Sfoglia il Catalogo ibs043
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 4101-4120 di 10000 Articoli:
-
Le malattie di casa Manzoni
La conferenza, che si inserisce nelle attività della Scuola della Cattedrale di Milano, presieduta da monsignor Gianantonio Borgonovo, propone un approfondimento della dimensione intima e affettiva di Alessandro Manzoni prendendo spunto dalla pubblicazione del volume Carteggi familiari II (Centro Nazionale Studi Manzoniani, Milano 2019), curato da Mariella Goffredo, direttrice della Biblioteca Braidense, e da Emanuela Sartorelli, studiosa che ha offerto un'indagine essenziale sull'edizione Ventisettana de ""I promessi sposi"""". Due professori, Angelo Stella e Paolo Mazzarello, rispettivamente presidente del Centro Nazionale di Studi Manzoniani e docente di Storia della medicina all'Università di Pavia, hanno contribuito a ricostruire quei problemi di salute che disturbarono direttamente o indirettamente il grande scrittore."" -
Peripezie di un falso mussulmano alla ricerca della città proibita. L'ardimentoso viaggio di René Caillié a Timbuctù
Caillié, all'età di 17 anni, salpò da Rochefort-sur-Mer e sbarcò a Saint-Louis sulle coste del Senegal. Riuscì a partecipare a due esplorazioni inglesi della regione del Niger, durante le quali conobbe l'ostilità delle popolazioni africane islamizzate verso i cristiani e si rese conto dell'inutilità di procedere con spedizioni militari. Per raggiungere il suo scopo, Caillié comprese che doveva contare sull'astuzia. Doveva abbracciare la fede islamica. Sandro Tirini ci lascia scoprire, in questo volume, un uomo francese che compì un'impresa ritenuta impossibile e ne lasciò traccia in un diario, stampato per la prima volta a Parigi nel 1830, con il titolo Journal d'un voyage à Temboctou et à Jenné, dans l'Afrique centrale, précédé d'observations faites chez les Maures Braknas, les Nalous et d'autres peu-ples. -
Incarnazione del «Logos». Il «Logos» giovanneo alla luce della tradizione giudaica
Il Vangelo di Giovanni è uno dei 27 libri del Nuovo Testamento. Inizia con il famoso Prologo, nel quale Giovanni descrive l'incarnazione del Logos nella persona di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, e termina con la sua morte in croce, la sua Risurrezione e le sue apparizioni ai seguaci. Varie fonti storiche, oltre alla tradizione, indicano nell'apostolo Giovanni, figlio di Zebedeo e fratello di Giacomo il Maggiore, l'autore del quarto Vangelo, composto molto probabilmente nel centro ellenistico di Efeso sul finire del I secolo dell'era cristiana. «In principio era il Verbo.» Giovanni utilizza il termine Logos (in greco ""Parola"""", """"Verbo""""), ma qual è la vera origine della dottrina del Logos e come si coniuga con la tradizione giudaica?"" -
Faulkner e Hemingway a Saint-Sulpice
Ernest Hemingway, William Faulkner, Georges Simenon e altri, quando arrivano a Parigi negli anni Venti del secolo scorso, sono giovani sconosciuti che vogliono affermarsi come scrittori. Saranno presto nomi illustri, anche se nei primi tempi incombe il timore del fallimento. La loro storia sembra garantire la riuscita a chi ha talento e volontà, ma questa considerazione potrebbe essere illusoria, perché non si conosce la vicenda di chi, sconfitto dalla sorte, è rimasto nell'anonimato. Per l'aspirante scrittore forse è determinante la fortuna di vivere nell'epoca giusta, o forse anche il successo letterario rientra in un incomprensibile piano provvidenziale. Di sicuro, la Parigi dell'età d'oro assume per i nostalgici, cento anni dopo, le caratteristiche di un Eden. La riflessione di questo saggio in forma narrativa parte da Saint-Sulpice, dove si ammira l'enigmatica lotta di Giacobbe con l'angelo, e alla stessa chiesa parigina approda dopo aver incontrato anche Francis Scott Fitzgerald, Ezra Pound, John Dos Passos e altri grandi nomi della letteratura. -
