e col Papato nonché nella crociata con l'imperatore bizantino. Introduzione di Ortensio Zecchino. -
L' invenzione della Magna Grecia
In genere si dà per scontato che la Magna Grecia sia stata chiamata sempre così, o che addirittura abbia compreso anche la Sicilia: una denominazione generica, utilizzata oggi a fini turistici e usata addirittura da alcuni politici per indicare il Mezzogiorno d'Italia. Eppure non è così. Molti studiosi si sono interrogati sulle ragioni del nome, senza offrire una valida spiegazione. Ma se si leggono bene le fonti antiche si vede che la denominazione ha un'origine ben precisa, confini ben definiti e una breve durata all'interno della lunga storia dei Greci. Taranto e Reggio, ad esempio, ne furono escluse! Inventata dagli Achei Pitagorici che controllarono le città-stato delle odierne Calabria e Basilicata tra la fine del secolo VI e la prima metà del V a.C., fu cancellata dall'insurrezione contro il loro regime; la pretesa degli Achei di chiamare ""Grande"""" (in greco Megàle) l'area occupata dai Greci, e di sentirsene i primi artefici, cadde in oblio, finché non fu recuperata alla memoria dopo secoli, mentre la comune credenza la estese ben oltre i limiti originari. Il fenomeno della colonizzazione greca in Occidente offre l'occasione per un utile raffronto con le migrazioni attuali che interessano il Mediterraneo e l'Europa, sia nei tratti comuni che nelle grandi differenze determinate dalla nuova dimensione globale. Un raffronto che è anche un giudizio sulle difficoltà a comprenderne la portata e insieme un appello al rispetto dei diritti umani. Il libro, scritto con un linguaggio piano e comprensibile anche ai non specialisti, si raccomanda per il tentativo di non isolare la storia antica dal presente. Presentazione di Filippo Coarelli."" -
Scienza, filosofia e teologia. Che cos’è veramente il diritto naturale
Vengono affrontati i temi attuali più scottanti di oggi alla luce delle riproposizioni del diritto naturale, le cui radici vanno ricercate nel concetto di giustizia cosmica espresso nell’antichità presocratica e in Platone, oltre che nello stoicismo. Viene documentata, tra l’altro, come l’eclisse del diritto naturale avvenga dopo il ‘700 con il rinchiudersi della filosofia dentro le Università. Sino all’800 non si trova alcun filosofo che appartenga alla cultura universitaria (eccetto Kant, con cui inizia la perdita della connessione della filosofia con la società civile). Ciò è dovuto anche al trasformarsi del linguaggio filosofico in un linguaggio per iniziati. Sino al ‘700 una persona medialmente colta era capace di affrontare la lettura dei più importanti testi filosofici, che avevano pertanto una diffusione che permetteva ad essi di avere dei riflessi sulla società. Le rivoluzioni del ‘600 e del ‘700 e trovavano un terreno fertile nelle idee preparatorie dei filosofi dell’epoca. Ma ancora nell’800 vi furono filosofi come Schopenhauer, Bentham e Stuart Mill che rimasero estranei alla cultura universitaria. Essi furono nell’800 gli unici ad affrontare il tema dei diritti degli animali, che nel XX secolo si affaccia in modo specifico in filosofi quali Peter Singer e Tom Regan. Un’eccezione, tra i maggiori filosofi della seconda metà del XX secolo, è Robert Nozick, le cui coerenti analisi sono fondate su una ripresa del diritto naturale, osteggiato contraddittoriamente dal giuspositivismo di Hans Kelsen, di Benedetto Croce e di Norberto Bobbio. La costante confusione tra morale e diritto vive nella filosofia universitaria, incomprensibile per il suo tecnicismo accessibile ai pochi addetti ai lavori e inutilizzabile alla luce dei temi più inquietanti del nostro tempo. Il diritto naturale viene inteso dall’autore quale diritto all’autoconservazione oltre la natura umana. -
Noi lazzaroni
