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Per Michele Dell'Aquila. Studi su Ottocento e Novecento
Il fascicolo è dedicato a Michele Dell'Aquila, che ha fatto parte dal 1982 al 2005 della Direzione della rivista con grande competenza, dedizione e umanità. I ventidue studi raccolti riguardano due aree di ricerca ampiamente frequentate dallo studioso e sono suddivisi in due sezioni, la prima sulla letteratura dell'Ottocento e la seconda sulla narrativa meridionale del Novecento. Nella prima rientrano saggi sulla Milano dell'Ottocento, su Foscolo, Manzoni, Felice Romani, Mattei e Belli, Arrigo Boito, De Sanctis, Verga, Di Giacomo; nella seconda quelli su Luigi Pirandello, Alvaro, Stefano Pirandello, Cantatore, Vittorini, Sciascia, sino a toccare, con l'attenzione dedicata alla narrativa di Beppe Lopez, Raffaele La Capria e Nicola Lagioia, le soglie del nuovo secolo. -
Édition holistique des textes chypro-minoens
Questo volume è dedicato allo studio dei documenti inscritti in cipro-minoico, una scrittura legata alla lineare A e B e diffusa a Cipro tra il 1650 ed il 1050 a.C. Si tratta di un corpus epigrafico di documenti di cui non esisteva finora un'edizione d'insieme, nonostante il lavoro fatto da studiosi come Arthur Evans, John Daniel, Michael Ventris, Olivier Masson e soprattutto Émilia Masson, che riconobbero il carattere minoico della scrittura e proposero i primi studi sui segni del sillabario. La documentazione che qui si presenta comprende 217 iscrizioni (provenienti da venti siti diversi) che contengono 3700 segni, scritti in almeno tre scritture diverse. L'autore, Jean-Pierre Olivier, per ciascun documento fornisce la descrizione dell'oggetto che contiene l'iscrizione, la foto e il disegno, la trascrizione normalizzata dei segni e un apparato critico. Il volume si presenta quindi come uno strumento di lavoro completo ed esauriente per gli studiosi della materia, che qui trovano riorganizzato e pubblicato in maniera critica l'insieme delle testimonianze relative a questo tipo di scrittura. -
Édition holistique des textes chypro-minoens
Questo volume è dedicato allo studio dei documenti inscritti in cipro-minoico, una scrittura legata alla lineare A e B e diffusa a Cipro tra il 1650 ed il 1050 a.C. Si tratta di un corpus epigrafico di documenti di cui non esisteva finora un'edizione d'insieme, nonostante il lavoro fatto da studiosi come Arthur Evans, John Daniel, Michael Ventris, Olivier Masson e soprattutto Émilia Masson, che riconobbero il carattere minoico della scrittura e proposero i primi studi sui segni del sillabario. La documentazione che qui si presenta comprende 217 iscrizioni (provenienti da venti siti diversi) che contengono 3700 segni, scritti in almeno tre scritture diverse. L'autore, Jean-Pierre Olivier, per ciascun documento fornisce la descrizione dell'oggetto che contiene l'iscrizione, la foto e il disegno, la trascrizione normalizzata dei segni e un apparato critico. Il volume si presenta quindi come uno strumento di lavoro completo ed esauriente per gli studiosi della materia, che qui trovano riorganizzato e pubblicato in maniera critica l'insieme delle testimonianze relative a questo tipo di scrittura. -
Il romanzo e la storia
In che rapporto si pone il romanzo storico con la storiografia? Qual è la sua vera vocazione storica? Cosa conosce della storia? Come si colloca il suo ideologismo rispetto al bisogno di visioni del mondo 'forti' - di nuovi 'grandi racconti' - che presto sarà avvertito? A tali domande cercano di rispondere i lavori raccolti in questo fascicolo monografico della rivista ""Moderna"""", dedicato al rapporto fra il romanzo (e non solo quello storico) e la storia, nella consapevolezza che alla riflessione storica ed al suo raccontarsi oggi si propongono grandi compiti e temi di importanza vitale per il futuro della nostra civiltà. L'interesse prevalente è per l'Ottocento, dato che solo allora, pur con profonde diversità ed a volte in modo contraddittorio, il romanzo guardò alla 'grande storia', proponendosi talvolta come una nuova e più moderna storiografia."" -
Carducci antico e nuovo. Vol. 2
