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La sicurezza nel trasporto e nelle infrastrutture della navigazione marittima ed aerea
Il presente volume raccoglie gli Atti del convegno ""La sicurezza del trasporto e delle infrastrutture nella navigazione marittima ed aerea"""", organizzato dalla cattedra di Diritto della navigazione e di Diritto dei trasporti dell'Università degli Studi Magna Grascia di Catanzaro il 13 e 14 febbraio 2009. La manifestazione scientifica ha voluto costituire un momento di riflessione sugli interventi normativi in tema di sicurezza, destinati a riverberarsi in modo significativo anche sull'accesso a porti ed aeroporti, sul controllo delle operazioni di imbarco e sbarco di persone e cose, sulle competenze della Pubblica Amministrazione e sulla responsabilità dei gestori. La più recente legislazione si caratterizza sia per il perfezionarsi delle tradizionali misure di safety, dirette alla salvaguardia dei rischi tecnici connessi all'esercizio del mezzo nautico, sia per l'adozione di aggiornate disposizioni di security, volte a prevenire e neutralizzare """"atti di interferenza illecita"""". In tale contesto pare delinearsi un'accezione sfaccettata di sicurezza che, da tutela di un Interesse pubblico superiore, incide tanto sul riparto delle competenze fra i soggetti - pubblici o privati - a vario titolo interessati, quanto su aspetti prettamente contrattuali, introducendo l'assunzione di compiti di natura pubblicistica in capo a soggetti che mantengono la loro qualificazione privatistica."" -
Lo spirito della globalizzazione
I tre saggi contenuti nel libro formano un insieme di passaggi a favore di un argomento che percorre da lungo tempo il mondo moderno, da quando la gente ha cominciato a spostarsi da una stabile esistenza agricola alla più complessa e fragile situazione economica e umana della moderna città industriale, oggi tecnologizzata. La gente con una visione miope delle questioni sociali può credere che l'abbondanza e il potere siano oggi alla portata di tutti, a esclusione di coloro che hanno eliminato gli aspetti umani sui quali si fonda l'ordine moderno, con tutti i suoi autentici progressi. Queste tre voci forti e chiare convergono in una maniera che è tanto più sorprendente quanto più mostra un'armonia fondamentale tra persone le cui vite professionali e vocazioni sono state molto differenti. Prefazione di Robert Royal. -
Autobiografia
L'""Autobiografia"""" di Friedrich A. von Hayek è un prezioso patrimonio, in cui il lettore può trovare fecondità di idee e di eventi. Uno dei principali protagonisti della cultura del Novecento racconta la sua vita: mostra la sua formazione, le affinità intellettuali, gli scontri teorici, le peripezie, il suo lungo viaggio all'interno delle scienze sociali. È la vita straordinaria di un personaggio straordinario, che ha dato rilevantissimi contributi nel campo dell'economia, della psicologia teorica, della teoria della conoscenza, della filosofia politica, del diritto e della storia delle idee. Hayek ha studiato a Vienna e a New York. E ha poi insegnato nella stessa capitale austriaca, a Londra, Chicago, Friburgo (i.B.). Ha vissuto in territorio britannico per quasi vent'anni, partecipando in prima linea a quelli che sono stati chiamati gli """"anni d'oro"""" della London School of Economics and Political Science. La sua disputa teorica con Keynes costituisce una delle pagine più rilevanti della sua vita e della cultura economica. Da quel periodo e da quelle vicende ha preso avvio la sua riformulazione del liberalismo classico. Il che lo portato a essere, per buona parte del Ventesimo secolo, il maggiore punto di riferimento per quanti, pur nelle convulsioni e nelle difficoltà di tanti momenti, hanno continuato a credere nel futuro della civiltà liberale. Premio Nobel per l'economia nel 1974. Contiene in appendice una lunga conversazione con James M. Buchanan. Postfazione di Lorenzo Infantino."" -
L' America latina sulla scena globale. Nuovi lineamenti geopolitici di un continente in crescita
