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Le tabellae defixionum osche
Le tabellae defixionum (testi di contenuto magico incisi su tavolette) costituiscono una classe di reperti, diffusi in tutto il Mediterraneo antico, che assume un particolare interesse per diverse ragioni di ordine linguistico, sociale, religioso e storico-culturale. Oggi una raccolta complessiva di tutti questi scritti è un'impresa quasi impossibile, in considerazione della loro enorme mole e delle difficoltà di controllo autoptico. Se una bibliografia di lavori sempre più vasta si è dispiegata nella pubblicazione e nell'analisi di testi di maledizione in greco e in latino, minore attenzione è stata dedicata alle tabellae defixionum di altre lingue frammentarie; fra esse, l'osco offre un corpus ormai considerevole, forse il più ampio e il meno inaccessibile sul piano ermeneutico, di questo genere testuale. La presente raccolta, resa opportuna anche dall'incremento sensibile del corpus nel corso degli ultimi decenni, offre un panorama complessivo, soprattutto dei percorsi degli studi sia nell'ecdotica sia nell'ermeneutica. Il corpus delle defixiones osche comprende propriamente tredici testi, che nel volume sono stati raggruppati secondo il luogo di provenienza e inseriti con numero progressivo che tiene conto della dislocazione geografica da nord a sud (Campania, Sannio, Lucania, Bruzio). È stata ripercorsa la storia degli studi di ciascun testo e per ognuno viene presentato il quadro critico delle varie interpretazioni proposte. Completa la raccolta un ricco apparato figurativo e di indici. -
Hermae. Scholars and scholarship in papyrology. Ediz. multilingue. Vol. 3
Il presente volume aggiunge i profili di nove studiosi di papirologia alla serie di ritratti già pubblicati in ""Hermae. Scholars and Scholarship in Papirology"""" (2007) e """"Hermae. Scholars and Scholarship in Papirology II"""" (2010). Come per i volumi precedenti, anche qui i nove ritratti sono stati delineati da altrettanti autori, che hanno basato il loro lavoro sia sulla produzione dello studioso esaminato, sia su materiali d'archivio, sia su ricordi personali. Con quest'opera continua, e diviene sempre più esteso, il contributo della collana alla storia della papirologia e alla questione della natura di tale disciplina; al tempo stesso, il lavoro è un omaggio a tutti quelli che hanno dedicato le loro ricerche ai papiri, dando un contributo essenziale a tale ramo di studi. Un'appendice finale contiene un aggiornamento bibliografico relativo ad alcuni studiosi il cui ritratto è contenuto nei volumi precedenti."" -
Hermae. Scholars and scholarship in papyrology. Ediz. multilingue. Vol. 3
Il presente volume aggiunge i profili di nove studiosi di papirologia alla serie di ritratti già pubblicati in ""Hermae. Scholars and Scholarship in Papirology"""" (2007) e """"Hermae. Scholars and Scholarship in Papirology II"""" (2010). Come per i volumi precedenti, anche qui i nove ritratti sono stati delineati da altrettanti autori, che hanno basato il loro lavoro sia sulla produzione dello studioso esaminato, sia su materiali d'archivio, sia su ricordi personali. Con quest'opera continua, e diviene sempre più esteso, il contributo della collana alla storia della papirologia e alla questione della natura di tale disciplina; al tempo stesso, il lavoro è un omaggio a tutti quelli che hanno dedicato le loro ricerche ai papiri, dando un contributo essenziale a tale ramo di studi. Un'appendice finale contiene un aggiornamento bibliografico relativo ad alcuni studiosi il cui ritratto è contenuto nei volumi precedenti."" -
Corpus dei papiri storici greci e latini. Parte B. Storici latini. Vol. 2: Adespota.
