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The Italian method of La drammatica. Its legacy and reception
The volume The Italian Method of la drammatica: its Legacy and Reception includes the long and complex investigation to identify the Italian acting-code system of the drammatica used by nineteenth-century Italian actors such as Adelaide Ristori, Giovanni Grasso, Tommaso Salvini, Eleonora Duse. In particular, their acting inspired Stanislavsky who reformed twentieth-century stage. The declamatory code of the drammatica was composed by symbols for notation of voice and gesture which Italian actors marked in their prompt-books. The discovery of the drammatica’s code sheds new light on nineteenth-century acting. Having deciphered the phonetic symbols of the code, Anna Sica has given birth an investigation with a group of outstanding scholars in an attempt to explore the drammatica’s legacy, and its reception in Europe as well as in Asia. At this stage new evidence has emerged proving that, for instance, the symbol used by the drammatica actors to sign the colorito vocale was known to English actors in the second half of the nineteenth century. By noting how Adelaide Ristori passed on her art to Irving’s actress Genevieve Ward, and how Stanislavsky, almost aflame, moulded his system from Duse’s acting, an unexplored variety in the reception of the drammatica’s legacy is revealed. -
Filosofia. Rivista annuale (2008-2014)
SOMMARIO. Editoriale 7. Auguri a Vittorio Mathieu 9. Vittorio Mathieu, Della libertà 13. Andrea Poma, Violenza e nonviolenza 17. Elio Bianco, Evidenza e problematicità nel pensiero di Carlo Mazzantini 31. Francesco D’Agostino, Diritto e religione 57. Antonio Dall’Igna, L’arabesco dei consumi e l’infernale mondo della merce 65. Vittorio Mathieu, Il fine e la fine delle rivoluzioni. Il caso dell’ecologismo 77. Rassegna di libri 83 -
Religione e religiosità. Germanicità, ebraismo, mistica nell'opera predialogica di Martin Buber
Solcando il mare aperto dell'Europa all'alba del Ventesimo secolo, il giovane Martin Buber (1878-1965) ha sopra di sé diverse costellazioni, offerte tanto dal filosofare di Nietzsche, Dilthey e Simmel, quanto dalla letteratura della Jung Wien, quanto ancora da un ebraismo personale e sotterraneo, oscillante tra sionismo culturale e chassidismo. L'antitesi tra religione e religiosità offre a lui - come a noi - il sestante con il quale orientarsi in una così ardua navigazione. Forte di ciò, Buber veleggia in direzione dei lidi, talora ascosi, della mistica, approdando a Cusano e a Böhme, a Laozi e al Baal Schem. La pluralità delle vie, da lui attraversate in questa stagione della sua vita e del suo pensiero, è fedelmente ripercorsa nella presente monografia, in cui il giovane Buber assurge a paradigmatico testimone della simbiosi ebraico-tedesca d'inizio Novecento e della sua irripetibile Stimmung. -
La dialettica e i suoi riformatori. Spaventa, Croce, Gentile a confronto con Hegel
Tra la fine degli anni Trenta e l’inizio degli anni Quaranta dell’Ottocento, il sistema hegeliano entra in crisi a causa degli attacchi che le maggiori correnti filosofiche dell’epoca gli rivolgono in nome del finito, del concreto, dell’individuale, della temporalità e del sensibile. In particolare, le Ricerche Logiche (1840) di Trendelenburg, che riscuotono una straordinaria fortuna, mettono radicalmente in discussione il pensiero di Hegel, costringendo anche la scuola hegeliana a prendere posizione e a correggere l’impianto del maestro per salvarlo dal naufragio. A partire dalle prime riforme del sistema compiute da Karl Werder (1841) e Kuno Fischer (1852), incentrate su una rilettura del classico tema del cominciamento logico, la dialettica hegeliana si trova al centro di un animato dibattito che, in Italia, coinvolge grandi pensatori quali Bertrando Spaventa, Benedetto Croce e Giovanni Gentile. Attraverso il confronto sistematico tra i loro programmi riformatori e il testo hegeliano, questo volume ripercorre le tappe della presenza di Hegel nel nostro paese, indagandone le ragioni della persistente attualità. -
Il movente dell'esperienza. Costituzione, pulsione ed etica in Edmund Husserl