Spesso trascurata dai grandi circuiti di attenzione mediatica e considerata geopoliticamente irrilevante per la tradizionale dipendenza dalla potenza statunitense, di cui era raffigurata quale ""cortile di casa"""", l'America Latina negli ultimi anni è andata guadagnando una maggiore centralità nello scacchiere globale. Ottimi trend di crescita economica, come testimoniato dalla presenza di tre Paesi dell'area nel G20, più ampia apertura al commercio internazionale, un apprezzabile consolidamento dei processi democratici (che allontanano il ricordo di passati regimi autoritari) propongono un'immagine nuova e dinamica del subcontinente. L'impetuosa crescita del Brasile, sul piano politico ed economico, ha inoltre dotato l'America Latina di una forza motrice per i processi di integrazione regionale che, arricchitisi di nuove iniziative (quali l'Unasur), possono favorirne stabilità e sviluppo. Dal canto suo, anche l'irrompere del Venezuela chavista e la sua politica di alleanze in un'ottica di antagonismo verso Washington ha profondamente alterato le consuete linee della geografia politica regionale. Oltre agli Stati Uniti ed ai Paesi europei, nuove forze a livello mondiale - Cina e Russia, su tutte stanno scoprendo il gusto della collaborazione con gli Stati latinoamericani e ne sono diventati partner di rilevanza strategica. Un ampio ventaglio di motivazioni giustifica pertanto l'attuale interesse che l'America Latina riesce a suscitare nell'attuale panorama """"globalizzato""""."" -
Terroni 2.0. Cambiare il Sud vivendo altrove
I terroni 2.0 che lasciano il Mezzogiorno per studiare e lavorare altrove sono dei veri rivoluzionari, affermano una loro personalissima ""dichiarazione d'indipendenza"""", rinunciando alla rete di protezione che li circonda, scegliendo di farsi artefici del proprio destino e non vivacchiare in perenne attesa del """"posto"""", del """"favore"""", del """"permesso"""". Non torneranno a vivere """"a casa"""", vi """"scenderanno"""" per qualche giorno di vacanza e magari per una cerimonia particolare: dovunque andranno, qualsiasi traguardo professionale raggiungeranno, i terroni 2.0 continueranno a sentirsi figli del Sud, un'appartenenza che non è un marchio da cancellare, bensì un aspetto dell'identità quotidiana rielaborato in salsa globale. Gli appelli a non partire o a tornare sono inutili, se non dannosi. È più opportuno provare a stimolare una """"coscienza di classe"""" nell'animo di questi nuovi emigrati contemporanei, invitandoli a partecipare alla vita pubblica del Mezzogiorno anche a distanza. In una fase drammatica per la storia e l'economia nazionale, la speranza dell'Italia e del Sud deriva anche e soprattutto da questo esercito di menti brillanti: come un libero governo in esilio, hanno il compito di organizzare la resistenza culturale, diffondendo l'eresia del merito e della legalità. Sono queste le """"rimesse"""" che i terroni 2.0 possono spedire a casa: il know-how e una nuova forma mentis."" -
McItalia. Il Bel Paese a tavola fuori casa
420 ristoranti, 14.500 addetti, 700 mila pasti al giorno. Sono questi gli impressionanti numeri di McDonald's Italia. Ma cosa c'è dietro la famosa M che campeggia sempre di più nelle nostre città? McDonald's è davvero l'impero del ""junk food""""? E se invece proprio in virtù del buon nome da mantenere vi fossero rigorosi controlli della qualità uniti a un rispetto sempre più evidente per il mangiare italiano come la recente campagna """"Mcltaly"""" ha voluto dimostrare? Due giornalisti, Renata Fontanelli e Giorgio Lonardi, hanno voluto vedere cosa succede """"dietro le quinte"""" dando vita a questa indagine dai risultati tutt'altro che scontati."" -
Scrofole e re. Miracoli politici e piaghe sociali nella Napoli del terzo millennio
Le descrizioni di Napoli si ripetono identiche da oltre un secolo. Finita l'epoca del pittoresco, dei ruderi di Pompei all'ombra del Vesuvio, l'immagine ricorrente è quella di una malata cronica, i cui problemi sono sempre piaghe e la camorra un cancro. E così la città patologica aspetta di continuo, con rinnovata fede, il tocco miracoloso di un re taumaturgo o di un santo medico. Anche Pasolini era stato affascinato da questa metropoli del tempo immobile, di cui si parla sempre come della Parigi di Sue e di Hugo o della Londra di Dickens, ""lo so questo - diceva -: che i napoletani oggi sono una grande tribù, che anziché vivere nel deserto o nella savana come i Tuareg o i Beja, vive nel ventre di una grande città di mare. Questa tribù ha deciso - in quanto tale, senza rispondere delle proprie possibili mutazioni coatte - di estinguersi, rifiutando il nuovo potere, ossia quello che chiamiamo la storia, o altrimenti la modernità"""". Aveva sperato, Pasolini, in una Napoli capitale dell'anti-moderno; per questo vi aveva ambientato """"Il Decameron"""". Aveva scelto Napoli """"contro tutta la stronza Italia neocapitalistica e televisiva"""". E se oggi, invece, questa """"sacca storica"""" fosse un laboratorio del governo neocapitalistico e televisivo? Se l'emergenza del rifiuto fosse la prima esposizione universale della prossima modernità?"" -
