Sfoglia il Catalogo ibs033
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 241-260 di 10000 Articoli:
-
Print and digital remediations of the Shakespearean text. A hermeticus of reading from the First Folio to the web
Drawing on a broad theoretical framework, embracing the History of the Book, Text Technologies and Digital Humanities in their intersections with Shakespeare Textual Studies, this volume examines how medium-specific forms of textual transmission and editorial mediation shape the reader’s possibilities of understanding and engaging with the playwright’s works, with important hermeneutic implications. Considering a wide range of case studies, the volume shows how digital media go far beyond reconceptualising print-based ways of accessing, visualising and studying Shakespeare. Indeed, by defamiliarising and ‘remediating’ the rhetoric of the mise en page in increasingly interactive environments, digital media also enhance our awareness of how print-inflected categories have impinged on our understanding of Shakespeare and early modern drama for more than four centuries.Alessandra Squeo is Associate Professor of English Literature at the University of Bari. Her main research interests include Shakespeare and Early Modern Drama, with a focus on the intersections between literary and economic discourses, Victorian Literature and Culture, and Digital Humanities methodologies in early modern textual studies and editorial practice. -
Integrazioni sonore. Musica, parola, società
Questa pubblicazione contiene articoli di approfondimento musicologico da parte dei professori Rossella Marisi e Matteo Patavino, nonché una partitura inedita del M° Piero Niro, commissionati loro dal Conservatorio di Musica “Lorenzo Perosi” di Campobasso, e che rappresentano parte del contributo che l’Istituto ha dato (unitamente a conferenze e concerti), al progetto europeo EArPieCe - Encoding and Analysing Popular music. Sono stati analizzati i repertori di musica popolare in Italia, Albania e Montenegro per valorizzarne le peculiarità territoriali e le tradizioni comuni. Attraverso lo studio interculturale delle musiche popolari di diverse epoche, nei tre Paesi di cooperazione si è cercato di scoprire eventuali somiglianze e relazioni delle culture dei territori coinvolti (quello molisano per il Conservatorio di Campobasso), utilizzando il materiale elaborato come base di una nuova produzione musicale. -
Opus agriculturae. Volgarizzamento fiorentino trecentesco (II). Ediz. critica
L'Opus agriculturae di Palladio Rutilio Tauro Emiliano, trattato latino in tredici libri composto verosimilmente tra il 372 e il 455 d.C., conobbe nel Medioevo una fortuna vastissima, testimoniata dalla sua cospicua tradizione manoscritta, dalle numerose citazioni in opere di autori di primo rilievo (Isidoro di Siviglia, Vincenzo di Beauvais, Egidio Romano, Brunetto Latini) e da un nucleo considerevole di traduzioni. Fra queste, si segnalano tre volgarizzamenti toscani realizzati entro la prima metà del Trecento, siglati, in ordine di scoperta, I, II e III. Il volume propone la prima edizione critica commentata del volgarizzamento II, linguisticamente ascrivibile all'area fiorentina e il cui testimone più antico risale agli anni 1330-1350. Il testo, trasmesso da cinque manoscritti, ha conosciuto una certa fortuna negli studi sui volgarizzamenti, principalmente per l'ipotetica attribuzione al notaio fiorentino Andrea Lancia, basata sulla presenza della sigla «A.L» nell'explicit di due testimoni. Nell'Introduzione si dà conto della storia degli studi sul trattato di Palladio e sui volgarizzamenti toscani, si mostra l'affinità tra i volgarizzamenti I e II e una particolare famiglia di codici latini dell'Opus agriculturae (denominata Pr) e si esaminano alcune questioni ancora aperte, in particolare i possibili rapporti fra il volgarizzamento II e quello, siglato I, edito dall'abate Zanotti nel 1810. Nella Nota al testo si