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Dialogo al confine. Scelta di lettere 1978-1985
"Ricostruire un ambiente storico per definire profili, valutare opere e capire le scelte dei protagonisti è impegno che dà esiti sempre manchevoli; parlare del passato soggiace immancabilmente alle categorie di valore di chi si impegna a farlo. Tuttavia i documenti parlano, e la soggettività di chi oggi voglia vedere più a fondo nella concretezza dei documenti non può che favorire un arricchimento di interesse e l'apertura di nuovi itinerari di ricerca, specie se i documenti sono """"nuovi"""". Con questo spirito pubblichiamo il carteggio che ha impegnato in fitto dialogo Gino Brazzoduro, poeta e ingegnere chimico di origine fiumana, ed il poeta Biagio Marin, carteggio che nella sua totalità è presente nell'archivio privato della signora Anna Brazzoduro, ed in parte anche nel Fondo Marin della Biblioteca Civica di Grado, dove occupa una posizione di notevole interesse, avendo accanto altri carteggi e documenti di autori ed intellettuali fiumani con cui Marin ha avuto contemporanea corrispondenza, così da arrivare ad uno scambio epistolare a tre."""" (Dalla Presentazione di Edda Serra)." -
Edipo re. I canti
La presente edizione dei canti dell'Edipo re si propone di ricondurre i passi lirici alla loro forma originaria ed all'assetto metrico che essi possedevano nelle edizioni antiche. Il testo è corredato da un apparato critico, in cui sono registrate solamente le varianti e le congetture metricamente rilevanti, e di un apparato colometrico, nel quale vengono segnalate le divergenze dei manoscritti rispetto alla sistemazione metrica adottata nel testo. L'elevato numero dei manoscritti sofoclei ha imposto una selezione al loro interno; in questo senso, due sono stati i criteri fondamentali che hanno guidato la scelta: il primo è consistito nello studio attento dei manoscritti più antichi che, con buone probabilità, recano traccia di una minore stratificazione di errori e non tramandano le correzioni effettuate dai filologi bizantini nelle loro edizioni. In secondo luogo, l'autore ha utilizzato almeno un testimone per ogni famiglia di manoscritti, convinto del fatto che seguire, oltre al criterio dell'antichità, anche quello dell'appartenenza alle famiglie sia un modo per potersi districare all'interno di una tradizione così complessa e per mettere alla prova classificazioni già proposte. -
L' autore pensoso. Un seminario per Graziano Arrighetti sulla coscienza letteraria dei greci
Il volume che qui si presenta contiene nove articoli legati da un tema unitario: la riflessione di un autore sulla sua produzione o sulla produzione letteraria del passato: dalla poetica in fase arcaica a Platone, dalla biografia letteraria del Peripato all'evoluzione della critica letteraria. I contributi raccolti vogliono essere un omaggio a Graziano Arrighetti (per molti anni insegnante di Letteratura greca all'Università di Pisa), che, da Omero ai contributi su Pindaro in fase imperiale, ha donato allo studio della letteratura antica mezzi validi per il sereno esercizio della filologia e per una rivendicazione ai testi della cultura greca di una puntuale coscienza letteraria. Fra i numerosi temi, si segnalano: la poetica della verità che distingue il proemio della ""Teogonia"""" di Esiodo e pervade il discorso della Dea in Parmenide e che assume luce nuova in base al falso richiamato da Eumeo, preziosa indicazione per il codice che sceglierà l'ingannevole Odisseo; il proemio degli """"Erga"""", prova di una puntuale coscienza letteraria di Esiodo, con la divisione fra un profilo negativo e un profilo positivo che nutre la competizione dell'aedo con l'aedo, per la costruzione della catena letteraria; una nuova interpretazione della celebre massima che apriva """"l'Aletheia"""" di Protagora, in fertile rapporto con l'arcaica necessità di una protezione delle Muse per il canto, ma ormai campo inesplorato per una rivendicazione di grande spessore intellettuale."" -
Il trattato fra Sardi ed Efeso degli anni 90 a. C.
