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Aitia. Libri 3º e 4º
Il volume conclude l'edizione critica, con traduzione e commento, degli Aitia del poeta greco Callimaco, di età ellenistica, facendo séguito al tomo pubblicato nel 1996, che riguardava i libri primo e secondo. Gli Aitia sono uno dei capolavori di Callimaco e rappresentano il manifesto di una nuova poetica: si tratta di una raccolta di elegie che indagano sull'origine (quasi sempre mitica) di nomi, usanze, tradizioni o culti, giunta fino a noi purtroppo in modo molto frammentario, tanto che una buona parte dei testi ci è nota grazie alle citazioni di altri autori ed a frammenti papiracei. Il terzo libro ha inizio con l'epinicio per Berenice e prosegue con l'elegia di Aconzio e Cidippe, che narra come i due giovani siano riusciti a sposarsi. Il quarto libro, dopo una invocazione alle Muse, contiene sedici Aitia, l'ultimo dei quali narra le vicende degli Argonauti. L'opera si conclude con l'elegia sulla chioma di Berenice. -
Aitia. Libri 3º e 4º
Il volume conclude l'edizione critica, con traduzione e commento, degli Aitia del poeta greco Callimaco, di età ellenistica, facendo séguito al tomo pubblicato nel 1996, che riguardava i libri primo e secondo. Gli Aitia sono uno dei capolavori di Callimaco e rappresentano il manifesto di una nuova poetica: si tratta di una raccolta di elegie che indagano sull'origine (quasi sempre mitica) di nomi, usanze, tradizioni o culti, giunta fino a noi purtroppo in modo molto frammentario, tanto che una buona parte dei testi ci è nota grazie alle citazioni di altri autori ed a frammenti papiracei. Il terzo libro ha inizio con l'epinicio per Berenice e prosegue con l'elegia di Aconzio e Cidippe, che narra come i due giovani siano riusciti a sposarsi. Il quarto libro, dopo una invocazione alle Muse, contiene sedici Aitia, l'ultimo dei quali narra le vicende degli Argonauti. L'opera si conclude con l'elegia sulla chioma di Berenice. -
Nuovi studi sul sequestro Moro
"Nell'archivio del tribunale penale di Roma è conservata la lettera che Moro indirizzò dal 'carcere del popolo', alla fine di aprile 1978, al partito della Democrazia cristiana. L'originale è riprodotto in facsimile alla fine di questo saggio. Qui la trascrivo, foglio per foglio, non solo per consentire a chi dovesse leggere di farsi un'idea del suo contenuto, ma anche per far vedere che essa è stata scritta dall'ostaggio con penne di colore diverso, blu e nera... Forse tutte le storie sono complicate, ma questa del sequestro di Aldo Moro - e di ciò che scrisse nel covo brigatista - lo è in modo speciale ... Sono a metà di un lavoro su queste carte, che dura ormai da qualche anno. Confesso che i punti interrogativi sono parecchi. Questo però non vuol dire che non si possano proporre elementi nuovi: vedrete che proprio l'osservazione di questo singolare documento in due colori potrà condurre a qualche risultato nell'interpretazione di alcuni punti di questa vicenda. Si tratta delle carte, - quindi delle lettere di Aldo Moro, soprattutto, e del cosiddetto memoriale, indirettamente - ma si tratta anche, più in generale, del sequestro. Il modo in cui leggiamo questi scritti e ne ricostruiamo la storia dipende, strettamente, anche dall'interpretazione data al sequestro."""" (Massimo Mastrogregori)" -
Elegie
I quattro libri di elegie del poeta latino Properzio, attivo tra la fine del I secolo a.C. e l'inizio del I secolo d.C., ebbero un notevole successo, che si protrasse nei secoli successivi. Poco apprezzato nel Medioevo, il poeta fu rivalutato nel periodo umanistico ed ebbe ampia diffusione fino a tutto il Settecento. Dare l'edizione critica dei libri di Properzio, la cui tradizione manoscritta si fonda su un totale di 148 codici medievali, è compito difficile e il ricorso alla critica congetturale è inevitabile perché l'opera, già nell'alto Medioevo, subì l'intervento di una o più mani interpolatorie, per cui si ha l'impressione di trovarsi di fronte ad un testo scompaginato e confuso. Il volume che qui si presenta offre l'edizione dei quattro libri elegiaci, con testo originale, traduzione a fronte ed ampio commento. -
