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Inventario dell'Archivio storico degli Spedali Riuniti di Pistoia
È l'inventario dei materiali (sec. XIV - 1945) degli archivi storici degli ospedali del territorio pistoiese, frutto di un lavoro di ordinamento e catalogazione da parte della Provincia di Pistoia durato oltre vent'anni e terminato nel 2003 con la predisposizione di un inventario cartaceo affiancato alla versione informatica. Il lavoro effettuato sugli Spedali Riuniti di Pistoia, istituzione fondamentale per la storia della città, permette di gettare luce su quale fosse l'organizzazione interna di queste strutture a partire dal XIV secolo, ma anche di addentrarsi nella conoscenza di vicende testimoniate dai documenti antichi (come ad esempio le lotte tra le famiglie dei maggiorenti pistoiesi per la conquista della carica di Spedalingo dell'ospedale del Ceppo). La consultazione di questo materiale fa emergere con nitidezza come il mondo della sanità abbia costituito, nei secoli, uno dei punti nodali della società. Gli ospedali trattati sono sorti e si sono sviluppati per spirito di misericordia e fratellanza ad opera di benefattori, sono stati gestiti da ordini religiosi e da laici, controllati dai governi centrali e da quelli locali. Corredato da note storiche esaurienti e di agevole fruizione, il volume riporta per ciascun ospedale esaminato l'elenco degli statuti, dei regolamenti, dei verbali delle adunanze, delle cause e vertenze, dei censimenti e di tutti gli altri atti catalogati nel corso degli anni. -
Cesare Dandini. Addenda al catalogo dei dipinti
Cesare Dandini è stato, insieme a Carlo Dolci, protagonista indiscusso della pittura fiorentina del Seicento. Dopo gli studi dedicatigli da Mina Gregori negli anni sessanta del Novecento, la sua figura è diventata oggetto di interessi sempre crescenti, che hanno fatto luce su aspetti sconosciuti o poco noti della sua attività. Grazie a nomi del calibro di Carlo del Bravo, Piero Bigongiari o Roberto Contini, la personalità dell'artista si è delineata con sempre maggiore chiarezza, fino a giungere nel 1996 alla monografia curata dallo stesso Sandro Bellesi, punto di riferimento ormai imprescindibile per lo studio del Dandini. Quel ricco catalogo, comprensivo di oltre centoventi dipinti, si è oggi ulteriormente arricchito, dopo più di dieci anni, di numerose acquisizioni. Tali opere, tutte provenienti da quadrerie private, sottolineano in modo decisivo le formule iconografiche e l'alta perizia del pittore, evidenziandone al contempo ""la maniera vaga, finita e corretta"""", come la definì Orlandi, frutto delle splendide tonalità cromatiche ricche di brillanti effetti smaltati."" -
Cortonantiquaria 2008. 46ª edizione Mostra mercato nazionale d'antiquariato
Catalogo della XLVI edizione della Mostra Mercato Nazionale d'Antiquariato «Cortonantiquaria» tenutasi al Palazzo Vagnotti di Cortona (Arezzo) dal 30 agosto al 14 settembre 2008. Il volume riproduce fedelmente il percorso espositivo con più di 800 pezzi proposti da 41 espositori del più qualificato mercato dell'antiquariato nazionale e internazionale. Una sezione è dedicata a due mostre collaterali: una incentrata sulla figura e le opere di Guido Reni, una su una collezione di oltre 150 titoli di cambio dal Seicento ai primi del Novecento, riunita con pazienza negli anni da un noto collezionista di Palermo. -
Questo calice amaro
Poesie di Anna Balsamo, Alberta Bigagli Graziella Bindocci, Rosanna Boddi Bronzi Alma Borgini, Lilly Brogi Duccia Camiciotti, Margherita Cardarelli Maria Grazia Coianiz, Roberta Degl'Innocenti Lia Di Vita Quintavalle, Mara Faggioli Anna Maria Guidi, Simonetta Lazzerini Di Florio Leonora Leonori Cecina, Paola Lucarini Annalisa Macchia, Maria Grazia Maramotti Manuela Minacci, Cristina Morandi Clara Nistri, Luisa Puttini Hall Anna Vincitorio. -