Neppure due secoli sono trascorsi dalla nascita del Carducci e, già in vari modi e circostanze, il mito del poeta maremmano si è un po' annebbiato; neppure le ricorrenze degli anniversari bastano a testimoniare una rinascita dell'interesse, anzi, è proprio in tali occasioni che si misura la portata reale del calo d'attenzione e, di conseguenza, la preoccupazione della critica di legittimare il riconoscimento di valore e l'attualità del poeta celebrato. Eppure nella prospettiva di una cultura postmoderna che riscopre la lucida e colta riproposizione di una intramontabile classicità, alcuni temi e sentimenti carducciani (il suo graduale, deluso disimpegnarsi da ogni politica attiva, le sue speranze affidate ad una ricerca del Bello, il senso della norma) appaiono tutti elementi di una possibile ricollocazione nell'attuale Parnaso letterario, naturalmente europeo. Questo volume vuole quindi contribuire, insieme ad una nuova, recente, attenzione degli studi, a ripensare la figura del poeta valorizzando l'idea civile dell'attività letteraria e intellettuale che egli sostenne e la bellezza della lingua italiana da Carducci, come diceva Marinetti, ""scolpita nel granito e riproposta in versi danzanti come puledri nelle praterie dei nostri animi""""."" -
Demetra. La divinità, i santuari, il culto, la leggenda. Atti del 1° Congresso internazionale (Enna, 1-4 luglio 2008)
Demetra compare nel pantheon, nell'organizzazione simbolica della Sicilia antica - la Sicilia della storia che parla greco - come una dea del politeismo greco, importata nell'isola e qui reinventata. Essa è dea del grano e dell'agricoltura, nutrice della gioventù e della terra, artefice del ciclo delle stagioni, della vita e della morte, protettrice del matrimonio e delle leggi sacre; figura centrale, insieme alla figlia Kore, dei misteri eleusini. Il Congresso di Enna, di cui questo volume raccoglie gli atti, si presenta ricchissimo di cognizioni e suggestioni nuove. Demetra, sulla base della testimonianza di Erodoto, fa parte dei fondamenti della cultura e del mondo greci; uscendo dalla Grecia, ha rappresentato un ponte tra la Sicilia e la Grecia propria da un lato, ma anche tra l'isola e il mondo greco e punico dell'Africa. La vastissima diffusione di questa divinità e del suo culto, la sua grande popolarità, dimostra che fu una dea delle classi meno abbienti, legata soprattutto a coloro che lavoravano duramente la terra. Le testimonianze archeologiche (una fitta presenza di santuari, una ricchissima serie, ininterrotta per secoli, di terrecotte demetriache, la documentazione delle monete) vengono arricchite di dati nuovi e nuove interpretazioni che riguardano la presenza della divinità anche fuori della Sicilia (fino in Africa) e oltre il periodo greco strettamente inteso (fino all'età romana). -
Margite
La pubblicazione di tre papiri di Ossirinco (2309; 3963; 3964) contenenti frammenti di poesia in trimetri giambici intercalati in maniera irregolare a esametri dattilici, e per tale struttura attribuiti dagli editori al Margite di Omero, ha riportato l'interesse della critica su questo poemetto di genere buffo, dopo mezzo secolo di quasi totale silenzio. Così l'autrice del volume che qui si presenta, Antonietta Gostoli, ha giudicato utile ed interessante affrontare uno studio il più possibile approfondito su quest'opera che, tra i poemi di carattere burlesco tradizionalmente attribuiti ad Omero, è quella maggiormente apprezzata ed elogiata dalla critica antica. Il Margite, come indica anche il nome (il ""Pazzoide"""", lo """"Scempio""""), narra la vicenda biografica (nascita, educazione, matrimonio ecc.) di una sorta di anti-eroe, inesperto in tutto; dai frammenti che ne rimangono siamo però in grado di ricostruirne solo approssimativamente la struttura narrativa, che pure riscosse l'ammirazione di critici anche esigenti, come Aristotele e Callimaco. Antonietta Gostoli ci offre qui raccolti, corredati da un ampio apparato critico, tutti i frammenti del poemetto, con traduzione a fronte; nell'Introduzione iniziale essa affronta poi vari problemi connessi alla sua composizione e datazione, alla lingua ed ai registri stilistici usati, alla attribuzione ed alla storia della trasmissione del testo."" -
I cavilli e il germe. Prospezioni su Sinisgalli
