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Le forme del vedere. Studi lessicologici sui verba videndi nel corpus Platonicum
Fra i termini in uso nel linguaggio ordinario e il lessico tecnico di ogni filosofo si instaura una dialettica che può essere molto rivelativa dell'orizzonte culturale e concettuale in cui si muove il pensatore e dell'orientamento che all'interno di tale orizzonte egli intende assumere. Volume inaugurale di una collana di studi lessicologici sul pensiero antico, ""Le forme del vedere"""" propone una prima investigazione delle modalità con cui Platone fa uso di verbi che indicano la visione. Gli studi qui raccolti offrono un'analisi sistematica degli impieghi di un gruppo di verba vídendi - theoreo, skeptomai, athreo, epoptueo e una particolare forma verbale di horao - avviando un percorso di ricerca, di cui si auspica il completamento e che già mostra la varietà delle """"forme del vedere"""" che si cela nelle pieghe del lessico platonico. Comune denominatore dei contributi é una precisa impostazione metodologica: vaglio di tutte le occorrenze di un lessema, considerazione di dati quantitativi e studio del ventaglio delle componenti semantiche sono le caratteristiche salienti di un approccio che, lungi dall'essere una semplice rassegna dei significati dei verbi considerati, fornisce una particolare via d'accesso ad aspetti rilevanti del pensiero platonico e della sua configurazione teorica. Saggi di Francesco Aronadio, Lorenzo Giovannetti, Marco Picciafuochi, Giorgia Stocchi."" -
Scritti di pedagogia e di politica scolastica 1876-1904
Il volume comprende testi di carattere pedagogico, didattico e di politica scolastica che, coprendo un ampio arco temporale della vita di Antonio Labriola, dal 1876 al 1904, testimoniano di un interesse per la scuola costante nel tempo e che si esprime in forme e da prospettive diverse. -
La fortuna di Hegel in Italia nell'Ottocento
Il presente volume intende soffermarsi sul carattere etico e politico, prima che speculativo, della storia dello hegelismo italiano, per afferrarne all'interno della complessa evoluzione della cultura italiana nell'Ottocento il contributo ""pratico"""". Ripercorrendo questa storia è infatti possibile rilevare come Hegel sia divenuto innanzitutto un fatto """"storico"""" e non soltanto teorico-speculativo. Un'operazione volta a ricostruire l'esatto diagramma della fortuna di Hegel in Italia, al fine di cogliere il significato, la funzione e il peso avuti da Hegel dal momento in cui il suo pensiero è entrato in circolazione nella cultura italiana e di questa è diventato elemento integrante."" -
In memoria del Manifesto dei comunisti. Aggiuntavi la traduzione del Manifesto
Antonio Labriola può essere considerato il principale protagonista della diffusione del marxismo in Italia, in particolare per la filosofia, e i Saggi sul materialismo storico sono tra i suoi scritti quelli che hanno goduto di maggior successo e di vasta circolazione anche all'estero. Il saggio In Memoria del Manifesto dei Comunisti è qui riprodotto nella versione della terza edizione italiana (1902), l'ultima approvata dall'autore. La nota al testo ricostruisce la genesi e la storia dell'opera e delle sue traduzioni all'estero; l'apparato delle varianti rende conto delle differenze di questa edizione rispetto al manoscritto e alle versioni a stampa precedenti. In appendice è pubblicata la traduzione italiana del Manifesto marx-engelsiano che accompagnò la terza edizione del saggio. -
R-esistere. Dal pathos della Kultur al paradigma immunitario. Thomas Mann e le tensioni della modernità