Lo studio dei numerosi e vari documenti epigrafici, in greco e in latino, provenienti dall'Asia Minore, è da sempre una delle fonti principali per far luce su tematiche rilevanti del Vicino Oriente antico sia sotto l'aspetto della storia politica, giuridica, amministrativa e culturale, sia per quello che riguarda i rapporti di Roma con le comunità greche della regione. Il volume che qui si presenta, sulla base di una lettura approfondita di una massa ingente di documenti (alcuni, di enorme importanza, venuti alla luce ed editi in tempi recentissimi) pubblica un trattato stipulato nel corso del I secolo a.C. fra Sardi ed Efeso, per risolvere alcune loro controversie. Il trattato, di cui si offre la trascrizione corredata da un puntuale commento, costituisce una testimonianza molto interessante di come Roma seppe intervenire nelle discordie che opponevano le due città greche libere, ricorrendo ai buoni uffici di un personaggio greco e alla mediazione di una città greca neutrale, che suggerì e facilitò un accordo risolutivo diretto fra le parti. -
Il trattato fra Sardi ed Efeso degli anni 90 a. C.
Lo studio dei numerosi e vari documenti epigrafici, in greco e in latino, provenienti dall'Asia Minore, è da sempre una delle fonti principali per far luce su tematiche rilevanti del Vicino Oriente antico sia sotto l'aspetto della storia politica, giuridica, amministrativa e culturale, sia per quello che riguarda i rapporti di Roma con le comunità greche della regione. Il volume che qui si presenta, sulla base di una lettura approfondita di una massa ingente di documenti (alcuni, di enorme importanza, venuti alla luce ed editi in tempi recentissimi) pubblica un trattato stipulato nel corso del I secolo a.C. fra Sardi ed Efeso, per risolvere alcune loro controversie. Il trattato, di cui si offre la trascrizione corredata da un puntuale commento, costituisce una testimonianza molto interessante di come Roma seppe intervenire nelle discordie che opponevano le due città greche libere, ricorrendo ai buoni uffici di un personaggio greco e alla mediazione di una città greca neutrale, che suggerì e facilitò un accordo risolutivo diretto fra le parti. -
Su libertà e schiavitù. Sugli schiavi. Discorsi 14 e 15
Vittima per lungo tempo di schematismi interpretativi e forzature, la fisionomia del personaggio Dione ha via via riacquistato coerenza ed unità, sempre meglio definendosi nel suo caratteristico intreccio di interessi diversi, politici, etici e letterari. Nato intorno alla metà del primo secolo in una delle famiglie più in vista di Prusa, da più generazioni legata a Roma, Dione fu anzitutto un colto e raffinato uomo di lettere; fu un politico ambizioso e sempre vicino al potere; fu talora opportunista, ma anche sinceramente convinto della propria missione di consigliere ed educatore; fu un sostenitore dell'ordine imposto da Roma, ma seppe anche muovergli critiche; fu portavoce dell'impero nelle città d'Oriente, ma non smarrì mai il senso della propria grecità. All'interno del variegato corpus degli scritti di Dione, i discorsi 14-15 costituiscono una coppia tematicamente omogenea dedicata alla libertà. Si tratta di due opuscoli estremamente interessanti, la cui apparenza a bella posta semplice e dimessa cela un calcolatissimo mosaico di allusioni, citazioni, recuperi filologici di fonti antiche; di richiami colti a tradizioni filosofiche e di avvertite concessioni alla topica dei generi letterari. La scoperta di nuovi testimoni del testo, in primis dell'unica fonte papiracea di Dione - nota in realtà dal 1930 ma ancora inutilizzata -, e la necessità di una revisione alla luce di nuovi criteri e delle nuove acquisizioni, rendono utile una riedizione di questi testi. -
Su libertà e schiavitù. Sugli schiavi. Discorsi 14 e 15