«Misero, attendi, se vuoi morir!» Mozart e l'idea della morte
Questo libro trae spunto dal singolare paradosso che fa di Mozart un campione incontrastato della memorabilità storico-musicale a dispetto ma soprattutto a causa della dispersione delle sue spoglie mortali in una fossa comune. Che il destino gli abbia negato un luogo e un monumento atti a simboleggiare materialmente l'immortalità procuratagli dalla sua grandezza di compositore è una beffa ottimamente contrastata e neutralizzata dall'immensa popolarità del suo nome anche al di fuori della cerchia dei cultori della cosiddetta ""musica classica"""". I capitoli qui dedicati al fisico oltre che metafisico risarcimento a lui dovuto scandagliano minuziosamente i rapporti che il suo mondo interiore di uomo e di artista intrattenne con l'idea della morte, in relazione al suo modo di accennarne o di soffermarvisi nelle lettere, in particolare quelle scambiate con il padre; nondimeno se ne occuperanno rispetto al suo modo di darle abito sonoro in ambito operistico, all'interno delle partiture di musica sacra e in alcune composizioni puramente strumentali, alludendovi, in queste ultime, perlopiù in chiave ironica quando non addirittura sarcastica."" -
Un giovane musicista davvero notevole. Testo inglese a fronte
La sua sorprendente rapidità, tuttavia, non derivava semplicemente da una grande pratica; egli aveva una conoscenza approfondita dei principi fondamentali della composizione, dato che, subito dopo aver realizzato una parte per soprano, scrisse immediatamente una base sotto a quella, che quando venne provata fece un gran bell'effetto. Era anche un eccellente maestro della modulazione, e le sue transizioni da un tasto all'altro erano oltremodo naturali e ponderate; aveva fatto pratica in questo senso per parecchio tempo, con un fazzoletto a coprire i tasti del clavicembalo. Prefazione di Armando Torno. -
Shakespeare e il suo cinema
Caleffi ama raccontarsi con le parole «Je so' pazzo je so' pazzo/ ho il popolo che mi aspetta/ e scusate vado di fretta/ [...] je so' pazzo/ ed oggi voglio parlare»: di Shakespeare e del cinema da (di) Shakespeare. Caleffi conosce il tema dalle due prospettive, dall'alto e dal basso. E, come ama fare, gioca col Bardo. È come se fosse seduto con lui a un tavolino sorseggiando un aperitivo. È come se gli proponesse dei format diversi da quelli che, da oltre quattrocento anni, diecimila, centomila volte sono stati proposti: profondi, colti, intelligenti, appropriati. È da questi aggettivi che Caleffi intende scappare. Così, in ogni senso e nonsense, le sue incursioni culturali sono piratesche e insofferenti di ogni regola precostituita. Ma c'è del metodo in questo non-metodo. Qui si viaggia in tutte le direzioni fra testi e contesti, in una sintesi di fiction e docufiction, supposizioni biografiche e biografie romanzate, e la prospettiva storica è tutto tranne che cronologica. Il teatrante Caleffi, da narratore, narra. E si mette in gioco, giocando col suo Shakespeare, da attore ad attore, da commediografo a commediografo, da regista a poeta. Ma l'autore, in quella che chiama ouverture, esce dal gioco e dal sogno, ritrova le dimensioni e, in una sorta di excusatio e di promemoria, evoca due momenti apicali della letteratura e dell'incanto: il monologo di Amleto e quello di Antonio nel Giulio Cesare. Naturalmente non tradisce se stesso, li (ri)traduce. -
Vita quasi vera di Giancarlo Majorino