Qual è il ruolo dell'intellettuale in un'epoca in cui il desiderio di una presa diretta sul mondo mette fuori gioco le élite e spiazza i mediatori? Il passaggio dalla civiltà dialogica, nella quale passato e futuro erano in permanente mediazione dialettica, alla civiltà digitale, in cui l'""immediatezza"""" spezza i ponti col passato e ci lascia orfani di fondate previsioni del futuro, mette in campo la questione centrale del nostro tempo: la democrazia, che per definizione è basata sulla mediazione tra una pluralità di attori e procedure, è compatibile con il dominio della civiltà digitale? Nel momento in cui l'innovazione tecnologica rompe il vecchio recinto statuale, miscelando in modo inquietante tecnologia, capitalismo e autocrazia, quale sarà l'esito finale?"" -
Il Diatessaron romanesco del Vat. Lat. 7654
Il volgarizzamento del cosiddetto Diatessaron romanesco, in cui si riconosce la presenza della lingua di Roma, è assemblato insieme a componimenti in versi databili al XIV secolo, nel codice pergamenaceo Val. Lat. 7654 della Biblioteca Apostolica Vaticana. La notevole estensione del volgarizzamento, che viene presentato in edizione integrale, offre una consistente angolatura per il confronto, e la riflessione sulla lingua di Roma nel Trecento. -
La feroce forza delle cose. Etica, politica e diritto nelle «Pagine sulla guerra» di Benedetto Croce
La Grande guerra rappresenta un banco di prova per la Filosofia dello spirito crociana, un laboratorio per saggiare la solidità del sistema appena condotto a compimento. Nello spirito pratico la tensione, provocata dall'esperienza del conflitto, viene più chiaramente in evidenza. L'eticità dei valori universali è costantemente insidiata dal dovere del cittadino di difendere la patria, e il carattere controverso dell'«utile», che emerge dalle pagine sulla guerra, fa vacillare, con l'unità dell'azione economica, il fondamento della sua dignità categoriale. Nello scontro armato tra gli Stati, infatti, la politica manifesta la sua indole ferina, e il diritto esibisce, nei rapporti che informano l'ordinamento internazionale, la propria tragica natura. Il lettore non tarderà a riconoscere, in questa peculiare condizione, l'espressione paradigmatica di un problema più generale, che investe l'ordine sociale della vita. Esso concerne l'esistenza di un fondo oscuro, latente nel dominio economico della politica e del diritto, in cui la violenza resta pur sempre un'immanente possibilità. -
Per invigilare me stesso. I Taccuini di lavoro di Benedetto Croce
Croce iniziò a scrivere i suoi ""Taccuini di lavoro"""" nel 1906 e li interruppe solo due anni prima di morire, nel 1950. Come dice nelle stesse pagine dei taccuini, il fine di tenere un diario, oltre che rendere conto dei lavori svolti, era quello """"quasi d'invigilare"""" sé stesso, in vista della proficua distribuzione del tempo nelle sue giornate, segno di quella grande operosità che ci ha lasciato un patrimonio di così numerose e importanti opere. Dopo più di trenta anni dalla sua prima edizione, torna il fondamentale libro dedicato da Gennaro Sasso ai Taccuni di lavoro. Questa nuova edizione, immutata nella struttura, è però arricchita di molte pagine, nei luoghi che più richiedevano approfondimenti e precisazioni. Nuove considerazioni, ad esempio, sono state aggiunte nei punti dedicati al modo in cui Croce visse e patì la Judenfrage negli anni che seguirono la promulgazione, nel 1938, delle leggi per la difesa della razza."" -
Il gruppo Gramsci. Ricordi di politica e di cultura degli anni Cinquanta e altri scritti
