Sfoglia il Catalogo ibs043
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 3661-3680 di 10000 Articoli:
-
Orlando. Esplorazioni. Vol. 1: Lettori forti, lettori fortissimi.
"Ha ancora senso nel 2012 creare una rivista sui libri nella folla di riviste e di blog? """"Orlando"""" è un esperimento, cartaceo e web: una rivista che cerca di esplorare i territori della scrittura e della lettura. Niente recensioni, niente fiction e poesia inedita: anche le firme """"esordienti"""" si confrontano con esplorazioni concrete di luoghi, di volti, di storie reali. Una rivista senza manifesti ideologici, pensata per i """"lettori forti"""". Proprio a questa categoria è dedicata l'inchiesta del primo numero: chi sono? Che storie e passioni hanno? Dove sono nascosti? Tra i contenuti del primo numero, un'intervista a Bernardo Bertolucci, un dialogo con la scrittrice angloindiana Jhumpa Lahiri e una conversazione in forma di graphic-novel con Michele Mari. Racconti di città - Londra, Marrakech, Shangai -, percorsi nella letteratura ungherese di oggi, suggestioni dai libri di ieri e di oggi"""". (Paolo Di Paolo)" -
La trappola e la nudità
Gabriel García Márquez, Heinrich Böll, Jean-Paul Sartre, Philip Roth, Maria Vargas Llosa, Eugenio Montale, Alberto Moravia sono solo alcuni dei grandi intellettuali che Walter Mauro ed Elena Clementelli intervistano per questo progetto edito per la prima volta nel 1974. Ciò che si vuole indagare, attraverso la voce di grandi testimoni del Novecento, è il nodo doloroso del rapporto tra letteratura e potere, sia esso politico, domestico o religioso. Lunghe conversazioni attraverso le quali esaminare il ruolo dell'intellettuale nella società, il valore dell'engagement, la dimensione dell'esilio, il vincolo della responsabilità civile ed etica, la genesi dell'immaginario narrativo. L'urgenza di questa nuova edizione trova il suo fondamento nella straordinaria attualità di questi scritti, in quell'acuto tentativo di analisi che rende manifesta l'irrisolutezza di questioni drammatiche oggi forse più di allora. La sfida all'asservimento ideologico e politico, la sfera di libertà individuale e colletiva, la possibilità di costruire un'alternativa sociale sulle basi di uno studio accurato delle dinamiche storicizzate del potere. Uno scavo straordinario nella relazione tormentosa, sempre decisiva tra lo scrittore e la realtà in cui è immerso. -
Gli anni di nessuno
Il professore è morto. La voce all'altro capo del telefono arriva dall'unico passato che Gambart riesce a ricordare. Gli anni di ""riabilitazione"""" passati a casa del professor Gondrenovic che lo salva dopo un'infanzia muta e chiusa. Gli anni in cui viene rieducato alla vita per induzione, e in cui conosce lei, Annet. Rincontrarla significa rivivere la sua seconda vita e cercare di ricostruire la prima, raccontandola. Tracce lasciate quasi a caso, indizi senza qualifica che si addensano e si riposizionano. Quale oscurità lega Gambart ai suoi anni più remoti? Perché la morte del professor Gondrenovic lo ributta indietro come una freccia che, per un destino inesplicabile, va a ritroso? E chi è Annet, la giovane donna che segue e ascolta i suoi strampalati racconti iniziandolo ai piaceri del corpo? E ancora, perché il padre di Gambart si rifiuta di aprire la bocca e seguire la regola gentile della fonazione? La vita si riavvolge come un nastro sempre identico, ma sconosciuto, dimenticando il calcolo della convenienza e della maturità. Una matrioska senza orpelli e mai uguale a se stessa, dove a essere custodita è una memoria che spesso non rivela i ricordi. Qual è la linea di confine tra ciò che è realmente accaduto e i frammenti che ne tratteniamo? Giuseppe Aloe torna con una storia dura, scritta in una lingua ipnotica che rimette al centro delle nostre vite l'infanzia. Gli anni di nessuno, il tempo che pensiamo di aver perduto e che invece, eternamente, ci domina."" -
