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Roma in cento parole
"Erano giorni stupendi, in cui l'estate ardeva ancora purissima, appena svuotata un po' dentro, dalla sua furia. Via Fanfulla da Lodi, in mezzo al Pigneto, con le casupole basse, i muretti screpolati, era di una granulosa grandiosità, nella sua estrema piccolezza; una povera, umile, sconosciuta stradetta, perduta sotto il sole, in una Roma che non era Roma"""". È Pasolini a regalarci questo fotogramma perfetto di Roma, grande città in grado di custodire piccoli tesori, sotto un sole che qui e solo qui, indossa un colore che altrove non conosce. Roma è il contrario di se stessa e lo sa bene, le sue leggende diventano storie e la sua storia è una leggenda. E lei ce lo dice tutti i giorni ammiccando dalla serratura del Giardino degli Aranci, ubriacandosi a Trastevere, abbracciando i suoi colli dall'alto di un Pincio solitario e maestoso, facendo le fusa come i suoi gatti. Roma ci racconta una verità che può sgorgare solo dalla sua Bocca. E noi ci crediamo sempre, perché alle tentazioni non si può resistere. Questo libro è una tentazione a più voci, che racconta una città infinita, nello spazio di un ricordo che dura solo cento parole." -
Poesie d'amore in un tweet
Si potrebbe sostenere, con l'autorevolezza di un Nobel quale Iosif Brodskij, che la poesia, nella sua essenza, si riassuma in un tweet: ""La poesia, figlia dell'epitaffio e dell'epigramma, concepita, si direbbe per arrivare subito al cuore... ha la mercuriale velocità degli schemi mentali"""". Dunque (e perché no?) una poesia d'amore intensa e vibrante può stare dentro il corpus dei 140 caratteri. Certo, bisogna eliminare l'ovvio e il superfluo, la verbosità e la chiacchiera, concentrarsi sulla densità di ogni singola parola per creare un verso alato e profondo; bisogna cavare la quintessenza della scrittura per cantare, anzi, per cinguettare due righe che meritino attenzione, siano esse un endecasillabo, un settenario o un verso libero. Questa la premessa necessaria per chiarire il senso della sfida creativa che ha dato avvio a questa raccolta antologica. Una sorta di disiecta membra poetae direbbero i latini, eppure frammenti preziosi e luminosi, dove l'asfitticità dello spazio disponibile, questa prigionia che per certi versi corrisponde alle regole ferree del trobar clus, dello scrivere in metrica, si rivela costrizione feconda che carica di peso specifico ogni minimo lessema."" -
Piccola enciclopedia di figuracce in cento parole
Gaffe, scivoloni, cadute di stile, in qualsiasi modo le si voglia chiamare le figuracce è bene che non durino troppo a lungo... per questo cento parole sono più che sufficienti per racchiudere l'essenza di quegli interminabili minuti che tutti vogliono dimenticare ma che poi finiscono per raccontare. -
Il misterioso caso di Fra Keeler
Un uomo, Fra Keeler, muore in circostanze non del tutto chiare. Un altro - la cui identità non viene fino in fondo rivelata - decide di indagare su quella morte tanto singolare quanto misteriosa. Ma da dove partire? Come fare a mettere insieme i pezzi di un puzzle così complicato? L'uomo è sicuro che solo ripercorrendo gli eventi precedenti alla morte di Fra Keeler - mettendo meticolosamente in ordine un fatto dopo l'altro - potrà scoprire qualcosa. Così acquista la casa appartenuta a Fra Keeler, diventando proprietario di un luogo che improvvisamente diventa teatro di strani episodi. Un lucernario polveroso, un'ampia cucina, un telefono, un capanno fuori dal giardino, e poi un postino che consegna un pacco inatteso, una vecchia signora vicina di casa che rimane al buio, e ancora un'insolita rappresentante di una compagnia web che bussa alla porta. Che legame hanno queste persone con la vicenda di Fra Keeler? Sono lì per caso o vogliono suggerire la strada da percorrere per arrivare alla verità? E soprattutto: perché il protagonista è così determinato a indagare? Cosa lo lega all'uomo scomparso? Gli indizi e le coincidenze si fanno via via più inquietanti e inestricabili. -
