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L' immagine politica. Forme del contropotere tra cinema, video e fotografia nell'Italia degli anni Settanta
Il libro propone una riflessione sulle articolazioni assunte dall’immagine, in quanto strumento e terreno di lotta politica, nel periodo delle grandi mobilitazioni sociali compreso tra la fine degli anni Sessanta e le ultime fasi del decennio successivo, con particolare riguardo per il ’77. Calandosi all’interno di tale contesto storico, l’indagine approfondisce la processualità e le possibili maniere d’essere dell’immagine politica in quanto modo d’espressione di un’istanza di “contropotere”, prendendo come riferimento case studies tratti dal cinema, dal video e dalla fotografi a (campi di ricerca al centro, ognuno, di uno specifico capitolo). Da questi orizzonti distinti ma non distanti emergono, in una continua dialettica tra immagini politiche e politica delle immagini, frammenti iconici e schegge audiovisive ora capaci di imporsi, nel bene e nel male, nel cosiddetto “immaginario collettivo”, diventando veri e propri simboli di quegli anni, ora in grado di veicolare, in maniera più indiretta ma non per questo meno efficace, un’autentica carica eversiva situata sul terreno dei linguaggi e delle estetiche prima ancora che su quello dei contenuti. -
Rivista internazionale di filosofia e psicologia (2012). Vol. 2
RICERCHE. Martina Plümacher, Erfahrung und Wissen. Husserls Forschungen zum impliziten Wissen. Andrea Sebastiano Staiti, Unforgivable Sinners? Epistemological and Psychological Naturalism in Husserl’s Philosophy as a Rigorous Science. Francesco Saverio Trincia, Weltanschauung e Wissenschaft in Edmund Husserl e Sigmund Freud. Maria Armezzani, Il progetto di una scienza rigorosa dell’esperienza. Le indicazioni husserliane contro il “geometrismo morboso” della psicologia. Michela Summa, Is This Self-Evident? The Phenomenological Method and the Psychopathology of Common Sense. Fiorenza Toccafondi, Dopo la Philosophie als strenge Wissenschaft. Un’altra fenomenologia nel periodo di Weimar. Carmelo Calì, La natura della percezione. La fenomenologia di Husserl e la psicologia della percezione -
La medicina nella cultura postmoderna
La medicina, tramontati gli assolutismi che ne hanno accreditato l'esercizio, è passibile di essere interpretata da vari punti di vista, in funzione dei modelli cognitivi e delle visioni del mondo dei diversi gruppi culturali in cui la popolazione di riferimento può essere mappata. In questa costellazione culturale, si vuole dar voce ad una visione decostruzionista della medicina: la medicina come convenzione sociale. Da questa prospettiva, qualunque scuola di pensiero o forma ne venga praticata, la medicina rimane un'espressione dei modelli cognitivi, dei concetti e dei valori in cui i gruppi culturali, che la praticano e se ne servono, si riconoscono. In questo orientamento, ogni prassi medica è convenzionale, dà soluzioni, più o meno soddisfacenti, ai bisogni dei gruppi di riferimento e costituisce, in sostanza, un consenso sociale circa i presupposti impliciti nelle concezioni, attributive, relative all'ideale culturale di uomo e di modello di realtà con il quale i gruppi sociali di riferimento si identificano. -
Una genesi ininterrotta. Autobiografia e pensiero in Jean-Jacques Rousseau
Il percorso autobiografico di Rousseau nelle sue Confessioni si presenta ricco di sorprese. Qui si rinvengono le prime tracce delle idee poi teorizzate nei suoi scritti filosofici; da qui si torna a innervare di tensione i suoi concetti, in un processo di genesi ininterrotta. L’autobiografia poi, che ci si aspetta come luogo della rappresentazione enfatica dell’identità, viene ribaltata. Come racconto veridico di sé (auto-biografia), essa si scopre invece intramata dalla finzione; come scrittura di sé (auto-biografia), si riconosce invece percorsa dal rapporto con l’altro. L’ultimo segmento del termine, la –grafia, aiuta a comprendere i possibili motivi di questi ribaltamenti. La scrittura di sé che ci affida Rousseau contempla tutti gli elementi della sua impossibilità: la scrittura di un sé alla fine invisibile, ma in grado di rendere visibile a noi stessi la nostra stessa invisibilità. L’autobiografia perfetta. -