Con il presente volume, che contiene i frammenti adespota degli storici latini, si conclude la parte B del Corpus dei papiri storici greci e latini dedicata ai materiali papiracei latini. Questa parte, come le precedenti, è interamente curata da Rodolfo Funari, che aveva già pubblicato i frammenti papiracei di Sallustio e quelli di Tito Livio. Il presente volume divulga il testo critico di un frammento di un codice membranaceo (POxy I 30), di un frammento di un rotolo papiraceo (POxy XVII 2088) e di due frammenti di un rotolo, anche in questo caso papiraceo (PRyl 718): tre frammenti su papiro e su pergamena restituiti dalle sabbie dell'Egitto romano e appartenenti a opere storiche non identificate. Oltre all'Index verborum degli Adespota storici latini, il libro contiene gli Indices verborum delle edizioni commentate dei papiri di Tito Livio e di Sallustio. -
Corpus dei papiri storici greci e latini. Parte B. Storici latini. Vol. 2: Adespota.
Con il presente volume, che contiene i frammenti adespota degli storici latini, si conclude la parte B del Corpus dei papiri storici greci e latini dedicata ai materiali papiracei latini. Questa parte, come le precedenti, è interamente curata da Rodolfo Funari, che aveva già pubblicato i frammenti papiracei di Sallustio e quelli di Tito Livio. Il presente volume divulga il testo critico di un frammento di un codice membranaceo (POxy I 30), di un frammento di un rotolo papiraceo (POxy XVII 2088) e di due frammenti di un rotolo, anche in questo caso papiraceo (PRyl 718): tre frammenti su papiro e su pergamena restituiti dalle sabbie dell'Egitto romano e appartenenti a opere storiche non identificate. Oltre all'Index verborum degli Adespota storici latini, il libro contiene gli Indices verborum delle edizioni commentate dei papiri di Tito Livio e di Sallustio. -
Opere. Vol. 2: L'esito teologico della filosofia del linguaggio di Jacobi. Filosofia della religione come problema storico.
Il secondo volume offerto al ricordo e all'opera di M. M. Olivetti (dopo quello riservato ai Saggi), è dedicato a due monografie dello studioso, che vengono di nuovo presentate all'attenzione degli studiosi, contribuendo a restituire un pensiero complesso e capace di unire l'attenzione alla storia con lo studio della filosofia, in particolare la filosofia della religione. L'esito teologico della filosofia del linguaggio di Jacobi, del 1970, è rivolto al passaggio dal problema del significato al problema del senso dell'esistenza, insito nella radicalizzazione dello stesso problema del significato. ""La Filosofia della religione come problema storico"""", del 1974, affronta il tema della crisi di identità in termini di filosofia della religione, ponendo al centro gli studi di sociologia."" -
Opere. Vol. 3: Il tempio simbolo cosmico. Analogia del soggetto.
Il terzo volume dedicato all'opera di Marco Maria Olivetti presenta due saggi, Il tempio simbolo cosmico, del 1967, e Analogia del soggetto, del 1992. Il primo, che costituisce una duplice apertura nel settore dell'arte e della religione, contiene un'analisi approfondita della trasformazione dell'orizzonte del sacro nell'età della tecnica. La rinascita dell'architettura sacra nella nostra era tecnologica, e spesso attraverso l'utilizzazione di strumenti messi a disposizione dal progresso, viene analizzata dall'autore attraverso un serio studio critico; l'elaborazione di una filosofia del tempio è un'introduzione significativa per quegli studiosi di arte sacra, filosofia e teologia, che dovrebbero concorrere con i nuovi tecnici dell'architettura a risolvere il problema della costruzione sacra. La tesi del secondo testo (Analogia del soggetto) è che non esiste un'essenza dell'essere umano. Tale essenza è ""immaginata"""", e senza siffatta immaginazione l'essere e l'umano non si coapparterrebbero. All'assenza come forma della presenza, all'assenza massimamente presente della società, sono volte in particolare le considerazioni della prima parte del libro (il motivo ritorna nelle appendici). La seconda parte si impegna nella discussione delle proposte contemporanee di ripensamento dell'appercezione trascendentale in chiave etica. La terza parte cerca di """"rintracciare"""" il pensiero rappresentativo, cioè di rimetterlo sulla """"giusta"""" traccia della rappresentazione."" -
