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Storia del pensiero cinese. Vol. 2: Dall'Introduzione del buddhismo alla formazione del pensiero moderno.
Informazioni mirabolanti sull'economia, interpretazionipiú o meno fondate della cultura, notizie allarmantisulla politica. Ecco cosa il mondo occidentale percepiscedella Cina. È allora piú che mai necessario gettare le basiper una conoscenza autentica fatta di rispetto e onestàintellettuale nei confronti di questa ampia parte di umanitàe cultura.Da quattromila anni, la cultura cinese – la piú antica fra le culture oggi viventi – offre l’immagine di una grande continuità. Eppure, è attraverso una vicenda sostanziata di cesure radicali, di mutamenti profondi e scambi con altre culture che la Cina ha visto nascere un pensiero originale come quello di Confucio e del taoismo, e ha assimilato creativamente il buddhismo prima di avviare, in età moderna, un decisivo dialogo con l’Occidente. La multiforme ricchezza di questa grande tradizione intellettuale -tuttora largamente ignota a un pubblico occidentale che troppo spesso ne percepisce versioni riduttive e parziali, dettate da perduranti pregiudizi eurocentrici e ispirate al vieto cliche di un’immutabile saggezza – viene magistralmente presentata in quest’opera che ne configura una nitida sintesi e ne delinea l’evoluzione dal millennio antecedente l’era cristiana fino al movimento del 4 maggio 1919, che segna una netta rottura con il passato e l’atto di nascita dell’intellettuale moderno, avviando un processo che culminerà nell’awento al potere di Mao e nella fondazione della Repubblica popolare. Muovendo dalla prospettiva privilegiata che le conferisce l’appartenenza a una duplice cultura, Anne Cheng restituisce in quest’opera -che per la sua fluida leggibilità unita all’aggiornata precisione dei suoi apparati rappresenta un unicum nel panorama editoriale italiano – il quadro complesso di una vicenda di cui si colgono i temi innovativi come i motivi ricorrenti, le variazioni come le costanti protagonisti come il sostrato di concezioni condivise che ne costituisce lo sfondo e l’orizzonte, e, descrivendo le peculiari modalità di una riflessione ove linguaggio e procedure appaiono cosí distanti da quelle a noi familiari del logos dell’agorà, ci induce a riformulare la nostra stessa nozione di filosofia. -
Selvaggi e sentimentali. Storie di calcio
La raccolta è composta dai testi probabilmente più autobiografici che l'autore abbia mai scritto: il suo modo di vivere la passione calcistica affiora sotto forma di impulso sentimentale, di un'emozione legata agli anni dell'infanzia. Ma anche il presente è ben tratteggiato, e i brevi testi permettono al lettore di scrutare, attraverso l'occhio di un esperto, le vicende del calcio spagnolo e mondiale. -
Introduzione alla filosofia di Leibniz
Questa monografia intende proporsi come un'opera introduttiva alla filosofia di Leibniz. Il libro privilegia l'esposizione della teoria della conoscenza, dell'ontologia, della metafisica e dell'etica. Un'ampia biografia precede l'esposizione più propriamente filosofica, raccogliendo non solo tutti gli avvenimenti più noti, ma anche episodi come gli sforzi compiuti da Leibniz per costruire mulini a vento orizzontali per il drenaggio dell'acqua nelle miniere dello Harz. -
Ritorno alla critica
Otto anni dopo ""Notizie dalla crisi"""", Segre torna a pubblicare un volume di saggi letterari. Quella specie di disamoramento per le elaborazioni metodologiche del lavoro critico che veniva denunciato nel libro precedente, persiste tuttora negli ambienti accademici e non. Tuttavia, Segre riprende il filo del discorso interrotto. Con meno implicazioni teoriche, ma con la consueta passione per ogni anche piccolo risultato nella comprensione di un testo. Una passione culturale che è nello stesso tempo anche etica e politica. E non è un caso che il libro parta proprio da una serie di saggi su Kafka, Levi e Gadda centrati sul rapporto fra scrittura e potere."" -
Il percorso e la voce. Un'antropologia della memoria
Una morfologia e un'antropologia delle arti della memoria, che indaga l'uso mnemonico delle immagini, l'enunciazione rituale e l'uso iconico del linguaggio nelle tradizioni culturali amerinde e oceaniche. Arti per ordinare le tecniche del pensiero e per restituire alle diverse tradizioni culturali la loro particolare complessità. Grazie a un lavoro frutto di molti anni di ricerca sul campo, il volume illustra la materia di cui è composta la memoria di moltissime culture troppo a lunghe definite ""orali"""": una memoria """"mostrata"""", che non rappresenta i suoni del linguaggio come la nostra, ma che costruisce intorno alla rappresentazione mentale una serie di condizioni di enunciazione, preservandone la traccia nella memoria comune del mito."" -