Ho parato un rigore a Pelé. Gli scrittori italiani e il grande romanzo del calcio
Come entra il calcio nella vita di un italiano? Quanto conta, fin da bambini, il rapporto con il pallone? Quali esperienze offre, in termini di sogni, di crescita, di amicizia, di sentimenti in genere? Si può amare o odiare il calcio, ma è impossibile non sfiorarlo, in un Paese che davanti alle partite si ferma e a volte si ritrova miracolosamente unito. Palloni di plastica o di cuoio che finivano sotto le ruote di auto parcheggiate. Rigori in cui si giocava la stima di tutti, e magari pure lo sguardo di una ragazza. Episodi anche minimi della vita di ciascuno possono raccontare come il calcio agisca da collante sociale, come incida sull.identità di gruppi e di singoli, di luoghi. Come possa mescolare adrenalina, gioia, calore emotivo, crudeltà, violenza. Se il calcio in Italia è il grande romanzo popolare, chi meglio degli scrittori può provare a spiegarlo? Conversazioni in forma di racconto tra bandiere strappate, ricordi di famiglia e d'amore, accensioni politiche, nostalgia, partite (eroiche) sotto casa. -
Il sarto in certi romanzi
I versi di Silvia Morotti stanno come in punta di piedi sulla pagina, sul bianco. Sono corti, a volte cortissimi. Fanno sentire che prima di ogni pronuncia c'è un'esitazione, un piccolo tempo sospeso. Così ogni parola e ogni immagine arrivano più nette, dicono quello che dicono ma non solo quello che dicono. Tutto parla, e parla per segni. Il vento ritorna sempre sugli stessi giri e scuote le chiome delle comete. Tutto parla. Talvolta ciò che stava nei romanzi riappare nella realtà e la certifica. Talvolta la realtà somiglia a una pineta su cui le allegorie si affollano come storni. La bellezza di questi versi sta nella loro misteriosa semplicità - il più comune dei gesti porta con sé una incalcolabile quantità di mistero e di senso. -
Gli atti della disperanza
Trasposta sulla scena, una vita può essere suddivisa in atti, in momenti, in sequenze, in una manciata di scene madri se va bene. Un pensiero inaccettabile per chi vorrebbe la finzione del palcoscenico come una semplificazione e un'esemplificazione della vita. E se fosse l'incontrario? È un interrogativo inquietante che la lettura delle poesie di Luigi Sebastiani ripropone. Suddivise in sezioni che richiamano da vicino il genere dell'opera lirica, queste liriche (ma fino a che punto?) sono il canto mai dispiegato, anzi telegrafico, che riassume un'esistenza nei suoi momenti fondamentali, ma soprattutto nei quesiti, talvolta disperati e tal altra cinici, che essa stessa suscita in un io lirico ferocemente disincantato e spietato nell'analisi del proprio desiderio. -
Poesie d'amore in un tweet 2
"La modernità ha sancito la rottura con i modelli, il discorso poetico è diventato insofferente alle regole aprendosi alla complessità, alla contaminazione, al libero gioco della lingua, all'imprevedibilità intuitiva dell'io lirico ... Ecco dunque come questo paradigma del conteggio sillabico sia imparentato al conteggio metrico e solleciti alla sfida, sempre nuova per ogni poeta, del corpo a corpo con la pagina bianca. Un tweet, un cinguettio: l'amore espresso in un frammento."""" (dall'introduzione di Letizia Leone)" -
Lontananze perdute. La Sicilia di Dacia Maraini