Corinto. Luogo di azione e luogo di racconto. Atti del Convegno internazionale (Urbino, 23-25 settembre 2009)
Polis di lunga storia, ricordata nell'Iliade, celebrata da Simonide e da Pindaro e più volte menzionata da Bacchilide, le sue vicende erano ben conosciute anche da Simonide. Tucidide parla della sua ricchezza e prosperità, legate soprattutto alla singolare posizione geografica e all'ardire dei suoi commercianti. Tanti i problemi di ordine mitico, storico, politico, religioso, letterario che la riguardano. Nei vari contributi che il volume presenta si incontrano, di Corinto, molte definizioni legate all'approvvigionamento idrico, all'abilità nautica e commerciale dei suoi abitanti, alla manualità tecnicoartistica, alla perizia degli armatori, alle qualità militari. E al patrimonio religioso e mitico. Vengono illustrati gli aspetti politici e sociali delle vicende più significative cui la polis andò incontro fin dai primi secoli della sua storia; vicende che hanno lasciato un segno nella tradizione poetica e nella documentazione storiografica. -
Le tradizioni popolari nelle opere di Pier Paolo Pasolini e Dario Fo (Grenoble 3, 1-2 dicembre 2011)
"Il tema di questo volume vuole essere allo stesso tempo provocatorio e ambizioso: provocatorio, perché accosta due artisti molto diversi nel loro approccio all'arte e alla vita, che non si sono risparmiati pesanti critiche l'uno nei confronti dell'altro; ambizioso, perché si propone di andare al di là delle opinioni da loro espresse, invitando ad uno studio comparato delle loro opere, studio che finora è stato condotto solo in maniera occasionale. Pier Paolo Pasolini e Dario Fo vivono nella stessa epoca, testimoni di grandi trasformazioni politiche, sociali e culturali del proprio paese, entrambi lottano ed elaborano una poetica dell'impegno politico e civile, esponendosi in prima persona, scendendo in campo anche fisicamente. In questa prospettiva, sono numerosi i punti sui quali è possibile operare un confronto, sebbene le divergenze siano sostanziali sia a livello estetico che ideologico. Abbiamo scelto il filtro tematico delle 'tradizioni popolari' non solo perché in questo nucleo convergono argomenti cari ai due artisti, ma anche perché la tradizione, intesa nel suo significato etimologico di 'trasmissione, consegna', fa parte del loro modus operandi"""". (Dall'Introduzione)" -
I Giunta a Madrid. Vicende e documenti
All'interno del panorama tipografico-editoriale italiano rinascimentale non c'è dubbio che un ruolo di spicco sia stato rivestito dalla famiglia dei Giunta. In origine mercanti fiorentini, probabilmente attivi sul versante del commercio della lana e iscritti all'arte dei ""medici e speziali"""", dalla metà del XV secolo compresero le interessanti potenzialità di guadagno offerte dal comparto librario, vistosamente rinvigorito dalla recente, straordinaria invenzione della stampa. Già dalla fine del XV secolo la famiglia era riuscita ad avviare un'attività commerciale a Firenze e a Venezia, a cui presto si aggiunsero Lione, Burgos, Salamanca e altre piazze importanti dal punto di vista del commercio librario. Il volume che qui si presenta si occupa del ramo dei Giunta trasferitosi a Madrid e qui divenuto operativo dalla fine del Cinquecento fino alla metà del secolo successivo. Ed è su Giulio Giunta de' Modesti e su Tommaso suo nipote che si incentra questo studio, basato sostanzialmente sulla documentazione rinvenuta presso l'Archivio Historico de Protocolos di Madrid: una ricca serie di documenti, che vengono qui pubblicati nella loro interezza, sulla storia e le varie vicende dei Giunta madrileni; documenti che possono essere utili anche e soprattutto per conoscere procedure, logiche, costumi del complesso microcosmo librario dell'epoca."" -
Per Maristella Pandolfini cên zic zikuke