Elegie
I quattro libri di elegie del poeta latino Properzio, attivo tra la fine del I secolo a.C. e l'inizio del I secolo d.C., ebbero un notevole successo, che si protrasse nei secoli successivi. Poco apprezzato nel Medioevo, il poeta fu rivalutato nel periodo umanistico ed ebbe ampia diffusione fino a tutto il Settecento. Dare l'edizione critica dei libri di Properzio, la cui tradizione manoscritta si fonda su un totale di 148 codici medievali, è compito difficile e il ricorso alla critica congetturale è inevitabile perché l'opera, già nell'alto Medioevo, subì l'intervento di una o più mani interpolatorie, per cui si ha l'impressione di trovarsi di fronte ad un testo scompaginato e confuso. Il volume che qui si presenta offre l'edizione dei quattro libri elegiaci, con testo originale, traduzione a fronte ed ampio commento. Nell'Introduzione iniziale l'autore, dando ragione del suo operare, presenta i criteri seguiti nella traduzione, molto aderente al testo originale, e quelli delle sue congetture e delle sue scelte critiche. -
Lo scudo di Achille nell'Iliade. Esperienze ermeneutiche a confronto. Atti della giornata di studi (Napoli, 12 maggio 2008)
Il racconto della fabbricazione da parte di Efesto del prodigioso scudo destinato al braccio del più valoroso eroe dell'epica greca è, nella cultura europea, l'archetipo di ogni descrizione poetica di manufatti artistici. Questa sezione eccezionale dell'Iliade, che ha esercitato una duratura influenza sulla poesia delle epoche successive, appare oggi, sempre più, ricca di implicazioni culturali. Gli interventi contenuti nell'opera prendono in esame lo Scudo come modello del genere ecfrastico; i rapporti fra le arti che vi sono rappresentate (dalla poesia alle arti figurative, alla musica e alla danza); i modelli sociali, politici ed economici che appaiono nella filigrana del testo; le tecnologie e le tipologie di oggetti e armi, i mondi figurativi che vengono evocati; lo statuto sociale dell'artigiano, dell'artista e dell'aedo. -
Aion. Annali dell'Università degli studi di Napoli «L'Orientale». Indici della rivista (I-XXX) e dei Quaderni (1-13)
In concomitanza con la pubblicazione del numero XXX, 2008 degli Annali del Dipartimento di studi del Mondo classico e del Mediterraneo antico dell'Università degli studi di Napoli ""L'Orientale"""", Sezione filologico-letteraria, è parso utile fornire ai lettori gli indici dei primi trenta anni della rivista e dei tredici Quaderni che ne costituiscono i supplementi. Nati nel 1979, come pubblicazione dell'allora Seminario di Studi del Mondo classico dell'Istituto Universitario Orientale di Napoli, gli Annali si affiancano alle altre due pubblicazioni periodiche del Dipartimento, gli Annali della sezione di archeologia e storia antica e gli Annali della sezione linguistica. Lo sguardo retrospettivo al prestigio dei tanti studiosi italiani e stranieri, alla varietà dei temi trattati, all'arco temporale ricoperto, al costante confronto realizzato dalla rivista tra la cultura classica e le altre culture antiche del Mediterraneo e dell'Oriente, costituisce lo stimolo maggiore all'impegno e alla ricerca del futuro."" -
Presenze femminili fra teatro e salotto. Drammi e melodrammi nel Settecento Lombardo-Veneto