Il libro svolge il filo della fenomenologia come analisi motivazionale dell’esperienza. Il tema husserliano della costituzione punta a far emergere la dinamica sommersa, i moventi, gli aspetti processuali della formazione del senso. In questo contesto le pulsioni indicano non forze arazionali e prive di regolamentazione, ma una forma primordiale e antepredicativa di ordinamento dell’esperienza. In campo etico, l’analisi fenomenologica ritrova la costituzione come condizione di possibilità dell’autonomia. Questa è vista come una forma di risonanza interiore, precondizione sia dei processi di individuazione sia della relazione interpersonale, in un’intima dinamica con la vulnerabilità del soggetto. Prende le mosse così una riflessione fenomenologico-antropologica che guarda ai problemi della bioetica. -
Il rompicapo della realtà. Metafisica, ontologia e filosofia della mente in E. J. Lowe
Con la prematura scomparsa di E.J. Lowe, il dibattito filosofico contemporaneo ha perso uno dei protagonisti più significativi degli ultimi trentacinque anni, un pensatore che ha contribuito al rilancio della metafisica e dell’ontologia in area analitica, e ha fornito una proposta sistematica nella sua eterogeneità. Obiettivo di questo saggio è ricostruire le sue principali tesi in metafisica, ontologia e filosofia della mente. Si intende mostrare, insieme alla stretta connessione tra queste aree di ricerca e alla loro apertura ai risultati delle discipline scientifiche e intellettuali, come la proposta metafisica di Lowe costituisca uno sfondo concettuale imprescindibile sul quale l’autore struttura la propria riflessione, e come la realtà, considerata come unitaria e auto-coerente, e le nozioni di sostanza e di risorse esplicative ne costituiscano tre presupposti imprescindibili. -
Il quinto vangelo di Nietzsche. Sulla correzione delle buone notizie
Il 25 agosto del 1900 moriva Friedrich Nietzsche, alle porte di un nuovo secolo in cui lui, in fondo, viveva già. Peter Sloterdijk, in occasione del centenario della morte di Nietzsche, vuole restituirne un'immagine integrata. E questo è in sé un gesto provocatorio: si è visto un Nietzsche amato, un Nietzsche odiato, un Nietzsche frainteso, un Nietzsche censurato e un Nietzsche preso a modello. Ma l'uomo era uno solo, e il suo messaggio non era così frammentato e multiforme come potrebbe sembrare nel momento in cui ci si ostina a considerare unicamente le sue derivazioni. In questo breve saggio, Sloterdijk ricongiunge ciò che di Nietzsche si può dire, con ciò che è sconveniente dire, e ci restituisce un senso originario, un messaggio, un quinto ""Vangelo""""; come suo discepolo, raccoglie e veicola un dono alla portata di chi è disposto a correre il rischio di riceverlo. Queste poche pagine infatti, hanno la caratteristica peculiare di rappresentare il supporto di un contenuto super-massivo, dove un grande protagonista del dibattito filosofico contemporaneo mostra la tremenda attualità dell'autore Nietzsche e tenta di leggerlo come lui avrebbe voluto essere letto. Questo è l'omaggio offerto a Nietzsche nel centenario della sua scomparsa: riapparire sulla scena, di nuovo, con sembianze tanto simili a quelle originali da risultare ulteriormente innovative."" -
Economia del desiderio. Freud, Deleuze, Lacan
La nostra è l’età del desiderio senza limiti. Economia del desiderio è una ricognizione delle molteplici prospettive sul soggetto desiderante e sull’oggetto del desiderio, all’incrocio tra orizzonte filosofico e contributi psicanalitici. Se risulta ineludibile per la questione la figura di Deleuze, è necessario, per comprendere la portata del suo contributo, metterlo a confronto con l’eredità di Freud e Lacan, e con un ampio ventaglio di proposte teoriche nate nell’alveo della psicoanalisi, da Klein e Winnicott alla scuola britannica delle relazioni oggettuali, fino ai contributi originali di Balint e Suttie e alle provocatorie intuizioni di Žižek. In tre capitoli si snoda un viaggio concettuale attraverso i territori del Reale, del Simbolico e dell’Immaginario. Lungo questo percorso, narcisismo e aggressività, amore e odio, sono messi in gioco per tentare di tratteggiare una costellazione contemporanea del desiderio. -
Oltre il memoriale. Le tracce, lo spazio, il ricordo