L' Europa del disincanto. Dal '68 praghese alla crisi del neoliberismo
L'originalità dei contributi presenti in questo volume sta nel cercare, attraverso l'esame di alcuni casi specifici, le motivazioni profonde e le origini di quel processo di progressiva decostruzione ideale e sociale che portò alla fine del blocco sovietico e della Jugoslavia. Nello stesso tempo vengono in considerazione gli enormi problemi (tensioni nazionaliste e disgregazione stessa degli Stati, abbattimento del welfare), che si sono successivamente aperti, tali da suscitare per certi versi un ""crudele rimpianto"""" del passato, non solo ad Est. Il fallimento del sistema neoliberista ha messo a nudo tutte le contraddizioni che nel corso di questi anni si sono accumulate nelle società europee, aggredite da corruzione e gestione arbitraria e verticista dell'economia, mentre la dittatura comunista cinese ha finito per rappresentare il modello di organizzazione del lavoro. Ciò ha provocato spinte populiste di estrema destra ma anche un forte risveglio di quello """"Zivil-courage"""" che a suo tempo portò alla vasta mobilitazione di massa contro i governi dei Paesi del """"socialismo reale"""". Questa Europa, specialmente nella sua componente giovanile, ormai non crede più nelle attuali classi dirigenti, che hanno ridotto la democrazia a una mera formalità, a un flatus vocis, e dal disincanto sta rapidamente passando alla rabbia e all'indignazione."" -
Contributo alle teorie della performance. Esercizio in ottica di genere
"Il libro presenta una serie di indizi di come l'autrice abbia cercato e stia cercando di costruirsi un proprio territorio teatrale. Ne risulta una drammaturgia dell'esperienza, in quanto il teatro, inteso come pratica di processi creativi e di conoscenza più che come produzione di opere, nasce come risultato di una dialettica di elementi che anziché essere formali e linguistici (come può essere la dialettica tra parola e scena) sono altrettante tracce di vissuto. Il primo è la condizione di donna attrice; di un teatro femminile e femminista dove la definizione di genere esprime il lato """"altro"""" di un mondo teatralmente già """"altro"""". Un altro alla seconda potenza che conduce a un rapporto particolare col linguaggio, col corpo, con la significazione drammatica. Il secondo elemento di questa drammaturgia dell'esperienza è rappresentato dalla geografia dell'origine, dal luogo di provenienza, la Calabria, che si fa materia teatrale nel momento in cui se ne riscopre la ritualità popolare, il vissuto extra quotidiano di feste in cui rito, celebrazione, rappresentazione, tragedia si incontrano nelle tracce marginali di zone di territorio non ancora spiacevolmente omologate. Poi c'è la ricerca sulla voce, terzo degli elementi della drammaturgia dell'esperienza, ma anche luogo di sintesi e di incontro fra gli altri."""" (dalla Prefazione di Lorenzo Mango)" -
Percorsi di editoria religiosa ed altro
L'universo libro, dalla nascita della carta stampata ai giorni nostri, costituisce una materia sconfinata non facile da sintetizzare e non semplice da comprendere ai più. Il presente testo, con la semplicità dell'intervista ad un ""addetto ai lavori"""", cerca di ovviare così al problema proponendo una sintesi del mondo editoriale, dagli esordi ai primi e-book, tracciando la storia delle prime editrici religiose, il loro percorso e la loro crescita, fino a giungere agli editori più significativi del panorama italiano ed internazionale. Non solo, in questo ricco ed articolato excursus, si descrivono gli aspetti generali e particolari del lavoro editoriale, della lettura, della comunicazione e della pastorale, con particolare attenzione alla missione dell'editore cattolico e più specificamente dell'""""editore del Papa"""". Ed ancora, copyright, royalty, futuro dell'industria del libro e una panoramica delle fiere del settore nazionale e internazionale. Prefazione di Giuliano Vigini."" -