Il volume è dedicato all'opera di Leonardo Sinisgalli (Montemurro, Potenza, 1908 - Roma, 1981), scrittore, critico d'arte e, soprattutto, uno dei poeti più rappresentativi della stagione ermetica in Italia. L'autore, Franco Vitelli, presenta in quattro capitoli (corredati tutti da un'appendice di documenti inediti o rari che costituisce un vero 'valore aggiunto' del libro) uno studio sulla poetica di Sinisgalli, comprensiva di uno studio delle varianti e dei temi intertestuali della sua opera, nel tentativo di una esegesi il più possibile 'integrale', facente leva anche sulle ragioni della storia e della civiltà poste a fondamento delle particolari situazioni letterarie e culturali in cui il poeta è vissuto. Il primo capitolo chiarisce, in senso teorico, le direttive della ricerca e spiega la scelta del titolo: per Sinisgalli i 'cavilli' sono l'atto dell'argomentare critico; il 'germe' è la genesi della poesia nel suo farsi. I tre capitoli successivi sono invece letture esemplari del sentimento poetico sinisgalliano, non a caso fermato su testi divenuti ormai canonici. -
Einar Löfstedt nei percorsi della linguistica e della filologia latina. Atti del Convegno internazionale (Roma, 6-7 maggio 2004)
Questo volume, curato da Paolo Poccetti, raccoglie al completo gli Atti di un convegno di studi dedicato a Einar Löfstedt, una delle figure più interessanti al centro dei percorsi della linguistica latina della prima metà del Novecento. La sua presenza traspare infatti, in varia misura, negli approcci alla storia ed all'analisi delle varietà del latino e degli sviluppi romanzi che si sono dipanati nella seconda metà del secolo scorso e la sua opera si presenta come vera e propria 'summa' di mezzo secolo di ricerche della scuola svedese. Il convegno, patrocinato dall'Università di Roma 2 'Tor Vergata', si è svolto con il contributo di eminenti studiosi, filologi e linguisti, di diversa formazione culturale e di diverse nazionalità: questo per approfondire la riflessione sui dettagli dell'opera di Löfstedt e per fornire, attraverso uno studio interdisciplinare, materiale e spunti per una valutazione complessiva di questo grande latinista svedese, la cui formazione, produzione ed eredità metodologica sono fondate appunto su queste due discipline: linguistica e filologia. -
Basco ed etrusco. Due lingue sottoposte all'influsso indoeuropeo
Questo volume si pone come obiettivo principale la risoluzione delle problematiche inerenti i rapporti tra lingue indoeuropee ed etrusco. Tramite lo studio di una lingua, il basco, isolata geneticamente, tipologicamente affine all'etrusco, tutt'ora parlata e sottoposta alle medesime pressioni linguistiche indoeuropee, si cerca di spiegare le analogie e le numerose divergenze che legano l'etrusco, lingua pressoché isolata, alla famiglia che comprende il latino e le altre lingue italiche. Se la non appartenenza dell'etrusco alla famiglia indoeuropea pare già stabilita nella disputa tra Corssen e Deecke, vinta da quest'ultimo, nella seconda metà del XIX secolo, la presenza di numerose analogie tra le due entità linguistiche ha provocato ripensamenti e dubbi anche all'interno della linguistica scientifica. Il tutto amplificato dalle lacune relative ad alcuni campi della grammatica etrusca. -
Il libro dei morti di Ptahmose (Papiro Busca, Milano) ed altri documenti egiziani antichi
Il Papiro Busca consiste in un 'Libro dei morti', databile alla XIX-XX dinastia, delineato in un geroglifico corsivo che contiene segni ieratici e corredato da disegni di media qualità. Realizzato per l'artigiano Ptahmose da uno scriba non sempre impeccabile, il rotolo fu probabilmente recuperato poco prima della metà del 1850 dal marchese Carlo Busca nel corso dei suoi scavi personali e fu da lui portato in Italia. Il papiro subì la sorte di tantissimi altri documenti analoghi: fu incollato su pezzi di stoffa, una soluzione perniciosa che ha compromesso non poco lo stato del materiale. Conservato nell'Archivio dell'Ospedale Maggiore di Milano, fu studiato per la prima volta da Richard Lepsius intorno al 1850 e poi, di nuovo, tra il 1952 ed il 1953, da M. Vandoni dell'Università di Milano. In occasione della presente edizione è stato integralmente fotografato e sono state eseguite stampe a grandezza naturale di tutte le sue parti. Insieme agli altri materiali editi nel volume, fra i quali si segnala uno splendido sarcofago di sicomoro, esso costituisce un contributo egittologico di particolare rilievo: da un lato arricchisce la storia dei riti funerari egiziani in generale ed il testo delle formule del 'Libro' in particolare; dall'altro è testimone di momenti della storia delle acquisizioni, del trattamento e del restauro degli antichi manoscritti delle tombe egiziane nell'Ottocento. -