«Mi alzo molto presto alla mattina, alle cinque, diciamo. Mi alzo molto presto per un paio di vantaggi. Di solito c'è silenzio. Alla mattina poi sono un leone, dopo, rimbecillisco. La mattina sono sempre l'ira di Dio. E la mattina, silenziosa più di altri tòcchi della giornata, mi immergo quasi sempre in grandi lavori o più in generale con tutto ciò che costituisce continuità di lavoro. Allora, la mattina mi metto qui, nella mia ""astronave"""" e una volta ho in mente, immagino una situazione per una poesia, un'altra volta mi interesso di un problema critico o filosofico, altre volte sono invaso dallo scrivere, un'altra volta ancora sento la necessità di rileggere un punto di Hegel, di Nietzsche, di Husserl, di Benjamin. Cioè, è un tempo enormemente vario, non rinuncio a questa varietà che ho sempre avuto intorno a me, che è nella mia testa. L'assolvo a questo modo. È per quello che sono sempre abbastanza felice nonostante tutto, il che sembra una pazzia. Ma lo sono. Tutte le mattine vengo qui e mi scateno in una direzione o nell'altra spontaneamente.»"" -
Commemorazione di Charles Darwin (1882)
«Come l'arbusto che muore lascia nelle viscere della terra la radice che ne riprodurrà le forme, come la foglia cadendo lascia la gemma che la rifarà nella ventura primavera; così il darwinismo dovrà svolgersi e tramutarsi per lasciare il posto a nuove teoriche più alte e più complesse. Fedeli seguaci del grande inglese, ci sentiamo evoluzionisti anche per giudicare lui, creatore e pontefice massimo dell'evoluzione. In lui, in noi stessi, nella storia del pensiero, nelle viscere dell'umanità sentiamo l'inesorabile picchio di quel martello del prima e del poi, che segna la strada al lavoro e al progresso. Il darwinismo non sarà l'ultima parola della scienza, ma è la parola dell'oggi, di quell'oggi che a ogni battito del nostro polso va a divenire un domani.» -
Detti e proverbi. Djudeo-Espanyol
Il Djudeo-Espanyol, ""lo spagnolito"""", è la lingua di quella parte del popolo ebraico che, cacciato dalla Spagna nel 1492, ha trovato rifugio nelle terre bagnate dal Mediterraneo. Per quattro secoli è stata tramandata oralmente nel ricordo della propria origine. Si tratta di una lingua che, allo spagnolo, integra parole di ebraico e parole delle lingue usate nei Paesi di approdo, dando vita a un lessico tuttora parlato e condiviso nel mondo ebraico sefardita. Questa è una raccolta di oltre 200 detti e proverbi che sintetizzano una visione della vita e delle relazioni umane, dove, accanto a contenuti tipicamente ebraici, ve ne sono numerosi altri che fanno parte di un patrimonio culturale molto più diffuso e che si ritrovano rappresentati nel lessico di svariate regioni e culture."" -
Giudaismo e romanità. A partire dall'«Hérodias» di Flaubert
«La radicale assenza, nella cultura romana, di un pensiero escatologico segna una preclusione assoluta rispetto a ogni immaginabile ponte di comunicazione tra giudaismo e romanità. L’etica romana, aristocratica e concreta, deve essere vista di contro alla parresia giudaica, egualitarista ed escatologica: in questa contrapposizione è forse l’estrema sintesi del dissidio che trovò l’esito più violento e sanguinario nelle immagini di Cristo in croce e di Giovanni Battista decapitato.» -
Il diavolo nei dettagli. Saggi sull'agnosticismo
Huxley scrisse moltissimo, specialmente di scienze naturali. Molti sono, però, i saggi dedicati alle discussioni religiose in cui, con tono polemico e irriverente, tentò di spogliare i Testi Sacri delle loro pretese di infallibilità, esaminandoli in maniera certosina alla luce delle acquisizioni del metodo storico-critico e delle conoscenze di fisiologia e paleontologia. Particolarmente innovatori gli scritti dedicati all'agnosticismo, che stimolano un duplice interesse: filologico, perché testimoniano della nascita di un atteggiamento che oggi ha ancora molta presa; contenutistico, perché enunciano un metodo di analisi della religione e una serie di applicazioni concrete, tuttora straordinariamente validi. -
Trattato elementare di elettricità
