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I giochi della notte
Quando è notta Ake può giocare a dei giochi che gl'impediscono di piangere. Quando è notte Ake può far finta che la realtà sia diversa, che se il padre tarda, è perché ha vinto alla lotteria, o ha comprato una barca a motore e vuole fargli una sorpresa. O, se irumori gli giungono troppo riconoscibili per poterli ignorare, può chiudere gli occhi e giocare a dormire, l'unico gioco che gli regala la pace. E' nei sogni e nella fantasia il rifugio dei bambini di Dagerman, protagonisti di tanti suoi racconti. Sogni e fantasia cui non sanno più ricorrere gli adulti, con la loro solitudine, l'amarezza di sentirsi traditi, estranei a se stessi, superflui agli altri, spinti, piuttosto, all'inganno. -
L'oratorio di Natale
Un romanzo NON per tutti, molto intenso quanto pervaso di tristezza. Uno di quei libri in grado di lasciare una traccia profonda nel lettore. Personaggi come Solveig e Sidner sono per molti nella galleria dei personaggi più memorabili della letteratura del Novecento.rnrn «Uno dei più importanti scrittori nordici di sempre.» – Per Olov Enquistrn«Uno dei romanzi più belli del secolo scorso.» – Goffredo Fofi rn«Un romanzo meraviglioso.» – Washington Post rn«Raccontare l’esperienza del sacro non è facile ma Tunström ci è riuscito con terrena sapienza e libera ispirazione.» – AvvenirernrnMusicista di fama internazionale, Victor Nordensson torna dopo tanti anni a Sunne, la cittadina di provincia svedese dov’è nato, per dirigere l’Oratorio di Natale di Bach con un’orchestra di dilettanti. Se ha accettato l’incarico è per saldare un debito con il passato, per realizzare un sogno sognato prima ancora che lui nascesse, ma soprattutto per ritrovare le sue radici di artista e di uomo. Dove comincia un essere umano, fino a dove risale la sua storia, quali avvenimenti gli hanno «aperto i canali dell’anima», facendo sì che tutte «quelle parole, quei pensieri congelati» che si portava dentro si sono sciolti in musica? È dalla morte di Solveig, cinquant’anni prima, che tutto ha inizio: Solveig è passata sulla terra spargendo attorno a sé gioia, carezze, parole, musica. È lei, la moglie di Aron, l’americana, che ha insegnato a Sunne l’uso di baciarsi alla luce del sole, è lei che ha lanciato il progetto dell’Oratorio di Natale, interrotto alla vigilia dell’esecuzione, dopo dieci anni di prove, dall’incidente che l’ha uccisa. È dall’esperienza di quel lutto, di un dolore totale, che Tunström fa discendere la storia delle tre generazioni dei Nordensson: Aron, Sidner e infine Victor. Una storia che spazia dalla Svezia alla Nuova Zelanda, all’inseguimento di quell’amore e di quella tenerezza che hanno perduto, di quella vita da cui la cortina del dolore li ha separati. «Cattedrali di sogni e di idee», dice Tunström, si nascondono dietro l’apparente banalità della vita, cattedrali che si innalzano verso quella luce e quella speranza che risuonano per tutto il romanzo nella musica di Bach. -
Terra di confine
Qualche tempo dopo la fratumazione dell'URSS e la proclamazione di indipendenza del suo paese, un traduttore estone arriva a Parigi grazie a una borsa di studio assegnatagli da un'organizzazione internazionale, per curare un'antologia della poesia francese del dopoguerra. Il romanzo è costituito dalle lettere che scrive, senza mai inviarle, a un misterioso Angelo, giovane straniero incontrato a un caffè. Gli racconta le sue peregrinazioni a Parigi, le osservazioni e le riflessioni, i suoi sogni e i ricordi d'infanzia, della nonna, del suo paese e anche la relazione con il suo amante, Franz, professore di filosofia all'Università di Strasburgo. -
Per amore della verità