I lenti giorni. Poesie 1984-2006
Questo volume di poesie, curato da Anna De Simone e con la Presentazione di Giovanni Tesio, vuole ricordare, nel primo anniversario della scomparsa, la poetessa piemontese Bianca Dorato, una delle voci più forti della poesia 'femminile' e della letteratura dialettale contemporanee, anche se non ancora abbastanza conosciuta. Nata a Torino nel 1933, la Dorato dovette interrompere gli studi classici per motivi di salute; lavorò sempre come contabile in un'azienda piemontese, coltivando parallelamente la poesia. Ha pubblicato vari libri di poesia in piemontese, fino all'ultimo del 2006: ""Tzanteleina. Canzone di luce, d'aria e di sorridere d'acqua"""", """"Passaggio"""", """"Sentieri di luce"""", """"Neve e oro"""", """"Sentiero di valico"""". Ha al suo attivo anche opere teatrali: """"Due giorni a luglio"""" (1989), """"Il cervo"""", """"I nibbi"""" (1999); """"La notte del vento"""" (2001). In tutta la sua opera poetica, di cui qui si presenta una scelta, la scrittrice ha saputo mantenere una fedeltà tematica e stilistica inusuale che le ha consentito ogni volta di approfondire e precisare le impercettibili intersezioni tra il proprio mondo interiore e il paesaggio: quelle sue amate montagne, ripercorse infinite volte in un movimento fisico e simbolico che ha affinato i sensi a captare - dentro ogni manifestazione della realtà - l'insondabile offrirsi della vita."" -
«Si pesa dopo morto». Atti del Convegno internazionale di studi per il cinquantenario della scomparsa di Umberto Saba e Virgilio Giotti (Trieste, 25-26 ottobre 2007)
Questo numero monografico della ""Rivista di Letteratura Italiana"""" raccoglie gli Atti del Convegno """"Si pesa dopo morto"""", organizzato dall'Università di Trieste e dall'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, tenuto a Trieste nel novembre 2007, nel cinquantesimo anniversario della morte d'Umberto Saba e di Virgilio Ciotti. Critici e poeti, appartenenti a generazioni e scuole metodologiche diverse, hanno accettato l'invito a parlare di due scrittori che vantano ormai una ricca tradizione bibliografica, e che tuttavia in queste pagine sono stati nuovamente messi al centro di un confronto in grado di stabilire altre reciproche relazioni tra le loro opere, pur a lungo già indagate. Di Saba sono state analizzate poesie e prose, forme lunghe e brevi, favole, apologhi, epigrammi, lettere; dichiarazioni e reticenze su modelli e calchi letterari, rivelazioni ed omissioni per quanto riguarda la sua vita vissuta e quella narrata. Virgilio Ciotti è stato analizzato nel suo rapporto con Saba, con cui ha condiviso l'origine, ebraica, e uno dei modelli poetici dichiarati, Petrarca."" -
Granelli di senapa all'indice. Tessere di storia editoriale (1585-1700)
Volumetti di largo consumo, usurati da una lettura fin troppo frequente, per giunta a più riprese requisiti, occultati o distrutti a seguito di reiterati provvedimenti censori. Di autori soprattutto italiani, ma anche spagnoli, francesi e inglesi, solitamente semisconosciuti o volutamente anonimi, sono gocce nel mare di quei diffusissimi libretti devozionali, pervasi di pietà cristocentrica e prodighi di suggerimenti sul ben morire che inondano le officine tipografiche di mezza Europa dalla fine del Cinquento a tutto il Settecento. Di 'granello' in 'granello', dai fascicoli accumulati presso l'Archivio della Congregazione per la Dottrina della Fede alle voci dell'Index librorum, la 'lista' che alla fine emerge si rivela una campionatura feconda dal punto di vista bibliografico, orientando l'indagine verso campi ancora poco esplorati e guidandola lungo un dedalo di vicoli insospettatamente affollati: il complesso rapporto con il pubblico, il gioco di rimandi tra curatori e traduttori, dedicatari e possessori, la rete della diffusione, le operazioni editoriali di librai e tipografi. E, come in ogni 'collezione', anche in questo volume vengono alla luce operette che furono successi editoriali fino ad oggi insospettati ed esemplari ritenuti finora introvabili. -
Testo e immagine nell'editoria del Settecento. Atti del Convegno internazionale (Roma, 26-28 febbraio 2007)