Quando una donna
Zaira, una giovane e valida aspirante chirurgo, si invaghisce del suo potente e sposatissimo primario, Sergio Macchiavelli. Conquistarne cuore, cognome e posizione sociale, dopo le facili attenzioni già note anche ad altre donne, è l'idea fissa che poco alla volta divora la sua fragile personalità, lasciandola vagare in una vita di tormento e desiderio. All'inizio nulla sembra impedire al destino di compiersi, di avviare negli anni un matrimonio fortemente desiderato, neppure la morte improvvisa e misteriosa della prima moglie di Sergio. Fino a quando l'equilibrio stantio dei sentimenti comincia a frantumarsi. E così ogni sera il piacere diventa un gioco sporco e sublime, trasformato in un'avventura dei corpi a cui Zaira non può e non sa sottrarsi. Corpi sconosciuti e seducenti, a volte imposti, a volte cercati nella clandestinità di una scelta azzardata, quando brucia la consapevolezza dell'abbandono, e l'amore sembra resistere solo nella follia della solitudine, in quella spaventosa lucidità che arma la mano di una donna contro un'altra. Ambra, Anita, Alessia, Angela: ognuna appaga e poi ferisce un'intesa, irrimediabilmente, ma a chi appartiene quel giovane corpo solo e senza vita? -
La canzone del bambino scomparso
Estate 1974. In una provincia italiana ammalata di sole, ipocrisia e conformismo, Vincenzo Vanarosa è solo un bambino di undici anni che, attratto dal mondo dello spettacolo, ama ballare e cantare indossando improbabili abiti di scena. Una passione scandalosa da spingere suo padre a punirlo con violenza. A consolare il piccolo Vincenzo c'è Boris, un quindicenne forte e sicuro di sé. I due diventano amici. All'improvviso, arriva anche Susanna, una ragazzina milanese sveglia ed emancipata, venuta al paese per trascorrere l'estate a casa della nonna materna. Fra Vincenzo e Susanna scatta un feeling speciale ma anche Boris è interessato alla ragazza: i due prendono a vedersi di nascosto e, insieme, hanno le prime esperienze sessuali. Finché una tragedia non penserà a stravolgere le cose. il maestro di Vincenzo, un anziano omosessuale, viene ritrovato ucciso. chi può aver fatto del male a un uomo buono e sensibile che spronava Vincenzo a continuare a ballare e cantare, nonostante tutto? -
Garrincha
Mandel Francisco Dos Santos fu soprannominato Garrincha dalla sorella per via del suo aspetto minuto, che ricordava una specie di passerotto, ma in seguito quel soprannome si riferì alla sua oscillante andatura sul campo. Perché intanto Garrincha, nonostante fosse afflitto da numerosi difetti congeniti, compresa una gamba più corta dell'altra di 6 centimetri, era diventato il più grande driblatore di tutti i tempi. Di soprannomi ne arrivarono presto altri: il Chaplin del calcio, l'angelo dalle gambe storte, l'Alegria del Povo. Attraverso le conversazioni quotidiane con la sorella, nel cuore della favela brasiliana, scopriamo come si svolgeva la vita privata di uno straordinario calciatore che sembrava avere un destino segnato e che invece ha spiccato il volo. La vita di Garrincha si rivela piena di colpi di cena. Quasi come fosse un personaggio letterario, oltre ai successi sportivi infatti la sua vita è scandita dalla sua distruttiva passione per le donne e per l'alcol. Nelle frasi stringate e nelle parole sfuggite di quelle conversazioni c'è tutto: dall'amore sconfinato tra chi condivide la povertà, al dramma delle vie d'uscita comode, il lavoro nero e la criminalità, ma soprattutto, il desiderio di rivincita. -
L'amore che ho cercato