Il volume vuole essere un omaggio a Maristella Pandolfini, studiosa dell'archeologia etrusco-italica presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma e responsabile per molti anni, presso questa struttura, dei progetti relativi all'epigrafia etrusca. Autrice di numerosi volumi del Thesaurus Linguae Etruscae, del Corpus Inscriptionum Etruscarum e di studi su Gravisca, Caere e Tarquinia, al termine di una lunga e fruttuosa carriera, i colleghi, gli amici e i collaboratori hanno voluto riunire in quest'opera in suo onore una serie di contributi relativi all'epigrafia e alla linguistica etrusche. -
Egitto. Dai Faraoni agli Arabi. Atti del Convegno «Egitto: amministrazione, economia, società... » (Milano, 7-9 gennaio 2013). Ediz. italiana e francese
Il volume raccoglie gli Atti del convegno 'Egitto: amministrazione, economia, società, cultura dai Faraoni agli Arabi', tenutosi a Milano nel gennaio 2013, convegno che ha voluto essere momento di esposizione, confronto e dibattito tra studiosi di provenienze molto diversificate in merito, appunto, all'Egitto, cantiere e laboratorio privilegiato per lo studio delle interazioni di lunga durata tra civiltà incontratesi e succedutesi sul medesimo territorio. Un panorama di oltre quattro millenni da cui emerge una visione chiara e articolata della storia, della cultura e dell'organizzazione economico-sociale del Paese, dalla fase di formazione dello Stato, tra la fine del IV e l'inizio del III millennio a.C., fino agli splendori espansionistici 'imperiali', dalle invasioni di diverse potenze straniere alla rinascita finale del Paese, che lascerà poi forzatamente il posto ai dominatori greci, romani, arabi. I contributi rispecchiano il calendario dei lavori che si sono svolti in tre giorni, il primo dedicato all'Egitto faraonico e copto, il secondo all'Egitto ellenistico ed il terzo all'Egitto romano e tardoantico. -
Egitto. Dai Faraoni agli Arabi. Atti del Convegno «Egitto: amministrazione, economia, società... » (Milano, 7-9 gennaio 2013). Ediz. italiana e francese
Il volume raccoglie gli Atti del convegno 'Egitto: amministrazione, economia, società, cultura dai Faraoni agli Arabi', tenutosi a Milano nel gennaio 2013, convegno che ha voluto essere momento di esposizione, confronto e dibattito tra studiosi di provenienze molto diversificate in merito, appunto, all'Egitto, cantiere e laboratorio privilegiato per lo studio delle interazioni di lunga durata tra civiltà incontratesi e succedutesi sul medesimo territorio. Un panorama di oltre quattro millenni da cui emerge una visione chiara e articolata della storia, della cultura e dell'organizzazione economico-sociale del Paese, dalla fase di formazione dello Stato, tra la fine del IV e l'inizio del III millennio a.C., fino agli splendori espansionistici 'imperiali', dalle invasioni di diverse potenze straniere alla rinascita finale del Paese, che lascerà poi forzatamente il posto ai dominatori greci, romani, arabi. I contributi rispecchiano il calendario dei lavori che si sono svolti in tre giorni, il primo dedicato all'Egitto faraonico e copto, il secondo all'Egitto ellenistico ed il terzo all'Egitto romano e tardoantico. -
Homerica et Pindarica
Questa pubblicazione accoglie le ricerche condotte negli ultimi anni su due ambiti distinti: l'esametro omerico e le Olimpiche di Pindaro. Le prime prendono spunto dal rilievo attribuito, nel trattato di metrica greca di Gentili e Lomiento, ai metri kat'enoplion (hemiepe, reiziani, prosodiaci, enopli) ed alla loro vitalità nella storia delle forme metriche arcaiche. La tradizione antica assegna ai prosodiaci (e quindi alle forme connesse degli hemiepe, dei reiziani e degli enopli) una natura ionico-coriambica e non dattilico-anapestica. Il riconoscimento della loro presenza nei nuclei costitutivi dell'esametro ha consentito di definire la natura 'mutante' del verso che, nel corso della sua preistoria, è passato da libere forme 'prosodiache' ad una misura rigorosamente dattilico-anapestica. Il passaggio dell'esametro da forme libere a forme regolate ha comportato anche fenomeni di allungamento di sillabe, che sono oggetto di ulteriori capitoli. La parte pindarica è un prodotto collaterale delle ricerche effettuate per il commento delle Olimpiche 6, 7, 8 e 9, nell'ambito della edizione commentata delle Olimpiche appena stampata per la 'Fondazione Lorenzo Valla'. Sono pubblicate qui alcune osservazioni che integrano in qualche modo le notizie date o che, nei casi controversi, esprimono altri possibili punti di vista. -
