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Cantate o cieli. Salmi cantati per la liturgia domenicale
Il volume raccoglie salmodie inedite per la liturgia domenicale. Ogni salmo musicato è accompagnato da una suggestiva illustrazione fotografica. -
Monsignor Paolo De Sanctis (1816-1907) testimone del tempo
A duecento anni dalla nascita, la figura di monsignor Paolo de Sanctis (1816-1907) emerge integra dalle carte d'archivio e dai documenti materiali, temprata dai tempi difficili in cui trascorse la sua lunga, feconda esistenza. Nato a Rigatti, in Diocesi di Rieti, fu a lungo Rettore del Seminario più antico del mondo cattolico durante i decenni segnati dalla nascita travagliata del Regno d'Italia. Quando ormai si preparava a dedicarsi agli amati studi storici, papa Leone XIII lo elesse vescovo della Diocesi di Poggio Mirteto, che resse per otto anni prima di riturarsi a Roma presso la basilica di San Giovanni in Laterano, onorato dal titolo di Arcivescovo di Sardica. -
Ave Maria
Composizione musicale per organo e coro ispirata all'Ave Maria. Questa composizione ""disegna musicalmente"""", nella prima parte, l'incontro tra Maria ed Elisabetta, l'episodio evangelico dove troviamo le parole della celeberrima preghiera mariana. Nella seconda parte l'uomo si pone, nella sua condizione di peccatore ai piedi della Mamma del cielo attendendo da lei la luce per la vita e la vicinanza nell'ora più triste: quella in cui dovremo cominciare il nostro cammino."" -
L' università possibile. Note a margine della riforma
Il presente volume contiene analisi e valutazioni sul sistema universitario italiano che sottolineano l'urgente necessità di una sua riforma. Soprattutto in una fase di crisi come l'attuale, risulta evidente per lo sviluppo del nostro Paese l'importanza di valorizzare il suo capitale umano e di considerare l'istruzione non più come una spesa sociale ma come un investimento. In questo contesto occorre che l'università riacquisti un preciso ruolo e una chiara identità e vengano attuate politiche non più di breve respiro, ma con un progetto sul futuro. Tra l'esigenza di continuare a garantire il più ampio accesso all'istruzione universitaria (nel rispetto dell'identità degli atenei) e il bisogno di migliorare i livelli di eccellenza, necessari a trainare il Paese verso una nuova fase di sviluppo, quali sono i nodi da sciogliere? Gli autori si confrontano su temi quali: il bisogno formativo degli studenti, gli obiettivi della didattica, il diritto allo studio, i modelli di governance, i livelli di eccellenza, la valutazione, l'impatto sul mondo del lavoro, l'internazionalizzazione. Dal percorso svolto emerge l'importanza di un soggetto culturale che viva l'università secondo il suo scopo ideale: custodire e valorizzare il desiderio di conoscere, attraverso cui un uomo matura la coscienza di sé e le sue capacità di vivere e di lavorare. -
La neutralità violata. Il Cantone Ticino e il Vallese negli anni napoleonici tra autonomia e minacce annessionistiche (1810-1813)
Il 1810 rappresentò per la Svizzera un anno di svolta nei rapporti con la Francia. La Confederazione fu infatti costretta ad apportare sostanziali modifiche nella propria organizzazione doganale a fronte delle esigenze dettate dalla politica imperiale nella lotta al contrabbando. L'accettazione delle nuove direttive parigine non evitò comunque alla Confederazione stessa un'aggressione che investì il Cantone Ticino e l'alleata repubblica Vallesana, due territori, tra il 1810 e il 1813, conobbero sorti profondamente diverse. Il Vallese, considerato dalla Confederazione a tutti gli effetti parte integrante del territorio svizzero, fu annesso alla Francia come dipartimento del Sempione. Il Ticino invece, preda ambita da Milano, venne condannato per tre anni in un limbo in attesa che Napoleone ne decidesse il futuro. Il volume, grazie a una documentazione in gran parte inedita, ricostruisce da un lato le modifiche istituzionali poste in essere dalla Svizzera per rispondere alla politica imperiale, dall'altro illustra il differente percorso politico-istituzionale maturato nel Vallese e nel Ticino facendo centro soprattutto sui tre anni di protettorato militare-doganale italiano, sulle ripercussioni politico-amministrative e sulle reazioni degli occupati. -
L' eresia riformista. La cultura socialista ai tempi di Craxi
