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Distinto quarantenne
La sparizione di uno stimato promotore finanziario e dieci anni dopo la ricerca minuziosa della verità da parte di un amico attraverso i ricordi e le lettere di un monaco confidente di un misterioso eremita. Le donne, il sesso, la famiglia, la crisi economica e la provincia del Nord Est italiano sono gli ingredienti di questa storia di abbassamento e de-formazione, ma anche di una ricerca di redenzione. -
Mare d'amare donne
Il Mediterraneo è al centro di questa Rapsodia in versi che, costituita da cinque parti suddivise a loro volta in quadri, dà voce a donne del passato e del presente, da una lavorante della Grecia antica, alla medioevale Eloisa, fino a Miriam Makeba, con un'attenzione alle differenze delle culture e alla loro valorizzazione. Scrive Laura Visconti nella Nota di lettura: ""Le donne si presentano sulla scena direttamente e, senza mediazione alcuna, raccontano la loro storia, le loro pene, la loro epoca: i monologhi diventano autoritratti vividi, emozionanti, indimenticabili."""""" -
Il padre di Cenerentola e altre storie
Otto testi in prosa e cinque in versi rielaborano undici fiabe dei fratelli Grimm. ""Un nucleo di realismo fiducioso sta al cuore di questi testi dove l'irreale e il fantastico accadono, ed è una mistura potente"""", scrive l'autrice. Da questa mistura deriva una rilettura adulta che si fa scandaglio del vissuto e produce due forme di riscrittura: in prosa, dove si adotta un nuovo e diverso punto di vista, e in versi, dove la voce parla invece da un tempo posto dopo il lieto fine, da un'età che ha superato la soglia della possibile trasformazione. Fiabe e ballate esprimono le due polarità del coraggio e del disincanto, in un alternarsi di prospettive che è la nota di fondo con cui entrambe si propongono al lettore come chiave per rivisitare la propria vicenda interiore. Di corredo e in dialogo con i testi dodici disegni di Stefano Levi Della Torre."" -
La danza della medusa
Un romanzo fra reale e surreale trasporta il lettore in un'epoca appartenente ad un domani orwelliano, nella storia di una comunità futura organizzata capillarmente perché tutto, per gli umani, sia efficiente e ben programmato, dalla nascita alla morte. Lo storico Sugar Abbagnano lavora con impegno alla biografia di Giuseppe Rocci, un intellettuale dalle doti prodigiose, vissuto in Italia nel nostro tempo e dimenticato dai posteri. Ad affiancare lo studioso c'è una giovane e affascinante ricercatrice, e attorno ad essi, alla loro intesa quasi d'amore, vive una collettività senza malattie, in cui la morte è programmata fin dalla nascita di ciascuno. E in cui vi è una sessualità libera, necessaria e frequente quanto il nutrirsi, che mai scandalizza e mai è sentimento, perché l'innamoramento è consentito solo nell'ambito del matrimonio; proprio ciò che, nella vita di Sugar, scricchiola e mostra segnali di cedimento. C'è qualche crepa, nella perfetta costruzione del mondo futuro - ma la morte, discretamente, è liberatoria. -
Vietati gli specchi
Una raccolta poetica come un lungo poema. In primo piano la vita che si misura ogni giorno, con uno stato d'emergenza; un inno al dolore e alle contraddizioni esistenziali che denunciano il peso di vivere. Una lotta fra l'essere e il non essere, ma insieme alla necessità di comunicare. La necessità di confrontarsi con il quotidiano, alla ricerca di una quiete mai trasparente. -
La via tra le montagne
Un romanzo di formazione personale e politica, che ha sullo sfondo un Paese del Sud America sotto dittatura, in un'epoca senza tempo, racconta le vicende di Leòn alla prese con la passione, l'amore, la meditazione, le battaglie civili per il popolo indigeno. Arrestato per motivi politici, in carcere Leòn incontra un curandero indio che lo inizia alle pratiche della consapevolezza di sé e degli altri. Quando una volta libero, si trasferisce nell'altopiano, le vicende personali si intrecciano con quelle collettive di una comunità che vuole impedire l'espropriazione della terra da parte di un potente latifondista: la liberazione passa dalla mente di ognuno e non è solo individuale. -
A tempo e luogo
"A tempo e luogo"""" è uno dei modi per tradurre il greco kairos, cioè quel tempo in cui le cose accadono quando è giunto il loro momento, ma che cogliamo soltanto se abbiamo pazienza e cura per ciò che ci circonda. È il motivo per cui questi versi dicono con serena comprensione e insieme attenzione e considerazione del tempo e dei suoi luoghi e dei luoghi con i loro tempi. E ambiscono ad una corrispondenza armonica fra autore e lettore." -