Il gruppo ""Gramsci"""" è stato un gruppo di studio, attivo all'interno della federazione napoletana del Pci, fondato e diretto da Guido Piegari nell'intento di contribuire alla formazione dei quadri politici della Sinistra attraverso la riflessione sulla storia dell'unità d'Italia. Usciti dal Pci, Piegari e un gruppo dei militanti che ne avevano condiviso le posizioni, (tra cui lo stesso Feliziani) ripresero a incontrarsi per riunioni di studio sul pensiero politico moderno, su testi del marxismo, su temi generali di filosofia (in particolare Hegel). Nel corso di quegli incontri (1955- 1956), prese corpo un filo di pensiero non privo di organicità, in una direzione che oggi si chiamerebbe postmarxista. Feliziani nel corso della sua vita è ritornato molte volte su quella vicenda lontana, sugli eventi che la segnarono, sui pensieri che ne nacquero, e ha steso note e riflessioni che sono ora contenuti nella prima parte del presente volume. Nella seconda parte sono raccolti invece scritti vari di filosofia, di vita sociale, di etica, anch'essi frutto di momenti diversi."" -
Tradizione e modernità
Il Rinascimento, grazie alla ripresa e alla rielaborazione della cultura classica, è l'epoca che meglio esprime, nella maniera più ricca e paradigmatica, una positiva dialettica tra classicità e contemporaneità, tra passato e presente, tra tradizione e modernità. Il tema della tradizione è però momento imprescindibile in tutta la storia della filosofia; tradizione e modernità costituiscono due poli di una tensione teorica che innerva, pur con differenti modulazioni, tutto quanto il pensiero occidentale - e non solo quello. Il volume affronta questo nesso tradizione-modernità interrogandosi sul ruolo della tradizione nei dibattiti teorici e nella storia del pensiero e proponendo contributi all'interno di uno spazio diacronico che dal pensiero umanistico-rinascimentale giunge fino a quello novecentesco. -
Tre saggi sul determinismo
Il presente volume comprende tre saggi editi tra il 1873 e il 1878: Della libertà morale, Morale e religione, e Del concetto della libertà. Questi lavori, insieme ad altri dello stesso periodo, costituiscono documenti significativi dell'approccio di Antonio Labriola all'herbartismo. Herbart ebbe un notevole peso nella sua formazione, come da Labriola stesso più volte riconosciuto, e i suoi studi gli valsero, da parte di Otto Flügel, uno dei più profondi conoscitori del pensiero di Herbart e autorevole esponente della sua scuola, la qualifica di «Herbartianer». -
Commento a «Umano, troppo umano» aforisma per aforisma
«Un opus di 618 pagine che, a mo' di epitome medievale o barocca, accompagna il paziente lettore nella selva (spesso) oscura degli aforismi nietzschiani.» – Marino Freschi, Il Venerdì - la RepubblicaPerché un commento a Umano, troppo umano? Perché Umano, troppo umano, scritto come opera unica e testamentaria, è in realtà l'instauratio magna di Nietzsche, che dà la stura a una lunga serie di altre opere. Esso segna l'abbandono di una lunga sudditanza alla metafisica di Schopenhauer e Wagner e la conversione alla fede nello ""spirito libero"""", cioè alla razionalità illuministica nel segno di Voltaire, a cui il primo volume dell'opera fu dedicato in occasione del centenario della sua morte."" -
Futurismo a Capri e Anacapri. Avanguardia e trasfigurazione
Gli artisti futuristi amarono Capri. Nel prestigioso centro di cultura internazionale soggiornarono, dispiegarono la loro creatività, organizzarono mostre e spettacoli; volevano fare della Certosa l'""Artopoli"""" d'Italia. Marinetti, Depero, Prampolini, Cangiullo, Benedetta ed altri dedicarono all'isola manifesti, dipinti, poesie, racconti, testi teatrali. Nelle opere più significative provarono a proporre una """"trasfigurazione"""", espressione delle loro sensazioni e dei loro stati d'animo. Sulla base di un'ampia documentazione, impreziosita da alcuni inediti, il volume propone la prima ricostruzione di un capitolo di storia e critica della prima avanguardia, in gran parte finora sconosciuto."" -
Approssimazioni alla «Recherche»