Giovan Battista Falcone segretario della spedizione di Sapri
La breve vita e la difficoltà di reperire documenti hanno fatto scrivere poco su Giovan Battista Falcone, segretario della Spedizione di Sapri ( 1857). La lacuna è colmata da questo volume, nel quale se ne traccia la figura e l'attività politica. Gli interrogativi, sui quali, finora, si son fatte congetture, vi trovano risposta. L'autore, infatti, ricostruisce la vicenda, fino al suo tragico epilogo, col supporto di numerosi documenti inediti. Ne vien fuori, perciò, un quadro preciso dei fatti e l'impegno spassionato profuso dal Falcone, tanto da far dire al Mazzini: ""Se avessi la gioventù italiana come costui, l'Italia sarebbe fatta!"""". Prefazione di Luigi M. Lombardi Satriani."" -
Italia federanda
Come reagire alla lunga agonia (o malaise) che si è impadronita del nostro Paese? A molti sembra una ""fattura"""", un sortilegio da cui è impossibile uscire. Ma non è così. Basta infatti rendersi conto del significato di tante iniziative concrete che ci circondano e di come le cose evolvono altrove -soprattutto nei paesi leader del federalismo democratico - per capire che una via d'uscita ci sarebbe; che sarebbe possibile sbloccare per sforzi successivi, partendo dalle diverse realtà, le straordinarie potenzialità inespresse del Mezzogiorno e del Paese. Ma, per ottenere tale risultato, bisogna uscire dalla logica """"gattopardesca"""" della politica italiana e sviluppare, invece, una passione solida e serena per il cambiamento: per risultati concreti, plurimi, orientati (monitorati, valutati) - nel senso della democratizzazione progressiva, della crescita economica e dello sviluppo civile. Il testo si concentra su alcuni aspetti chiave di questa questione decisiva ed esplora, sulla base dell'esperienza teorico-pratica, come sarebbe possibile che l'Italia... diventasse davvero """"una Repubblica democratica, fondata sul lavoro""""."" -
Non resistere non desistere. Un'alleanza di cura per rispettare la vita e la dignità umana
Eutanasia, testamento biologico, dichiarazioni anticipate di trattamento, accanimento terapeutico, cure palliative, stati vegetativi. Da alcuni anni queste parole fanno stabilmente parte del dibattito pubblico, politico e sociale relativo al fine vita e alle condizioni di massima fragilità. L'intento di questo volume è quello di approfondire e confutare i falsi miti della ""buona morte"""", dando risposta fondata alle domande di senso che realizzano e costituiscono la questione antropologica. Esistono malattie inguaribili, ma non esistono malattie incurabili: la condivisione della fragilità restituisce a chi soffre la fiducia e il coraggio a chi si prende cura dei sofferenti. """"Resistere"""" quando non c'è più nulla da fare è vano; parimenti """"desistere"""" quando invece ci sarebbe ancora spazio di cura, è una grave omissione. La vera libertà per tutti, credenti e non credenti, è quella di scegliere a favore della vita, perché solo così è possibile costruire il vero bene delle persone e della società."" -
Storia illustrata di Cosa Nostra. La mafia siciliana dal mito dei Beati Paoli ai giorni nostri
Da quasi due secoli in Italia e nel mondo la storia di Cosa Nostra è la storia della mafia. Questa storia, se dobbiamo dar credito a un'antica leggenda ha la sua origine nell'isola della Favignana dove Osso, Mastrosso, Carcagnosso, i mitici cavalieri spagnoli appartenuti alla società segreta della Garduña, dopo una lunga permanenza nelle grotte dell'isola, hanno fondato attorno alla metà del 1400 le regole sociali della mafia, della 'ndrangheta e della camorra. I tre cavalieri appartengono alla vasta galleria della mitologia mafiosa, in questo caso della 'ndrangheta calabrese. Se dall'isola della Favignana ci spostiamo in Sicilia, le cose cambiano, e di molto! Qui è fiorita in tempi diversi la storia, o leggenda che dir si voglia, dei Beati Paoli, a metà strada tra fantasia e realtà, tra mito e quotidianità storica, tra invenzione e fatti realmente accaduti. I giustizieri delle tenebre palermitane usano il terrore e il mistero per imporre la loro giustizia. Secondo alcuni pentiti ""Beati Paoli"""" era una delle antiche denominazioni di Cosa Nostra. Essi, comunque, sono a fondamento dell'immaginario mafioso e intere generazioni di giovani si sono avvicinate alla mafia abbeverandosi al loro mito. Parlando dei Beati Paoli, si parla anche del presente, di una organizzazione come Cosa Nostra che non si può dare ancora per sconfitta una volta per tutte e che, aiutati dalle illustrazioni di Enzo Patti, sarà raccontata fino agli sviluppi più recenti. Prefazione di Piero Grasso."" -