Il romanzo è costruito su una sorta di contrapposizione mai risolta tra i concetti di autenticità e falsità. Autentico è il personaggio principale, il narratore, Theodor Marklund, ingenuo corniciaio in un piccolo villaggio della Svezia settentrionale. Autentico è il suo spiccato, quasi maniacale amore per la verità. E falso è tutto ciò che lo circonda, soprattutto l'immagine costruita addosso alla sua unica amica, Ingela, bambina prodigio che le folle di mezzo mondo conoscono come ""Paula"""". La storia inizia con il ritrovamento, a un'asta del paese, di un quadro ancora sconosciuto del famoso pittore surrealista svedese Nils Dardel. La scoperta è descritta come un incontro d'amore tra la Madonna raffigurata nel dipinto e Theodor..."" -
Il mugnaio urlante
In un piccolo villaggio della Finlandia, poco dopo la guerra, arriva uno sconosciuto dall'aspetto imponente con l'intenzione di comprare il vecchio mulino Rapide della Foce da anni in disuso. E' Gunnar Huttunen, un uomo misterioso, senza passato. Ma anche un personaggio stravagante che, nei momenti di allegria, saltella, ride e racconta storie senza capo né coda tanto da radunare intorno a sé, al vecchio mulino della Foce, un folto gruppo di persone. Ben presto, però, Gunnar rivela un fastidiosa debolezza: nei momenti di grande gioia o di sconforto non può fare a meno di ululare per ore mettendo in agitazione tutti i cani dei villaggi nel raggio di centinaia di chilometri... -
La fonte nascosta
Juren Siebeling si reca a Breskel, dimora di famiglia di sua moglie Rina. La vecchia villa lo seduce con un fascino misterioso e, nell'impenetrabile silenzio di questo luogo, Juren sente la presenza di un evanescente figura di donna. Ma Juren non è l'unico a essere interessato alla villa e ai suoi abitanti. Meinderts, un vecchio amico di famiglia, si aggira nei dintorni di Breskel inseguendo il ricordo di Elin, la madre di Rina, di cui fu perduttamente innamorato e che morì in circostanze misteriose... -
Angeli dell'universo
Pail nasce a Reykjavik il 30 marzo 1949. Come in un'antica saga islandese la sua nascita è accompagnata da due avvenimenti che segnano il suo destino. La madre Gudrun ha un sogno premonitore sulla diversità del figlio. L'Islanda vive le difficoltà della sua adesione alla NATO. Un giorno segnato da manifestazioni e disordini. In questo romanzo Gudmundsson racconta con la semplicità e l'economia di un'antica saga il ""non raccontabile"""", la follia, la malattia psichica e il disgregarsi della comunicazione."" -
Jerusalem
Alla fine dell'Ottocento, la quasi totalità del piccolo villaggio svedese di Nås si trasferisce a Gerusalemme per unirsi a una colonia fondata da una setta americana. Affascinata dalla ""follia romantica dell'impresa"""", la Lagerlöf va a trovarli per cercare di capire. Ne nasce un romanzo epico in cui trovano spazio i suoi temi più cari: il contrasto fra l'attaccamento alla terra e la nostalgia di un ideale, fra realtà e utopia. Nelle vicende dei protagonisti s'incarna quella ricerca di riconciliazione con se stessi e con il proprio destino che è di ogni essere umano.Negli ultimi anni dell'Ottocento la quasi totalità di un villaggio svedese, la piccola comunità di Nås, in Dalecarlia, si trasferisce a Gerusalemme, per unirsi a una colonia fondata da una delle innumerevoli sette americane ispirate a un ideale cristiano di uguaglianza, fratellanza e concordia, in millenaristica attesa del ritorno di Cristo. Che cosa ha spinto quella trentina di agricoltori benestanti a vendere le loro proprietà, lasciare le loro solide fattorie, lacerare le loro famiglie per vivere una vita di povertà in Palestina? Affascinata dalla «follia romantica dell'impresa», Selma Lagerlöf va