Le vite del romanzo
"Le vite del romanzo. Una storia"""" di Thomas G. Pavel, studioso fra i più affermati nel panorama internazionale degli studi letterari, esce finalmente anche in Italia. Si tratta di una versione aggiornata e arricchita di un libro, """"La Pensée du roman"""", che in Francia, ormai più di dieci anni fa, rappresentò un vero evento critico letterario e che negli Stati Uniti dal 2013, quando è uscita l'edizione inglese, ha ricevuto molti riconoscimenti prestigiosi: vincitore del premio dell'International Society for the Study of Narrative nel 2013 e del Barbara Perkins and George Perkins Prize nel 2015. Secondo moltissimi studiosi di ieri e di oggi, romanzi come """"Le Etiopiche"""", """"Amadigi di Gaula"""" o """"L'Astrea"""", legati meno ai dettagli empirici della condizione umana e più agli ideali che questa persegue, rappresenterebbero uno stato imperfetto del romanzo, felicemente corretto e rivisto dal realismo del Settecento e dell'Ottocento. Pavel, invece, in questo libro, constatando il persistere dell'idealismo nel corso dell'intera storia del romanzo - una storia che inizia molto prima di Defoe, ma anche di Cervantes e Rabelais mostra, attraverso una straordinaria vastità di esempi, che il motore di tale storia è """"il dialogo secolare tra la rappresentazione idealizzata dell'esistenza umana e quella della difficoltà di misurarsi con questo ideale""""." -
La fenomenologia di Hegel. La socialità della ragione
Il merito delle soluzioni teoriche che una rilettura di Hegel mette ancor oggi a nostra disposizione. Impostosi a livello internazionale come il più influente commentario alla ""Fenomenologia dello spirito"""" degli ultimi decenni, questo lavoro presenta una nuova immagine - maturata sotto la spinta degli scritti di Wilfrid Sellars, Richard Rorty, Robert Brandom, John McDowell e Robert Pippin - del capolavoro di Hegel, analizzato alla luce della svolta intersoggettiva e pragmatica, della concezione antirappresentazionalista della conoscenza, dell'approccio inferenziale al ragionamento, della considerazione normativa, sociale e storica dell'""""agency."""""" -
La società consumata. Come il consumo influenza le appartenenze sociali
La “rivoluzione dei consumi” è uno dei fenomeni sociali più importanti dell’ultimo mezzo secolo. Spesso viene attaccata per l’eccesso di consumismo e di edonismo che ha prodotto, oppure se ne tessono gli elogi per il benessere diffuso dai suoi beni. Poca attenzione è invece stata dedicata alle conseguenze che questa “rivoluzione pacifica” ha avuto sulle appartenenze sociali delle persone, sulla loro percezione delle differenze e/o sulle disuguaglianze nelle società contemporanee. In questo libro, frutto del lavoro collettivo di un gruppo di studiosi che operano presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Milano-Bicocca, le pratiche di consumo – tra centri commerciali, flussi migratori, bilanci delle famiglie italiane e costruzione delle proprie diete culturali – diventano una leva importante per comprendere la scomposizione e ricomposizione dei ceti e degli strati della società italiana, e quindi del modo in cui le persone si sentono oggi parte della vita collettiva. -
Per la critica dell'ideologia. Filosofia e storia in Marx
Il primo autore a essersi dichiarato “non marxista” è stato Marx. È la posizione marx-“ista” stessa a essere inconciliabile, come ogni “-ismo”, con una prospettiva filosofica critica. Un pensiero consapevole dei propri limiti è una delle condizioni per affrontare le difficoltà in cui incorre la critica dell’ideologia. Fondamentale è anche la storia, capace di smascherare la genesi effettiva di ogni pretesa ideologica e di mostrare che ogni cosa è ciò che è non per necessità, ma perché lo è diventata, dunque potrebbe essere diversa. Contro l’ordine costituito occorre pensare utopicamente un luogo altro, ma, secondo Marx, non oltre, nella storia. L’ostinato residuo messianico, l’utopia di un mondo giusto e di un uomo libero, costituiscono il senso ultimo della filosofia, di Marx e non solo. -
Différence e mélange in Montaigne. Mostri, metamorfosi, mescolamenti