Monumenti, memoriali e musei, quali forme commemorative da sempre istituite con la precisa finalità di tramandare il ricordo di avvenimenti significativi, sembrano oggi subire un processo di ridefinizione del proprio ruolo. In un momento caratterizzato da una ossessione commemorativa, il presente lavoro vuole dimostrare che esiste un processo evolutivo delle forme di memorializzazione dal secondo dopoguerra a oggi, dove monumenti e memoriali hanno lasciato il passo a nuove forme maggiormente connesse al territorio, alla partecipazione delle comunità locali e in grado di promuovere memorie attive e produttive invece che passive e luttuose. -
Emozioni infettive. Saggi storico-filosofici
Il contagio emozionale primario è oggi una realtà dalle coordinate ben individuate grazie ad una serie di studi psicologici e sociologici. Rimane poco esplorata la dimensione storica ed ermeneutica della “infettività” delle emozioni, specie nella misura in cui queste letture, questi “percorsi di confine”, possono convalidare o, al contrario, rimettere in discussione i risultati degli studi scientifici. -
L'internata numero 6
“Né diario né romanzo, ma con la verità cruda del primo e la fantasia del secondo”. Così veniva presentata al pubblico la prima edizione de L’internata numero 6, apparsa a Roma nell’ottobre 1944. Ma il libro, bello e coraggioso, di Maria Eisenstein (che nell’Epilogo si lasciava intendere fosse stata inghiottita dalla Shoah) costituisce anche la prima testimonianza diretta su un campo di concentramento dell’Italia monarchico-fascista. Chi era realmente Maria? E quali sono, nel suo testo, gli esatti confi ni tra fi ction e realtà, tra “diario romanzato” e denuncia civile? A queste domande, e a tante altre ancora, dà risposta ora Carlo Spartaco Capogreco, che dell’Autrice ci restituisce il volto, il vero nome, il percorso di vita. E ci racconta anche le vicende di questo libro – sempre fresco e sorprendente – che si inseriscono, a pieno titolo, nella storia intellettuale del nostro Paese e nelle sue politiche della memoria. -
Lettera al futuro
La Carta ao Futuro di Vergílio Ferreira è un breve saggio filosofico in forma di epistola a un amico pubblicato in volume nel 1958. Scritta nel 1957 e pubblicata lo stesso anno nella rivista Vértice l’organo del movimento neorealista portoghese, Lettera al Futuro rappresenta il primo tentativo saggistico del romanziere-filosofo di trasposizione delle filosofie esistenzialiste in Portogallo. Inviata a un immaginario amico venturo «ti scrivo a distanza di un secolo, cinque secoli, mille anni…», la Lettera come in nuce specula sulle grandi questioni dell’io (impossibile da pensare se non come relazione con l’Altro), della Storia, della memoria e della conoscenza. In una prosa elegante e complessa che piega il portoghese alle rarefazioni concettuali dell’esistenzialismo, Lettera al Futuro è al contempo la testimonianza della rielaborazione dalla periferia delle posizioni di Sartre e Malraux ma anche un finissimo esercizio poetico sull’uomo del Novecento come interrogazione e come silenzio. -
La brutalità delle cose. Trasformazioni psichiche della realtà
In ogni esperienza psichica, come pure nella produzione di un'opera d'arte, è presente un nucleo intrasformabile, che resiste a qualsiasi intervento su di esso. Siamo abituati a trattare queste alterità irriducibili e radicali in modo da adattarle alle nostre modalità di conoscenza e al nostro vissuto, ma in realtà esse costituiscono la materia bruta del nostro vivere e quindi della nostra umanità. Possiamo tuttavia operare su di esse mediante delle trasformazioni che, pur non alterandone la sostanza, le immettano in una configurazione diversa, generando delle forme nuove. La psicoanalisi può favorire questo percorso, difficile e rischioso, fornendo un'attrezzatura resistente, come una tuta sofisticata, che permetta di attraversare gli spazi siderali della vita psichica e della realtà umana, senza andare in fiamme al primo impatto. Nel mondo attuale ci troviamo a far fronte a problematiche mai poste prima, sradicanti le vecchie certezze, perturbanti rispetto alle usuali esperienze di noi stessi e degli altri. Incontriamo conflittualità disorganizzate e frammentarie alle quali la psicoanalisi può tentare di rispondere adoperando la modalità che è alla base stessa della sua teoria e della sua clinica: una procedura aperta, non difensiva, che allarghi il campo di esperienza piuttosto che circoscriverlo. Per questo appare necessario il suo intreccio con le varie forme del sapere in modo da riuscire a mettere in collegamento aspetti e livelli diversi della realtà psichica... -