Lo studio s'inserisce nel contesto più ampio di un settore di ricerca dedicato alla cultura della rappresentazione nella Milano del Settecento. La maggiore circolazione del libro a stampa, la nascita dei teatri pubblici a pagamento, la politica scolastica del governo di Maria Teresa, l'influenza del salon francese favoriscono la crescita culturale ed intellettuale di alcune figure femminili che animano i salotti di conversazione; alcune di loro si confrontano in prima persona con la scrittura drammaturgica, specialmente per musica. Si sono individuate una ventina di 'femmes savantes' in area lombardo-veneta, che rappresentano un fenomeno rilevante di mediazione culturale fra le sale dei teatri e la cultura accademica, ospitando nei loro saloni intellettuali, artisti e drammaturghi e vere e proprie rappresentazioni per un pubblico in miniatura. Attraverso la ricostruzione delle loro biografie e l'analisi delle loro opere si è cercato di stabilire una relazione fra la conversazione dei salotti letterari e la scrittura per la scena, seguendo il fil rouge della dialettica pubblico-privato. -
Dea Caelestis. Studi e materiali per la storia di una divinità dell'Africa romana
Erede storica della grande divinità protettrice di Cartagine (Astarte o forse, più probabilmente, Tinnit), la dea Caelestis vede il proprio culto diffondersi in tutta l'Africa del Nord in un periodo che va dal II al IV sec. d.C., restando ancora popolare fino all'epoca di Sant'Agostino. Paredra di Saturnus, dio che incarna in Africa l'identità etnico-culturale degli 'indigeni', detta Iuno o Dea Caelestis, essa segue generalmente le orme del suo divino sposo per quanto riguarda i luoghi e certe forme di culto. In quanto divinità femminile, però, essa se ne discosta sotto vari aspetti, dalla tipologia dei fedeli alle particolarità del suo culto e alle varie sfaccettature della sua personalità. Nonostante la relativa abbondanza di fonti che la riguardano, manca uno studio che analizzi sia i processi storico-religiosi anteriori al pieno affermarsi del suo culto sia gli autonomi sviluppi di esso, sia ancora gli influssi ricevuti e le interazioni con i culti e le figure di altre divinità. Il presente lavoro ha dunque come obiettivo quello di tentare di colmare tali lacune e di approfondire una serie di problemi che gli studi precedenti non hanno esaminato in tutte le loro implicazioni. -
L' insegnamento delle technai nelle culture antiche. Atti del Convegno (Ercolano, 23-24 marzo 2009). Ediz. italiana e inglese
Questo ""Quaderno"""" di Aion raccoglie le relazioni presentate al convegno """"L'insegnamento delle technai nelle culture antiche"""", organizzato dal Dipartimento di Studi del Mondo classico e del Mediterraneo antico dell'Università degli Studi di Napoli 'L'Orientale'. Il convegno ha messo a confronto specialisti di discipline diverse e di differenti tradizioni culturali sui metodi di trasmissione e di insegnamento dei saperi tecnici, scientifici e umanistici; esso ha voluto richiamare l'attenzione anche sui rapporti tra cultura letteraria e cultura tecnica e scientifica (dalla scultura alla medicina, dall'edilizia alla musica, dall'astronomia e dalla fisica alla retorica e alla poetica) nel mondo greco e romano (un ambito del sapere degli antichi, quest'ultimo, spesso trascurato dalla didattica scolastica e universitaria) e istituire un confronto tra metodi antichi e moderni di trasmissione della conoscenza."" -
La roi écrit. Le correspondance du souverain hellénistique, suivie de deux lettres d'Antiochos III à partir de Louis Robert et d'Adolf Wilhelm
"Da molto tempo la corrispondenza reale, come tutto ciò che riguarda il re e la regalità ellenistica, è al centro dei miei interessi di studio. Questo volume vuole essere una riflessione generale e di metodo sulla corrispondenza reale e, nello stesso tempo, un nuovo studio di alcune lettere la cui lettura è stata fino ad oggi incompleta o la cui interpretazione è stata data come definitiva. Le due lettere reali che ho riunito nella seconda parte di questo volume non sono famose. Una proviene da Sinuri in Caria ed è nota tramite letture parziali date da Louis Robert nel 1945, sulla base di calchi mal riusciti o difficili da decifrare; l'altra viene da Soloi in Cilicia ed è stato copiata da Adolf Wilhelm nel 1892. Se