Questo libro indaga i concetti di “differenza” e di “mescolamento” negli Essais e nel Journal de voyage di Montaigne rintracciando le giunzioni che li raccordano. Il bordolese coglie nella differenza la qualità più universale delle cose, ma sfugge alla tentazione differenzialista che, in nome di un’esigenza di purezza, immobilizza le differenze in una mappa musiva di esseri e culture: in tal modo mette in causa la credenza nell’identità stabile di cose, individui, idee, costumi e popoli. Infatti, le singole entità che differiscono l’una rispetto all’altra – mutevoli e variopinte – si incontrano e si scontrano, e in queste vicissitudini si mescolano e si trasformano incessantemente. Si delinea così un percorso di lettura che, sulla base di una ricognizione lessicografica di nozioni quali différence, étrangeté, mélange, métis, monstrueux nei testi di Montaigne, connette la questione della varietà dei costumi e delle culture alla differenza che emerge nella natura e al problema della pluralità, della dissomiglianza, della mostruosità che l’individuo scopre in sé, nella sua mente e nel suo corpo. -
Verità in una società plurale
Quale attualità può ancora avere una concezione metafisica della verità, pensata al singolare e con una implicita lettera maiuscola, di fronte alla complessità a ogni livello delle società contemporanee – dal piano religioso a quello politico e istituzionale, dalle lingue ai gerghi, dai costumi sociali alle assunzioni etiche, alle preferenze estetiche? L’esperienza del vero si è fatta plurale al punto tale che, nonostante i numerosi eventi globali dall’effetto omogeneizzante, ci troviamo sempre più alle prese con interpretazioni del mondo che sembrano drammaticamente eterogenee e quasi incommensurabili. La tesi al fondo di questo volume è tuttavia che una simile pluralità non dissolva la questione della verità, ma la riproponga in maniera ancora più aspra e ci costringa a ripensarla al di là dei dualismi, talvolta semplicistici, tra relativismo e realismo, tra universalismo e comunitarismo, in un confronto aperto degli approcci filosofici con quelli di altre discipline. -
Architetti friulani nel mondo. Raccolta di esperienze di professionisti friulani
Il libro racconta le esperienze di professionisti architetti friulani all’estero, sia in quanto cittadini stranieri di seconda e terza generazione di origini friulane, sia in quanto italiani che hanno deciso di orientarsi verso i mercati esteri. -
Philosophical news (2013). Vol. 6: Bene comune
Ospitiamo in esclusiva in questo numero, dedicato al tema del bene comune, il contributo di S. Em. Card. Angelo Scola. L’obiettivo del volume è quello di indagare la nozione di bene comune, categoria ormai non più ovvia e difficilmente descrivibile. Introducono allo studio le interviste a Guido Calabresi e Robert R. Wallace, affermati studiosi di fama internazionale, che presentano il tema mostrandone la complessità da due differenti punti di vista: l’uno giuridico ed economico, l’altro strettamente storico. Seguono i preziosi contributi di Lorenzo Cantoni, Andrea Favaro, Markus Krienke, Mauro Magatti in collaborazione con Monica Martinelli, Ulrich Metschl, Giuseppe Mastromatteo in collaborazione con Stefano Solari, Christopher O. Tollefsen. Chiude il volume una ricca raccolta di convegni e testi di recente pubblicazione. -
Swedish crime fiction. The making of nordic noir
Why have authors from the safe, social welfare state Sweden captivated the minds of the crime fiction readers across the globe? Kerstin Bergman suggests that killer marketing and a widespread curiosity about the “exotic” Nordic welfare states, their waste landscapes and alleged gender equality, has propelled these authors and novels into the international spotlight. Bergman uses this innovative angle to retell the recent history of crime fiction in Sweden, exploring central themes and selecting key authors that have garnered national and international acclaim for their lethal plots. Swedish Crime Fiction: The Making of Nordic Noir contextualizes the explosive recent history of the genre, offering newcomers and aficionados insights into the minds of protagonists and their literary creators. This is the first research-based and exhaustive presentation of Swedish crime fiction and its Nordic “neighbours” to an international audience. -