Poggio Casciano. Un paesaggio restaurato. Scienza della terra e vitivinicoltura di un territorio fiorentino
Il volume traccia le linee guida per una visione completa del ""sistema Poggio Casciano"""" che giace sulla parte alta del territorio del comune di Bagno a Ripoli, a sud di Firenze. Da un lato la storia della villa e delle famiglie che la abitarono, dall'altro l'accurato studio scientifico delle varie particelle di proprietà, uno studio non prettamente teorico ma continuamente declinato e sviluppato a partire da esperimenti e ricerche condotti sul posto. Fra questi, le caratteristiche microclimatiche (dalle gelate all'umidità e ai picchi di calore), nonché le peculiarità morfologiche (pendenze, esposizioni dei terreni), lo studio dei vari tipi di suolo (dalle marne alle arenarie), alla loro capacità di trattenere e restituire l'acqua, fino alle risposte e ai rischi di patologie (insetti, parassiti fungini ecc.) mostrate dai vitigni e dalle uve poi vinificate nelle cantine di proprietà, munite delle più moderne tecnologie. Scopo del lavoro è l'analisi del complesso sistema agronomico e storicoambientale di Poggio Casciano."" -
Calonaci città verticali. Dall'astrattismo alle città verticali
Catalogo della mostra allestita a Firenze in tre sedi con differenti opere di Giuseppe Calonaci: dal 7 al 30 novembre 2009 l'Accademia delle Arti del Disegno ospiterà le sculture e i dipinti di Città verticali, dal 7 al 18 novembre Palazzo Medici Riccardi le crete su carta Carte segrete e dal 7 novembre 2009 al 15 gennaio 2010 Palazzo Pitti i bronzi Città verticali 1, L'albero del fuoco, Città di terra, Porta d'Europa.Lo stesso Calonaci ha definito questa fase artistica che segue e integra Astrattismo & Citazione: ""Città verticali è la composizione di forme pure dell'astrattismo classico che danno vita ad opere verticali, tridimensionali in bronzo, nelle quali affiorano in modo stilizzato, elementi come acqua, sole, cielo, terra, oppure i simboli spirituali dell'uomo, l'Amore, la Forza, il Potere, sono Citazioni in un'opera non figurativa. Sono Città verticali, le nuove Arche, che si elevano nel cielo lasciando enormi spazi verdi per la sopravvivenza di tutti, ospitando nel loro ventre molti rappresentanti del genere umano con tutte le sue necessità ormai risolte""""."" -
Carlo Severa. Spazio: idea e sensazione. Catalogo della mostra (Firenze, 4-30 maggio 2010). Ediz. illustrata
Catalogo della mostra di Carlo Severa (Firenze, 14 agosto 1912) allestita dal 4 al 30 maggio 2010 presso l'Accademia delle Arti del Disegno di Firenze. Il repertorio scelto non è compiutamente antologico ma, a grande sintesi, riassume la militanza artistica di Severa a partire dagli anni '70. ""Aprire una mostra di Carlo Severa - afferma Luigi Cavallo nella sua critica significa avviare un percorso di conoscenza e di verifica che coinvolge le linee significative delle arti contemporanee, dall'astrattismo all'informale, dallo spazialismo alla optical art"""". In questa mostra il maestro Severa ha voluto dare sfondo a quello che è stato il suo lavoro maturo del dopoguerra, far conoscere quella congiuntura drammatica che, vista a posteriori, gli ha consentito di transitare dalla fase di formazione a quella di maturità nella ricerca. Il momento di cesura e insieme di fusione operativa è stato la sua partecipazione al secondo conflitto, sul fronte orientale, pittore aggregato alle truppe della spedizione in Russia, 1942-1943."" -