I quattro piccoli saggi qui raccolti sono frutto di una lettura di Proust più volte ripetuta negli anni; alla ricchezza infinita della Recherche si sono approssimati scoprendone sempre nuovi motivi di meraviglia e di stupore, anche per una lettrice non francesista. I temi scelti sono centrali nella poetica della ""cattedrale"""" proustiana e sono stati affrontati nella speranza di farne emergere sia il tessuto unitario sia lo splendore dei fili dell'intreccio. Entrambe queste scelte sono state di volta in volta privilegiate dalla ormai sterminata letteratura critica, della quale, nei limiti del possibile, si è tenuto conto. Muovendo da un dubbio espresso dello stesso Proust, si è molto ragionato e scritto sul rapporto che la Recherche viene creando tra il saggio e il racconto, tra riflessione critica e poesia. In questi saggi si è osato affrontare Proust pensando che talvolta possa non esservi differenza."" -
Compsa tra irpini e romani. Lineamenti di storia municipale
Conza della Campania, l'antica Compsa, si trova nella parte più orientale dell'Irpinia quasi al confine con la Lucania e sorge da sempre su un'altura a guardia dell'alta valle del fiume Ofanto. Conza ha una lunga storia di tradizioni e di terremoti, ma dopo che il sisma del 23 novembre 1980 l'ebbe quasi completamente distrutta, fu presa la decisione di delocalizzare l'insediamento in un luogo diverso, nella valle. Al di sotto delle macerie della città moderna gli scavi hanno rivelato i resti dell'insediamento antico. -
Poeti e scrittori del pieno e del tardo Rinascimento
I tre volumi di Benedetto Croce dedicati ai “Poeti e scrittori del pieno e del tardo Rinascimento” contribuirono, spesso in modo decisivo, al progresso degli studi sul Cinquecento italiano. Attraverso le indagini crociane, molti testi e autori dimenticati furono “riguadagnati” alla letteratura (si pensi ad esempio a Tommaso Garzoni); in altri casi (Paolo Giovio, Pietro Aretino, Anton Francesco Doni) vennero definitivamente modificate le gerarchie critiche sino ad allora consolidate. Non per caso nel suo fondamentale Geografia e storia della letteratura italiana Carlo Dionisotti invitava tutti “i giovani a leggere e intendere”, tra i testi di Croce, soprattutto questo: e si tratta di un invito tuttora valido. -
Scritti italiani. 1944-2000
L'edizione integrale della pubblicistica italiana di Gustaw Herling comprende circa 500 articoli, dal 1954 al 2000, raccolti dalla curatrice nell'archivio Herling presso la Fondazione ""Biblioteca Benedetto Croce"""" e integrati con ricerche su collezioni di riviste e quotidiani. Gli Scritti italiani, imponenti per quantità, per significato e contenuti, ma anche per l'ampio arco degli organi di stampa cui Herling collaborò e per l'alto profilo intellettuale dell'autore, attraversano le stagioni più rilevanti della cultura italiana nel secondo Novecento. Dal """"Mondo"""" di Pannunzio a """"Tempo presente"""" di Silone e Chiaromonte, al """"Corriere della Sera"""" di Spadolini e al """"Giornale"""" di Montanelli, fino alla """"Stampa"""" e al """"Mattino"""" negli anni '90, il succedersi degli articoli scandisce l'itinerario del giornalista e pubblicista, testimoniando il suo esilio in Italia, divenuta per lui una """"seconda patria"""". In queste pagine si rivelano principii e valori che connotano tutta l'opera di Herling e la sua """"duplice vita di scrittore"""": fra letteratura e impegno politico, sempre al servizio della verità, unita alla crociana """"religione della libertà""""."" -
Studi di filosofia