ho potuto fare dei progressi nella decifrazione e interpretazione di queste due lettere reali, è stato grazie a ragioni specifiche per ciascuno dei due documenti. Così, nel caso della lettera di Sinuri, ho potuto applicare le tecnologie digitali e informatiche, che Jeanne e Louis Robert non avevano a disposizione, alla lettura dei calchi inventariati nel Fondo Louis Robert dell'Académie des Inscriptions et Belles-Lettres. Nel caso della lettera di Soloi, sono stato in grado di mettere in discussione l'attribuzione tolemaica, dominante, grazie ai confronti con il gran numero di nuove lettere reali che sono oggi disponibili."""" (Dalla Prefazione dell'autore)" -
Un modello di prosa d'arte. L'italiano di Emilio Cecchi
In questo lavoro l'autore si propone d'indagare la lingua di Emilio Cecchi attraverso alcuni scritti che toccano tre ambiti culturali: la critica letteraria, la letteratura di viaggio e l'epistolografia. Ricadono nel primo ambito un lungo saggio su Pascoli, un libro sui grandi romantici inglesi e alcuni articoli di letteratura italiana contemporanea apparsi su vari quotidiani. Al secondo due libri che raccolgono riflessioni e memorie legate ai lunghi soggiorni dell'autore negli Stati Uniti e in Messico: del 1932 è 'Messico'; del 1939 è 'America amara'. Nel terzo ambito rientrano i carteggi con Mario Praz e Gianfranco Contini. Si tratta di scritti eterogenei da cui emerge con forza la padronanza del mezzo linguistico che privilegia gli stilemi della prosa d'arte, ma che sa anche mutare di costume attraverso una tastiera espressiva estesa fino al fiorentino vivo e ai meccanismi tipici della comunicazione dialogica. -
La scienza della natura per un intellettuale romano. Studi su Plinio il Vecchio
Il volume colloca la ""Naturalis Historia"""" sullo sfondo di una tradizione formata da tutto l'insieme della conoscenza filosofico-letteraria e retorica che, elaboratasi fin dagli inizi della cultura greca, poteva risultare attingibile a Plinio, e riconoscibile e comprensibile almeno ad una parte del suo pubblico. L'autrice studia le linee di coerenza che integrano elementi diversi nel discorso pliniano e valuta la competenza con cui Plinio le applica in base allo scopo che intende loro attribuire. I singoli elementi, per i quali siano riconoscibili ascendenze in un precedente discorso culturale, testimoniano della coerenza di Plinio e della sua competenza in un ampio complesso di àmbiti del sapere. Porre la """"Naturalis Historia"""" sullo sfondo di 'tradizioni' aiuta a cogliere meglio il senso di singoli passi e a comprendere di più la generale ideologia, che è umanitaria e politica. Ed è soprattutto nell'unione e coincidenza fra la cultura e l'impegno che risiede la cifra di Plinio come intellettuale."" -
Kitab al-'adwiya Al-Mufrada. Di 'Abu Ga'Far 'Ahmad b. Muhammad b. 'Ahmad b. Sayyid Al-Gafiqi (XII sec.). Ediz. multilingue
Nulla si conosce della vita di 'Abu Ga'far 'Ahmad b. Muhammad b. 'Ahmad b. Sayyid al-Gafiqi, medico arabo-spagnolo vissuto nel VI/XII secolo. Secondo una fonte (Iau, Uyun II, 52-53) il medico era ""insigne maestro e grande medico annoverato tra i migliori di al-Andalus, il più esperto tra i suoi contemporanei su facoltà, utilità, proprietà, peculiarità e nomi dei medicamenti semplici. Nel suo Libro sui medicamenti semplici, che non ha pari per eccellenza, né simili per contenuto, approfondisce quel che menzionarono Dioscoride e l'illustre Galeno"""". La validità dei contenuti - farmacologici e linguistici -, la meticolosa selezione delle fonti e la logica di apposizione dei brani sono i principali meriti riconosciuti all'opera. Di essa si offre qui l'edizione critica, con lo scopo di fornire agli studiosi di storia della scienza e di filologia un trattato sulle sostanze semplici prodotto in ambito medievale arabo-islamico."" -
Enciclopedia bruniana e campanelliana. Vol. 2: Giornate di studi (2005-2008).