Iniziato nel 1875, due anni dopo la pubblicazione del più oneroso Treatise, il Trattato elementare di elettricità resta incompiuto, per la prematura scomparsa dell'autore nel 1879. Viene in seguito completato e rivisitato, anche sulla base del Treatise stesso, dall'amico Garnett che lo pubblica infine nel 1881. Con risultati di assoluto rilievo: si tratta di un 'aureo libretto' in tutto e per tutto degno di figurare accanto al prezioso Matter and Motion e al discusso Theory of Heat. Con la sua impostazione intende ridurre al massimo gli oneri matematici presenti nel Treatise, così da avere in cambio la possibilità di meglio focalizzare la fisica sottostante. In questo senso, per esplicito intendimento di Maxwell, l'aggettivo 'elementare' va inteso nel senso preciso proprio degli Elementi euclidei: l'essenza ed il fondamento. Maxwell, sensibile alle letture geometriche della fisica, fu affascinato dagli Elementi di Euclide, ai quali sempre si ispirò. Nell'attesa di pubblicare una seconda e riveduta edizione del Treatise, gli argomenti di questo volume espressero appieno il suo orientamento metodologico. Per la prima volta in traduzione italiana, il Trattato elementare di elettricità è preceduto da quattro scritti sulla vita e il lavoro di James Clerk Maxwell di Adriano Paolo Morando. -
L' evoluzione della scienza. Nove «lezioni popolari»
Le ""lezioni popolari"""" organizzate dall'università di Vienna erano corsi di divulgazione rivolti alle classi lavoratrici. Queste iniziative si diffusero anche al di fuori di Vienna ed ebbero un enorme successo, tanto che in alcuni paesi della Bassa Austria il numero dei partecipanti alle conferenze raggiunse i due terzi della popolazione. Ernst Mach fu uno dei più grandi divulgatori scientifici del suo tempo. Le sue """"lezioni popolari"""" ebbero un tale successo che vennero pubblicate più volte, a partire dal 1895 fino agli anni Venti, nelle più importanti lingue. In questo volume ne vengono proposte nove, i cui temi sono connessi alla concezione evoluzionistica della conoscenza scientifica, profondamente influenzata dalla lezione di Darwin e di Hume. Mach anticipò molti aspetti dell'epistemologia evoluzionistica, in particolare la convinzione che la conoscenza sia una manifestazione della natura organica. Le sue lezioni furono un capolavoro della prosa scientifica in lingua tedesca e vennero profondamente apprezzate da uomini come Einstein e Musil. Le nove """"lezioni popolari"""" di questo volume sono precedute da un'ampia introduzione del curatore e da una prefazione di Telmo Pievani."" -
Il principio della relatività. Con applicazioni di fisica
Nel 1922 il matematico e filosofo Alfred North Whitehead denuncia alcune incongruenze concettuali della relatività generale di Einstein e propone una teoria gravitazionale alternativa, diretta emanazione di riflessioni metafisiche, che rifiuta la curvatura variabile dello spaziotempo. La ""relatività di Whitehead"""", nel corso degli anni, supera sorprendentemente gli stessi test della relatività generale, fino ad arrivare a candidarsi come autentica """"spina nel fianco di Einstein"""". Fino al 2007, quando un saggio dei fisici Will e Gibbons la confuta in maniera presumibilmente definitiva. Nel presente volume, """"The Principle of Relatività"""" viene finalmente pubblicato in traduzione italiana, preceduto da un ampio apparato introduttivo, per celebrare degnamente la conclusione di un'avventura dal grande fascino intellettuale."" -
Dal cretino al genio