La scuola e la città
Il volume si rivolge a un pubblico di architetti e ingegneri interessati ad aggiornare l'approccio specifico al tema della progettazione dell'edificio scolastico, ma anche al mondo degli operatori della scuola. Propone riflessioni integrate su un panorama internazionale di realizzazioni contemporanee. La pubblicazione, una delle poche recenti sul tema, nasce dalla collaborazione della Fondazione Michelucci con Pierfilippo Checchi, docente di Progettazione architettonica alla Facoltà di architettura di Firenze e Patrizia Meringolo, docente di Psicologia dei gruppi e di comunità alla Facoltà di psicologia di Firenze. L'approfondimento offerto da specifici contributi e l'ampiezza del dibattito che investe la scuola a fronte della sua evidente crisi come istituzione rendono il volume utile sia ai ricercatori che agli studenti di vari corsi di laurea. -
Il quadrato magico
Scrive Sauro Albisani nella prefazione: ""Per la quinta volta Osvaldo Brugnetti ci ricorda che le cose parlano. Il suo è un lungo itinerario che lo ha portato verosimilmente più lontano della mèta progettata in partenza. Stante il tratto di strada che questo libro ha già alle spalle, è d'obbligo partire da delle conclusioni piuttosto che da delle premesse. Il testo ne suggerisce due, più una terza da leggersi come conseguenza delle prime due. Innanzitutto, una percezione animica della realtà che porta con sé il rifiuto di guardare alla materia come a un decadimento dell'essere, anzi come al luogo della caducità. Nei monologhi delle cose, invece, si manifesta una forma di panismo (""""Dio Pan in me è celato""""): l'io, che rifiuta di pronunciare il pronome della prima persona, si frantuma in una serie interminabile di rappresentazioni""""."" -
Museo Stibbert. Firenze. Vol. 13: Tsuba. Ediz. italiana e inglese.
La tsuba (elsa) è un elemento fondamentale per l'equilibrio e l'armonia estetica della spada giapponese. La collezione di tsuba presente al Museo Stibbert è esemplificativa dell'evoluzione storica delle conoscenze artigiane e delle differenze di stile decorativo. Vi sono esemplari che sembrano creati per resistere ai più duri scontri, ma al tempo stesso celebrano con delicatezza il senso della bellezza della natura, di semplici oggetti d'uso quotidiano; e ve ne sono altri che sono invece un'apoteosi dell'arte del cesello, dell'incrostazione, della sapienza metallurgica, della bellezza artistica. Ogni elemento è fotografato ed è provvisto di scheda descrittiva; il lavoro è poi fornito di una sezione dedicata agli alberi genealogici dei rappresentanti le maggiori scuole, di un glossario dei termini tecnici come necessario ausilio alle schede, e da un breve saggio sulle leghe a base di rame e sulle patinature tradizionali. Completano l'opera una bibliografia dei testi di studio usati e un elenco degli autori presentati. -
Maioliche «figurate» di Montelupo
A cent'anni dalla ""questione cafaggiolana"""" che aveva opposto studiosi faentini e toscani, largamente superata col progresso degli studi e delle conoscenze in merito, un'esperta faentina celebra in questo volume il """"figurato"""" di Montelupo, aspetto della maiolica toscana nel quale proprio alcuni faentini cinquecento anni fa ebbero parte attiva. L'ampiezza della documentazione raccolta ha indotto a suddividere l'opera in due parti: una di carattere saggistico, a inquadramento dell'argomento; l'altra di catalogo, con un'analisi di maioliche """"figurate canoniche"""". La prima parte si apre con un saggio di Fausto Berti che ci aggiorna sullo stato delle conoscenze sulla maiolica """"figurata"""" presente nelle raccolte del Museo di Montelupo, acquisita soprattutto a seguito dei fruttuosi recuperi da lui condotti in prima persona e col proprio gruppo archeologico. In un secondo saggio l'autrice affronta degli aspetti storiografici, considerando i frutti che si possono trarre da un'attenta lettura degli scritti del passato. Un terzo saggio delinea il percorso artistico che porta i maestri montelupini dal """"ritratto"""" rinascimentale al """"figurato canonico"""" a piena superficice."" -