«Un libro che racconta dal di dentro il mondo dell’emigrazione, i motivi che costringono i giovani a partire, i conflitti tra chi resta e chi parte, le difficoltà di integrazione nelle città di arrivo, il razzismo ma anche la conquista della dignità del lavoro. Il tutto senza nostalgia lacrimosa, con una lingua priva di fronzoli, concreta come la storia che narra, mai stonata, esibita, consolatoria. Non a caso il protagonista, mastro Turi, ci racconta la sua storia, simile a quella di milioni di emigranti, con una premessa che sgombra subito il campo da ogni ombra di retorica sull’emigrazione: “Non parlo con l’intenzione di fare poesia o di commuovere. La facciano gli altri, la poesia: quelli che hanno avuto da sempre il ventre pieno e case e soldi e si dilettano a scrivere libri per i loro eguali e che noi non capiamo, che non ci toccano, che non ci insegnano nulla di nulla”» (dalla prefazione di Carmine Abate) -
Brescia. Resilienza e ripresa. Una città che cambia
Brescia sta vivendo profonde trasformazioni sotto diversi punti di vista, e nonostante - o grazie a - tali trasformazioni, mostra di sapere rispondere alle crisi. È una città che cambia, che evolve, si apre, guarda oltre, ma di fronte alle difficoltà manifesta sempre il coraggio e la forza della Leonessa d'Italia. Il testo è strutturato in due parti: nella prima si descrivono i mutamenti ""strutturali"""" della città, dal territorio all'ambiente, alle dinamiche demografiche, ai settori occupazionali. Nella seconda parte il focus è su alcune peculiarità del contesto socio-territoriale bresciano, che lo rendono unico e innovativo: la solidarietà sociale, l'apertura all'altro, la capacità di fare rete, l'esperienza della giustizia riparativa. Lo sguardo è sempre quello della sociologia del territorio che sa analizzare e mettere in relazione i complessi fenomeni dei luoghi."" -
La chiesa di San Benedetto a Lamezia Terme. Ediz. illustrata
«Rendere fruibile il processo di progettazione e di realizzazione di un'opera architettonica, qual è la nostra Chiesa inter-parrocchiale, la cui prima pietra venne benedetta da Papa Benedetto XVI nel corso della sua Visita Pastorale a Lamezia il 9 ottobre 2011, aiuta i fedeli, considerando le realtà sacre, a introdursi in modo esperienziale e sapienziale nei segni e nei luoghi liturgici, per cogliere la presenza viva di Cristo e della sua azione salvifica, secondo lo stile che caratterizzava la catechesi dei Padri nei primi secoli della Chiesa. Attraverso lo studio e la comprensione degli spazi che costituiscono gli edifici di culto, infatti, è possibile entrare dentro al mistero pasquale di Cristo per poter dare viva testimonianza della propria fede nella vita di ogni giorno. L'edificio di culto rimanda allegoricamente alla sala del banchetto di nozze a cui il Padre ci invita per lo sposalizio di Cristo, suo Figlio, con l'intera umanità. Lo stesso Pontefice emerito, commentando, nell'omelia pronunciata durante la Santa Messa nella zona Ex Sir, la Liturgia della Parola di quella domenica, esortava la comunità diocesana ""ad essere commensali del Signore, ad entrare con la fede al suo banchetto, ma dobbiamo indossare e custodire l'abito nuziale, la carità, vivere un profondo amore a Dio e al prossimo""""». (dalla prefazione di mons. Giuseppe Schillaci)"" -
Strutture signorili a confronto. Gli Aleramici e gli Avenel Maccabeo nella Sicilia normanna (XI-XII secolo)
Il volume propone una riflessione sull'esistenza di ""strutture signorili"""" nella Sicilia normanna. La ricerca si concentra su due signorie laiche, facenti capo ai potenti casati degli Aleramici e degli Avenel Maccabeo in auge nell'isola dall'ultimo decennio dell'XI secolo agli anni Ottanta del XII. L'autore indaga in chiave comparativa le modalità di controllo del territorio da parte delle due consorterie; le forme adottate per la promozione di monasteri; la nascita di ceti dirigenti; la formazione di uno stretto seguito all'interno delle corti; e, infine, i diritti, anche redditizi, che i signori potevano esercitare in vario modo. La scelta di mettere a confronto le strutture e i sussidi che permettevano agli Aleramici e agli Avenel Maccabeo la gestione del potere, intende presentare una nuova visione del fenomeno della """"signoria"""" nella Sicilia normanna.""