Intimità o integrità. Filosofia e differenza culturale
Avvantaggiandosi della doppia prospettiva di filosofo e nipponista, Thomas P. Kasulis traccia nuove prospettive euristiche nel campo degli studi interculturali. L'autore identifica due tendenze fondamentali, una verso l'intimità"" e una verso l'Integrità"""", che operano dietro alle differenze culturali che più sembrano stridere tra di loro. Il modo di conoscere il mondo, il modo di porsi nei confronti di persone e cose, la percezione artistica e la concezione della politica; queste e altre direttive che formano il profilo caratteristico di una data cultura (o sottocultura) vengono determinate da una o dall'altra tendenza. Entrambe tuttavia, una volta analizzate, hanno una loro coerenza e razionalità, pur essendo fondamentalmente così diverse nei loro assunti di base. Questo libro offre un nuovo approccio all'intercultura, superando sia l'universalismo che un mero relativismo culturale, in favore di un ri-orientamento verso valori in realtà non estranei, ma semplicemente in secondo piano, permettendo un migliore confronto con contesti culturali diversi."" -
Venetia. Tessere di un mosaico infinito
Frammenti della storia di una delle maggiori civiltà del Mediterraneo, che ha dato vita nei secoli a produzioni culturali, uomini, idee, scambi e modelli che hanno costituito un punto di riferimento per le altre culture europee e mondiali. Impero, repubblica, città, aperta al mondo, capace di resistere oltre un millennio e dare al mondo un’eredità imperitura. Tessere di un mosaico infinito, qui colte in un percorso disordinato e allegramente stimolato dalla sola curiosità e dalle occasioni di lettura, commemorazioni, mostre d’arte, eventi politici. Un libro per appassionati e per neofiti, che coglie alcuni tra gli infiniti momenti di splendore della civiltà veneziana, senza pretesa di sistematicità, per il piacere della lettura e della scoperta, o riscoperta. -
Troubles visionnaires, regards impitoyables. Masques et masquages chez Jean Lorrain
Jean Lorrain témoigne d’un penchant caractériel indéniable pour le déguisement et pour la mascarade. Dans ses oeuvres aussi, il a souvent recours aux masques et aux travestissements (qui reviennent avec insistance sous sa plume). Ce livre se propose d’étudier les valeurs et les fonctions que le masque assume chez l’auteur, à l’intérieur de sa production littéraire et par rapport à celle d’autres écrivains de la fin du siècle. -
Napolitano, re nella Repubblica. Per una messa in stato d'accusa
Attraverso un esame critico della seconda Presidenza di Giorgio Napolitano, il volume esamina alcuni passaggi significativi del suo secondo mandato (già di per sé eccezionale, come le sue dimissioni assai anticipate hanno dimostrato), per valutare la loro incidenza sulla dialettica politica, la quale, secondo la Costituzione, deve restare estranea al ruolo presidenziale di garanzia. Lo studio, svolto da una prospettiva costituzionalistica e da una prospettiva più propriamente filosofico-sociologica, si propone di verificare, con documentazione obiettiva e rigore metodologico, se Napolitano abbia varcato il confine del suo ruolo, trascinando, nell’inerzia degli altri organi costituzionali, il sistema verso una forma di governo semi-presidenziale o addirittura presidenziale. Si tratta di un inedito interventismo attivo sui problemi istituzionali, politici ed economici, avvenuto nel sostanziale silenzio (se non con l’adesione) di gran parte degli organi di informazione e, conseguentemente, nell’assenza di analisi critica da parte dell’opinione pubblica, supina rispetto ad un modo di interpretare le istituzioni, che avrebbe invece richiesto consapevolezza dell’esercizio del potere e dei suoi limiti. -
Il desiderio della lettura. Esercizi. Pratiche. Discorsi