L' Italia come l'Argentina? Similitudini e contraddizioni di due democrazie malate
In Italia, sovente, viene evocato lo spettro del baratro. In questi casi, spesso, si fa riferimento alla nazione Argentina. Si è soliti usare e abusare dell'Argentina per richiamare una situazione di fallimento sociale, politico ed economico, di caduta di un mito, di viale del tramonto della società. L'Argentina viene additata in Italia ed in Europa come un luogo sociale dove una serie irripetibile di errori e negligenze della politica hanno prodotto una straordinaria situazione di crisi continua negli ultimi quarant'anni che ha fatto inabissare il Paese nel ranking dei paesi in via di sviluppo. La mano italiana ha costruito le fondamenta economiche dell'Argentina e i nostri caratteri hanno forgiato sentimenti e comportamenti, positivi e negativi, al di là dell'oceano e hanno contribuito in modo irreversibile a disegnare il profilo sociale dell'Argentina. Per queste ragioni è assolutamente indubbio che il parallelo fra i due paesi è legittimo ed è, altrettanto ovvio, che il paragone tenda a trasformarsi in paradosso e il paradosso, come è ovvio, si costruisce e si misura sui difetti e non sui pregi. Il libro intende, quindi, restituire una dignità culturale a questo paradosso, di farlo uscire dalla boutade politica per consentire a tutti di leggere e comprendere analogie e differenze che accostano e dividono i due paesi soffermandosi, particolarmente, sulle similitudini. -
Credere nello Stato? Teologia politica e dissimulazione da Filippo Il Bello a Wikileaks
Un'istituzione quale lo Stato moderno, che fin dai suoi primi passi si è autorappresentata quale sovrana e interprete di un potere assoluto (libero da ogni vincolo), è del tutto incomprensibile se non si coglie il legame che da sempre essa intrattiene con la teologia. Dal momento che pretende obbedienza e rivendica un controllo monopolistico della forza sul territorio, lo Stato intreccia insomma questioni istituzionali e religiose: prima rivendicando una legittimazione di carattere sacrale e utilizzando la religione quale instrumentum regni, poi prospettandosi come alternativa metafisica e fonte autentica di ogni possibile salvezza e, infine, interpretando il venir meno di ogni trascendenza e il trionfo dello strumentalismo. Il presente volume, che evoca un gran numero di questioni e autori senza avere la presunzione di individuare una soluzione definitiva a dibattiti tanto complessi, traccia un percorso volto a chiedersi se si possa davvero aver fede nello Stato, facendone il senso ultimo della nostra esistenza, e prestar fede a quanto affermano gli ideologi schierati a sua difesa. Il tema della teologia politica e quello della dissimulazione - dello Stato quale fonte di occultamento della realtà - sono d'altro canto strettamente legati, dato che l'aperta sfida che il potere moderno ha lanciato alle confessioni religiose propriamente dette lo ha costretto a moltiplicare le falsificazioni e gli inganni. -
Clero e guerre spagnole in età contemporanea (1808-1939)
Sull'atteggiamento della Chiesa cattolica di fronte alle guerre dell'età contemporanea esiste abbondante letteratura. Sono state indagate le posizioni dottrinali del magistero e le pastorali di vari episcopati. Decisamente più in ombra era rimasta finora la condotta del clero, secolare e regolare, specie per il caso spagnolo, teatro di laceranti conflitti dagli albori dell'Ottocento alla guerra civile del 1936-39. In un chiaroscuro fatto di contributi di sintesi e di affondi più analitici, risultato di scavi in archivi spagnoli, italiani e vaticani, il volume offre una panoramica di lungo perìodo sulla militanza di una parte del clero, anche con le armi, a favore della causa in cui credeva, sulle brutali violenze di cui fu oggetto e sulla sua complice contiguità con gli artefici delle violenze sugli altri. Ne esce un affresco, che senza trascurare l'immagine del clero combattente nella letteratura e nell'immaginario collettivo, anche con sondaggi nella cultura popolare più recente, arricchisce il quadro interpretativo in materia di legittimazione della violenza e della guerra da parte della Chiesa, rendendo obsolete le narrazioni ireniche e apologetiche della condotta ecclesiastica. -