Questo libro è un viaggio ""alla ricerca della Sicilia perduta"""" di Dacia Maraini, l'isola vissuta e quella scritta, un percorso attraverso le opere e la memoria dell'autrice. Di evocazione in evocazione emergono gli scrittori siciliani che popolano l'immaginario della grande scrittrice: da De Roberto a Tomasi di Lampedusa, da Pirandello a Sciascia, Vittorini, Brancati. Nel corso di questa discesa nella memoria prendono corpo le figure familiari più determinanti, i luoghi della sua antica nobiltà, oggi guardata con disincanto, ma anche il cibo e le ricette del nonno Enrico, i quadri della madre Topazia Alliata, le amicizie che da anni accompagnano l'autrice e i nuovi sodalizi nel segno dell'arte, i sorrisi e le nostalgie, nascosti tra le pagine de """"La lunga vita di Marianna Ucrìa"""", di """"Bagheria"""", dei racconti, del teatro e de """"Il sommacco. Piccolo inventario dei teatri palermitani trovati e persi"""". Con gli occhi curiosi di un visitatore, Eugenio Murrali ci fa conoscere le """"lontananze perdute"""" della maggiore narratrice contemporanea. L'opera è arricchita dalle introvabili poesie siciliane della Maraini e da un suo luminoso e altrettanto irreperibile saggio su Federico De Roberto."" -
Prigioniero 77
In un sabato notte d'autunno e di nebbia, nella pianura emiliana, Carlo e Giovanni trascorrono la serata allo Studio Dance Settanta, un locale poco noto ancora arredato come trent'anni prima. Dopo una sfilza di cocktail, sigarette e goffi tentativi di rimorchio, i due si lasciano trasportare dalle note di grandi successi dance del passato. Ma una volta rientrati a casa la realtà sembra non essere più la stessa. Carlo si risveglia in una domenica di venticinque anni prima, nel millenovecentosettantasette. Cosa sta succedendo? Perché tutto cambia forma? E perché Giovanni oscilla tra presente e passato? «Incertezza; incredulità; dubbio; consapevolezza; curiosità; sfizio; sollazzo. Tutto nel breve volgere di un istante». Per capire cosa sia realmente accaduto e comporre i tasselli di questo quadro, Carlo e Giovanni camminano mano nella mano legati da una passata di scotch. Sono due giovani smarriti alla ricerca della verità, prigionieri di un tempo perduto. Jacopo Iannacci scrive un romanzo breve, una riflessione sul tempo, in cui i personaggi si muovono, alla ricerca di un posto impreciso, in uno scenario annebbiato. Un viaggio anomalo, dai personaggi sempre uguali ma dalle tinte un po' scolorite, in cui si respira ebbrezza e fumo di sigaretta in automobile. -
Ieri ha chiamato Claire Moren
Finalista del Premio Letterario Corrado Alvaro e Libero Bigiaretti 2017rnrnIeri ha chiamato Claire Moren è l'incontro tra chi vuole dimenticare tutto e chi è condannato a ricordare. Dopo diciotto anni di prigione Enea viene scarcerato e decide di andare a vivere dove un tempo era stato felice. Lì incontra un anziano signore, tale Gagliardi, un cacciatore di nazisti che è sulle tracce di Marigold, la Primula Nera del nazismo internazionale. Gagliardi, convinto dell'innocenza di Enea, lo incoraggia a riannodare i fili della memoria, a svuotare la nausea del cuore e a ritornare nell'illusione della vita. Così, fra azione e riflessione, parte la ricerca. La vita di Anni, la giovane donna di cui Enea era innamorato e del cui omicidio è stato accusato, viene scandagliata e ripercorsa, alla ricerca di una faglia che lasci emergere indizi prima trascurati per arrivare al vero colpevole. Attraverso una singolare indagine si segue il tortuoso percorso di una memoria dolorosa e di un amore tormentato e a tratti crudele. Con la sua prosa cadenzata e densa, Giuseppe Aloe costruisce un romanzo dalle atmosfere tese e fragilissime, in cui si disegna così una parabola dalle trame insolite, popolate da personaggi strambi e oscure relazioni, un diario indecifrabile, nuovi sospetti, misteriosi depistaggi, fino ad un inaspettato epilogo. -