Homerica et Pindarica
Questa pubblicazione accoglie le ricerche condotte negli ultimi anni su due ambiti distinti: l'esametro omerico e le Olimpiche di Pindaro. Le prime prendono spunto dal rilievo attribuito, nel trattato di metrica greca di Gentili e Lomiento, ai metri kat'enoplion (hemiepe, reiziani, prosodiaci, enopli) ed alla loro vitalità nella storia delle forme metriche arcaiche. La tradizione antica assegna ai prosodiaci (e quindi alle forme connesse degli hemiepe, dei reiziani e degli enopli) una natura ionico-coriambica e non dattilico-anapestica. Il riconoscimento della loro presenza nei nuclei costitutivi dell'esametro ha consentito di definire la natura 'mutante' del verso che, nel corso della sua preistoria, è passato da libere forme 'prosodiache' ad una misura rigorosamente dattilico-anapestica. Il passaggio dell'esametro da forme libere a forme regolate ha comportato anche fenomeni di allungamento di sillabe, che sono oggetto di ulteriori capitoli. La parte pindarica è un prodotto collaterale delle ricerche effettuate per il commento delle Olimpiche 6, 7, 8 e 9, nell'ambito della edizione commentata delle Olimpiche appena stampata per la 'Fondazione Lorenzo Valla'. Sono pubblicate qui alcune osservazioni che integrano in qualche modo le notizie date o che, nei casi controversi, esprimono altri possibili punti di vista. -
Cultura-Culture. Metamorfosi dell'idea di cultura tra Ottocento e terzo millennio
In questo fascicolo, monografico, considerando l'evoluzione storica del processo che porta alla nascita dei Cultural Studies, si vuole rendere conto del mutamento semantico del termine cultura e del processo di massificazione politico-culturale che ha investito le società occidentali tra modernità e postmodernità. La Cultura, con la C maiuscola, e al singolare, designa una funzione intellettuale volta alla conservazione dei valori e dell'ordine che su di essi si fonda di fronte alla 'marea montante' di pericoli esiziali per la civiltà stessa d'Occidente: i totalitarismi dell'interbellum e le strategie di propaganda che li segnano, ma anche la civiltà della pubblicità, della suasione di massa e dei consumi, con una tendenza progressiva e ancora irrisolta alla traslazione tra Cultura alta ed elitaria e cultura massificata. Nella seconda parte trova spazio il dibattito critico sugli studi culturali, preceduto da un esaustivo panorama sullo stato dell'arte, soprattutto in relazione alla comparatistica, panorama in cui si mettono in evidenza la natura ibrida, pluralistica, e l'eterogeneità teoretica dei Cultural Studies, il loro porsi come un'autentica sfida sia all'elitismo atrofizzato delle tradizionali discipline accademiche sia alle strutture di potere egemoniche: dando voce agli ""esclusi dal racconto storico"""", gli studi culturali rivalutano il centro a partire dalla periferia e disperdono la teleologia del 'progresso' occidentale in un divenire più complesso e infinito."" -
La città greca. Gli spazi condivisi. Atti del Convegno del Centro internazionale di studi sulla grecità antica (Urbino, 26-27 settembre 2012)
Nei giorni 26-27 settembre 2012 ha avuto luogo ad Urbino il primo incontro organizzato dal 'Centro Internazionale di Studi sulla Grecità Antica', che raccoglie l'eredità del Centro fondato e diretto da Bruno Gentili a partire dal 1965 e proseguito ininterrottamente per quasi cinque decenni nella cornice dell'Università urbinate. Il tema affrontato - la città greca e i suoi spazi religiosi, sociali e pubblici - si inserisce perfettamente nel filone di ricerche inaugurato dall'insigne studioso che nel suo lungo insegnamento e nella sua fervida attività di saggista e di editore di testi antichi ha sempre sostenuto che ogni forma di arte e di poesia nasceva nella Grecia antica dal rapporto vivo e costante con la realtà. E quale realtà era per i Greci più forte e più totalizzante della città-stato con i suoi miti, le sue istituzioni, la sua politica? La città, un'istituzione che è stata il fondamento della storia degli antichi Greci e che è stata esportata nel mondo coloniale sia a Oriente che a Occidente. Su questi temi si sono confrontati gli studiosi invitati a parlare nell'ambito dell'incontro: storici, sociologi, storici della religione, interpreti di poesia. Attraverso un percorso storico, politico e culturale, che presuppone uno stretto legame con l'indagine archeologica, essi hanno ricostruito e studiato i luoghi principali nei quali la città si strutturava e conduceva la sua esistenza. -