Ombre sotto i portici
Bologna, metà degli anni Settanta. A Sarti Antonio, sergente, sembra un caso davvero facile, almeno sulle prime. Chi può aver fatto fuori la vecchietta, se non uno dei quattro extraparlamentari che egli stesso ha visto entrare in casa della Scampini all'ora del delitto? Per una volta, anche l'ispettore capo Raimondi Cesare sembra essere d'accordo: sono stati senza dubbio i quattro giovani. Ma, sul più bello, per Sarti Antonio le cose si complicano: dove sono i giovani, e perché gli eredi della Scampini dicono tutte quelle bugie? -
La Sacra Rappresentazione ovvero Come il forte di Exilles fu conquistato ai francesi
Il racconto ruota intorno all'ambizioso progetto che, tra l'estate del 1707 e quella del 1708, anima la buona società exillese: l'allestimento di una Sacra Rappresentazione è motivo di vanto per la comunità ma anche intreccio di svariati interessi personali. Il parroco don Giasset spera di accrescere il proprio prestigio e, soprattutto, di distrarre la sua amante, la vedova Ballon, dalla divisa rossa; dal canto suo, la vedova Ballon vuole distogliere del parroco da quella stessa divisa rossa; la locandiera Léontine intravvede lauti incassi grazie all'arrivo di molti forestieri... L'autrice racconta i preparativi e i problemi organizzativi della comunità, mentre apparizioni e miracoli non sempre autentici accendono la fede quanto i pettegolezzi. -
Quel che fu senza luce. Inizio e fine della neve
"La poesia di Bonnefoy illumina un arrière-pays, un """"entroterra"""" nel quale non si penetra che per desiderio: una promessa è dunque il luogo della poesia. Gli oceani, le stelle sono """"perfezione e assenza"""": ma il solco e il rovo restano qualcosa di tracciato qui, """"Il dolore di essere nati nella materia"""", quel segno che si è aperto e non cicatrizza."""" (Carlo Ossola)." -
Cercando Sam
Sulla soglia dei 50 anni, Manu sbarca a New York con l'urna cineraria contenente i resti di Michel, l'amico da poco suicidatosi. Cerca Sam, il terzo del gruppo, per mantenere fede insieme a lui al vecchio giuramento. Sam però è sparito senza lasciare un indirizzo. Per Manu comincia un lungo viaggio negli Stati Uniti sulle orme dell'amico scomparso. Dai locali del blues alle milizie del Montana, passando per un Sud da incubo; i ricordi di adolescenza si confondono, i testimoni si contraddicono, l'immagine di Sam diventa fievole come le sue tracce. L'esito della ricerca non è affato scontato, anche perché altra gente si interessa a lui, gente meno tenera di Manu, mossa da scopi assai meno sentimentali. Postfazione di Massimo Carlotto. -
Dal mondo del pressapoco all'universo della precisione
L'origine della scienza, il mancato sviluppo del macchinismo, il rapporto tra i concetti scientifici e le applicazioni industriali, questi i temi dello studio di Alexandre Koyré, intellettuale lucido e appassionato che ha indagato le diverse dimensioni della storia della scienza.I temi affrontati da questo libro da uno dei piú autorevoli storici della scienza, Alexandre Koyré, sono oggetto di un vivace interesse da parte della nostra cultura. Koyré discute qui l’origine, la natura e le valutazioni delle macchine e degli strumenti scientifici, considerati nei loro riflessi umani e sociali, piú ancora che nelle loro caratteristiche tecniche. La sua analisi chiarisce i termini di alcune questioni fondamentali per la storia della tecnologia e della scienza, e del loro rapporto storico: perche ad esempio la scienza greca, scopritrice di fondamentali principi poi applicati trionfalmente dalla fisica moderna, non abbia cercato di tradurli in innovazioni tecniche; perché i notevolissimi ritrovati tecnici delle civiltà orientali e del Medioevo abbiano fallito a questo scopo; perché la rivoluzione scientifica dell’età moderna ci abbia dato col suo concetto dell’esperienza gli strumenti che sono alla base della civiltà industriale; quale sia infine il rapporto fra tecnica e scienza pura che sta alla base della società moderna. -
Isman
La poesia di Franco Loi è un fare connaturato al respiro, allo stesso esserci; eman dalla semplicità di un viversi in tutti i propri contrasti, dall'accettazione, mai passiva ma consapevole, di tutto il positivo e il negativo dentro e fuori di noi. Questi nuovi testi si calano nelle pieghe e nei movimenti di una umoralità densa e terrena, che trova riscontro negli scorci cittadini, nel variare stagionale di cieli, aria, colori e paesaggi, nel dialogo fra passato e presente, nelle figure che prendono consistenza sulla pagina. Isman è una di loro, come Steven, Madalèna, Erminia, o i carcerati che sono ""una domanda che mai avrà risposta""""."" -
Storia della letteratura spagnola. Vol. 2: L'età contemporanea.