a trovarli a Gerusalemme per cercare di capire. E quella che poteva essere la stravagante vicenda di uno sparuto gruppo di fanatici si trasforma nel romanzo in storia epica. È la famiglia Ingmarsson che fa da cuore al duplice dramma: da una parte lo sradicamento dalla terra e dall'altra la nostalgia di un ideale irraggiungibile nel contrasto fra utopia e realtà, fra la sognata città di Dio dalle mura d'oro e la Gerusalemme in cui «tutti si odiano e si combattono a maggior gloria di Dio». La vendita all'asta dei beni in patria è come la disgregazione di un mondo, ed è il momento in cui il protagonista, per salvarlo, compirà quel tradimento di se stesso che solo il sacrificio e la forza dell'amore potranno alla fine redimere. Così si realizza in Jerusalem il miracolo dei romanzi di Selma Lagerlöf, «l'unica narratrice di grande talento», come dice Marguerite Yourcenar, capace di «raggiungere coerentemente il livello di epica e di mito».COME COMINCIAEra un mattino d'estate, e un giovane coltivatore era uscito con l'aratro in campagna. Il sole splendeva, l'erba era umida di rugiada, e l'aria deliziosamente limpida e fresca; i cavalli ne sembravano inebriati, e tiravano l'aratro come un giocattolo. Non era il calmo trotterello solito, e il giovane doveva quasi correre per rimanere al loro fianco.Dove passava il vomere la terra si apriva nera, umida e grassa, e il giovane pensava lieto alla prossima semina della segale. E diceva fra sé:«Perché sono a volte così preoccupato, e la vita mi sembra tanto difficile? Non basta un po' di bel tempo e di sole per essere felici come in paradiso?»"" -
Il messia con la gamba di legno
I sei racconti che costituiscono il volume sono rielaborazioni di leggende orali, storie in cui il mondo naturale estende i suoi confini nel sovrannaturale, la religiosità si mescola a magia e superstizione, e nell'atmosfera sospesa di giornate fredde e ventose o di cieli di cui si contano le stelle, di cimiteri in cui vivi e angeli riposano accanto ai morti, di biblioteche in cui i libri intonsi emanano un potere segreto, si entra in una dimensione straordinaria in cui tutto è plausibile. -
La rivolta di Guadalajara
Ci sono nella storia, come nella vita di ogni uomo, dei malintesi del caso, che vengono scambiati per destino. E anche l'arrivo di un viaggiatore stanco in una città misera e dimenticata dal mondo può diventare la scintilla di una rivolta. Siamo in un Messico in pieno fermento rivoluzionario, ma è al nord che si concentrano i rivoltosi, lo stato di Jalisco al sud è troppo arretrato e povero per interessare qualcuno; la capitale, Guadalajara, vive isolata nel suo immobile torpore: fabbriche in disuso, saline abbandonate, una popolazione prostrata dalle malattie e dalla fame, un'Avenida Central quasi sempre deserta in una città che pare pietrificata... Non è difficile qui prendere per il nuovo Messia un vagabondo viaggiatore. -
La clandestina
Dick Olsson, svedese ma da molti anni residenti in Texas, è un consulente pubblicitario ricco e affermato, costantemente in viaggio per lavoro e per vocazione, ogni giorno in contatto con tutto il pianeta via Internet. Ma un giorno riceve una e-mail da un fantomatico gruppo di separatisti della Moldavia, fondatori della Repubblica di Transnedr, ai quali occorre la sua consulenza per imporre il proprio caso all'attenzione mondiale. Nel frattempo il protagonista che ha sempre preso le distanze da tutto e da tutti divorziato, con un figlio che non vede da dieci anni, senza una significativa relazione - si innamora di Eleonora, la domestica colombiana che viene due volte alla settimana a riordinare la casa... -
Venga la tempesta