"L'eresia riformista! è un racconto di storie, uomini, idee, intuizioni e cadute, anticipazioni e ritardi del corso socialista inaugurato dalla segreteria di Craxi. Un contributo alla ricostruzione della geografia umana e culturale di più generazioni d'intellettuali e politici. Una testimonianza dall'interno del processo di modernizzazione del più antico partito italiano. In Italia, il riformismo per oltre un secolo ha avuto vita difficile. Ha dovuto cedere il passo, di volta in volta, al massimalismo, al comunismo, al fascismo e poi ancora al comunismo. Posto a confronto con le certezze dottrinarie delle chiese dominanti, soprattutto quella comunista, il riformismo italiano è rimasto permanentemente in minoranza. La bandiera riformista, calpestata per quasi un secolo, è divenuta il vessillo, lo slogan dei revenant. Per la sinistra italiana di oggi il socialismo democratico rimane ancora un tabù da rimuovere, una ferita aperta e mai rimarginata, una ragione del suo smarrimento politico e delle sue permanenti difficoltà." -
L' acqua e la sua vita
"Se dovessi dire in due parole di cosa parla questo libro, direi che parla di noi, di come la società e la comunità scientifica si sono poste di fronte alle acque come oggetto di conoscenza e fonte di cibo. E aggiungerei che i problemi di cui tratta questo volume mi sembrano più che mai attuali."""" (Dal saggio introduttivo di Pietro Redondi)." -
L' orizzonte del mondo. Politica internazionale, sfide globali, nuove geografie del potere
Dopo l'Ottantanove, la politica mondiale ha sperimentato una fase di profondo cambiamento: è la sua stessa natura a essere stata messa in discussione. Lo dimostra il modo in cui ormai concepiamo la sicurezza, spinti da fenomeni quali l'incremento dei conflitti civili e l'imporsi di gestori privati della violenza, siano essi terroristi, insorti, mercenari o criminali. Nel medesimo periodo la globalizzazione economica ha disegnato nuove geografie del potere, tanto è vero che oggi diversi global players - Cina e Russia soprattutto reclamano un ruolo da protagonisti nel processo di ridefinizione delle regole del gioco. L'obiettivo di questa riflessione collettiva è dare un senso al cambiamento del quale siamo stati testimoni nel corso degli ultimi vent'anni, ma che abbiamo faticato a catturare. Lo sguardo è però rivolto in avanti. Stiamo davvero tornando a un mondo multipolare? Come si rifletteranno sugli anni a venire gli importanti e complessi sviluppi politico-diplomatici, economici e di sicurezza che hanno preso forma nell'arco degli ultimi due decenni? Come riusciranno Europa, Cina, Russia e Stati Uniti a raccogliere le note, sempre più urgenti, sfide globali? Competizione e cooperazione non verranno meno, ma dalle proporzioni della miscela dipendono le prospettive di successo della governance globale, ovvero la qualità delle nostre esistenze. Il vero nodo è la fisionomia della politica che si profila all'orizzonte del mondo. -
Diario. 1913-1916. Le memorie dell'ambasciatore americano a Costantinopoli negli anni dello sterminio degli Armeni
Un libro che vanifica ogni possibile negazionismo. Henry Morgenthau, ebreo americano di origine tedesca, ambasciatore degli Stati Uniti a Costantinopoli dal 1913 al 1916, appena tornato in patria scrive e pubblica la sua testimonianza diretta del genocidio subito dagli armeni in Turchia. Consapevole che non si tratta di un massacro dovuto a motivazioni politico-militari, ma del ""tentativo di distruggere una nazione"""" per purificare e rigenerare il popolo turco dal punto di vista razziale. Morgenthau non si limita a testimoniare, ma lotta in prima persona per fermare la strage. Nel corso di innumerevoli colloqui con i leader dei Giovani Turchi, più volte denuncia le persecuzioni contro gli armeni e ne chiede la fine. E, successivamente, si prodiga in prima persona per aiutare, sfamare, salvare - quando è possibile - le vittime del massacro. Per chi legge, le memorie di Morgenthau costituiscono un'esperienza unica. C'è l'oscuro incombere della guerra, delle devastazioni, delle stragi. C'è, descritto con lucidità spietata, il ruolo della Germania, e in primo luogo dell'ambasciatore tedesco, che non solo non mosse un dito per la salvezza degli armeni, ma anzi fu istigatore del genocidio. Il presagio di quanto accadrà trent'anni dopo è tutto in queste parole di Morgenthau: """"La Germania aveva lucidamente architettato la conquista del mondo"""". Lo sterminio degli armeni era solo una """"prova generale"""" di quanto sarebbe accaduto nei campi di concentramento nazisti."" -