L'opera presenta un panorama completo della storia della letteratura spagnola dalle origini ai giorni nostri. Le correnti letterarie, le opere, gli autori e la loro formazione intellettuale, il contesto sociale e politico, sono raccontati in un libro destinato non solo agli studenti ma anche a un lettore curioso. Gli autori hanno scelto di dividere il loro lavoro in due volumi. Qui è presentato il volume II intitolato ""L'età contemporanea"""" il cui sommario comprende: 1. Il XVIII secolo, 2. Il XIX secolo, 3. Il XX secolo, Cronologia, Bibliografia, Indice dei nomi."" -
Pittura ed esperienze sociali nell'Italia del Quattrocento
Il libro di Baxandall ricostruisce i criteri interpretativi e i modi di fruizione dell'opera d'arte figurativa facendo ricorso a quella sorta di archeologia del giudizio - com'è stata felicemente definita - che va al di là della storia del gusto per diventare una storia delle esperienze e delle abitudini percettive.In questa ricerca, innovativa anche sul piano metodologico, Baxandall esamina contratti, lettere, registrazioni contabili per individuare le strutture del mercato dell’arte quattrocentesco. Mostra quindi come il modo di guardare della vita quotidiana di una società nei suoi momenti sociali, religiosi e commerciali, si rifletta negli stili pittorici. Giunge infine alla definizione delle abitudini visive del pubblico del ‘400, proponendo inoltre un esame dei termini usati dal miglior critico d’arte dell’epoca, Cristoforo Landino, per descrivere la pittura di Masaccio, Filippo Lippi, Andrea del Castagno e Beato Angelico. Sono il pubblico e, in particolare, i singoli gruppi sociali nelle loro caratterizzazioni, gli autentici protagonisti dello studio di Baxandall. -
Scritti teatrali
Questo volume di Scritti teatrali raccoglie gli scritti piú significativi dedicati da Brecht aiproblemi estetici, ideologici, sociali e pratici del teatro.La prima delle due parti in cui è diviso il volume è soprattutto teorica e comprende scritti che datano in parte dagli anni dell’esilio e in parte dagli ultimi anni berlinesi. Tra questi spicca lo Studio della prima scena del «Coriolano» di Shakespeare , le pagine sull’ Effetto intimidatorio dei classici , le «osservazioni» su Mahagonny , L’opera da tre soldi , La Madre , gli appunti, dibattiti, osservazioni e lettere, riuniti sotto il titolo La dialettica nel teatro. La seconda parte del volume è dedicata invece alla «pratica» teatrale. Vi si trovano le sette poesie del Messingkauf , ciclo che doveva costituire un «dialogo sui nuovi compiti del teatro» e che non fu portato a termine. Quasi tutte le pagine raccolte in questa seconda parte vanno riportate all’ultimo periodo berlinese. Ma il messaggio piú conturbante è quello racchiuso nei due brevi scritti raccolti sotto il titolo Pratica e teoria , in cui Brecht confessa i dubbi della sua esistenza di scrittore. -
Il vocabolario delle istituzioni indoeuropee. Vol. 1: Economia, parentela, società
Una storia delle parole che fa affiorare strutture di significato nascoste o dimenticate. Lo studio di Benveniste sulle radici della lingua rovescia posizioni acquisite con ampia e vivace erudizione. Concetti che si credono di solito indipendenti e ""astratti"""" si mostrano in piena luce, rivelandosi come il risultato di una situazione sociale.Come tutti i grandi linguisti, Émile Benveniste possiede in misura eminente il senso della realtà: il fatto linguistico gli interessa in quanto parte di questa realtà, per ricostruirla nel suo divenire. Questo interesse vitale lo ha portato a contatto con le discipline piú vive nel campo delle scienze umane, dalla logica formale alla psicoanalisi all’antropologia. Sfruttando a fini teorici la sua vastissima erudizione e la pratica nel campo della grammatica storico-comparata, lo studioso ha accostato ai suoi lavori piú strettamente filologici una serie di interventi di carattere piú generale, inserendosi con grande autorità nella discussione teorica che tocca tutti gli aspetti del problema lingua. In questo Vocabolario (1969), Benveniste è arrivato a precisare il significato primario dei termini studiati, per scrostarne lo spessore d’uso e per riportare alla luce insiemi lessicali coerenti, articolati intorno a una nozione centrale che permette di avvicinarsi al “senso”. “In questa ricerca delle origini – scrive Mariantonia Liborio nella nota che accompagna la presente edizione – si fanno spesso scoperte di grande interesse, non solo linguistico. Concetti individuali per eccellenza, come l’identificazione di sé o il concetto di libertà, si rivelano per esempio singolarmente dipendenti dalla sfera sociale. L’analisi di Benveniste, che spesso rovescia posizioni acquisite, mette in luce con una certa insistenza il fatto che “è la società, sono le istituzioni sociali che forniscono i concetti in apparenza piú personali””."" -