Cos'è realmente accaduto quel giorno di maggio 1936 in cui Vida Harjula ha dato alla luce il secondo figlio Olavi, mentre la sua piccola Aino viene trovata annegata nelle acque basse di un ruscello tra le colline fatali, e Sean, l'uomo amato per il quale si preparava a lasciare il marito, è sparito senza dare spiegazioni dal villaggio e dalla sua vita? Qual è il legame tra questi drammatici eventi? Perché nessuno ha mai indagato sull'improbabile morte accidentale della bambina? I fatti si svolgono a Colle-Olki, intorno a una miniera di nichel che attira l'interesse di potenze straniere, non lontano da quella frontiera russa che acuisce l'intolleranza dei conflitti politici, un luogo su cui aleggiano misteriose forze telluriche che alimentano leggende e timori ancestrali, rendono le passioni esplosive, ridanno ai sentimenti la loro forza elementare. È qui che sessant'anni dopo la nipote di Vida, Iris Lehto, giornalista in pieno naufragio coniugale ed esistenziale, viene inviata per un reportage sul nuovo progetto di stoccaggio di scorie nucleari nell'ex miniera in disuso. Ma più dell'inchiesta ecologica, sono quelle domande in cui Iris si trova quasi suo malgrado coinvolta, spinta a scendere nelle acque sotterranee della memoria, dove sono sepolti i segreti di un passato in cui i ricordi di famiglia si intrecciano alle trame della Storia. Personaggi estremi, vite appassionate, in perenne confronto con l'amore, il desiderio e la follia, la ribellione e l'espiazione, che per frammenti, in un continuo alternarsi di presente e passato, a poco a poco le si rivelano, filoni aurei in quella pietra che condiziona il loro destino. «La pietra è il tempo, la pazienza incrollabile del tempo», con cui si innalzano megaliti verso il cielo, dove dèi imperscrutabili richiedono a volte il sacrificio di innocenti per ristabilire un'armonia, illuminare un senso, trovare una riconciliazione con la vita. -
La fame dell'occhio
Un gelido mattino di novembre, in una Oslo già in atmosfera prenatalizia, un uomo viene arrestato dalla polizia. Le manette, i cani, gli imperturbabili poliziotti, le facce dei passanti che lo guardano con sospetto, tutto gli pare irreale, come se stesse assistendo a un film di cui è l'inconsapevole protagonista. Portato al commissariato, viene chiuso in cella senza poter parlare con un avvocato e sottoposto a un estenuante interrogatorio da un ispettore che cerca in tutti i modi di farlo confessare. Ma confessare cosa? Di cosa è in realtà accusato? O è già quel suo nome esotico, Azhiz Shabaz Kumar Sen, che fa di lui un colpevole? O il fatto stesso di essere un indiano, costretto dal «vento della storia» a una vita vagabonda attraverso i continenti e approdato lì, in quel paese nordico e lontano, forse solo perché da bambino un pastore danese gli parlava con rapimento del mistico incanto della neve? Tra Asle Foss, l'ispettore, e l'inafferrabile Shabaz comincia così un duello fatto di domande e risposte, ma anche di inseguimenti, fughe, arresti, evasioni, in un giallo sui generis, in cui quello che tiene viva la suspense non è la ricerca dell'assassino, ma del delitto. Un duello che non è solo lo scontro tra due personalità, ma un confronto tra due culture e due mondi. I ricordi di un'infanzia sulle rive del Gange, i campi profughi, il pellegrinaggio a Calcutta, la madre con le sue arti culinarie e la sua caccia agli insetti, il padre idolatra di Shakespeare, il mitico Bob Beaumon, l'amore norvegese per la bella Liv, le disavventure dello studente Salman-Salman, l'amicizia con lo specialista del cervello Hansen: nella folla di personaggi, fatti ed emozioni che Shabaz a poco a poco rievoca con l'ironica vivacità di un occhio insaziabile, emerge la figura di un uomo affamato di vita che forse continua a nasconderci qualcosa, o forse è solo colpevole di «aver voluto troppo». -