TecnicaMente
Post, tweet, app, tool, device, browser. Il lessico informatico è oggi così debordante, per volume e velocità di diffusione, da lasciare anche al navigante più scaltro la sensazione di un incombente naufragio. Ciò valesoprattutto per l’umanista che, già immerso nel mare magnum del particolarismo delle disciplinestorico-letterarie, ha oggi ilcompito di veicolare e imparare a conservare secoli di scrittura, di parola scritta nel medium più invadentechela società occidentale abbia mai avuto: il web. TecnicaMente. Letteratura, Informatica, Ricerca prova a disegnare una mappa delle risorse per la ricerca umanistica – per quanto intricata, approssimativa e in costante evoluzione – tra le maglie liquide, insidiose ma essenziali della Rete, mirando a svelarne e decodificarne le grazie e le bellezze, forte della consapevolezza che oggi il digitale non è un mero strumento, ma è al contempo la spia e la prassi di un mutamento del paradigma epistemologico. -
La pattinatrice sul mare
Alla vigilia delle Olimpiadi invernali in Corea, l'affascinante pattinatrice sul ghiaccio Claudine Russo riceve minacce anonime sul web ritenute ""molto serie"""" dai servizi segreti. La protezione della giovane azzurra viene affidata al commissario Igor Attila, ex pugile responsabile della Sezione crimini sportivi della questura di Roma. La missione si rivela però più complicata del previsto. La pattinatrice è infatti impegnata in un reality tv sponsorizzato da un petroliere russo senza scrupoli, a sua volta minacciato dai Balenotteri d'Assalto, ambientalisti considerati vicini all'ecoterrorismo internazionale. Igor Attila si ritrova a indagare così sul set televisivo allestito in mezzo al mare, dove viene raggiunto dall'inattesa visita di un amore riemerso dal passato, che rischia di mandare a monte l'operazione."" -
La Dora dei miei sogni
Dora, Dora, Dora. Vagheggiata, inseguita, adorata. Mauro Sardonico non può farne a meno, vive letteralmente per quella che è la donna dei suoi sogni. Nessuno a parte lei può aiutarlo, soprattutto ora che la sua ordinaria vita di agente assicurativo è stata sconvolta. Uno dopo l'altro i suoi clienti sono vittime di uno spietato assassino. Tutti sono stati trovati col cranio rasato e un aforisma di Zurau scritto sulla fronte, particolare questo che lo riguarda da vicino e lo mette, a poco a poco, sempre più nei guai. Qualcuno vuole incastrarlo? E perché? Deve calmarsi, cercare di ragionare: chiude gli occhi Mauro per cercare la verità, aspetta che Dora, splendida e inafferrabile, lo tranquillizzi con le sue dolci parole. Vorrebbe solo abbandonarsi tra le sue braccia. Un romanzo ricco di suggestioni distopiche che segue il flusso irrefrenabile di una coscienza in equilibrio precario fra illusione e verità. Massimo Torre elimina ogni filtro e lascia che il protagonista si confessi, seguendo la tortuosa via dei propri pensieri scomposti e delle proprie paure più profonde, per sfuggire alle quali spesso l'unico, autentico rifugio sono le proprie fantasie. Ammesso che riescano a reggere all'urto con la realtà. -
Pelé. La perla nera