Il secondo volume della Enciclopedia bruniana e campanelliana viene pubblicato quattro anni dopo l'uscita del primo volume e, come quello, comprende trentadue voci enciclopediche (sedici per ognuna delle due sezioni del libro), presentando, in forma riveduta, i testi che gli autori hanno anticipato nei quattro seminari di studio che si sono tenuti dal 2005 al 2008. Il volume comprende le seguenti voci: Enciclopedia bruniana: arte della memoria, mnemotecnica; astronomia; cabala; cometa; Copernico; giustizia; Inghilterra; istinto; materia; merito; Nuovo Mondo; senso; synodus ex mundis; teologia; terra; vincolo. Enciclopedia campanelliana: censura; donna; favola; ius gentium; mare; medicina; miracolo; Napoli; peste; Plotino; primalità; sistema; storiografia; tempo; traduzioni tedesche; poesie filosofiche; Venezia. -
Hermae. Scholars and scholarship in papyrology. Vol. 2
La presente opera arricchisce la serie dei ritratti dei papirologi più importanti contenuti in ""Hermae. Scholars and Scholarship in Papirology"""", volume pubblicato in questa stessa collana nel 2007. Si aggiungono qui i profili di altri diciassette studiosi, delineati da altrettanti autori. Così come per il volume precedente di Hermae, gli autori dei contributi hanno basato il loro lavoro sia sulla produzione dello studioso esaminato, sia su materiali d'archivio, sia su ricordi personali. Questo volume, proseguendo sulla stessa linea di quello uscito nel 2007, intende contribuire alla storia della papirologia e alla questione della natura e dei limiti di tale disciplina, e, al tempo stesso, è un omaggio a tutti gli studiosi che - in tutto o in parte - hanno dedicato le loro ricerche ai papiri, dando un contributo essenziale a tale ramo di studi classici."" -
Corpus dei papiri storici greci e latini. Parte B. Storici latini. Vol. 1: Autori noti. Titus Livius.
Molti anni dopo le prime pubblicazioni, per questa nuova edizione dei papiri di Tito Livio l'autore ha compiuto un esame autoptico completo sia dei frammenti di un'Epitoma liviana scoperti su un rotolo di papiro rinvenuto a Oxyrhynchus, sia del frammento dal libro I degli Annales, anche questo proveniente da un rotolo di papiro rinvenuto a Oxyrhynchus. Per quanto riguarda invece un nuovo frammento di pergamena, a buon diritto attribuito allo stesso Livio, scoperto assai più di recente presso Naqlun, il volume si basa sulle fotografie e sulla meticolosa analisi che ne è stata offerta nella prima edizione. L'autore ha integrato nel testo edito soprattutto quelle lezioni di cui si sia conservata qualche traccia e che si possano perciò ritenere più sicure. La traduzione aggiunge talvolta alcune parole o frasi, desunte da interpretazioni e integrazioni, dove l'originale è lacunoso. Le questioni linguistiche e storiche, filologiche e papirologiche sono affrontate nell'ampio commento. -
Corpus dei papiri storici greci e latini. Parte B. Storici latini. Vol. 1: Autori noti. Titus Livius.