Il rogo
Un villaggio sperduto in qualche remota valle del Nord, una storia che potrebbe cominciare con un ""c'era una volta"""". Una maestra, un calzolaio, un forestiero, un vecchio veggente, un ragazzo curioso, personaggi senza nome che si muovono nei luoghi quotidiani delle fiabe: la casa al margine del bosco, la strada maestra, la bottega. L'atmosfera è quella delle leggende un po' cupe e misteriose ascoltate in lontane sere d'inverno intorno al fuoco: le ombre incombenti delle montagne, la palude infida, la nebbia densa che fa smarrire la ragione, pozioni di erbe che guariscono, traffici oscuri nella notte, un presagio di calamità che incombe come un maleficio su un angolo di terra dimenticato da Dio e dagli uomini."" -
Chiarori
Petur torna nella sua casa d'infanzia per raccogliere pensieri e ricordi dopo la morte del padre Halldor. Ripercorre le tappe della sua esistenza: dall'infanzia magica in cui il padre era il suo universo, al distacco dell'adolescenza con la perdita del simbolico ""Sacro Pallone"""" avuto da lui in dono, che lo guiderà però da adulto alla conquista della sua Principessa. Ricostruisce anche la vita del padre: l'uomo famoso che legge alla radio il listino del mercato del pesce, che sa evocare donne fatate al chiaro di luna e trasformare in sala da concerto la sua cucina e che conoscerà il dolore dell'abbandono, dell'emarginazione della follia e della vecchiaia, per arrivare infine alla riconciliazione."" -
Il mercante di catrame
Cosa nasconde la vita così apparentemente insospettabile di Audun Hamre? ""Un commesso viaggiatore che commercia in sogni"""": è questo che lui stesso dice di essere, mascherando la sua vera professione di versatile truffatore sotto un'onorevole attività di mercante di catrame. Secondo Hamre la gente è più pronta a credere ai propri sogni che alla realtà. Cosa c'è di più facile, dunque, che servirsi di quella credulità e vivere da parassita? Non è poi questo che fanno i dittatori, gli uomini di potere? Ma perché questi raggiri, questi furti contro chi non gli ha mai fatto niente di male? Sandemose scavando nel fondo dei meccanismi umani, rivela come la vendetta possa essere la più radicale espressione di un'inestinguibile nostalgia d'amore."" -
La storia seguente
Una mattina Herman Mussert, grande erudito e amante di quella letteratura classica che ha insegnato per tutta la vita, si sveglia con sua sorpresa in una camera d'albergo a Lisbona, quando la sera prima si era addormentato nel suo letto ad Amsterdam. Come mai, cos'è accaduto, è realtà o sogno? È con questo allettante inizio che Nooteboom ci introduce in una di quelle storie che sono riferibili solo per metafore, perché si compiono in una dimensione in cui il tempo non esiste, in cui avviene il passaggio dalla vita alla morte, in quell'attimo che separa l'essere dal non essere. Metafore e miti che sono il pane quotidiano per quel professore di liceo che somiglia a Socrate, che ha per Bibbia ""Le metamorfosi"""" di Ovidio. E forse non è un caso se si trova in quella stanza d'albergo: è da lì, dove vent'anni prima ha vissuto il suo unico amore, che deve cominciare il suo pellegrinaggio nei ricordi. E non è un caso se è da lì, da quella città che è """"tutta un addio"""", che parte la nave del suo ultimo viaggio, per solcare le scure acque dell'oceano, verso l'aldilà. In un onirico sovrapporsi di storie, ricordi, immagini, da borgesiano """"tessitore di simboli"""", Nooteboom ci ripropone miti che parlano di noi, si interroga sulle metamorfosi dell'io, sull'enigma del tempo, riesce a sospendere quell'impercettibile frazione di secondo che dura la morte, raccontando la vita."" -
