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La ricetta perfetta
Sul finire degli anni Quaranta, in un paesino del Grande Nord della Svezia, s'incontrano due singolari personaggi: un venditore di prodotti tessili dall'identità sospetta - potrebbe trattarsi del gerarca nazista Martin Bormann in fuga dalla Germania - giunto da sud, e un maestro elementare. I due scoprono di condividere numerose passioni: oltre alla musica e al canto, li unisce anche l'interesse per la pölsa, piatto locale che li ha stregati al punto di decidere di adoperarsi per riuscire a carpirne ogni segreto. Iniziano così un viaggio che li porterà in tutto il Västerbotten dove, assaggiando e confrontando le specialità preparate nei diversi villaggi, cercano di arrivare a scoprire le caratteristiche della pölsa perfetta. -
L'anello della chiave
L'infanzia e l'adolescenza in una Giava magica, un mondo coloniale abbandonato per sempre, l'affascinante amica del cuore perduta e scomparsa nel nulla, il marito amato che le nascondeva una passione segreta: forse è nel forziere di cui non trova più la chiave la spiegazione dei tanti enigmi della vita di Herma Warner, la preziosa cassa di ebano in cui ha rinchiuso le sue ""Indie"""", i documenti di un lontano passato da tempo lasciato depositare nel fondo oscuro della coscienza, inaccessibile quanto l'antico forziere. Finché una lettera la spinge a far luce in quei recessi dell'anima: un giornalista le chiede notizie di una certa Mila Wychinska, nome in cui è più volte incappato nei suoi studi sugli attivisti dei diritti umani nel Sud-Est asiatico, senza trovare informazioni fondate. Basta quel nome perché l'onda dei ricordi travolga le barriere che Herma si è costruita nei suoi ordinati studi di storica dell'arte e nella quiete della casa di famiglia dove vive ritirata. Perché Mila Wychinska non è altri che Dee Mijers, l'amica della giovinezza a Batavia, uno dei nomi che aveva adottato, rinunciando a quello della sua nobile famiglia, nella sua continua ricerca di un'identità, sempre dalla parte delle vittime del potere e delle discriminazioni. A poco a poco riaffiora la storia di un'amicizia e di un amore in cui si riflette la fine di un'epoca e di un mondo, dal colonialismo alle lotte d'indipendenza, fino alla nascita della Repubblica Indonesiana."" -
Peer fortunato
Ultima opera di H. C. Andersen, questo breve romanzo autobiografico è una lunga fiaba moderna. Racconta la storia di Peer, ragazzino povero ma dotato artisticamente, che con grande forza di volontà e duro lavoro sfonda tutte le barriere sociali e raggiunge il culmine del successo. Al centro il mito di Aladino, del genio e della fortuna, che Andersen stesso ha incarnato in vita ed eletto a leitmotiv di tutta la sua opera. Se altrove il rapporto conflittuale tra il sogno del successo e la vocazione artistica si rivela irrisolvibile, in questo romanzo si ricompone in una continua e costante ascesa fino all'ultima, definitiva scena di teatro e di vita. Il libro viene pubblicato in occasione del bicentenario della nascita dell'autore. -
Il segreto di Inga
Quel che sempre regalano i libri di Björn Larsson è l’autentico piacere della lettura: la gioia di trovarsi davanti a storie avvincenti che sollevano domande coinvolgenti e una costruzione narrativa complessa che unisce il gusto del gioco letterario a una perfetta funzionalità alla trama e ai temi.rn«L'essenza della letteratura è la libertà. È per questo che è pericolosa.»rnThriller tra mare e terra, ""Il segreto di Inga"""" ha il tipico avvio da romanzo d'avventura: in una notte tempestosa, una donna, aggrappata alla base di un faro per non essere travolta dalle onde che sferzano il molo, lancia per tre volte un grido nelle tenebre. La donna è Inga Andersson, ricercatrice di criminologia la cui esistenza solitaria nasconde un segreto. Ed è questo segreto che la porterà, un po' per caso e un po' per necessità, a restare impigliata nella macchina inesorabile della più potente agenzia di spionaggio del mondo, la NSA, e di Echelon, il temutissimo """"orecchio"""" per l'ascolto globale, mentre pian piano vengono a galla i misfatti di «sette» dalla facciata pulita e il cuore sporco come Scientology, di cui sfiderà l’ipocrisia minandone gli ingranaggi. In un campo così coperto dalla «dissimulazione» da riuscire a nascondere ogni prova della propria esistenza è «immaginare il vero» l’unico modo per penetrare, e la letteratura, l’arte menzognera per eccellenza, il solo mezzo per smascherare la verità. Tra colpi di scena, fughe e seduzioni, ricatti e innamoramenti, nel ritmo serrato degli eventi, il rapporto tra realtà e finzione è il perno di tutta l’azione, la suspense e il senso del romanzo. Come in Conrad, la terra è il luogo torbido dell’ambiguità, il mare, costantemente presente, può accogliere le ceneri di un passato che si vuole dimenticare, può offrire una via di scampo verso la libertà, ma resta solo un muto testimone, la sua trasparenza non ha risposte da dare alla complessità del vivere umano."" -