Il mondo è più grande della vita. E mentre i desideri sono illimitati, giorno dopo giorno l'esistenza quotidiana reclama la sua parte di normalità. Cappa vuole qualcosa di diverso. Ma nel frattempo tutti i suoi pensieri sono sospesi tra due città, Roma e Bamako, due fiumi, il Tevere e il Niger, e due donne. Da una parte c'è Sofia, in attesa di un figlio da lui. Dall'altra Fatou, bella come l'annuncio di una nuova fede, ultima speranza di superare l'atroce contraddizione tra il piacere e la realtà. Emozionante, poetico e oscuro, ""L'amore che ho cercato"""" è un'altra storia maledetta raccontata da Cristiano Armati. Un attacco portato al cuore dell'Occidente attraverso la messa in scena di un alter ego costretto a voltare le spalle a ciò che ha di più caro, alla ricerca di qualcosa che potrebbe benissimo assomigliare al nulla."" -
La nostra ultima estate
Zaira ha i sensi all'erta: nessun dettaglio le sfugge; lei osserva e annota ogni cosa, raccoglie odori, sapori, tracce di esistenza. Tutti la vedono calma e coraggiosa, ma dentro Zaira si sente ""naufraga in acque tempestose"""". Le sue radici sono africane: la sua storia comincia in Etiopia, con un padre di cui sa troppo poco - misterioso, quasi invisibile - e una madre che non si lascia mai scoraggiare. L'infanzia e l'adolescenza di Zaira sono invece italiane: la seconda vita è qui, e qui sono gli anni di scuola, le prime, faticose amicizie, i passi incerti in una terra di sorprese e di feroci diffidenze. """"Se esistono gli extracomunitari, chi sono i comunitari?"""" si domanda Zaira. La risposta è muta; è nel conquistare giorno per giorno - con la tenacia ereditata da sua madre - niente più che lo spazio per parlare, lavorare, innamorarsi, esserci. Lo spazio che chiamiamo identità. Zaira racconta questo cammino accidentato all'amica Marcella: lo fa con la fiducia e lo slancio di un sodalizio femminile, molto più che semplice solidarietà. La malattia della madre, una gravidanza imprevista, l'ostilità di un uomo, le ferite del razzismo - nella vita di Zaira. E in quella di Marcella, in apparenza più quieta, i sogni di fuga, la nostalgia per Bari e per il mare, la fatica di tenere insieme una famiglia senza rinunciare a se stessa. Ancora una volta, l'identità."" -
Dietro l'arazzo. Conversazione sulla scrittura
Antonio Tabucchi è stato uno di quegli autori che, oltre a scrivere grandi romanzi e racconti, hanno saputo raccontare la scrittura. Il mistero ""Dietro l'arazzo"""": l'officina fatta di ispirazione e di tecnica, di slanci e di ripensamenti, di intuizioni e di errori in cui si produce un'opera d'arte. In questo piccolo e prezioso libro in forma di dialogo, Tabucchi esplora con precisione, sospeso fra ironia e malinconia, il terreno su cui nascono le parole e diventano poesia, racconto, romanzo. Quanto è legato ciò che scriviamo a ciò che siamo? La vita e la letteratura sono sullo stesso piano? E che cosa significa """"raccontare la vita""""? Le risposte - come sempre in Tabucchi - si affollano di ulteriori domande. Lo scrittore interroga sé stesso e chiede lumi agli autori e alle opere amate: da Pessoa a Rilke a Conrad, dai miti classici al cinema di Fellini e di Kubrick; chiama in causa la filosofia e la psicanalisi, la biologia e l'economia. Tutto alla ricerca del senso più profondo del fare letteratura, che è anche quello più nascosto: """"Quello che mi interessava - dice Tabucchi - non era guardare le figure dell'arazzo, ma tutti i nodi e i fili che stanno dietro al tappeto"""". Arrivare, insomma, a vedere e capire il """"rovescio""""."" -
Emozioni incustodite
"Le poesie di Ivana mi hanno colpito sin dalla prima lettura. Sono un'esplosione di sentimenti, di pensieri, travagli, sfoghi, qualcosa che viene fuori da un vulcano, quello stesso vulcano che ha accolto la giovane poetessa dopo essere emigrata dal lontano Piemonte. La poesia di Ivana, così, non si è potuta sottrarre al fascino incantato della 'Trinacria', a tal punto che, in certi suoi componimenti, diventa davvero lava incandescente che erutta dai crateri del suo spirito nobile. Sì, è vero. Nei suoi versi, ho avvertito una forza potente."""" (Gian Paolo Balsano)" -