Storia della felicità. Gli antichi e i moderni
La riflessione sulla felicità è una componente strategica di fondo della tradizione filosofica occidentale, che nasce dalla domanda socratica sulla virtù. I filosofi hanno preso sul serio due problemi cruciali; la fugacità e la casualità nella distribuzione dei momenti felici, interrogandosi sulla scelta del modello di vita da seguire per garantirsi dai colpi della mutevole fortuna, per dare bella forma alla propria esistenza, per meritare il sorriso del destino agli occhi di Dio. Il libro si propone di rimanere all'interno di coordinate precise: dalla sfida tragica dei greci, allo smarrimento romantico di fronte al sublime, fino al momento in cui l'idea di felicità ha perso la sua centralità sulla scena filosofica. -
Marcel Proust e i segni
L'opera di Proust ha ispirato più volte il pensiero critico producendo una straordinaria ricchezza di esiti e di approcci. Deleuze precisa le articolazioni di quell'itinerario verso l'essenza della Recherche attraverso molteplici piani semiologici e rigorose rispondenze. Non si propone di estrarre dal racconto una versione proustiana del mondo poiché esperienza e racconto tracciano in Proust una critica della filosofia intesa come progetto di conoscenza. -
La psicologia del bambino
Risultato di lunghi anni di ricerche e di esperienze attorno alla psicologia infantile, questo libro è la sintesi del pensiero di Piaget. Ne è oggetto l'interdipendenza fra crescita mentale e sviluppo fisico, analizzata già prima della nascita, quando si va determinando un'embriologia di riflessi connessa all'attività motoria del feto e poi fino al raggiungimento di uno stato di equilibrio relativo che costituisce il cosiddetto livello adulto. Il libro di Piaget è utile non solo a psicologi e a educatori, ma a quanti, nella vita familiare e sociale, sentano la necessità di avvicinare, conoscere e comprendere il complesso universo dell'infanzia. -
Freud e la psicologia dell'arte
Contro l'idea corrente che l'inconscio determini il lavoro artistico attraverso i turbamenti dell'autore, Gombrich, nei tre - ormai classici - saggi su Freud, dimostra come siano le strutture formali stesse a rendere comunicabili le idee inconsce.Ernst H. Gombrich ha sempre coltivato un profondo interesse per la metodologia della storia dell’arte che lo ha portato a indagare le tecniche piú attuali della psicologia sperimentale, della percezione visiva e dell’informazione. Nei tre saggi che compongono questo libro (ristampato nella «Piccola Biblioteca Einaudi. Nuova serie» dopo undici edizioni apparse dal 1967 ad oggi nel «Nuovo Politecnico» e nella «Pbe»), Gombrich affronta un altro problema della psicologia di fronte ai fatti artistici: la psicologia freudiana. Mentre l’immagine stereotipa che ci si è fatti del pensiero di Freud vuole che l’opera d’arte si spieghi attraverso il contenuto che il pensiero inconscio determina turbando l’artista, Gombrich dimostra come Freud giunga a conclusioni del tutto opposte: solo le idee inconsce che possono essere adeguate alla realtà delle strutture formali divengono comunicabili. Di qui la possibilità di dare un preciso significato espressivo allo stile, alla forma, alla struttura. L’inconscio determina il linguaggio, l’opera d’arte può essere esaminata a tutti i livelli come un sistema di strutture significanti, in cui la vita inconscia ci riporta ai momenti piú vivi dell’epistemologia contemporanea. -
Le attrici
Il teatro, un provino decisivo in un'isola che nasconde un mistero, un maestro un po' sciamano, un po' imbroglione e un po' distrutto, due ragazze in gioco. La seduzione della sapienza che ha divelto il cancello che divide il bene dal male. Personaggi inventati e rubati dalla realtà si abbracciano e si lasciano, in uno strano tango buffonesco.