Il volume raccoglie gli atti di un Convegno (tre giornate di lavoro, venticinque relazioni) tenuto a Roma nel febbraio 2007 con lo scopo di approfondire lo studio nel settore dell'editoria settecentesca, sia tramite una sistematica ricognizione di fonti catalografiche e bibliografiche tesa ad una ricostruzione più attendibile della produzione editoriale settecentesca, sia analizzando in modo approfondito i rapporti fra testo e immagine in alcuni filoni delle produzioni librarie del secolo. Durante il Settecento, infatti, l'editoria, giunta a crescente maturazione in termini produttivi e distributivi, vive una stagione segnata da una montante consapevolezza del ruolo dello scrittore / autore, dalla incontrollata crescita delle stamperie, da un progressivo incremento dei lettori, da una produzione variegata, disposta su molteplici piani tematici, da una consistente attenzione al prodotto di pregio e, infine, da più consapevoli istanze di razionalizzazione del mercato. Altra incisiva e significativa caratteristica della produzione settecentesca italiana è il crescente ricorso agli apparati iconografici, utilizzati in maniera molto differenziata in relazione alle tematiche acquisite, alla necessità di rendere la merce più appetibile agli occhi di nuovi fruitori ed agli sviluppi tecnico-professionali. Negli ultimi decenni la storia del libro e dell'editoria ha suscitato, in ambito italiano ed internazionale, crescente interesse. -
Unità e frammenti di modernità. Arte e scienza nella Roma di Gregorio XIII Boncompagni (1572-1585)
Il presente volume raccoglie i saggi in lingua italiana presentati in occasione del convegno internazionale di studi dedicato al patronato artistico e culturale di Gregorio XIII, svoltosi a Roma nel 2004. I saggi in inglese sono usciti nei ""Memoirs of the American Academy in Rome"""" nel 2010. Il convegno ha offerto per la prima volta la possibilità di un confronto fra studiosi di formazione diversa impegnati su molteplici fronti della storia artistica e letteraria del pontificato. Fulcro del convegno, evidenziato dai saggi che presentiamo (inclusi anche quelli già pubblicati nei """"Memoirs"""") dedicati alle decorazioni vaticane, al rapporto fra arte e scienza, al collezionismo, al ruolo del cerimoniale e del rituale e alla storiografia coeva, è il rapporto fra la straordinaria unità del patronato culturale e artistico gregoriano univocamente dedicato al programma di Riforma cattolica e la molteplicità dei mezzi e delle esperienze utilizzate a tale scopo. Gregorio XIII considerava l'arte uno strumento di propaganda politica e religiosa e l'arte gregoriana, seppur accompagnata da collezionismo privato e mercato d'arte, per il pubblico colto, era innanzitutto esaltazione corale della Chiesa e affermazione della centralità cultuale e culturale di Roma nel mondo cristiano. Così come dimostra tale centralità l'interesse per la scienza: la riforma del calendario e la Galleria delle Carte geografiche."" -
Il sistema portuale di Catania antica. Studi interdisciplinari di geo-archeologia marittima
Lo studio degli insediamenti costieri e, in particolare, degli approdi e dei porti dell'antichità, presenta difficoltà di vario tipo. Chi si dedica a questo lavoro deve indagare non soltanto i cambiamenti morfologici e topografici derivanti dalle attività antropiche svoltesi nell'arco di secoli, ma deve tenere conto anche delle variazioni dell'assetto idrogeologico, dovute a fenomeni tellurici, all'apporto di sedimenti di eventuali corsi d'acqua e alle modificazioni del livello del mare. Questo lavoro affronta la questione plurisecolare della definizione topografica e morfologica del porto di Catania, è curato da Elena Flavia Castagnino Berlinghieri, archeologa subacquea, e Carmelo Monaco, geologo. Le indagini multidisciplinari dei due ricercatori hanno evidenziato i cambiamenti progressivi determinati sulla morfologia costiera dai due agenti principali: l'uomo e le forze della natura. Quest'ultima non poco ha contribuito alla trasformazione dei luoghi, attraverso le eruzioni e le colate laviche dell'Etna e l'apporto di sedimenti dei fiumi Simeto e Amenano, un corso d'acqua a regime torrentizio completamente obliterato dopo il terremoto del 1693. Ripercorrendo le fonti storiche, archeologiche e topografiche, dalle età più antiche alle testimonianze più recenti, con il sostegno rigoroso dello studio geomorfologico, gli autori contribuiscono a ricostruire un quadro convincente della complessità, nello spazio e nel tempo, del sistema portuale catanese. -