fornisce la descrizione codicologica dei testimoni manoscritti di II, si illustra la ricostruzione stemmatica della tradizione attraverso la discussione dei loci critici, si offre un'analisi della lingua del manoscritto posto a base dell'edizione, si presentano i problemi filologici relativi alle rubriche del testo e si espongono i criteri editoriali. L'edizione critica del volgarizzamento è corredata da un commento puntuale, che si focalizza sui rapporti con la fonte latina, sugli usi traduttivi del volgarizzatore e sul trattamento del lessico tecnico, con verifiche mirate estese agli altri due volgarizzamenti toscani dell'Opus agriculturae. Chiudono il volume l'indice delle voci commentate – che fornisce, per ogni lessema trattato, il dettaglio delle forme latine corrispondenti –, e gli indici dei nomi e dei manoscritti. -
Giuseppe Baretti e l'umorismo
La vena giocosa spicca tra le molte qualità dello scrittore Giuseppe Baretti (1719-1789). Formatosi in Piemonte e vissuto a lungo a Londra, Baretti ha saputo porre in una proficua tensione critica la tradizione italiana del comico con lo humour caro alla cultura inglese, dando così un contributo fondamentale alla messa a fuoco teoretica dei caratteri dell’Umorismo nella sua orditura complessa. Fra i creatori, se non creatore stesso, della moderna caricatura letteraria, Baretti diventerà uno dei punti di riferimento formale della scrittura comico-umoristica otto-novecentesca, a partire da Carlo Collodi, che lo assumerà come maestro di stile. Questo volume raccoglie gli atti del convegno internazionale tenutosi il 21 aprile 2021 e organizzato dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Tricentenario della Nascita di Giuseppe Baretti, che è stato istituito dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, con D. M. n. 26 del 30-01-2019, su istanza del CISESG-Centro Internazionale di Studi Europei Sirio Giannini di Seravezza. Baretti è qui analizzato sotto diverse sfaccettature: osservatore satirico dei costumi di un popolo nei libri di viaggio; poeta burlesco e affilato critico letterario in grado di pensare e padroneggiare svariati registri dell’ironia e della satira; arguto polemista in difesa della cultura italiana dai giudizi negativi d’oltremanica; addirittura, anticipatore di esiti della linguistica situazionale contemporanea. Si profila così il ritratto di un interprete originale della tradizione dell’Umorismo ripresa con consapevolezza in un momento cruciale della coscienza europea. -
Verso una nuova politica globale? Una critica alla competitività e ai suoi disastri
Le tante e diverse crisi che la globalizzazione sperimenta, improntate dai caratteri che essa determina, fanno mettere in discussione l’idea di progresso che ha reso le società materialiste del nostro tempo incapaci di reagire efficacemente ai problemi che loro stesse suscitano, ed è con preoccupazione e diffidenza che si guarda all’attività internazionale degli Stati che non riescono a garantire stabilità e pace. -
I due volti della modernità. Concetti e figure della filosofia politica
La modernità politica ha i suoi specifici concetti, come «razionalismo», «secolarizzazione», «cittadinanza», «statualità», e le sue grandi figure, come Machiavelli, Rousseau, Kant, Hegel e Weber. Assieme, concetti e figure delineano una prospettiva complessa del moderno, che allo spirito emancipatorio dell’illuminismo affianca pulsioni volte al dominio del mondo. Il «doppio volto» della modernità è la cifra con la quale oggi è necessario vagliare princìpi e valori della teoria politica. -
Valentina Cortese. Un breve secolo (1923-2023)