La ripresa, il coraggio e la paura. 15º rapporto sull'economia globale e l'Italia
Il Rapporto sull'economia globale e l'Italia si apre con uno sguardo al passato e si chiude con uno sguardo al futuro. Dalla tranquilla euforia del 1995 siamo passati all'inquieta sensazione di fragilità che attraversa il 201 0: nel frattempo il mondo è cambiato radicalmente, e il predominio dei paesi occidentali sviluppati vacilla di fronte alla crescita delle economie ""nuove"""". Il Rapporto si sofferma sulla nascita di una """"classe media globale"""", sulle prospettive energetiche, sull'emergere di nuovi prodotti e nuovi settori, sulla """"partita"""" in corso fra stati sovrani e grandi società multinazionali. Ma quanto tempo ci vorrà per tornare ai livelli produttivi della prima metà del 2008? E la possibilità di una """"crisi a W"""" può considerarsi scongiurata? A queste e ad altre domande il Rapporto cerca di rispondere mettendo in luce futuri punti di svolta, elementi di fragilità e di criticità e mostrando possibili vie per il loro superamento. L'Italia mostra segni evidenti di fatica: gli effetti della crisi sono stati differenti sui diversi settori e nei diversi territori, così come si differenziano le prospettive di ripresa. La scelta è fra arrendersi alla paura del declino e alle chiusure e fratture che questa genera, o affrontare con coraggio le scelte necessarie a tornare su una via che assicuri non solo sviluppo economico ma anche, in senso più fondamentale, crescita delle opportunità individuali e collettive."" -
L' impresa sostenibile. Riflessioni su capitale e lavoro, alla luce delle encicliche sociali
I meccanismi del sistema economico occidentale possono essere reinterpretati alla luce delle più note teorie classiche o tramite una lettura originale ma ugualmente esaustiva. L'analisi proposta da Troina ha un duplice obiettivo: offrire, nel contempo, spunti di riflessione sulla situazione in cui versa l'impresa capitalistica classica e strumenti interpretativi in grado di decifrarne i significati e le ripercussioni in ambito sociale. Sia la riflessione, sia la proposta ermeneutica prendono le mosse dalle principali linee della dottrina sociale della Chiesa. Sussidiarietà e principio di reciprocità sono i due capisaldi interpretativi di questo studio, che espone una visione tanto lineare quanto rivoluzionaria dei principi sui quali si basa il sistema economico dell'Occidente. A partire dalla convinzione per cui un sistema imprenditoriale sopravvive non solo se è in grado di creare redditività bensì, soprattutto, se agisce per il bene comune del contesto sociale nel quale è inserito, Troina rintraccia percorsi di possibile miglioramento e soluzioni concretamente praticabili. Etica dell'impresa e superamento della crisi economica non possono che seguire la medesima strada. Questo sforzo interpretativo non è, evidentemente, rivolto ai soli cattolici ma intende configurarsi anche come una proposta ""laica"""", per un modello di impresa eticamente ed umanamente sostenibile tanto per il fattore produttivo capitale quanto per il lavoro."" -
Violenza contro le donne. Formazione di genere e migrazioni globalizzate
Nelle società europee delle migrazioni globali la violenza sulle donne è affrontata con la presunzione di un'efficacia universale dell'approccio occidentale e post-patriarcale ai diritti, alle libertà e alle modalità di riparazione delle violenze. Le differenze dei vissuti e dei significati culturali delle esperienze subite vengono interpretate in base alla vicinanza o lontananza rispetto ai saperi e alle culture egemoni, disattente rispetto ai loro stessi processi di riproduzione del dominio maschile. La violenza sulle donne da parte degli uomini autoctoni tende a essere considerata una patologia individuale, mentre quella esercitata dai migranti è sovente rappresentata come barbarie culturale. In ambedue i casi, prevale un'immagine della donna-sempre-vittima che ostacola l'attivazione delle risorse e delle capacità femminili. Occorre sviluppare pratiche di prevenzione e contrasto della violenza di genere che restituiscano la parola alle donne rafforzando le loro prospettive di empowerment. La rete DUG (Diritti Umani di Genere) tra le città di Venezia, Adria, Bassano del Grappa, Rovigo e Schio ha lavorato in questa direzione, proponendo un approccio gender sensitive per la formazione e la ricerca-azione nel campo delle politiche antiviolenza. -
Formare al management della diversità. Nuove competenze e apprendimenti nell'impresa