Che cosa significa leggere? In che modo il balbettio dell’apprendista lettore, che esercita la propria voce in favore del significato di ciò che è scritto, diviene il godimento silenzioso attraverso cui il lettore esperto dà senso a ciò che legge? Come può un’attività così personale diventare fondamentale per l’identità della comunità, che nella ampiezza della sua diffusione riconosce uno dei principali indicatori del proprio benessere? Nelle distanze che separano ciò che è letto da chi legge, in una continua tensione fra attestazione di sé e riconoscimento dell’altro, il desiderio della lettura ci rende consapevolmente liberi di prendere parte ai discorsi attraverso cui articoliamo significativamente le nostre esperienze; e ci “costringe” a “fare e disfare” continuamente le trame delle nostre vite. -
La conquista «attraverso» il diritto
Qualche mese dopo l’arrivo di Colombo a San Salvador le potenze europee cominciarono a spartirsi il Nuovo Continente, prima ancora di sapere che fosse tale. Non accontentandosi della terra, ma volendo anche le “anime” che la popolavano, i conquistatori sentirono il bisogno di procurare alle loro armi la benedizione del diritto. Fu così che in meno di cinquant’anni vennero ideate pressoché tutte le strategie argomentative destinate a caratterizzare il discorso giuridico coloniale ispanoamericano dei secoli successivi. I primi quattro contributi raccolti in questo volume si soffermano sulle fasi iniziali di elaborazione di tali strategie. L’ultimo ne coglie alcune più recenti riformulazioni impiegate a sostegno delle pratiche di assoggettamento proprie del “colonialismo interno” a partire dall’analisi di un caso emblematico. -
Relazioni di paesaggio. Tessere trame per rigenerare luoghi
Paesaggio, con il suo continuo uso e abuso, è un termine che non ha mai messo d’accordo studiosi e operatori sul significato. La confusione avanza nella teoria e nella stessa pratica. Nella riflessione teorica investe spesso la categoria estetica soggettiva del sentimento, viene alloggiato in una dimensione astratta, resta confinato nell’iperuranio platonico dovuto all’uso dell’articolo determinativo. Nella prassi manifesta in tutt’evidenza il bisogno d’una decisione oggettiva, corroborata da idonei strumenti di conoscenza che colmino i vuoti di retoriche urbanistiche quasi sempre inconcludenti, lontane da ogni interesse per quell’essenza fluida in incessante trasformazione, per quel movimento continuo, per quelle interdipendenze percepibili che contrassegnano i paesaggi, al plurale, nella loro varietà, differenza, molteplicità: infine, nel loro peculiare carattere distintivo e unico che li rende singolarmente oggettivi da doverne/poterne governare le specificità locali nel piano, enucleandone le relazioni che li improntano in una costellazione concreta d’elementi diversi in rapporto tra loro singolarmente e complessivamente, e tali da formare un uno in se stesso distinto. Tali elementi costituiscono i dati del reale, utili a completare la conoscenza della totalità e della profondità dei luoghi come particolari d’un universale e intrecci d’una trama rigeneratrice d’assetti, sfibrati dall’incessante mutamento finora così trascurato e adesso divenuto così incalzante. Ma, nonostante le tante (troppe) regole dei tanti (troppi) piani, tale mutamento non appare né governato né tantomeno compreso. Non se ne conoscono trame, reti, relazioni, nonostante lo sforzo per il controllo. Ma su questo tasto bisogna insistere: sulla trama. Un tasto poco battuto per timore di uscire da certe consuetudini che, nonostante riconoscano la complessità del disordine della città moderna e del conflitto sociale, non studiano l’intreccio delle relazioni e la conseguente trama dell’abitare come esistenza, interrompendola con le forme del verde, spesso spazi vuoti pretestualmente disegnati in nome del miglioramento della vita. Ma per operare occorre comprendere la natura della costellazione concreta, le sue trame intessute di relazioni che uniscono gli abitanti al loro luogo sotto le forme dell’appartenenza (al pari della contestazione del quadro di vita come segno di malessere, esclusione, talvolta emarginazione). È questa un’arte della tessitura che richiede l’utilizzo dell’ago e dei fili dai diversi e variegati colori, di cui il libro introduce i risvolti teorici e pratici: nella parte iniziale con lo sviluppo d’un pensiero di paesaggio senza bordi, nell’altra riversandolo in un percorso urbanistico che irrobustisca il cammino tecnico della rigenerazione urbana, per l’utilizzo consapevole dei dati al servizio del luogo.