Ripercorrere oggi la vita e le interpretazioni – per il cinema, il teatro e la televisione – di Valentina Cortese, nell'occasione dei cento anni dalla nascita e a tre anni dalla scomparsa, presenta più di un motivo di interesse. Prima di tutto perché Valentina è stata senza dubbio l'ultima ""diva"""" della scena italiana; dopo il suo ritiro nessun'altra attrice ha raggiunto il suo carisma, la sua capacità di essere sempre, quando era presente, al centro dell'attenzione e dell'ammirazione, senza contare la ricchezza e la duttilità interpretative che la pongono ai primi posti anche come maestria. Ma Valentina ci incuriosisce anche perché la sua vita, iniziata in condizioni a dir poco disagiate, ha subito tali e tanti cambiamenti, o meglio ribaltamenti, da renderne quasi fantastico e non credibile il racconto. Infine perché la sua carriera, avendo seguito inevitabilmente l'ondivago percorso dell'esistenza, ne risulta inestricabilmente intrecciata, ricca sempre di nuove esaltanti e appaganti esperienze interpretative."" -
Studi lockiani. Ricerche sull'età moderna (2022). Vol. 3
Indice Table of contentsBrunello Lotti and Paola Rumore, Introduction. Locke and the Enlightenment, p. 7ArticlesPeter R. Anstey, Locke and French Enlightenment Histories of Philosophy, p. 15Paolo Quintili, Locke e il ‘Lockianesimo’ nell’Encyclopédie. Confronti e intersezioni, p. 41Ruggero Sciuto, Bringing together the Essay and the Second Treatise: d’Holbach interpreter of Locke, p. 61Anthony McKenna and Gianluca Mori, A short history of Locke’s “superaddition”: from Father Mersenne to Voltaire, p. 87Raffaele Russo, I lockiani di Cambridge e le origini dell’utilitarismo, p. 119Udo Thiel, Locke in Göttingen, p. 151Giuliana Di Biase, Francesco Soave critic of John Locke’s Essay, p. 179Hanna Szabelska, The Lockean Heritage in Jan Śniadecki’s Experimental Philosophy and its Reception, p. 197Elena Muceni, Pétrir les hommes des Lumières: un siècle de traductions de Some Thoughts Concerning Education, p. 235Charles T. Wolfe, Rethinking early modern empiricism: the case of Locke, p. 281ReviewsBrunello Lotti, recensione di Jessica Gordon-Roth, Shelley Weinberg (eds.), The Lockean Mind, Routledge, New York-London 2022, 620 pp. 307Davide Poggi, recensione di Ruth Boeker, Locke on Persons and Personal Identity, Oxford University Press, Oxford 2021, 303 pp. 313 -
Pensiero divino, anime umane. L'aristotelismo di Temistio e la filosofia pre-moderna
Fra i problemi perenni dell'aristotelismo sta la teoria dell'intelletto, che dall'antichità ad oggi continua ad essere oggetto di dibattito. Come un organismo vivente, l'aristotelismo ha subito molte modifiche e così anche l'interpretazione della dottrina dell'anima. Un retore filosofo del IV secolo, Temistio, ne ha elaborata una così longeva da raggiungere la Spagna musulmana del XII secolo e l'Europa latina del XIII. Per Averroè e per Tommaso d'Aquino, in modi diversi, Temistio è una voce autorevole nella comprensione del De Anima di Aristotele. Questo libro descrive la posizione di Temistio e mette in luce la forza di suggestione dei suoi contenuti. Ne emerge un pensiero vivo, che proprio nel confronto con la riflessione medievale rivela il suo carattere peculiare: è leggendo il De Anima con le soluzioni di Plotino a portata di mano che Temistio ha costruito la propria alternativa alla noetica del più grande maestro della storia dell'aristotelismo greco, Alessandro di Afrodisia. Poiché questo libro verte sulla recezione medievale di Temistio almeno tanto quanto su Temistio stesso, è corredato dalla prima traduzione della versione araba della parafrasi (relativamente alla dottrina dell'intelletto) e dalla traduzione di una tra le parti del Commento grande di Averroè sul De Anima in cui il debito verso Temistio è più evidente. Questo segmento della storia dell'aristotelismo fornisce elementi utili all'analisi di un tema filosofico sempre aperto: lo statuto della facoltà intellettiva. -
L'inconscio al volo. Conversazioni e altri testi