Sarabanda
"Pensavo che tu mi stessi chiamando"""": è per rispondere a una misteriosa muta chiamata, che Marianne va d'improvviso a trovare Johan, l'ex marito con cui non è in contatto da trent'anni. La sua comparsa nella casa nei boschi dove Johan è tornato a vivere la sua vecchiaia, e gli incontri con suo figlio Henrik e la nipote Karin, entrambi violoncellisti venuti a passare l'estate nel vicino cottage sul lago, costringeranno ognuno a un confronto con gli altri e con se stesso, facendo emergere l'irrisolta complessità dei rapporti che li legano. Il mistero dell'amore e dell'odio, l'ineluttabile conflitto tra padri e figli, tra indifferenza e attaccamento morboso, la vecchiaia, l'angoscia degli """"ultimi giorni"""" sono i temi di questa Sarabanda, danza lenta e severa in cui le coppie si formano e si disfano: dieci scene, dieci dialoghi in cui i personaggi s'incontrano e si sciolgono a due a due. Un testo scomodo nella sua cruda onestà, ma il cui vero messaggio non è affidato alle parole, ma ai silenzi e ai gesti: alla tenerezza di un abbraccio, di un tenersi per mano, di un denudarsi accettando di rivelare l'uno all'altro la fragilità di corpi segnati. Risuona forte la nostalgia della grande assente, Anna, la moglie, madre e nuora scomparsa, onnipresente nei pensieri e in una fotografia-icona. È la nostalgia di un amore che si riversa su tutti, """"stato di grazia"""" e miracolo """"che rende la vita possibile""""." -
Cantilena mattutina nell'erba
Ispirato a una delle più note saghe islandesi, la Sturlunga Saga, il romanzo racconta la storia di Sturla, le sue vittorie in battaglia e nel cuore delle donne e i suoi viaggi attraverso l'Europa del Medioevo, dov'è custodita la cultura e si diffonde il rivoluzionario messaggio francescano di amore e povertà. Un pellegrinaggio che lo porta a una Roma pittoresca e felliniana, a chiedere il perdono dei suoi peccati, e a una Parigi dominata dalla Scuola Nera della Sorbona, ai confini tra scienza, alchimia e stregoneria, per ritrovare un antico codice in cui è racchiuso il segreto del sapere. Uomo del Nord al confronto con la cultura europea, Sturla è un eroe moderno aperto a ogni esperienza, un Ulisse cui non è concesso conquistare la sua Itaca. -
Calila e Dimna
Dalla scoperta delle Mille e una notte, il mondo esotico di un millenario oriente in cui si mescolano tradizioni indiane, persiane e arabe, con i suoi scià e visir, eremiti e bramini, fanciulle belle come la luna e mariti gelosi, servi infidi e improvvidi mercanti, animali parlanti a specchio di umani vizi e virtù, è per noi sinonimo di fiaba, parte inscindibile del nostro immaginario fantastico. È a questa stessa tradizione che appartiene Calila e Dimna, «uno dei sei o sette antichi libri persiani più importanti, la nostra prosa più bella», dice Kader Abdolah che l'ha voluto rielaborare nel suo olandese icastico e poetico, per offrirlo in moderna versione, filtrata dalla sua sensibilità di scrittore esule, come un «antico gioiello» donato ai lettori occidentali. Al cospetto di Ray Dabashelim, lo scià dell'India, è il bramino Bidpai chiamato a svolgere il ruolo di Shahrazad, e a trovare per ogni caso della vita il giusto hekayat, il racconto che diverta e serva da esempio. Ma in ogni storia un personaggio si fa a sua volta narratore e gli hekayat si incastrano uno nell'altro in una spirale di aneddoti, apologhi ed episodi in cui uomini e animali, come gli emblematici sciacalli del titolo, si alternano per mettere in scena, più che un insegnamento morale, l'infinita varietà della commedia umana. Se l'inganno, il tradimento e i nemici sono sempre in agguato e l'ambizione e l'avidità portano facilmente alla rovina, non sempre i vizi vengono puniti e le virtù premiate: spesso la fortuna vale più del merito, e chi detiene il potere preferisce ascoltare chi lo adula e condanna chi lo critica dicendo la verità. «Nessuno sfugge al suo destino, né le dure montagne, né i cerbiatti con le loro zampette bianche», ma due cose restano nel fluttuare della sorte: l'amicizia capace di superare antichi odi, e quella sospensione miracolosa del fluire del tempo data dalla parola, l'erba curativa contro gli irrimediabili mali della vita che, come i personaggi del libro, continuiamo a chiedere agli scrittori: «Raccontaci la storia». -