Molti anni dopo le prime pubblicazioni, per questa nuova edizione dei papiri di Tito Livio l'Autore ha compiuto un esame autoptico completo sia dei frammenti di un'Epitoma liviana scoperti su un rotolo di papiro rinvenuto a Oxyrhynchus (dei quali ampi resti sono conservati nella British Library in London, mentre una sottile striscia da una colonna si trova nell'Egyptian Museum al Cairo), sia del frammento dal libro I degli Annales, anche questo proveniente da un rotolo di papiro rinvenuto a Oxyrhynchus, che si conserva nella Bodleian Library di Oxford. Per quanto riguarda invece un nuovo frammento di pergamena, a buon diritto attribuito allo stesso Livio, scoperto assai più di recente presso Naqlun e ora conservato nel Coptic Museum al Cairo, il volume si basa, oltre che sull'ispezione delle fotografie, sulla meticolosa e puntualissima analisi che ne è stata offerta nella prima edizione. L'autore ha integrato direttamente nel testo edito soprattutto quelle lezioni di cui si sia conservata almeno qualche traccia e che si possano perciò ritenere un po' più sicure. Altre integrazioni, e specialmente molte delle congetture, sono riportate negli apparati critici. Tale scelta è dettata dall'esigenza di riproporre fedelmente le genuine vestigia dei papiri. La traduzione aggiunge talvolta alcune parole o frasi, desunte da interpretazioni e integrazioni, specialmente dove l'originale è lacunoso. -
Sulla tradizione indiretta dei testi medici greci. Le traduzioni. Atti del 3º seminario internazionale di Siena, Certosa di Pontignano (18-19 settembre 2009)
Il terzo seminario senese sulla tradizione dei medici antichi ha raccolto specialisti italiani e stranieri di testi dell'età tardoantica, medievale e rinascimentale, con il proposito di indagare, nell'ambito della tradizione indiretta dei testi medici greci, latini e arabi, il campo particolare delle traduzioni. I vari interventi hanno evidenziato la ricchezza delle problematiche esistenti e i sensibili progressi degli studi nell'ambito filologico e metodologico. Dall'età tardoantica, con le traduzioni latina e araba del cosiddetto Testamento di Ippocrate, le ricette magiche di Sesto Placido e le Ecloghe di Oribasio, si passa alle traduzioni arabe del De humoribus ippocratico, al Canone di Ruhawi delle opere di Galeno e all'ippocratico De natura pueri. Per l'età medievale e rinascimentale si presentano studi sulle traduzioni latine del De parvae pilae exercitio e su alcune greco-latine, adespote, di Galeno e di Ippocrate, su quelle del Quod animi mores di epoca medievale e rinascimentale e, infine, sulle traduzioni quattrocentesche e cinquecentesche di Dioscoride. -
Il libro di Gesky
Il libro di Gesky, finora inedito, è un quadernetto ben conservato di settantacinque pagine non numerate, legato in filo e rilegato in pelle colorata. È un manoscritto autografo di Biagio Marin, firmato con lo pseudonimo di Marino Marin. È datato dal 24 gennaio 1913 al 21 marzo 1914, scandito all'interno dalle date di stesura, con indicazione delle località in cui è stato redatto (prevalentemente Vienna, ma anche Grado e Gorizia). Gelosamente conservato, è stato fatto uscire ora dagli eredi del poeta per la sua pubblicazione. Si tratta del primo dei suoi mitici ""Diari', caratterizzato da riferimenti al vissuto ma atteggiato anche a forma di dialogo e a rapporto epistolare, con Gesky appunto (nella vita, Gemma Apollonio, amica gradese di quattro anni più giovane), interlocutrice muta. Il libro ci consente di rivedere la personalità di Marin, la sua ricerca di amore e di dialogo, ma anche l'ironia beffarda; lo scontro fra la libertà del poeta e le istituzioni e le convenzioni sociali; il rifiuto dell'utile e delle convenzioni borghesi.""