Un prosatore a New York
Se ""la vita è altrove"""" è una delle costanti della letteratura del Novecento, per Göran Tunström quell'assenza e quella nostalgia non sono ineluttabili: la vita vera non ci scorre accanto, ma ci apre porte e ci dona incontri che ci consentono, almeno per un attimo, di raggiungerla, sentendone l'intensità. E così era lui: uno dei pochi abitanti della vita vera, capaci di quella frase e di quel gesto che possono dare ali a un destino. È scomparso nel febbraio 2000 a Stoccolma, come avrebbe voluto andarsene: a tavola, tra i suoi amici. Al di là del grande scrittore e dell'amico era uno di quegli uomini radiosi che riescono a trasformare la sofferenza in amore per il vivere, l'esperienza della malattia e della follia in conoscenza degli abissi umani, senza mai perdere il suo humour e la sua grazia. Uno di quei rari uomini illuminati, che sanno aprire i canali dell'anima e rivelare le cattedrali di sogni che ciascuno ha dentro. Abbiamo voluto pubblicare questo breve romanzo come omaggio alla sua memoria, perché sotto a quel """"Fred Astaire delle parole"""" che sogna di essere il prosatore Göran Tunström a New York, sotto a quello scrittore che va in giro con la sua Frase sentendosi responsabile dell'esistenza della fantasia nel mondo, che spalanca le braccia alla vita e all'amore, c'è uno scherzoso autoritratto, e sotto al divertimento, troviamo i suoi temi più profondi e vitali."" -
Tu che non ci sei
Qual è il legame tra la nostra vita e la storia? Sullo sfondo di questa domanda tre vicende umane ruotano intorno a una stessa persona la cui morte rimane ancora, cinquant'anni dopo, un enigma irrisolto. È Erik, giovane artista finlandese misteriosamente scomparso durante le ultime fasi della guerra russo-finnica nel giugno del 1944, quel ""tu che non ci sei"""" del titolo: una perenne assenza per il figlio Tomas, un abisso rimosso per l'amico Gustav, un vuoto incolmabile per Merikki, l'affascinante moglie di Gustav che ha vissuto con Erik un'intensa passione non ancora sopita dal tempo. L'indagine di Tomas, partito per la Francia per incontrare l'ormai anziana coppia di amici, unici testimoni rimasti degli ultimi mesi e della fine di Erik, nella speranza di recuperare almeno un'immagine di quel padre sempre cercato e troppo presto perduto, diventa per Gustav e Merikki uno scavo nella coscienza e nella memoria, nei mai risolti nodi del complesso intrico di passioni che è stata la loro relazione. Nell'avvincente ricostruzione dei fatti emerge quel perenne confronto tra amore, amicizia, arte, gli affetti e i valori che rendono una vita umana, e l'indifferente procedere della storia, esasperato nella forma estrema della guerra, quel tempo sospeso che spazza via ogni quotidianità e progetto futuro, alterando gli stessi meccanismi mentali, e nel mai risolto dilemma se possa in realtà esistere una liberatoria alternativa."" -
Le vie dell'immaginazione
La scena con cui si apre il libro è quella di Maja che sta viaggiando di notte a bordo di un camion. Il conducente ha dato un passaggio a lei e ai suoi figli, mentre il marito Klaas si occupa di far ripartire l'auto con cui stavano andando in vacanza e che è andata a sbattere contro un muro. La donna ripensa agli anni in cui lei e Klaas si sono conosciuti: colleghi allo stesso quotidiano, sono sempre stati legati da una profonda affinità intellettuale. Ora con il matrimonio e l'impegno di allevare i bambini, quella loro affinità sembra essersi offuscata e Maja avverte una progressiva estraneità del marito. Qualcosa, in effetti è successo a Klaas: un giorno ha scoperto i versi di un poeta sconosciuto ed ora è ossessionato da quell'artista.