Pietro Gentili. Antologia 1961-2005. Ediz. illustrata
La pubblicazione è stata realizzata in occasione della mostra dedicata dall'Accademia delle Arti del Disegno di Firenze all'opera di Pietro Gentili (San Vito Romano, 1932-2008) nel settembre 2011. Il catalogo, con presentazione di Lara Vinca Masini, scritti dello stesso Gentili, testi critici di Claudio Cerritelli e Italo Furlan, riproduce a colori decine di sue opere pittoriche, sculture, gioielli e installazioni. Completano il volume un'antologia critica e un ricco apparato bio-bibliografico. ""La valenza dei risultati artistici di Gentili - afferma Furlan - va considerata paritetica a quella dei linguaggi singolari e poliedrici di Boetti e Fontana, di Manzoni e Nigro. Accostamento peraltro riduttivo se si considera l'ampio ventaglio delle operazioni di Gentili. Fu proprio Fontana - che con i suoi fori e tagli ha creato varchi verso nuove dimensioni 'al di là' della superficie pittorica rimanendo tuttavia nell'ordine dello spazio reale - a notare nell'opera di Gentili l'insorgere di una 'visione di mistica spiritualità' che supera la realtà naturale e le formule compositive geometricamente circolari generate dal punto""""."" -
Una collezione di sigilli
Il sigillo, nato nella notte dei tempi come documento di autenticità del possessore, cambia in gran parte il suo utilizzo alla fine del '700 con l'introduzione del cachet. Diminuisce quindi l'importanza delle matrici a tutto vantaggio delle impugnature, che fanno dei sigilli oggetti di alto artigianato o addirittura gioielli tali da essere annoverati fra le arti minori. Sono realizzati nei materiali più diversi e rivelano le correnti artistiche del periodo. Talvolta prodotti anche in piccole serie, sono firmati dagli stessi scultori o sono riproduzioni in miniatura di opere famose. Il volume ne illustra una straordinaria collezione di oltre 500 pezzi, catalogati e suddivisi secondo la tipologia (semplici, con busti o figure femminili, maschili, infantili, animali, e ancora a ciondolo, calchi etc.) o il materiale dell'impugnatura (in madreperla, in legno e cuoio, in avorio, corno, osso, in pietre dure, in pietra lavica, in marmo, in porcellana, in vetro e cristallo, in galalite, bachelite o resine sintetiche, in metallo, smalto, mosaico etc.). Ogni sigillo è corredato da una breve didascalia che ne riassume le caratteristiche formali, le dimensioni e il significato della matrice. -
Carlo Testi. Gone to earth-Ritorno alla terra. Catalogo della mostra
Il catalogo della mostra allestita in autunno 2011 presso la Provincia di Firenze riproduce a colori 62 recenti oli del pittore Carlo Testi. ""Non c'è nessun tentativo polemico, nella pittura di Testi. Il ricordo si scioglie nel dolore, o nel rimpianto, e non postula nessuna levata di scudi, non intende porsi come premessa per una reazione. I sentimenti si alternano come le stagioni della natura e della vita. A volte essi prendono delle dimensioni notevoli; in altre circostanze, il pittore rattrappisce e impreziosisce il proprio tocco, portandolo alle dimensioni della miniatura."""""" -
Emo Formichi/Piero Sbarluzzi. Due maestri di Pienza sul colle lunato