Tema ormai cruciale per tutte le organizzazioni, il diversity management è un approccio consolidato di gestione del cambiamento all'interno del mondo aziendale. Lo studio coordinato da Giuditta Alessandrini dedica particolare attenzione alle situazioni di lavoro contemporanee, caratterizzate da fenomeni socioeconomici correlati alla globalizzazione, quali, per esempio, la multietnicità come fenomeno connesso alle dinamiche migratorie e all'integrazione di soggetti stranieri nelle aziende. I contributi presenti nel volume esplorano i modi attraverso i quali il dialogo interculturale può essere fondamentale per mantenere non solo la competitività delle imprese ma anche condizioni di benessere organizzativo e di equità nel rispetto dell'alterità. Strategie di accoglienza verso la diversità, infatti (intese come bagaglio di valori, professionalità e ricchezze relazionali), possono rappresentare per l'impresa un significativo valore anche nell'ottica del raggiungimento del bene comune. -
Pratiche lavorative. Studi pedagogici per la formazione
Il volume discute questioni riguardanti le persone al lavoro. I diversi contributi testimoniano l'impegno degli studi pedagogici a tracciare traiettorie di ricerca in grado di indagare il mondo delle organizzazioni e i contesti lavorativi, accreditandoli e interpretandoli come luoghi entro i quali i soggetti apprendono, costruiscono conoscenza, strutturano identità capaci di partecipare creativamente a sistemi e transizioni sempre più complessi. La riflessione si basa su teorie e studi che valorizzano la soggettività, le relazioni, le forme locali di apprendimento, il ruolo delle comunità di pratica, e configura dispositivi formativi basati sulla logica dell'apprendimento. Il formare e l'educare si ridefiniscono così dentro nuove trame concettuali e soprattutto traslano verso i contesti lavorativi e le comunità di pratiche. Gli autori, usando linguaggi e metodologie diversi, offrono chiavi di lettura, costrutti teorici, paradigmi, temi utili a configurare una cultura organizzativa empowering, da considerare peculiare e significativa risorsa per la formazione del capitale umano. -
Il carlismo. Storia di una tradizione controrivoluzionaria nella Spagna contemporanea
Il carlismo è un movimento sociale e politico di carattere antiliberale e antirivoluzionario, sorto in Spagna alla fine dell'Antico Regime e sopravvissuto, sebbene in una posizione di marginalità, sino ai giorni nostri. Questo movimento ha però ricoperto una grande importanza nella storia della Spagna del XIX e XX secolo. Nell'Ottocento, nella sua lotta contro il liberalismo, contribuì a provocare due grandi guerre civili, nel 18331-840 e 1872-1976. In questo libro Jordi Canal ne analizza l'evoluzione e le caratteristiche politiche, culturali e sociali, sempre in stretta relazione con gli altri movimenti controrivoluzionari europei. -
Meglio un contadino laureato che un avvocato disoccupato
È una crisi che fa poco rumore, come un'emorragia interna, profonda e strisciante: è la crisi dell'agricoltura italiana segnata da una storia di abbandono. Lo spopolamento delle campagne è in parte frutto del disamore delle nuove generazioni nei confronti dell'attività agricola, attirate da percorsi formativi apparentemente più attrattivi perché ""di tendenza"""" ma non per questo garanzia di uno sbocco lavorativo. L'Italia è il Paese che conta, per esempio, più avvocati in Europa: ben 210.000, uno ogni 283 abitanti. Numeri alla mano, occorre andare nelle scuole per spiegare ai ragazzi che, per l'appunto, è """"meglio un contadino laureato che un avvocato disoccupato"""". Eppure il settore agricolo, secondo solo al settore metalmeccanico nel nostro Paese quanto a importanza e redditività, avrebbe grandi potenzialità. Occorre una rivoluzione culturale, fatta di una capacità di pensiero """"giocale"""", di un approccio multisettoriale e multifunzionale che coinvolga le aziende familiari e quelle """"professionali"""" e che riscatti Vhomo ruralis. Occorre un federalismo anche agroalimentare, in cui le differenze e le peculiarità dei singoli territori possano tornare a essere risorse. Rilanciare l'agricoltura è possibile attraverso l'adozione razionale delle bioenergie, investendo sulla creazione di filiere produttive integrate e sulla piena valorizzazione delle risorse naturali, ristrutturando il settore formativo."" -
Comunicare bene per amministrare meglio. Vol. 5: Il Premio Comunicami: verso una comunicazione eccellente.