La raccolta del sale
"Una scrittura rigorosa che però non si fa mancare scatti d'ira e lampi di forza, a sancire una personalità poetica sicuramente sfaccettata che nemmeno intende cercare la perfezione, ma preferisce - quando necessario - sporcarsi, divenire cosa quotidiana, parlare alle persone, raccontare finanche attraversando la sfera privata, quella degli affetti."""" (Matteo Fantuzzi)" -
Aporia delle scorie
"Da buona viandante, Fabiana Frascà viaggia di gran carriera il viaggio della vita, sul ritmo di versi, di rime alternate, di ritmi leggeri regolarmente battuti e di duplicazioni valevoli da itti e da impulsi. [...] Frammenti, brevi aforismi, concisi e scarni, segnali mutevoli e precisi, si propongono nella ricerca esasperata della fine delle cose, sempre entro la dimensione della vita, quando la vita si renda lodevole di essere vissuta. (Antonio Spagnuolo)" -
L'albero di vetro
Una raccolta fortemente autobiografica che ripercorre le diverse fasi della vita dell'autrice, dall'infanzia all'adolescenza fino all'età adulta. Fasi che per quanto diverse sono segnate da una perdita incolmabile. ""L'albero di vetro"""" rappresenta un cammino evolutivo di crescita che ha portato Monica Ugolini a lasciarsi leggere."" -
Schizoamore. Palpiti, ossessioni e travasi di cuore
Venti racconti d'amore, per una persona di sesso opposto, in genere, ma anche amore per se stessi, per una bestia, per un ideale, per Dio, per l'arte, per il denaro. L'amore nelle sue innumerevoli declinazioni, dalla passione al rapimento estatico, dalla compassione all'ossessione. Ma abbandonata l'usuale iconografia zuccherosa l'amore viene scarnificato fino ad essere mostrato nella sua più disadorna, e spesso ridicola, fisionomia, con un andamento sempre irridente, sarcastico e dissacratorio. -
Casa di riposo Michail Bakunin
Danilo scopre troppo presto che spesso della propria vita non si riesce a fare quello che si vorrebbe: appena diplomato è costretto ad abbandonare l'idea dell'università perché suo padre muore senza chiedere il permesso, di infarto, costringendo sua madre nella morsa della depressione e lui a cercarsi un lavoro. L'impresa sembra disperata, ma un insolito annuncio cambia il corso degli eventi. A Mantova, la casa di riposo Michail Bakunin - istituto che ospita solo vecchi anarchici e partigiani - cerca un tuttofare. Danilo parte senza pensarci troppo. A Roma lo legano soltanto sua madre e due strambi amici: Assunta, ex prostituta ultrasessantenne e Burgu, talentuoso meccanico rumeno che gestisce un'officina clandestina. Danilo comincia a lavorare nella casa di riposo e presto si affeziona ai ""suoi"""" vecchi, ma il male incurabile che sta per mettere fine alla vita di Anselmo, burbero anziano che scrive poesie, muove in Danilo alcuni pensieri. Perché i suoi amici devono aspettare la fine senza far nulla per il Paese che hanno contribuito a liberare dal Fascismo e che corre verso una china sempre più ripida? Non sarebbe meglio fare qualcosa di decisivo? Ma una telefonata da Roma scuote di nuovo l'esistenza di Danilo, mettendo in discussione presente e futuro. Non è solo, però, accanto a lui ci sono comunque i suoi vecchi a insegnargli che, quando le situazioni sembrano senza uscita, è ancor più necessario perseguire l'impossibile."" -
Sulla mafia