Come l'inconscio si significa al volo [à demi-mot], occorre anche rispondere al soggetto al volo [à demi-mot], ciò non è senza risonanze con questa frase di Montaigne «La parola è per metà di colui che parla, per metà di colui che l'ascolta». Queste conversazioni con Moustapha Safouan si sono svolte per diversi anni e s'inscrivono in un percorso in cui vengono affrontate la storia della psicanalisi, la questione della sua trasmissione e quella del desiderio dell'analista, l'evoluzione delle strutture famigliari e l'ideologia individualista, l'attualità del disagio nella civiltà e la clinica contemporanea. Dalla questione che ha fatto rilancio per lui, «cosa diviene il padre alla fine di un'analisi?», Moustapha Safouan giunge a quest'altra, che riguarda la nostra epoca: il padre è divenuto un oggetto parziale? «L'avvenire della psicanalisi sta nella sua capacità di contribuire all'intelligenza della nostra epoca e alle metamorfosi dell'Eros, invece che sollevare grida di allarme. E sembra necessario che lei si doti dei mezzi richiesti». È in questo spirito che tale interrogativo si è aperto. Con i contributi di Dolorès Frau-Frérot e Fabrice Liégard. -
Commedia acrostici
Dante Alighieri non ha lasciato autografi: niente si è salvato del modo in cui ha messo sulla pagina i suoi testi. Ma Dante ha sempre lavorato con la forma delle parole, su molteplici scale di grandezza. Anche nel primo anniversario della morte di Beatrice (1291) disegna angeli e scrive un sonetto che ha due prime quartine, figura metrica strana che si lega per virtù di forma al disegno raccontato. Riverbero o ombra ultima della Trinità, trent’anni dopo, nel trentatreesimo canto del Paradiso è la perfezione enigmatica dell’immagine «iri da iri»: in rima, forma fonetica, cromatica, iconica e grafica. Certamente IRI è inventato da Dante: parola polisemica, adamica e mitologica, specchio simmetrico di sé stessa, proiettato sulla riga del verso con una rotazione virtuale.Questa edizione della Commedia recupera solo uno dei molti aspetti grafici che hanno un senso anche per gli occhi: gli ACROSTICI delle lettere maiuscole di terzina. -
L'estetica pragmatista in dialogo. Tradizioni, confronti, prospettive
I contributi di cui si compone questo volume, nella loro varietà metodologica e tematica, vogliono essere testimonianza della ricchezza e della varietà dei dialoghi che l’estetica pragmatista è in grado di tessere. I saggi si ordinano secondo tre possibili significati di dialogo: dialogo come tradizione, cioè come analisi dell’humus filosofico da cui sorge la tradizione pragmatista; dialogo come confronto, cioè come indagine sulle trame che il pragmatismo può tessere con altri stili di pensiero (fenomenologia, ermeneutica, teoria critica); dialogo come prospettiva, cioè come esplorazione delle risorse che il pragmatismo, in dialogo con altri modi di pensiero, può offrire ad alcune tra le domande estetiche più pressanti del mondo contemporaneo (Bildwissenschaft, estetica ecologica, ridefinizione dell’estetica).Nicola Ramazzotto è dottorando presso il consorzio Pisa-Firenze con un progetto sul pensiero estetico di Heidegger e Dewey. I suoi interessi riguardano l’estetica classica tedesca, il pragmatismo, la critica dell’idealismo (Kierkegaard e Jacobi) e la critica della metafisica. Su questi temi ha pubblicato in volumi e riviste nazionali e internazionali. -
Le tragedie umoristiche di Pasolini ed altre eresie
Dal riso popolare di Totò e dalle gag di Chaplin all’umorismo come strumento alienante della borghesia: la comicità attraversa l’opera di Pasolini, seguendo evoluzioni imprevedibili, fino a condizionare fortemente le sue tragedie e l’opera del suo ultimo decennio. L’umorismo nelle tragedie e nell’opera di Pasolini è una delle eresie contenute in questo volume, in cui il suo teatro, in stretta relazione con la poesia, il cinema e la scrittura, è riletto con uno sguardo originale, mettendo in evidenza elementi come la visionarietà che sta alla base del dramma Nel ’46! e il queer che attraversa diverse opere fino a Petrolio, o parentele con autori come Copi, Scaldati e Mishima. -
Il dolce. Una relazione estetica