Perché l'antica lingua greca, di cui si servono i pensatori dei secoli dal VI al IV a.C., per designare il concetto che noi oggi esprimiamo utilizzando la parola ""essere"""", impiega abitualmente il termine """"ἐόν"""" (essente) e solo più di rado l'infinito """"εἶναι"""" (appunto: essere"""" )? Esiste una relazione che lega l'essere come concetto (contenuto del pensiero) all'essere che appartiene al pensiero considerato in quanto ente? Che cos'è la negazione e come si rapportano, nella sua vettorialità logico/ontologica, il positivo e il negativo? Quale paradosso concettuale permette al tempo di apparire al pensiero, insieme, come manifestazione della contraddittorietà e come un presidio rispetto alla contraddizione? Che cosa significa """"dimostrare"""" e che relazione lega il dimostrare alla verità? La verità è l'oggetto """"neutro"""" del dire e del pensare? E in questa veste può anche essere negata? Sono davvero opposte, la metafisica e l'esperienza, come abitualmente si crede, o sono tanto intimamente legate da potersi risolvere l'una (la metafisica) nell'altra (l'esperienza)? Ecco alcune delle domande alle quali gli scritti raccolti in questo libro tentano l'azzardo di una risposta. Ma la risposta a una domanda non è mai, in filosofia, la soluzione di un problema. È, piuttosto o casomai, il suo riposizionamento. E attraverso questo riposizionamento che il problema viene illuminato dalla domanda in un modo che consente a questa di tradursi nell'azzardo di una risposta. La domanda e la risposta sono così le due facce del pensiero, che proprio in questo voltafaccia attinge la sua più intima e schietta essenza speculativa. Non si tratta di """"andare oltre"""", """"superare"""", """"lasciarsi alle spalle"""" la morta spoglia disossata, la veste corporea senza più corpo di un problema che ha smesso di interrogarci, perché ne abbiamo colto e svelato la natura equivoca e fallace che ne faceva un problema e che ora non è, quindi, semplicemente più in grado di rappresentare un ostacolo alla penetrazione della verità. Si tratta, al contrario, di penetrare nel problema, inoltrandosi in esso per giungere a conquistarne il cuore: è lì, nella seduzione del problema, che la filosofia esprime, col voltafaccia del domandare, la sua più segreta propensione all'amore dell'azzardo."" -
Pant'ònoma. Studi in onore di Mauro Visentin
Se alla filosofia non si può che pervenire in solitudine — e questo perché, a dispetto di ciò che ordinariamente si ritiene, non c'è passaggio che conduca conseguentemente a essa —, non è invece raro che nella filosofia molte solitudini possano cogliere l'occasione di ritrovarsi insieme. Anche una Festschrift può pertanto essere considerata come un luogo in cui onorare questo senso paradossale di reciprocità. Liber amicorum, dunque: in questo caso, però, amicizia e solidarietà non rimuovono affatto la singolarità, che anzi contribuiscono a perfezionare, né tantomeno ricompongono le parti in una prospettiva che possa essere anche detta `veritativa'. Intorno al senso di questa enigmatica 'contingenza' il pensiero e l'opera di Mauro Visen-tin hanno spesso invitato a confrontarsi, facendo dono a molti dell'occasione di riflettere, di discutere criticamente e quindi di condividere, soprattutto nella contesa, una stessa abitazione, uno stesso spazio che meriti di essere giudicato autenticamente 'filosofico'. Il volume è curato da: Riccardo Berutti, Mattia Cardenas, Pierpaolo Ciccarelli, Niccolò Parise. -
La seduzione della storia. Scritti apparsi su «Civiltà del Rinascimento» (2001-2002)
Nel febbraio del 2001 veniva pubblicata in edicola la rivista Civiltà del Rinascimento per i tipi della casa editrice De Agostini. Ne fu promotore Alberto Tenenti, uno dei massimi esperti del periodo, ed anima di un progetto che durò sino al mese di dicembre dell'anno successivo. Ventitré numeri che riunirono attorno alla sua figura un manipolo di giovani e giovanissimi studiosi che si cimentarono, taluni per la prima volta, con una scrittura che doveva essere piegata al grande pubblico. Fu una rivista che unì una straordinaria capacità evocativa per un passato che diventava vivo ed accattivante, ed una fucina per talenti che sarebbero maturati nel corso degli anni, diventando per certi versi l'orizzonte storiografico contemporaneo dell'epoca in oggetto.