"Ospitare due scultori contemporanei nell'area archeologica fiesolana scrivono nella presentazione Fabio Incatasciato e Paolo Becattini - è sempre una sfida affascinante. Emo Formichi e Piero Sbarluzzi, artisti di Pienza, diversi ma allo stesso tempo complementari, si accostano a Fiesole e alla sua storia: i materiali classici di Sbarluzzi con le alchimie di Formichi muovono l'area archeologica fiesolana e le impartiscono una chiave di lettura dinamica, lasciando alle vestigia antiche il loro carico di significato storico. È facile, così, guardare con occhio diverso l'arte antica che si arricchisce di quella recente: e si viene invitati a una visita nuova e, soprattutto, a una passeggiata di ampio respiro culturale sul Colle Etrusco"""".Emo Formichi e Piero Sbarluzzi fanno parte, come sottolinea Fabrizio Fè, """"della tradizionale manualità pientina, trasmessa di padre in figlio e arricchita con intelligenza e creatività. La loro fama, che è cresciuta nel tempo, ha fatto sì che i due divenissero in Italia e all'estero ambasciatori del buon gusto e dell'arte che Pienza e la Val d'Orcia esprimono da sempre""""." -
Archivio Enrico Pea. Inventario
L'Inventario del Fondo Pea è il risultato di un progetto volto non solo a evidenziare il capillare lavoro condotto dagli archivisti nel corso di un trentennio, ma anche a esaltare i contatti fra l'archivio, il suo creatore e l'istituto conservatore. L'Inventario dell'Archivio Pea viene a costituire uno strumento di indagine e orientamento, ""un valido punto di partenza - come sottolinea Gloria Manghetti nell'introduzione - da cui prendere le mosse per tornare a buon diritto a parlare di uno scrittore d'eccezione, esempio tra i più alti dei nostri classici contemporanei"""". I testi introduttivi descrivono la struttura del consistente archivio, organizzato nelle serie Corrispondenza, Minute, Manoscritti, Rassegna stampa e Varie. Sono poi elencati i criteri descrittivi seguiti e riprodotti una decina tra disegni, fotografie e documenti manoscritti. Il lungo inventario è seguito dal testo di Enrico Lorenzetti """"Le carte di Pea"""", completato da un'appendice con l'inventario della Donazione Lorenzetti e arricchito da indici dei nomi e dei titoli."" -
La Fabroniana di Pistoia. Storia di una biblioteca e del suo fondatore
Giorgio Mazzanti, Presentazione Anna Agostini, Premessa dell'autore Giovanni Cipriani, ""Pistoia dalla """"crisi"""" del Seicento al trionfo dell'Illuminismo"""" Carlo Agostini Fabroni """"Biografia"""" - """"I rapporti con Pistoia e gli interventi in patria"""" - """"Dalle raccolte librarie di casa Fabroni alla biblioteca del cardinale"""" - """"La libreria del cardinale a Roma"""" """"La storia della Fabroniana nei secoli"""" - """"La costruzione e la donazione"""" - """"Dalla donazione all'apertura della biblioteca (1726-1730)"""" - """"I primi anni di vita della biblioteca"""" """"Dalla gestione della Comunità civica alla prima metà dell'Ottocento"""" - """"La storia della biblioteca nel secondo Ottocento"""" - """"La biblioteca nel Novecento"""" """"Il patrimonio librario"""" """"Le collezioni della Fabroniana"""" - """"Il fondo Manoscritti"""" - """"Gli incunaboli"""" - """"Il libro antico tra arte e memoria"""" """"Le legature presenti nella Fabroniana"""" - """"Libri rari"""" - """"Gli ex libris e i timbri"""" - """"I restauri librari"""" - """"Il fondo Tommaso Gelli"""" - """"Il fondo Vannozzi"""" - """"Il fondo Nerucci"""" """"Le opere d'arte in biblioteca"""" """"La porta dipinta"""" - """"I gruppi marmorei del Cornacchini"""" - """"Il crocifisso"""" - """"Il ritratto del cardinale"""" """"Appendice documentaria"""" """"Albero genealogico"""" """"Elenco bibliotecari"""" - """"Atto di donazione""""."" -