Questo libro - che rappresenta una novità assoluta, in quanto prima monografia filosofica dedicata all'argomento - tratta delle nozioni di dolce e di dolcezza nella loro complessità sensibile, simbolica e culturale, interpretate secondo l'approccio dell'estetica relazionale. Il gusto dolce appare dunque nella sua ricchezza percettiva ed espressiva, irriducibile a ogni semplificazione naturalista o culturalista. L'ontologia del dolce sfuma nella sua effettualità: piacere e stordimento, nausea e desiderio, materialità e metafora. Il lavoro è composto da tre parti: nella prima si approfondiscono gli ambiti di pertinenza del dolce/della dolcezza, dalla fisiologia alla letteratura; nella seconda, si discute il rapporto con la sfera dell'arte e dei simboli; nella terza, infine, si presentano le implicazioni etiche della dolcezza attraverso il ruolo peculiare dello zucchero nelle dinamiche contemporanee. Il filosofo, dunque, ma anche il gastronomo o il semplice appassionato di dolci potranno riscoprire in queste pagine le complessità, ma anche le ambiguità e le potenzialità del gusto (solo) apparentemente più semplice. -
Mostre d'arte e cultura straniera a Firenze nella prima metà del Novecento
Con un taglio non solo storico-artistico, ma rivolto anche all’editoria e all’antropologia, il volume affronta il variegato tema delle esposizioni d’arte e cultura straniera a Firenze nella prima metà del Novecento. La città del giglio, scelta come luogo di studio e di residenza da molti forestieri, vide fiorire singole e collettive mostre di una generazione di artisti, come il belga Henry De Groux e il tedesco Karl Hofer, che con le loro opere riflettono la ricezione dei nuovi linguaggi d’avanguardia nei primi decenni del XX secolo. Sono stati scelti alcuni punti di osservazione privilegiati, quali la produzione a stampa esposta al padiglione della Polonia nella Prima Fiera Internazionale del Libro del 1922 e gli studi antropologici svolti nelle colonie italiane e resi noti con la Mostra dell’Etiopia italiana del 1936, fortemente voluta dal regime fascista. Si prosegue poi con un affondo su due mostre d’ampio respiro dedicate all’arte francese a Palazzo Pitti nel 1945 e a quella fiamminga e olandese a Palazzo Strozzi nel 1947 che permettono di misurare la rivalutazione storico-artistica di queste grandi scuole pittoriche e far conoscere, per la prima volta, la presenza cospicua in Italia di opere di questi maestri nelle collezioni pubbliche e private. Il volume si chiude con la mostra romana de ""Gli antichi pittori spagnoli del 1930"""" su cui divampò una violenta polemica che indusse Alessandro Contini Bonacossi e Roberto Longhi, promotori dell’impresa, a riparare a Firenze."" -
Un cardellino curioso alla scoperta dell'Orto botanico di Pisa. La parte moderna
Che cosa fa un piccolo cardellino in giroper l’Orto Botanico di Pisa? Una mattina di primavera,appena uscito dal nido, si trova alleprese con un mondo ancora tuttoda scoprire: saranno proprio le piantedell’Orto ad aiutarlo nellasua esplorazione, attraversoi loro racconti e le loro storie. -
Ombra
In questo romanzo l’eterno conflitto genitori-figli assume dimensioni tragiche, e l’unica via di salvezza per i due giovani protagonisti rimane solamente la fuga verso una nuova vita, alla ricerca di una propria identità. -
Oltre la macchia. Incisioni di Giovanni Fattori. Ediz. illustrata
Nel 1883 Giovanni Fattori, ormai lontano dalla gloriosa stagione della “macchia”, inaugura pubblicamente la propria attività di incisore con la grande lastra della Carica di cavalleria. Da questo momento, per un quarto di secolo, si distende la straordinaria produzione grafica che impegna in modo sempre più appassionato il grande artista livornese: si tratta di un impressionante corpus di oltre duecento acqueforti, in grado di collocare Fattori ai vertici assoluti della storia della grafica europea. I soggetti proposti nelle acqueforti toccano praticamente tutti i temi e i generi in cui si era distesa la creatività pittorica fattoriana: le strade