Vittima per lungo tempo di schematismi interpretativi e forzature, la fisionomia del personaggio Dione ha via via riacquistato coerenza ed unità, sempre meglio definendosi nel suo caratteristico intreccio di interessi diversi, politici, etici e letterari. Nato intorno alla metà del primo secolo in una delle famiglie più in vista di Prusa, da più generazioni legata a Roma, Dione fu anzitutto un colto e raffinato uomo di lettere; fu un politico ambizioso e sempre vicino al potere; fu talora opportunista, ma anche sinceramente convinto della propria missione di consigliere ed educatore; fu un sostenitore dell'ordine imposto da Roma, ma seppe anche muovergli critiche; fu portavoce dell'impero nelle città d'Oriente, ma non smarrì mai il senso della propria grecità. All'interno del variegato corpus degli scritti di Dione, i discorsi 14-15 costituiscono una coppia tematicamente omogenea dedicata alla libertà. Si tratta di due opuscoli estremamente interessanti, la cui apparenza a bella posta semplice e dimessa cela un calcolatissimo mosaico di allusioni, citazioni, recuperi filologici di fonti antiche; di richiami colti a tradizioni filosofiche e di avvertite concessioni alla topica dei generi letterari. La scoperta di nuovi testimoni del testo, in primis dell'unica fonte papiracea di Dione - nota in realtà dal 1930 ma ancora inutilizzata -, e la necessità di una revisione alla luce di nuovi criteri e delle nuove acquisizioni, rendono utile una riedizione di questi testi. -
Parole cose persone. Il realismo modernista di Tozzi
I narratori più rappresentativi del realismo modernista sono Pirandello, Tozzi e Svevo. A loro si devono innanzi tutto la ricostruzione e il rinnovamento di due generi - la novella e il romanzo - messi al bando dalle avanguardie primonovecentesche. Tozzi esordisce nel genere romanzo nel 1919 con ""Con gli occhi chiusi"""" che, insieme alla """"Coscienza di Zeno"""", è il grande capolavoro del realismo modernista. Nonostante le diverse formazioni culturali, tutti e tre gli autori sono impegnati nello stesso progetto: ridare senso alla forma-romanzo (e alla forma-novella), facendone lo strumento di rappresentazione dei conflitti della modernità, del nuovo rapporto tra io e mondo, delle angosce del presente. E l'autore senese è quello che incarna più pienamente lo spirito autentico del realismo modernista: lo incarna tanto come romanziere quanto come autore di novelle, un genere al quale, a partire anche in questo caso dagli anni della guerra, Tozzi ha dato un gran numero di piccoli capolavori ancora poco conosciuti; capolavori paragonabili per forza espressiva ai più celebrati racconti di Pirandello, ma di quelli tanto più amari e desolati."" -
Agoni poetico-musicali nella Grecia antica. Vol. 1: Beozia.
Chi si accosta allo studio degli agoni musicali greci è indotto a rendersi conto in breve tempo dell'insospettata vastità del fenomeno, caratterizzato sia da una capillare distribuzione geografica, che va dalla Grecia continentale all'Asia Minore, dalle isole dell'Egeo alle colonie dell'Italia meridionale, sia da un'ininterrotta persistenza temporale. Il presente lavoro è relativo alla Beozia, terra di antiche tradizioni culturali e musicali. L'eccellenza delle scuole di auletica beotiche, l'influenza esercitata dalla vicina Delfi, l'esigenza di organizzare momenti di incontro politico, religioso e culturale tra le città della confederazione sono tra i più rilevanti fattori che contribuirono all'istituzione e alla fama dei numerosi concorsi musicali che si svolsero in territorio beotico. L'abbondanza del materiale raccolto (circa centottanta testimonianze di differente tipologia) offre un'idea della vitalità e della rilevanza del fenomeno dell'agonistica musicale e letteraria anche in una regione ritenuta marginale rispetto ad una presunta letteratura ufficiale. -
Le gemme etrusche con iscrizioni
Le gemme etrusche hanno stimolato la curiosità degli studiosi sin dal lontano Rinascimento e vantano una tradizione di studi plurisecolare. Il Cori pubblicò il suo lavoro sulle ""Gemme caelate"""" nel 1737 ed il Winckelmann arrivò a firenze nell'agosto del 1758 per redigere la """"Description des pierres gravées du feu baron de Stosch"""", che venne pubblicata nel 1760. Lo studio che qui si presenta, sulla base di una nuova banca dati realizzata dall'autrice e partendo da presupposti quali l'analisi dell'iscrizione (con eventuale nuova e diversa lettura), lo studio dello schema iconografico, l'eventuale derivazione del medesimo dalla glittica greca, la devianza dello schema iconografico da quelli attestati nell'arte greca, è