Stazioni
Raccolta di 44 poesie di Menotti Galeotti seguite dal testo critico di Rodolfo Tommasi ""Le radici al vertice"""". """"La poesia moderna nasce da una ricerca formale volta ad attingere alle radici del sentire, oltre la retorica tradizionale. Ma questa ricerca, quando prevale l'aspetto formale, rimane fine a se stessa. Quando invece il cercare dà vita ad una pagina dove emerge l'esito del trovare, allora la poesia si offre in tutta la sua evidenza. In questo senso Menotti Galeotti è un moderno """"trovatore"""" che qui raggiunge il massimo della felicità espressiva. I testi si susseguono come vagoni """"di un treno azzurro"""" sull'onda di una """"musica sacra"""" che evoca - com'egli scrive """"la sapiente armonia/dei lontani maestri"""" e """"tutto riappare/in sequenza di luce/luoghi e volti cari""""; dove hanno spazio anche le presenze dei migranti che hanno lasciato """"Lontano la terra d'Oriente/i cembali amici."""" Così, nel poemetto si passa dal diario familiare allo slancio romantico, dal paesaggio """"en plein air"""" all'impegno, dall'invettiva al """"fermo d'immagine"""" lirico, tutto all'interno di una unità stilistica per la quale ogni definizione si fonde nella rifondazione del poièin, ovvero della poesia in divenire."""""" -
Studi e restauri. I marmi antichi della Galleria degli Uffizi. Vol. 4
Il quarto volume della serie dedicata alla collezione dei marmi greco romani conservati nella Galleria degli Uffizi e nel Complesso Vasariano è dedicato all'archeologa Antonella Romualdi, scomparsa nel 2012. Un'ampia sezione è riservata al restauro del Cinghiale greco (II-I sec. a.C.) il cui calco, il celebre Porcellino di Pietro Tacca, è uno dei simboli della città di Firenze. I contributi testimoniano il complesso intervento, documentando i rapporti dell'opera classica con la copia secentesca e con l'unica altra replica nota, il Cinghiale nero della collezione Borghese. Tra gli altri saggi sono da segnalare quello di Elena Diacciati, nato dal prestito e dal contestuale restauro del busto di Dioniso cornuto alla mostra Primavera del Rinascimento nel 2012, quello di Alessandro Muscillo, che dalla scultura di Leda del primo corridoio prende spunto per una più ampia disamina del tipo, e quello di Sara Faralli, dedicato a un ritrovato ritratto di Sabina. Il testo di Caterina Parigi si concentra poi su una piccola statua di Venere conservata al Museo dell'Accademia, mentre Fabrizio Paolucci si occupa di una Minerva arcaistica. Testi di Maria Brunori, Alberto Casciani, Elena Diacciati. -
Giuseppe Bartolozzi e Clara Tesi. L'occupazione della bellezza. Catalogo della mostra (Seravezza, 21 luglio 2012-31 gennaio 2013). Ediz. illustrata
"Abituati a conoscere l'uomo per poi scrivere e parlare dell'opera dell'artista, credendo fermamente che è essenziale per ciascuno non adagiarsi sulla manieristica ripetitività, in Giuseppe Bartolozzi e in Clara Tesi ammiriamo un tutto portato avanti passo dopo passo con schiettezza e passione, tanto che se andiamo a guardare le varie serie dedicate agli angeli, ai colloqui o alle fontane, balza agli occhi un'esigenza di assoluto raggiunta e qualificata dalle parti portate in essere curando sempre il particolare. Il pensiero interviene prima e durante la caratterizzazione di ogni scultura (china, inchiostro, pastello...), mentre in stretta successione l'espressività arcaica si svela completamente, illuminata com'è da costruzioni atemporali mediterranee misteriosamente inquietanti"""". (Ludovico Gierut)"