Il desiderio dell'unità perduta
È una poesia di interrogazioni ma anche di certezze, che procede su un sentiero esistenziale con due piani che si intersecano, quello della natura madre benigna e quello degli affetti che resistono oltre la morte. Chiedersi il perché del male e avere la sicurezza dei sentimenti: le due vie sono il filo conduttore di un lungo poema composto di tanti gradini che sono le poesie e formano il lungo scalone della vita. E la natura continua ad esserci amica anche se non lo meritiamo: la sua bellezza e il suo calore sono ancora fonte di speranza, parlano a chi le sa ascoltare. -
Il carrello pieno. Alimentazione, marketing e salute
Analizzando i meccanismi del marketing alimentare, la comunicazione commerciale e le strategie di vendita nel mercato di cibi e bevande, questo libro mette in evidenza le influenze negative sul modo di mangiare di adulti e bambini. Attraverso tabelle, norme e consigli scientificamente e dettagliatamente curati, l'autore descrive le semplificazioni e le manipolazioni della pubblicità che grazie all'uso di sofisticate tecniche ha fatto prevalere comportamenti erronei e antitetici alle abitudini salutari, e ci aiuta a muoverci con più consapevolezza tra gli scaffali del supermercato. -
Escluso il ritorno
In sei sezioni un itinerario poetico ricalca quello della vita. Filo conduttore sono gli anni che passano segnando il corpo e lo spirito. Scrive Maria Luisa Vezzali nell'Introduzione: ""Escluso il ritorno si tiene in miracoloso equilibrio tra malinconia e meraviglia, paura e accettazione, diario e aforisma, auscultazione dei fremiti interiori e ricognizione dei drammi esterni. Il linguaggio è l'acqua felice che benedice le perdite e i guadagni, lava le apparizioni minime e massime con il suo fascino abbagliante, trascina l'intero patrimonio ereditario di visioni, desideri e amnesie nel suo trasparente fluire, unire, medicare""""."" -
Fiorire di maggio
I ciclamini bianchi poggiati alla finestra, le margherite gialle in inverno, i gigli rosa che resistono al freddo, la calla che svetta dietro la siepe, le lantane e le buganvillee luminose: i fiori sono presenze che attraversano le pagine di una poesia quotidiana eppure fuori dallo spazio e dal tempo. L'autore partecipa al racconto della natura, al fiorire di maggio e i versi si fanno necessità, pretendono ascolto. Francesco Scarabicchi, nell'Introduzione, nota ""un'insolita compostezza, un passo calmo, la delicatezza di un giovane umanesimo che tenta di salvare il salvabile mediante la navicella della poesia""""."" -
Per tre miti, forse quattro
Con una penna a volte surreale eppure sempre immersa nell'oggi, che mette in atto più una magia realista che un realismo magico, Chiara Bottici ripercorre in chiave moderna alcuni intrecci narrativi fondanti della nostra cultura. Cornice e dipinto, voci narranti e protagoniste, Sherazade, Arianna ed Europa traghettano il lettore verso una città nuova, abitata da sole donne che si riuniscono per liberarsi dai propri miti grazie al racconto. Ma è la città stessa a rivelarsi una leggenda, preparando così il passaggio a una metamorfosi finale: quella attraverso cui imparare a ridiventare animale. -
Dopo la città
Una città che si fa fantasma, un tempo sospeso, le relazioni impossibili: una narrazione che ci lascia in bilico tra reale e post fantastico. -
Marea nera
Una bambina selvaggia, timida e ribelle, Silvana, che vede le anime dei morti. Un bambino gentile, dolce e arguto, Franchino, il fratello più piccolo. Una madre pigra e ambiziosa, un padre nevrotico, concentrato nella scalata sociale. Una famiglia tormentata, in cui Silvana con la sua eccezionale sensibilità rappresenta un peso. Ma lei non è infelice, e nella palude di rancori, inquietudine e ambiguità che la circonda trova appigli, trova amore: la nonna, la bambinaia, gli amici, la cavalla Ghibli e il gatto Piumino; e le anime dei morti, a cui offre sollecita compassione e che la ricambiano con la propria. In una Milano vana e triste, dove si aggirano senza pace avidi personaggi tra fallimenti e successo, Silvana cresce come un equilibrista sospeso sull'abisso. Fino alla marea nera che travolge la sua famiglia e che le spalanca davanti, come una rivelazione, la visione delle responsabilità di ognuno e del dolore collettivo. -
Da un indecifrabile tempo