E con particolare piacere che presento questo quinto volume che raccoglie i vincitori del Premio Comunicami 2009. Il premio, giunto alla quinta edizione, vuole dare visibilità alle buone prassi di quelle amministrazioni ed enti che, sul territorio provinciale, si siano distinte nella comunicazione pubblica. E nostra intenzione, come amministrazione provinciale, continuare a fare da stimolo, spingendo le amministrazioni e gli enti del territorio a confrontarsi e a mettersi in gioco sul terreno delle best practices. Lo scopo del Premio Comunicami è proprio quello di favorire lo sviluppo di tecniche, di metodologie, di strategie di piani di comunicazione all'avanguardia, che migliorino l'interazione dell'informazione sul territorio. Il valore di una metodica di comunicazione innovativa, ben calibrata, è un elemento essenziale della democrazia e può avviare e consolidare quel dialogo aperto con i cittadini in cui credo fermamente. Senza un'adeguata comunicazione, infatti, i cittadini non possono conoscere, valutare, giudicare l'operato degli enti pubblici. Ad maiora. -
Dinamicità e sicurezza. I dati del lavoro che cambia. Il mercato del lavoro in Lombardia dal 2004 al primo trimestre del 2009
Il sistema economico, e con esso il mercato del lavoro, si trova in una fase di profondo e strutturale cambiamento. La crisi economica internazionale ha certamente contribuito a incrementare le trasformazioni in corso enfatizzando alcuni aspetti e rendendoli più critici per i diversi attori del mercato, in particolare per le persone-lavoratori e per le imprese. Flessibilità e dinamicità dei mercati e del lavoro sono fenomeni sempre più in crescita con conseguenze non irrilevanti sia per le imprese, impegnate a trovare nuovi e più efficaci modelli di posizionamento strategico e organizzativo, sia per le persone che, chiamate a vivere in un contesto in continuo cambiamento, devono rivedere i fattori su cui riporre attenzione per la sicurezza propria e delle proprie famiglie. Il presente lavoro illustra, nella direzione sopra esposta, le potenzialità di utilizzo delle informazioni che possono essere ricavate dai dati presenti negli archivi amministrativi, prendendo a riferimento quale base fondamentale le comunicazioni obbligatorie dei datori di lavoro e altri archivi amministrativi e statistici gestiti da amministrazioni locali o nazionali, o archivi gestiti da organizzazioni private. Si propone un percorso di analisi del mercato del lavoro riferito al territorio della Regione Lombardia negli anni dal 2004 al 2009 e, in particolare nell'ultimo capitolo, vengono proposte le linee essenziali del modello delle politiche per il lavoro della Regione Lombardia, in sintesi noto come ""dote lavoro""""."" -
Verso un nuovo welfare locale e plurale. Innovazione, integrazione e contrattazione sociale in Lombardia
La riduzione delle risorse pubbliche dedicate alle politiche sociali rende più urgente la necessità di accelerare i processi di cambiamento e innovazione che da un decennio hanno investito i sistemi di welfare locale. Gli strumenti della sussidiarietà, là dove utilizzati correttamente, portano alla creazione di reti locali in cui la produzione di servizi e la distribuzione delle risorse possono diventare più efficienti e coerenti con i bisogni delle famiglie. Questo cambiamento investe innanzitutto i Comuni, singoli e associati, coinvolgendo tutti gli attori dello spazio pubblico, compresi quelli di natura privata o di terzo settore e le organizzazioni sindacali. Per tutti si pone come inderogabile il superamento di una visione riduttiva delle politiche sociali, ponendosi come soggetti attivi e responsabili in un processo di riforma che dovrà essere sempre più ampio e partecipato. In quest'ottica il volume, nato nell'ambito di un percorso di orientamento e formazione sviluppato dall'Associazione BiblioLavoro e da Fondazione Esae e indirizzato ai quadri lombardi della Cisl, si presenta come uno strumento di lavoro utile a tutti coloro i quali sono coinvolti, a vario titolo, nella programmazione dei piani di zona. -
Microsoluzioni. Piccole storie esemplari di vita d'azienda
Ogni situazione lavorativa è inevitabilmente connotata da ostacoli, tensioni e complicazioni, sia in contesti di importanza cruciale, sia, soprattutto, nella quotidianità. Le piccole storie di questo libro raccontano episodi critici di vita lavorativa, certamente diversi fra loro ma sempre affrontati con positività e leggerezza. La levità soltanto apparente di questo approccio, tuttavia, consente di portare alla luce messaggi profondi e molto chiari che, se letti e interpretati con attenzione, costituiscono l'ossatura di uno stile manageriale. Ogni racconto cela un aspetto teorico che prende corpo attraverso il comportamento dei protagonisti. Il paradigma classico per cui la teoria indica il modo di agire è così sovvertito, a favore di una prospettiva ribaltata, dove sono le azioni dei singoli a definire la teoria. Le soluzioni, spesso micro, sorprendentemente efficaci nella loro semplicità, diventano stile. Senza enfasi, con concretezza ed umiltà. E per questo che chi legge si identifica, riconosce i fatti, come se fosse il protagonista di quanto succede.