Materiali per una bibliografia degli studi sulla storia del libro italiano
L'impulso impresso da anni alla realizzazione di banche dati, opac, ecc. ha certamente facilitato il lavoro dello studioso, tradizionalmente legittimato anche alla luce di un adeguato aggiornamento in merito agli studi di propria pertinenza di volta in volta posti a disposizione della comunità scientifica. Tuttavia, al di là delle non ingiustificate riserve sulla assoluta affidabilità delle fonti informatiche sia italiane che straniere, non è del tutto improprio sostenere che per certi versi le continue e vertiginose evoluzioni e moltiplicazioni degli strumenti di informazione non tradizionali possono talvolta complicare il reperimento mirato della documentazione maggiormente consona a specifiche esigenze, a causa di una eccessiva massificazione e acritica elargizione di informazioni. I presenti Materiali, pur ricchi di notizie debitamente controllate e uniformemente strutturate nella loro ortodossia descrittiva e pur attenti a garantire un adeguato tasso di aggiornamento in merito agli studi più recenti sulla ""galassia Gutenberg"""", non intendono connotarsi quale 'repertorio bibliografico', ma appunto offrire, sulla base di una selezione soggettiva, della quale gli autori (Marco Santoro, Samanta Segatori, Valentina Sestini) si assumono in pieno la responsabilità, un panorama alquanto consistente delle molteplici e varie ricognizioni sulla complessa e affascinante realtà editoriale italiana quale si è andata evolvendo dalle origini fino ai nostri giorni."" -
L' aiuto ai poveri. De subventione pauperum
Una delle caratteristiche più tipicamente umanistiche della visione del mondo e, di conseguenza, della produzione di Juan Luis Vives (Valencia, 1492 Bruges 1540) è costituita dal policentrismo dei suoi interessi culturali che esaltano la ricchezza complessiva di un messaggio particolarmente denso: si percepiscono nella sua opera echi della scoperta del mondo nuovo, sentimenti pacifisti profondi che lo legano ad Erasmo da Rotterdam ed a Tommaso Moro, insofferenze palesi verso il sapere tradizionale e desideri impetuosi di una nuova cultura, attenzione alle domande educative provenienti dalla società. L'opera che qui si presenta fu pubblicata per la prima volta a Bruges nel 1526, tocca il delicato problema della mendicità, di cui Vives illustra le cause, suggerendo una strada di riforma della società per alleviare e migliorare le condizioni di vita dei poveri. Tema assolutamente centrale nella storia della dottrina e della prassi cristiane, la questione del pauperismo era peraltro una delle questioni fondamentali del dibattito rinascimentale, presente sia nei Colloquia di Erasmo che in Utopia di Tommaso Moro. L'opera di Vives si impone, però, come un trattato sistematico, in cui il lavoro, come mezzo di sostentamento e di autonomia, diventa l'architrave della società, e si aprono grandi spazi al ruolo dell'educazione e della scuola nella formazione degli individui. -
Dalla pubblica incolumità alla protezione civile
Il volume propone gli Atti del Convegno ""Dalla pubblica incolumità alla protezione civile"""" nel quale, con autentico rigore scientifico, è stata ricostruita, per la prima volta, la storia della protezione civile, partendo dai primi interventi a sostegno della popolazione attuati dallo Stato italiano all'indomani dell'Unità. La storia della pubblica incolumità rappresenta una parte significativa nello sviluppo del nostro Paese. La chiave di lettura utilizzata è quella della ricerca della genesi e dello sviluppo di una 'cultura della protezione civile' e dell'impulso che ad essa viene dato dal contesto politico e amministrativo, nonché dalla trasmissione delle conoscenze scientifiche sul piano normativo e organizzativo nei vari settori dello Stato. In questa nuova luce e attraverso documenti e fonti per la maggior parte inediti, i diversi contributi analizzano i terremoti, le epidemie di colera e altre calamità che hanno colpito l'Italia tra Otto e Novecento, ma si soffermano anche sulla sensibilità e sul dramma delle persone coinvolte. Sul piano internazionale vengono esaminati gli aiuti, gli interventi diretti, gli scambi di informazioni, per arrivare ad una comparazione dei modelli didattici che solo recentemente, e non sufficientemente, sono entrati nei programmi scolastici e nelle aule universitarie.""