Il potere e la coscienza. Thomas More nel pensiero di Francesco Cossiga
Questo libro rievoca la fervida ammirazione, anzi la profonda amicizia di Francesco Cossiga nei confronti di Thomas More, la cui figura e le cui opere ha più volte richiamato nel corso della sua vita. Il libro, che esce a un anno dalla sua morte, segue due complementari percorsi di ricerca. Il primo è costituito dall'analisi di una selezione di scritti, discorsi e conferenze, che vanno dal 1991 al 2004, che ci restituisce l'immagine che di More aveva Cossiga; le qualità personali, culturali e politiche sulle quali ha tante volte soffermato la sua attenzione; il monito che ha lasciato alle generazioni successive; il rapporto tra etica e politica, tra santità e laicità, tra verità e coscienza; la sua realistica visione del bene comune, dell'utopia come ironia; la sua personale resistenza contro la ragion di Stato che ne fa un paradigma per la modernità. Il secondo è la ricostruzione del ruolo svolto da Cossiga a sostegno della proclamazione di San Tommaso Moro a patrono dei governanti e dei politici, avvenuta nel 2000 a seguito di una petizione presentata da numerosissime personalità politiche di primo piano di vari continenti. Un processo di mobilitazione di cui Cossiga fu il principale artefice, insieme al senatore venezuelano Hilarión Cardozo. Postfazione di Pasquale Chessa. -
Attentato alla giustizia. Magistrati, mafie e impunità
L'obiettivo strategico di ogni mafia è l'impunità. Solo quella rende credibile, longeva e ricca l'organizzazione criminale. Ma l'impunità, personale e patrimoniale, per essere conseguita necessita di complici nelle istituzioni, nel mondo delle libere professioni e nella imprenditoria. Il tema è di grande attualità. Anche alla luce dei recenti sviluppi sulla ""trattativa"""" tra Stato e mafia che sarebbe sullo sfondo delle stragi del 1992 e 1993. E allora la ricerca, dopo avere richiamato le indagini su quella tremenda stagione, illustra un repertorio di trattative tra la mafia e i suoi complici. Chi sono i complici? In che modo interferiscono sulla giustizia? Si parla di politici, poliziotti, imprenditori, liberi professionisti che ostacolano l'accertamento delle verità processuali. Sono storie tratte da sentenze, ordinanze, documenti delle procure e della commissione parlamentare antimafia, letti anche attraverso i commenti della stampa e degli osservatori specializzati. Il volume parla anche di come lo Stato contrasta questo fenomeno. Dei proclami della politica, delle promesse non mantenute e degli errori strategici. La conclusione fa il bilancio di una stagione dell'antimafia giudiziaria, dell'impegno dei magistrati e dei suoi limiti. Una autocritica fondata sulla lezione di Giovanni Falcone che non rinuncia a formulare proposte concrete per una azione più incisiva e, comunque, rispettosa delle regole dello stato di diritto."" -
La grande transizione. Dalla crisi economica alla globalizzazione dello stato sociale
Quali sono le cause della crisi economica? Non la bulimia delle bocche occidentali, né i bucanieri della finanza intemazionale, né la corruzione della politica. La crisi economica rappresenta il fallimento di una precisa visione politica e filosofica, un vero e proprio paradigma dominante, quello hayekiano, con il quale abbiamo interpretato e dato un senso al mondo. Per trent'anni questo paradigma ha lavorato e plasmato i Paesi occidentali e innescato un processo di mimesi in quelli in via di sviluppo che sognavano le luci di New York e Londra. Tuttavia le promesse di Hayek -progresso e benessere per tutti - si sono realizzate solo in parte. Sono state create tecnologie delle meraviglie e favolose ricchezze, ma non per tutti. Quella visione politica ha infatti generato una nuova questione sociale che è la causa più prossima della crisi economica. La crisi dunque rappresenta la falsificazione popperiana del paradigma di Hayek. Questa crisi però è anche l'inizio di una grande transizione: possiamo elaborare un nuovo paradigma che concili le aspirazioni alla modernità dei Paesi in via di sviluppo e risolva la questione sociale in cui si dibatte l'Occidente o ricadere negli anni Trenta del XX secolo.