Pelé si pronuncia di corsa, sonoramente. Musicale, onomatopeico, profondamente brasiliano. Pe-lé. I brasiliani fanno presto, accorciano. Pelé contiene la storia del calcio e contiene un po' tutti quelli che sono venuti dopo di lui. Un numero nove, però dieci, di qui la definizione, il neologismo di nove e mezzo. Contiene Cruyff, Messi, Cristiano Ronaldo e, per citare un futuro molto italiano, anche Dybala. Contiene tutti quelli che ancora non immaginiamo. Quel milione di bambini che pensano di diventare Pelé. Pelé è ""La perla nera"""", il catalizzatore del più bel quintetto d'attacco mai schierato da una nazionale in un campionato del mondo. Ci riempiamo di significati e significanti quando snoccioliamo quel quintetto storico: Jairzinho, Gerson, Tostao, Pelé e Rivelino. Edson Arantes do Nascimento, Pelé è leggenda e maledizione, come la coppa Rimet, quella coppa, inafferrabile, che solo lui in appena 12 anni è riuscito a portarsi a casa."" -
Roberto Baggio. Divin codino
Quando alle 16.45 di una soleggiata domenica di maggio il quarto uomo solleva il tabellone luminoso tutto lo stadio San Siro in Milano si alza in piedi. Non è una standing ovation, è un inchino. Un omaggio, un lungo abbraccio. È un ricordo. Applaudono e piangono questi folli innamorati del pallone. Il numero 10 se ne va, e questa volta è per sempre. Lui, capelli bianchi, basette rasate e fascia da capitano blu rigorosamente su libraccio sinistro, capisce che è giunto il momento. Si avvicina a Maldini, che gli ha negato per 85 minuti la gioia dell'ultimo gol, all'ultima esibizione. Accenna un saluto, manda un bacio con la mano destra a Mattia e Valentina che hanno gli occhi lucidi in tribuna. Questa è una storia di amore e resurrezione, dì lotta, passione, di rivincita. Questa è la storia di un ragazzino prodigio, con 220 punti interni di sutura e un menisco perforato a 17 anni. Questa è la storia di chi davano tutti per spacciato, e si è ritrovato con un Pallone d'oro tra le mani. Questa è la storia di scontri, tafferugli, incendi in nome di un calciatore. È la storia di un'estate italiana, di piazze e di feste, di bandiere e di vespe, di monaci e di cacciatori. Questa è la storia dell'uomo che non ha nemici. Questa è la storia di una generazione. Questa è la storia di un campione. Questa è la storia di Roberto Baggio. Prefazione di Valerio Nicastro. -
Tu non dici parole
Bronte. 1638. Francisca è una bambina abbandonata alla ruota degli esposti. Si arrangia a sopravvivere come può, sebbene presso la ""Casa del buon fanciullo"""", dove è stata allevata, non ci siano comodità né agi. Però, Francisca sa che può attingere al mistero della bellezza. E infatti, quando le riesce, ruba parole belle. Si tratta, per lo più, di parole della Messa e dell'offertorio, che la piccola esposta sente pronunciare in latino, e che impara a memoria perché, con la loro dondolante cadenza, le fanno intravedere una lingua da re, preziosa e ospitale. Una lingua capace di vincere la morte. E, in effetti, quando il Pilosa, un bandito assetato di pane e vanagloria, assalirà la ruota degli esposti, a capo di un manipolo di sgangherati banditi, saranno proprio le parole belle, quasi un guaito che proromperà dalla bocca di Francisca, a salvarla miracolosamente dall'assedio e a garantirle la sopravvivenza."" -
Gaetano Scirea. Il gentiluomo
30 anni senza Gaetano Scirea. Un campione sul campo e nella vita, morto in un incidente stradale su una strada polacca, quando era vice allenatore della sua Juve, il 3 settembre 1989. Mundial in Spagna nell'82, tanti scudetti e tante coppe, mai espulso pur giocando in difesa, da libero. Un giocatore esemplare, perfetto, corretto. Un Angelo Calciatore. Darwin Pastorin, per anni cronista di calcio, cresciuto alla scuola di Giovanni Arpino e Vladimiro Caminiti, recupera le stagioni della loro amicizia, di un rapporto fatto di interviste ufficiali ma soprattutto di tante confidenze, nei lunghi giorni