Diario moscovita. Appunti sul dispotismo russo
Giancarlo Vigorelli viaggiò a Mosca fra l'11 e il 21 aprile 1966 per cercare di scoprire ""quello che bolle in pentola"""". Non era la prima volta che si recava nella capitale dell'allora Unione Sovietica, in piena Guerra fredda, in qualità di segretario della Comunità europea degli scrittori (COMES) presieduta da Giuseppe Ungaretti. Questa volta, però, il clima appariva diverso, incandescente: si era appena concluso con una pesante condanna detentiva il processo agli scrittori Julij Daniel e Andrej Sinjavskij. Il Gulag saliva agli onori della cronaca come isola di espiazione. Saranno giorni di trattative estenuanti, di umiliazioni, di giochi sottili di potere, di rotture, di mandolinate e sotterfugi d'inferno. """"Mi pregano di non urlare. Rispondo che urlerò fino in fondo - e continuo nelle contestazioni"""". Così scrive Vigorelli nel diario di quei giorni che viene ora svelato e pubblicato per la prima volta. 116 pagine di un quaderno, riempite con bella grafia, ma quasi con furia, e comunque nell'immediatezza, per non dimenticare gli incontri e le sensazioni che si susseguivano a ritmo necessariamente frenetico con gli """"altissimi"""" esponenti conservatori del socialismo reale, delle lettere e della politica. La negazione di una Russia nella sua più alta dimensione europea e alla quale guardavano clandestinamente gli intellettuali dissidenti. Arricchiscono e incorniciano il testo un ricordo personale e intensamente umano del cardinale Gianfranco Ravasi e un'ampia introduzione di Giovannelli."" -
Shoah, modernità e male politico
È l’intreccio fra il male estremo e il male in grandi numeri ciò che resiste alla nostra comprensione. Ovvero il fatto che alla realizzazione del progetto nazista – in forme che vanno dal carnefice allo spettatore, passando per il complice – abbiano collaborato milioni di persone. Alla luce delle ricerche e delle discussioni più recenti, alcuni tra i migliori specialisti internazionali si domandano ancora una volta come la Shoah sia stata possibile. Interrogandosi sul significato e sull’eredità di un evento così complesso da decifrare: dalla storia alla filosofia, dalla politica al diritto, dall’antropologia al cinema e alla poesia, sino alle modalità con cui, a scuola o nel dibattito pubblico sulla memoria, viene oggi trattata la cicatrice della nostra identità che porta il nome di Auschwitz. Un libro che rappresenta una guida rigorosa e affidabile per chi si accosta per la prima volta a questo grumo di problemi. E un bilancio all’altezza dei tempi per quanti hanno già consapevolezza del fatto che, in materia di Shoah, i conti in fondo non tornano mai. Contributi di: Renata Badii, Omer Bartov, Zygmunt Bauman, Christopher R. Browning, Alberto Burgio, Ugo Caffaz, Enzo Collotti, Dimitri D’Andrea, Fabio Dei, Enrico Donaggio, Simone Duranti, Roberto Esposito, Massimo Giuliani, Diego Guzzi, Andrea Minuz, Susan Neiman, Stefano Raimondi, Enrico Rossi, Christoph U. Schminck-Gustavus, Tullio Seppilli, Annette Wieviorka. -
Dal giogo dell'idea alla festa del pensiero. I sentieri dell'aletheia nel saggio L'origine dell'opera d'arte di Martin Heidegger
Questo breve saggio, attraverso un’analisi ermeneutica de L’origine dell’opera d’arte di Martin Heidegger, ripercorre i sentieri del pensiero dell’origine alla luce degli scritti “platonici e metafisici” dell’autore, che ne costituiscono il sottosuolo imprescindibile per una profonda ed inedita comprensione: La dottrina platonica della verità e Oltrepassamento della metafisica. Seguendo gli esiti del “pensiero in festa”, l’interpretazione sistematica del saggio permetterà all’opera dell’arte di mostrarsi come evento prodigioso, cornice autentica in cui l’ente potrà s-velarsi attraverso un salto a ritroso verso l’origine (Ur-sprung) della propria pienezza essenziale ed aurorale rispetto a quella verità quale esattezza di un “vedere assertivo”, inaugurata dal giogo dell’idea platonica. La verità come a-letheia – mondata dai dettami della metafisica platonica come della disciplina estetica, e affrancata dai canoni della “soggettività” cartesiana – potrà allora essere celebrata, dal punto di vista puramente metontologico, da parte della Dichtung, lingua dell’arte stessa, che è, in essenza, poesia. -