Una madre e suo figlio. Lui, pentito di mafia, è stato ucciso per vendetta. Lei gli porta fiori e un paio di scarpe. ""Sono venuta per maledirti"""", dice. Eppure non riesce a negargli un gesto ultimo di pietà umana. Dacia Maraini prende le mosse da questa storia immaginaria, ispirata a fatti veri e narrata in forma di monologo, per affrontare il tema della mafia. Mette in gioco la sua esperienza personale, la sua memoria: una Palermo lontana dove si sentiva dire """"la mafia non esiste"""", i volti degli uomini che l'hanno combattuta; storie grandi e piccole di questi nostri anni - la morte di Falcone e Borsellino, quella di Rita Atria, """"siciliana ribelle""""; i silenzi colpevoli della società civile, il legame della criminalità con la politica, il grido dei ragazzi di Locri, il dolore di Napoli."" -
Just saying
Il viaggio poetico, che si intraprende leggendo i testi di Armantrout, si delinea come un'esperienza attiva in cui il lettore è chiamato a misurarsi continuamente con una riflessione profonda e complessa rispetto alle basi comuni della significazione: uno degli istinti primitivi per eccellenza dell'umanità, un'attività che porta a riflettere e considerare ogni sensazione vissuta, quasi, come una metafora. -
La logica del desiderio
Il cortile interno di un palazzo di inizio secolo, un posto tranquillo. Un ragazzo passa interi pomeriggi, sul ballatoio, a correggere un romanzo che non riuscirà mai a pubblicare, a leggere e a seguire i curiosi movimenti dei gatti. Poi un giorno, su una bella macchina grigia, in compagnia del marito, arriva Vespa, ""l'inappuntabile ritratto dello splendore"""", che ha gli occhi più irrefrenabili che lui abbia mai visto. In poco tempo i due diventano amanti. Non è il solo, però. E presto la donna si stanca di lui. La passione che aveva sconvolto quella calma solo apparente diventa allora morbosa e alimenta inquietudini e nevrosi rivelando di quali elementi sia fatta, in fondo, la materia del desiderio e dove possa portare, senza averne quasi cognizione, la sua imprevedibile logica, ammesso che ne esista una."" -
Miles e Juliette
Miles Davis e Juliette Greco. Questa è la storia del loro amore. Parigi, un bellissimo maggio di fine anni Quaranta. 1949. Nella penombra delle prove della celebre Salle Pleyel c'è una donna rapita dalle note di una musica. Di fronte a lei un genio del jazz. Lei è Juliette Greco, che canta i versi di Aragon e Prévert davanti ai loro stessi occhi, dentro i locali di Saint-Germain-des-Prés, in una Parigi irripetibile. Lui è Miles Davis, musicista tra i più originali e influenti di un intero secolo. Walter Mauro insegue Miles e Juliette nelle tappe di un amore che si accende segreto, improvviso e li ossessiona. Soffiano su questa rapida, furiosa passione i venti letterari e filosofici di due città: Parigi, che cambia che inventa. La Parigi di Jean Paul Sartre e Simone de Beauvoir, di Boris Vian e Pablo Picasso, di Franz Fanon e di Raymond Queneau. Quando gli aristocratici del pensiero, il miglior credo esistenzialista, si trovava a Cafè de Flore o al Deux Magots, e reinventava il futuro ai tavolini della città liberata, che non era mai stata così viva e bruciante. E New York di mille luci, malinconica, fervidissima e oscura. Da testimone innamorato del jazz, dopo una lunghissima carriera di critico, Walter Mauro esordisce alla narrativa con un romanzo di musica e amore. -
Napoli in cento parole
Napoli. Ci hanno provato da secoli gli scrittori di ogni tempo a raccontarla in narrazioni brevi o lunghe, poesie, canzoni. Non ci sono parole efficaci a disegnare l'immagine di una città che evade da ogni schema, mutevole, ambigua, santa, meretrice, nobile, misera, alta, bassa. Ci sono più di cento voci in questo libro che l'hanno descritta in cento parole. Storie che hanno dato vita alla sua storia, ai suoi luoghi, ai suoi miti e alle sue leggende. Storie di personaggi mitici e reali che l'hanno abitata. Storie ambientate tra vie, vicoli e palazzi, collina e lungomare, centro e periferia. Storie brevissime, istantanee di una città unica, declinate in tutte le forme possibili. Napoli: tutto quello che c'è è stato qui descritto. Tutto quello che manca è stato inventato o cercato. Al limite del sogno.