Sono vari e complessi i temi e fitti e dolorosi gli eventi da cui muove questo far poesia. Sono numerosi i poeti evocati, da Marina Cvetaeva a Montale, da Caproni a Bertolucci, da Amelia Rosselli a Sanguineti: il che certo significa una riposta corrispondenza, una inebriante e pure patita empatia. Le città, dalla Milano dell'infanzia e della prima giovinezza, alla Roma degli anni maturi - velati da una sottile malinconia - restano i luoghi di un'esistenza affaticante e amata in pari misura. Su tutto e in tutto preme la Storia con le sue illusioni e le sue rovine. E se la memoria degli anni di guerra, il dolore per il padre deportato nei campi nazisti, cedono all'aspra conclusione che ""non si annullano le colpe"""", nell'attenzione al presente si alternano comprensione e spietatezza come è proprio di chi non smette un solo istante di controllare """"le orme del suo campo minato"""". Vincerebbe la sconsolatezza se non resistesse un filo, anche solo un filo di luce, che guida verso territori da percorrere """"senza timore di deserti, di paludi"""". E sono i territori della poesia, quelli che rendono dietro ogni negazione """"insuperabile"""" il sorriso."" -
L'immaginazione. Vol. 294
"L'immaginazione"""", rivista di letteratura diretta da Anna Grazia D'Oria, è presente da ventidue anni e si conferma una realtà davvero interessante, soprattutto per la poesia. Esce con cadenza bimestrale, rivolgendo particolare attenzione alle tendenze poetiche contemporanee, con la presentazione di versi inediti di poeti noti e meno noti. Per gli appassionati del genere la rivista, fiore all'occhiello del gruppo editoriale Manni, è una miniera inesauribile di notizie, approfondimenti e curiosità sulla poesia contemporanea mondiale." -
Tra nevi ingenue
Di luogo in luogo. Per viaggiare, visitare, rivedere nel ricordo - anche letterario. Permangono così atmosfere e suggestioni, immagini lucenti o tenui. Tracce, da cui nascono racconti. Come una flânerie dell'anima. Ogni personaggio ha uno scenario che gli corrisponde, il suo ""io mi fermo qui"""". Sergio il portico d'una vecchia casa, Louis un bistrot, Vittoria un paese di parole, Bruno un cortile, Mara la brughiera... Per alcuni è ossessione. Per altri confortevole rifugio oppure voluttuosa nostalgia. Per tutti sono come paesaggi dentro una boule à neige, che poco basta a risvegliare."" -
Strade del mio tempo
C'è subito qualcosa nella poesia di Teresa che colpisce ma insieme quasi inibisce, resistendo alla analisi che normalmente richiede punte d'appoggio formali, ed è il fatto che essa non assomiglia a nessun'altra. Il corrispettivo ne è l'estraneità anche a qualsiasi lenocinio formale, dalle rime alla composizione secondo versi tradizionali. Teresa parla sì in versi, ma questi sono trovati e dominati non dall'io poetico che solitamente domina, nella modernità, i testi poetici, ma proprio e solo dall'io privato, esistenziale. -
Vite in chiaroscuro
Uomini e donne dentro storie che si sviluppano dalla parte dei perdenti, tre storie per sette temi narrativi. Che sono i rapporti nel chiuso della famiglia, l'amore anche senile, la fuga, l'avventura, le ossessioni, il rifugio nella fantasia, il dramma della guerra. Roberto Curatolo racconta osservando da dentro il cono d'ombra in cui vive la quasi totalità degli esseri umani, e la campionatura affascina. -
La parola del padre
L'Inquisitore accusa Caravaggio: di non ubbidire a Santa romana Chiesa, di essere un ribelle, un seguace dell'eretico Giordano Bruno, di dipingere prostitute, ubriaconi e tavernieri nella convinzione che Dio va cercato proprio lì. È un monologo in cui le parole e le espressioni del pittore si raccontano attraverso gli occhi e la voce dell'Inquisitore. Il quale è un uomo a un passo dalla morte: più volte durante il suo discorso gli mancano le forze, ed è sfiorato dai dubbi di chi sta facendo i conti con la fine e non può certo mentire a se stesso, ed è quasi tentato di riconoscere le ragioni di Caravaggio, di cedere all'ammirazione che nutre per lui. Ma sono solo istanti, perché il suo dovere è richiamare all'obbedienza, all'obbedienza dell'Autorità, all'obbedienza del Padre: il padre che è Dio, il padre che è il Papa, il padre che è il Cesare, il padre che è il genitore. Questo testo è un documento carico di tensione civile, una riflessione sull'autorità, sulla ragione critica e la difficoltà di esercitarla, è un viaggio attraverso i quadri di Caravaggio. Con uno storyboard di Lino Fiorito.