Chi è il genio? Cosa lo rende differente da una comune persona molto intelligente? In questo libro, attraverso studi e curiosità, viene esposta una panoramica delle vite dei più grandi geni dell'umanità. Parallelamente, Voronoff presenta e contestualizza i suoi esperimenti sui trapianti, spiegando come l'attività mentale sia, in ultima istanza, un fatto biologico. Un testo che incarna perfettamente lo spirito superomista di inizio Novecento e che mostra la resistenza delle comunità ad accogliere le rivoluzioni concettuali che infrangono quello che Kuhn avrebbe chiamato ""periodo paradigmatico""""."" -
La relatività debole. La fisica dello spazio e del tempo senza paradossi
Secondo Einstein e Poincaré la simultaneità di eventi che hanno luogo in punti diversi dello spazio può essere definita solo per convenzione. Dal punto di vista matematico si dimostra, quindi, che due diverse definizioni di simultaneità corrispondono a due diversi valori del coefficiente e1 della variabile spaziale x presente nelle trasformazioni di Lorentz. A partire da premesse normalmente accettate otterremo diverse dimostrazioni della necessità di reintrodurre il concetto di simultaneità assoluta. Le conseguenze cosmologiche della nuova struttura dello spazio e del tempo andranno contro la cosmologia del Big Bang. Inoltre, dopo questi risultati, il relativismo sopravviverà in una forma meno aspra (""relatività debole"""") perché risulterà privo di quel campionario di paradossi portato dalla teoria della Relatività Speciale."" -
Quantità, unità, numero. Una selezione dal «General trattato di numeri, et misure». Testo latino a fronte
"Il General trattato di numeri et misure"""" può essere letto come un grande tentativo di rapportare sistematicamente i principi e le proposizioni contenute in alcuni testi dei grandi geometri del passato alle pratiche aritmetiche utilizzate all'interno delle scuole d'abaco. Un'operazione già iniziata da Tartaglia nell'edizione degli """"Elementi"""" di Euclide stampata a Venezia nel 1543, e ora ripresa e perfezionata in questa sua ultima opera. Tradizione colta e matematica pratica si susseguono in queste pagine, opportunamente selezionate per Melquíades, nelle quali si discute non solo di problemi di natura """"filosofica"""", ma anche delle diverse modalità di rappresentazione del numero." -
La mente ai confini del fisicalismo
In quest'opera il filosofo coreano naturalizzato americano, Jaegwon Kim, presenta in modo analitico e sistematico l'esito delle sue influenti idee e teorie sul rapporto mente-corpo, che ormai si estendono per più di un trentennio. In particolare, egli cerca di rispondere conclusivamente, dopo mezzo secolo di dibattito, alle seguenti domande: Quale genere di (ovvero ""quanto"""") fisicalismo possiamo sostenere? Come possono le menti esercitare i loro poteri causali in un mondo fisico? È possibile un resoconto fisicalista della coscienza? Completa il volume una postfazione di Nicola Simonetti."" -
Il sole fermato. Intrighi della chiesa contro la svolta copernicana del 1820
Nel 1820 siamo in piena rivoluzione industriale. I moti contro i regimi assolutisti sembrano traghettare l'Europa definitivamente nell'età contemporanea mentre Faraday apre la strada dell'elettromagnetismo. Eppure, in Italia, il canonico Giuseppe Settele non può veder pubblicato il proprio compendio ""Elementi di Ottica e di Astronomia"""" perché in esso si sostiene che la Terra gira intorno al Sole e ciò è contro le sacre scritture (""""Sole, fermati su Gabaon, e tu, luna, sulla valle di Aialon!"""" - Giosuè 10:12). Duecento anni dopo Galileo, quindi, il Maestro del sacro palazzo, padre Filippo Anfossi, reinterpreta - tra lo sconcerto della comunità scientifica - il ruolo che fu di Bellarmino in uno scontro diplomatico, culturale e umano che arriverà a coinvolgere anche papa Pio VII. La storia che vi proponiamo in questo volume è il resoconto dei retroscena che portarono la Chiesa ad accettare, finalmente in maniera ufficiale, la teoria eliocentrica. È il 1820: il Sole viene finalmente """"fermato"""".""