Gasparo Gozzi (1713-2013). Epistole e altre lettere
Quando la forbice dei centenari si allarga, la distanza plurisecolare, i trascorsi appuntamenti commemorativi e le varie investigazioni critiche indirizzano l'interesse degli studiosi verso l'approfondimento di aspetti inediti dell'opera e il recupero di materiali d'archivio, di scritti trascurati, di corrispondenze o carteggi, che, se riguardano personalità del Settecento, difficilmente deludono. In questo solco, il presente fascicolo della rivista ""Studi sul Settecento e l'Ottocento"""" è quasi del tutto dedicato al conte Gasparo Gozzi, riservato intellettuale veneziano dalle incerte ambizioni letterarie, legato da rapporti di amicizia con i più autorevoli uomini del tempo e i più intelligenti letterati della Venezia settecentesca. I contributi nel volume s'addentrano in un'analisi tecnica di aspetti della lingua e dello stile epistolare del Gozzi, propongono un suo scritto mai pubblicato, aggiungono lettere inedite al copioso corpus dell'epistolario già dato alle stampe, individuano elementi originali, innovativi e moderni di pensiero in testi poco conosciuti del conte """"riformatore di studi, demolitore di barbarie didattiche"""" e aprono nuove prospettive di lettura dell'Isaccio entro l'eterogenea attività teatrale del Gozzi."" -
Scenari della città. Ritualità e cerimoniali nella Milano del Settecento
Il volume prende le mosse da una più ampia ricerca sulla spettacolarità e la scenografia nella Milano del Settecento, in particolare della prima metà della dominazione asburgica, fino all'inizio della coreggenza di Giuseppe II d'Asburgo. Tema assai variegato, quello della spettacolarità e della scenografia, giacché allo studio della scenografia prettamente teatrale va affiancato quello della scenografia che trasforma la città, o gli edifici preposti in occasioni festive, eventi rituali di natura civile o religiosa. Cosi, se da un lato si è analizzato l'apporto innovativo della scenografia dei fratelli Galliari, dall'altra è emersa una varietà di eventi rituali e festivi, inaspettata per una città che non aveva una corte che potesse sollecitarne la realizzazione. Punto di partenza dell'intera ricerca è stato il reperimento di fonti iconografiche, l'analisi delle quali ha consentito di individuare anche elementi impensati o poco considerati della spettacolarità milanese dell'epoca: incisioni, disegni, mappe, materiale iconografico di vario tipo, anche manufatti di arti applicate. Nel 1739, nel giro di pochi giorni, si assistette al passaggio in città di Maria Teresa d'Austria e al solenne ingresso dell'arcivescovo Stampa; fu un'occasione particolare, anche per tutta la molteplicità di elementi simbolici e spettacolari connessi ai due eventi. -
Il Santuario di Monte Li Santi. Le Rote a Narce. Scavi 1985-1996. Vol. 1: La topografia, le fasi, il culto.
Il volume, parte di una ricerca più ampia dedicata al Santuario di Monte Li Santi - Le Rote di Narce, dà inizio alla pubblicazione del primo fondamentale studio sistematico di questo importante luogo di culto, dislocato immediatamente al di fuori dell'insediamento falisco, sotto le pendici di Monte Li Santi, sulla sponda del fiume Treja. L'area sacra individuata nel 1985 è stata oggetto a più riprese di campagne di scavo da parte della Soprintendenza. Gli autori, dopo aver fatto il punto sullo stato degli studi, analizzano la topografia, le fasi del complesso monumentale e gli aspetti del culto. In modo analitico vengono presentate le strutture del santuario falisco nelle diverse fasi costruttive e di frequentazione, dall'età tardo-arcaica alla fine del II-inizi del I sec. a.C.; a seguire, gli strumenti del culto e l'organizzazione degli spazi sacri, il regime delle offerte e il fenomeno cultuale nel suo complesso.