assolate, percorse da solitari soldati a cavallo, il primigenio paesaggio maremmano, i deserti sentieri di campagna, dove i contadini tornano stancamente dal lavoro, il mondo degli umili ma nobilissimi animali agresti, la vita dei campi, incarnata nelle monumentali figure di boscaiole e gabbrigiane fissate in pose di primordiale monumentalità, il mondo dei vinti e degli emarginati, rappresentati con totale condivisione per la grama esistenza delle classi subalterne. Solo dopo la morte di Fattori ci si cominciò a rendere conto che, se Fattori era stato grande nella pittura, doveva essere considerato sommo nell’incisione: nel 1984 Roberto Tasi poteva così affermare che “ci accorgiamo allora che questa impresa grafica è l’episodio più potente, moderno e originale di tutto l’Ottocento italiano, degno di una competizione e di una collocazione europee”. Le trenta acqueforti presentate, conservate presso il Museo della Grafica di Pisa e parte della splendida raccolta di Sebastiano Timpanaro, storico della scienza e collezionista d’arte, sono in grado di suggerire al visitatore i motivi per cui i più grandi incisori italiani del Novecento hanno amato, studiato e liberamente rievocato nelle loro opere le infinite suggestioni trasmesse dalle mirabili incisioni fattoriane. -
Religione e politica. Paradigmi, alleanze, conflitti
In quali forme si è declinato il rapporto tra religione e politica nella riflessione filosofica? E qual è la natura di questo rapporto? La spiegazione del senso di queste domande e alcuni tentativi di risposta si possono individuare nei principali autori della storia del pensiero. Questa raccolta di saggi si propone di porre in luce le forme di convergenza e conflitto tra la sfera politica e quella religiosa nel corso della storia della filosofia. Questa panoramica prende le mosse dal pensiero antico e medievale (Platone, Al-Farabi e Mosè Maimonide), per poi passare alla Modernità con Machiavelli, Hobbes, Spinoza e Kant e concludere con Marx, Carl Schmitt, Simone Weil, Claude Lefort e Marcel Gauchet. La finalità è duplice: una di ordine storico-filosofico di cogliere i paradigmi teorici del legame tra teologico e politico, l’altra – più strettamente teoretica – di cogliere il nesso di alleanza o conflitto che stringe questi due poli. I saggi qui raccolti sono stati scritti da dottorandi, giovani ricercatori e docenti. Il volume dunque si presenta come il risultato del confronto e della collaborazioni attiva tra giovani studiosi e alcuni tra i massimi esperti della disciplina. -
Cultura antropologica e società post-neoliberale
I saggi proposti in questo volume intendono percorrere le vie possibili di un'antropologia e di una filosofia dell'avvenire (come il convivialismo) che possano contrastare l'imbarbarimento del nostro presente. L'espansione della modernità si è ormai scontrata con il limite di sostenibilità del pianeta, ma soprattutto con le possibilità di sopravvivenza dell'intero genere umano, come ha mostrato la pandemia del Covid-19. L'intreccio indistricabile tra regimi politici ed espansione capitalistica potenzialmente illimitata spiega le odierne vicende sul teatro geopolitico internazionale, caratterizzato da una lotta di egemonie tra gli Stati-potenza all'interno di un medesimo spazio omogeneo tendente a sostituire al governo della legge la logica del mercato. In questo quadro, il ritorno della guerra tra opposti imperialismi appare l'alternativa inevitabile alla mancata volontà di instaurare una coesistenza pacifica fondata su un ordine mondiale policentrico e multilaterale. Da qui l'urgenza di elaborare una cultura antropologica capace di costruire una civiltà planetaria in cui, come auspicava Marcel Mauss, ci si possa ""contrapporre senza massacrarci, e «darsi» senza sacrificarci l'un l'altro"""", e al contempo avviare una trasformazione profonda del modo di produzione e delle forme di vita, tali da delineare il passaggio ad una società post-neoliberale.""