delle trasferte con la Nazionale o con la Juve, nelle passeggiate torinesi lungo il Po o nei quartieri popolari e a casa del fuoriclasse con la moglie Mariella e il figlio Riccardo. Ritornano pagine antiche ed emozioni nuove. Gaetano immaginato oggi: avrebbe insegnato ai giovani come calciare di destro o di sinistro, come colpire di testa e come affrontare l'avversario con talento e rispetto ma, in special modo, come riportare il pallone alla magia e alla bellezza, rispettando le decisioni dell'arbitro e tornando a casa con il sorriso e mai con il rancore. -
Belice 2020: sisma, sviluppo, esiti
La riflessione sullo sviluppo locale e sulla parametrazione dei risultati delle politiche sul territorio costituisce l'occasione per comprendere quale ruolo possano avere i territori nell'innesco di prospettive di crescita. Questo volume, muovendo da un approccio geografico, eleggendo a caso studio il territorio della Valle del Belice, intende esplorare e descrivere, nel metodo e nel merito, il modus operandi dei Gruppi di Azione Locale, GAL, partenariati pubblico-privati chiamati a individuare, implementare e gestire, con approccio LEADER, strategie di sviluppo locale in seno alle misure dei Piani di Sviluppo Rurale (PsR) predisposti dalle Regioni. Insieme alla ricostruzione della storia di sviluppo locale del territorio, viene analizzata la strategia del GAL Valle del Belice e si pongono in risalto critico le questioni del monitoraggio delle attività e della valutazione dei risultati e degli impatti che il GAL, attraverso l'attuazione della Strategia di Sviluppo locale, imprime su territorio, comunità e beneficiari. Prefazione di Girolamo Cusimano. -
Malafollia. Racconti dal carcere
"Stai entrando nel gioco"""" disse il padre a Leonardo quando gli confidò che anche il suo mondo non era come quello degli altri. E Leonardo, dal gioco della follia, non uscì più. Edmond, invece, ricorda che quando era piccolo faceva piccoli tagli sotto un occhio e aspettava che colasse il sangue per gridare qualcosa al mondo, ma il mondo non gli rispose mai. Michele sta fuori dal carcere, così crede, ma le """"voci"""" lo perseguitano e lui non sa più chi sia né come si chiami. Né dove si trovi. Patrizia rivede se stessa, a pochi mesi, in braccio alla madre alla Stazione Termini di Roma... Occhioni verdi e sguardo intenso, Patrizia non piange quando la mamma la porge a un'altra donna dicendo """"Se ne occupi, faccia la cosa giusta per lei"""". Sono trascorsi ventidue anni da quel giorno e Patrizia non piange neanche da dietro le sbarre di una cella, anche se scrive """"In certi momenti esce fuori il mostro che è in te"""". Il regime di Elevato Indice di Vigilanza è quello che catapultò Bastiano dalla Sardegna alla sezione d'isolamento dell'""""infame carcere abruzzese"""". Se fosse rimasto un anno senza parlare con nessuno avrebbe perso l'uso della parola, così escogitò un sistema: cominciò a parlare da solo... """"e mentre parlavo, mani solerti compilavano l'ennesimo rapporto disciplinare..."""". Meglio che impazzire. Sesto Lario aveva imparato a urlare dentro di sé la rabbia: """"Un fallito, un fallito, un fallito!"""" gridava contro quel destino che non gli permetteva di essere l'artefice della sua vita. Ma poteva esserlo della sua morte. I sei racconti di Malafollia sono scritti dagli autori che si sono distinti nel corso del Premio Goliarda Sapienza. Il leitmotiv è la follia dentro le mura di un carcere. Qualcosa che tutti loro hanno visto, vissuto, toccato. Storie di grande impatto emotivo che trascinano negli angoli più misteriosi della mente umana. Introduzioni di Edoardo Albinati e Patrizio Gonnella."