La misura della finitezza. Evento e linguaggio in Heidegger e Wittgenstein
Quello tra Heidegger e Wittgenstein non è soltanto un confronto tra due grandi pensatori, ma il confronto che segna le sorti della filosofia del Novecento in tutta la loro complessità, considerato che in esso convergono i temi basilari delle esperienze di pensiero più significative del secolo scorso, dall’ontologia al pragmatismo, dall’estetica alla logica, dall’etica all’ermeneutica. Il presente volume pone al centro del proprio interesse tale confronto, sondando, tra l’altro, le reciproche influenze dirette e soprattutto quelle indirette, e approfondendo una riproblematizzazione di questioni che va la di là delle rigide e sterili differenziazioni categoriali che vedrebbero i due autori opposti per tradizione di pensiero. Alla domanda iniziale del Tractatus circa i limiti e le possibilità della filosofia risponde e corrisponde l’analitica esistenziale di Essere e tempo, che delinea il rapporto tra esserci e mondo che è alla base delle Ricerche filosofiche, la cui idea centrale di linguaggio viene ulteriormente sviluppata nella prospettiva tautologico-pragmatica che traccia Heidegger dopo la svolta. Sulla scorta di tale confronto vengono analizzati i lineamenti di una teoresi che si riappropria della propria identità antiteoreticistica, facendo emergere in tutta la loro rilevanza ermeneutica questioni come quelle dell’evento e del linguaggio, che si intrecciano anche con un nuovo modo di pensare lo statuto della possibilità e quello della soggettività. -
Nuovo ordine carnevale. Conferenze, saggi, recensioni, esercizi di memoria
Chi domina la nostra società, ha compreso la natura profonda della festa del Carnevale. Concedendo più volte al giorno attimi di rovesciamento e d’inversione di tutti i valori, confonde e debilita l’individuo, rendendolo incapace di stabilire su quale piano di realtà avvengono gran parte degli eventi nel quale è coinvolto. Delirio carnevalesco in stati alterati di coscienza ordinaria in cui è impossibile distinguere il serio dal faceto, il bello dal brutto, il morale dall’amorale. -
Disaggregazioni. Forme e spazi di governance
I contributi raccolti in questo volume indagano, da differenti prospettive di ricerca, le trasformazioni dello scenario politico-giuridico globale, con l’intento comune di mettere alla prova la persistenza delle istituzioni e dei poteri sedimentati nella tradizione moderna. Negli attuali processi di governance, le categorie e i concetti centrali in quella tradizione, se reggono sul piano dell’enunciazione e della citazione, vengono però ripensati e rielaborati dentro nuove logiche che ne rifiutano l’originario carattere unitario, ricompositivo e universalistico. Sfuma il nucleo normativo e ordinamentale entro il quale sovranità, cittadinanza, diritti e soggetti venivano pensati come universali giuridico-politici, per emergere e definirsi in modo contingente e immanente nelle pratiche effettive di concrete relazioni di potere. La disaggregazione e disarticolazione delle forme e degli spazi restituisce tutta la complessità e duttilità dei concetti che pur sopravvivono ai contesti stessi che li avevano generati: residui del passato vengono riletti e riutilizzati in forme profondamente diverse. -
The darkness of this times. Ethics, politics, and religion in Wittgenstein
The present book is a collection of 9 essays, emerging from a long and intense research collaboration amongst scholars coming from different backgrounds and traditions. As the book subtitle suggests, these essays focus on the ethical, religious, and political aspects or dimensions of Wittgenstein’s thought, which are illustrated and investigated not only for themselves, or separately, but rather with reference to their complex interaction with Wittgenstein’s philosophical method and his conception of philosophical work, on one hand, and with his conception of language and human agency on the other.