incentrato sulla raccolta aggiornata delle gemme etrusche iscritte, comprensiva delle provenienze, delle collezioni, dei passaggi di proprietà, di eventuali nuove proposte di lettura delle iscrizioni e delle indicazioni bibliografiche principali. Esso nasce dall'esigenza di avere un quadro archeologico """"d'insieme"""" sulle gemme etrusche iscritte non limitato, come spesso avviene negli studi prettamente epigrafici, ad uno scarno elenco, ma che prenda in esame anche altri aspetti che fanno parte integrante del corretto studio di questi manufatti: gli aspetti tecnologici relativi alla loro produzione, quelli iconografici, stilistici, epigrafici, e quelli che da essi derivano."" -
Prima e dopo le tavole eugubine. Falsi e copie fra tradizione antiquaria e rivisitazioni dell'antico
Il falso è legato sin dalle origini al lucro, che costituisce un grande stimolo a questa pratica, ma in realtà sono le ideologie, politica e religiosa, a costituire la spinta maggiore. Già nel mondo romano era consuetudine acquistare le riproduzioni di opere di artisti famosi con cui ornare dimore e giardini. Nel Medioevo si falsificavano con grande abilità anche documenti politici relativi alla storia delle città. La pratica continuò nel Rinascimento e persino i corpi non sfuggirono al processo di falsificazione, effettuata attraverso l'ausilio di cosmetici e protesi. Non sono però condannabili le copie messe in circolazione senza dolo, come presumibilmente è stato il caso delle sei copie lignee delle Tavole Eugubine, che rappresentano un problema di non facile soluzione; problema che ha aperto tra gli studiosi un dibattito e che ha dato l'idea di questo volume. I saggi qui riuniti intendono offrire quindi un panorama dell'accezione del ""falso"""", della copia e della """"riproduzione"""" nelle diverse tradizioni culturali e fornire un vasto spettro dell'ambiguità di questi concetti."" -
Corollari. Scritti di antichità etrusche e italiche in omaggio all'opera di Giovanni Colonna. Ediz. italiana, francese e inglese
Il volume è dedicato a Giovanni Colonna, uno studioso che ha profondamente marcato le vicende e lo sviluppo degli studi etruscologici e dell'archeologia italica, dando grande impulso soprattutto al dibattito scientifico sulla lingua e sull'epigrafia, sugli aspetti storici e sulla religione. Nel corso dei suoi lunghi anni di attività come ispettore e docente universitario ha condotto numerosi ed importanti scavi, soprattutto in Etruria meridionale, ed ha realizzato un'imponente serie di contributi scientifici, pubblicati su numerose riviste del settore ed in alcuni studi monografici. È parso opportuno limitare gli argomenti ai campi di indagine più frequentati da Colonna e di conseguenza contenere il numero dei partecipanti ad un novero ristretto di colleghi che si sono impegnati in questi ambiti. Si è così raccolta una miscellanea di studi relativamente omogenea, pur nella varietà dei contributi, che senz'altro costituirà un valido strumento di lavoro in questi settori della ricerca. -
Corpus dei papiri storici greci e latini. Parte A. Storici greci. Vol. 2: Testi storici anepigrafi. I papiri e le storie di Alessandro Magno.
Il volume pubblica l'edizione critica (con descrizione, testo originale, traduzione e commento) di dieci frammenti papiracei, di carattere narrativo, per i quali gli Editori hanno ipotizzato la provenienza da opere storiche riguardanti la persona e le vicende di Alessandro Magno. Si tratta di papiri di carattere letterario, databili per la maggior parte tra il II secolo a.C. e il II secolo d.C. I papiri contengono riferimenti sicuri ad Alessandro e/o a personaggi a lui legati e sono suscettibili di considerazioni storiche, per quanto riguarda il contenuto, e storiografiche, per quanto riguarda il genere o l'impostazione. L'opera è chiusa da un capitolo finale che contiene un tentativo di bilancio del materiale esaminato e anche un ulteriore sviluppo di alcune questioni complesse che si prestano ad essere inserite in una prospettiva di carattere generale sull'Alessandrografia. -
Corpus dei papiri storici greci e latini. Parte A. Storici greci. Vol. 2: Testi storici anepigrafi. I papiri e le storie di Alessandro Magno.
Il volume pubblica l'edizione critica (con descrizione, testo originale, traduzione e commento) di dieci frammenti papiracei, di carattere narrativo, per i quali gli Editori hanno ipotizzato la provenienza da opere storiche riguardanti la persona e le vicende di Alessandro Magno. Si tratta di papiri di carattere letterario, databili per la maggior parte tra il II secolo a.C. e il II secolo d.C. I papiri contengono riferimenti sicuri ad Alessandro e/o a personaggi a lui legati e sono suscettibili di considerazioni storiche, per quanto riguarda il contenuto, e storiografiche, per quanto riguarda il genere o l'impostazione. L'opera è chiusa da un capitolo finale che contiene un tentativo di bilancio del materiale esaminato e anche un ulteriore sviluppo di alcune questioni complesse che si prestano ad essere inserite in una prospettiva di carattere generale sull'Alessandrografia. -
Gli etruschi e la Campania settentrionale. Atti del 26° Convegno di studi etruschi e italici (Capua, Teano, 11-15 novembre 2007)
Le fonti antiche sono concordi nel collegare l'espansione etrusca nella Campania alla feracità del suolo. Capua e Pontecagnano, fra i più antichi centri etruschi della regione, sono ubicate in zone molto fertili (la Terra di Lavoro e l'agro picentino), ma anche in punti che sono incroci di itinerari che si snodano per lo più lungo valichi o valli fluviali e che vanno in varie direzioni, favorendo traffici a largo raggio. Ne consegue che questi stanziamenti hanno avuto anche una valenza economico-commerciale. Il volume che qui si presenta, contenente gli Atti del convegno organizzato nel 2007 dall'Istituto nazionale di studi etruschi ed italici, vuole fare il punto delle conoscenze archeologiche, epigrafiche e storiche, in particolare riguardo al territorio della Campania settentrionale, che ha conosciuto in questi ultimi decenni notevoli progressi di studi e di ricerche sul campo, studi e ricerche che aprono nuove prospettive di indagine e problematiche di vario tipo. Con i dati di cui si dispone oggi, si può dire che i primi stanziamenti etruschi in Campania si trovano nel settore sia settentrionale (Capua), sia meridionale (Pontecagnano, Sala Consilina, Capodifiume, Arenosola) e risalgono addirittura ai primissimi anni del IX secolo a.C., cioè ai primordi della civiltà etrusca. Altre località della stessa regione sono poi definite etrusche dagli scrittori antichi e ad esse sono da aggiungerne alcune documentate da testimonianze archeologiche e/o epigrafiche. -
Legato son, perch'io stesso mi strinsi. Storie e immagini di animali nella letteratura italiana. Vol. 1
La lunga storia dell'attività letteraria ed editoriale è stata segnata dal rapporto tra il mondo della cultura e quello della natura e soprattutto tra i libri e gli animali. L'autore di questi saggi intende soffermarsi su alcune specie che sembrano avere avuto un peso più consistente e un rapporto più costante con il mondo dei libri e della letteratura: a partire dal topo e dal gatto che hanno accompagnato secoli e secoli di storia letteraria. Un ruolo non trascurabile l'ha avuto poi l'ape, a cui sono stati attribuiti significati simbolico-metaforici, così come doti e qualità divine sono stati riferiti alla cicala; la stessa cosa vale per la farfalla, chiamata ad evocare quanto di più spirituale ed etereo esista nella natura e tra gli uomini, mentre il cigno, nel periodo dell'Umanesimo e del Rinascimento, è immagine del legame stretto tra musica, poesia e amore. E ancora, il cavallo, simbolo di nobiltà e potere soprattutto nella tradizione scientifica e letteraria dell'Italia meridionale, e l'orso, considerato dalla Preistoria fino a tutto il Medioevo il re della foresta e l'icona per eccellenza della forza e del coraggio. -
Corpus dei papiri storici greci e latini. Parte A. Storici greci. Vol. 1: Autori noti. I frammenti delle opere di Senofonte.
Il presente lavoro comprende l'edizione critica degli undici papiri che conservano passi frammentari delle opere Senofonte e di carattere storiografico. Di essi, sette contengono passi degli Hellenica e quattro brani dell'Anabasis. Tutti i papiri tranne uno (databile al IV secolo d.C.) appartengono ad un periodo compreso tra il I e il III secolo d.C. Essi, per il modo in cui sono redatti, riescono a fornire numerose indicazioni riguardo all'estensore del testo, al committente, al lettore e all'ambito di circolazione della copia cui il frammento appartiene. Unendo tali dati all'analisi paleografica e testuale, l'autrice traccia un quadro complessivo del contributo dei papiri ai modi ed alle forme della diffusione del testo di Senofonte come storico nell'Egitto romano e bizantino, ricostruendo, sulla base dell'analisi dei manoscritti esaminati, gli apporti dei papiri delle opere storiche di Senofonte alla storia del libro antico, alla storia della scrittura ed alla ricostruzione del testo senofonteo. -
Roma e l'eredità ellenistica. Atti del convegno internazionale (Milano, università Statale, 14-16 gennaio 2009). Ediz. multilingue
In questo volume vengono pubblicati gli Atti di un convegno internazionale, del 2009, sui rapporti tra il mondo ellenistico e Roma. Il tempo dell'egemonia politica dell'ellenismo fu breve, malgrado il tentativo di Pirro di esportare l'ellenismo in Occidente: Alessandro Magno morì giovanissimo nel 323 a.C. e già nel 197 a.C. Filippo V di Macedonia veniva sconfitto a Cinocefale dai Romani e nel 191 a.C. Antioco III il Grande, re di Siria, veniva travolto alle Termopili. Tuttavia la cultura, l'economia, le strutture statali, la burocrazia e l'amministrazione, la scienza e le filosofie ellenistiche, filiazioni originali di quelle classiche, proietteranno la loro influenza dominante su quelle romane e, attraverso il mondo romano, si imporranno a tutto l'Occidente e verranno trasmesse ai secoli successivi. Il riflesso storico dell'ellenismo è stato di grande respiro in ogni settore della civiltà umana e in primo luogo a Roma, che se ne dimostra erede, nello stesso tempo, fedele e creativa. -
Roma e l'eredità ellenistica. Atti del convegno internazionale (Milano, università Statale, 14-16 gennaio 2009). Ediz. multilingue
In questo volume vengono pubblicati gli Atti di un convegno internazionale, del 2009, sui rapporti tra il mondo ellenistico e Roma. Il tempo dell'egemonia politica dell'ellenismo fu breve, malgrado il tentativo di Pirro di esportare l'ellenismo in Occidente: Alessandro Magno morì giovanissimo nel 323 a.C. e già nel 197 a.C. Filippo V di Macedonia veniva sconfitto a Cinocefale dai Romani e nel 191 a.C. Antioco III il Grande, re di Siria, veniva travolto alle Termopili. Tuttavia la cultura, l'economia, le strutture statali, la burocrazia e l'amministrazione, la scienza e le filosofie ellenistiche, filiazioni originali di quelle classiche, proietteranno la loro influenza dominante su quelle romane e, attraverso il mondo romano, si imporranno a tutto l'Occidente e verranno trasmesse ai secoli successivi. Il riflesso storico dell'ellenismo è stato di grande respiro in ogni settore della civiltà umana e in primo luogo a Roma, che se ne dimostra erede, nello stesso tempo, fedele e creativa. -
Il santuario di Vesta. La casa delle vestali e il tempio di Vesta, VIII sec. a.C. -64 d.C. Rapporto preliminare
Nel presentare questo rapporto preliminare sullo scavo nel Santuario di Vesta, prima di tutto vale la pena ricordare quanto lo studio sull'origine di Roma sia dipeso e dipenda da un luogo praticamente sconosciuto come, appunto, il Santuario di Vesta. Uno dei risultati principali dello scavo è infatti questo: in un luogo sorprendentemente disabitato prima della metà dell'VIII sec. a.C. sorgono d'un tratto, intorno al 750 a.C., abitazioni ragguardevoli (l'aedes di Vesta, la domus delle vestali, le case dei primi re di Roma) che determinano l'inizio dell'occupazione di questo spazio. Si tratta di un complesso molto articolato, pertinente ortograficamente al Palatino, ma culturalmente aggregato alla regione del Foro, che venne in seguito distrutto dall'incendio e dalle costruzioni al tempo di Nerone. Gli autori del volume hanno preso in considerazione dati noti e inediti e in qualsiasi modo osservati: scavi precedenti, documenti e pubblicazioni; infine, durante lo scavo che hanno condotto, hanno cercato di raggiungere il terreno vergine, prendendo in considerazione sia le strutture in tecnica edilizia solida che quelle in tecnica capannicola.