Uno strano duello
Lei: l'isola più grande del mondo, un trapezio di ghiaccio fluttuante nell'oceano, una volta celeste infinita, una natura inviolabile, un che di divino. Loro: gli agrodolci cacciatori di pelli danesi, unici abitanti ""color farina"""" delle sue sconfinate terre vergini. Questi, ancora e sempre, i protagonisti del fantasioso mondo artico di Riel, in cui tutto diventa possibile. Ecco, allora, Lasselille misurarsi con un orso a sangue freddo come prova di virilità, Mortensen addomesticare il suo telegrafo per un evento unico nella storia della Groenlandia, il conte ricevere un'eredità imprevista e una visita imprevedibilmente """"produttiva"""", Fjordur trasformare la sua inconfessabile passione in una febbre felicemente contagiosa, il Bjork sbarazzarsi di un ospite indigesto con l'aiuto di un socio dallo stomaco di ferro, Lause e il luogotenente Hansen sfidarsi in uno strano duello dall'esito a sorpresa, Lodvig scoprire di avere come migliore amico un globetrotter a quattro zampe. Ritornano, così, le gustose creazioni dell'inesauribile fantasia di Riel, più bizzarre che mai, ma sempre profondamente vere nella loro poetica ed essenziale umanità. Avventure artiche in cui sottomettersi a una natura grandiosa e maestra senza rinnegare se stessi diventa l'unica sfida che conta e diventare pienamente ciò che si è, guardando con un sorriso alle proprie piccole e grandi follie, l'unico premio che ci meritiamo."" -
Il calcio rubato
Nel 1990 Ulf Peter Hallberg scrisse, con il collega Fredrik Ekelund, il racconto di un viaggio nel nostro paese durante i giorni euforici di ""Italia 90"""". I dieci racconti di Hallberg sono ora riproposti e pubblicati in contemporanea in Italia e in Svezia. Dalla particolare prospettiva del neofita del football, Hallberg si rende conto che l'unico modo per cercare di comprendere e rappresentare questo sport e fenomeno sociale è mischiarsi agli altri; incontrare il crogiuolo di genti che per un mese fanno del """"mondiale"""" il centro del mondo; dare spazio alle emozioni e all'empatia (e infine anche all'entusiasmo popolare), senza per questo tradire l'obiettivo iniziale di uno sguardo critico, laterale, capace di soffermarsi sul dettaglio."" -
Tutto sulla Finlandia
«Sogno acqua, di nuovo. Sogno che l'acqua è sopra di me e dentro di me e intorno a me, che scorre e scroscia e gocciola, e ho sentito dire che sognare acqua significa cambiamento, e ogni volta che sogno acqua penso: maledizione, ancora cambiamento. Non finirà mai?»Scrivere un opuscolo turistico che racconta ""Tutto sulla Finlandia"""" senza esserci mai stati, raccogliendo informazioni sconclusionate per spingere i Norvegesi a visitare il Paese vicino. Per un bizzarro specialista di brochure, voce «sproloquiante» del romanzo, questo improbabile incarico è solo l'inizio di un tuffo nell'inarrestabile fluire della vita: farsi rimuovere l'automobile per amore, perdersi in reminescenze «proustiane» dentro un videogioco, salvare un ragazzino irrequieto, sperduto tra salmoni e neonazisti, affrontare in una staffetta aziendale l'intera Finlandia e le proprie paure. Perché tutto scorre nella vita come nello stream of consciousness in cui ci immerge Loe, che col suo humour lunare investe banalità quotidiane e questioni esistenziali impregnandole di una ironia paradossale. Una scrittura scrosciante che, tra digressioni e associazioni mentali funamboliche, esprime le inquietudini di una società sempre più «liquida» e inafferabile: il potere manipolatorio dei media, lo spaesamento delle nuove generazioni che diventa odio e intolleranza, l'ansiosa ricerca di sicurezze che si trasforma in rigido isolamento. Terrorizzato dall'acqua, dall'instabilità e dal cambiamento che essa rappresenta, questo sensibile e metodico trentenne vedrà così crollare le artificiose barriere con cui tiene ossessivamente alla larga la realtà, scoprendo il gusto di bagnarsi nell'incertezza, la gioia rischiosa di scoprire gli altri."" -
L'idrografo
Il 15 aprile 1913, il quattro alberi ""Posen"""", salpato da Amburgo due giorni prima, fa rotta verso sud con destinazione Valparaiso. Ma non è il porto d'arrivo che interessa il conte Franz von Karsch-Kurwitz, viaggiatore senza meta imbarcato all'ultimo momento sul veliero. Rampollo di un'aristocratica famiglia di possidenti terrieri della Pomerania, contro ogni tradizione nobiliare è di professione idrografo: da piccolo i bagni di mare l'avevano guarito da un'oscura malattia e adulto gli è rimasto il desiderio di conoscere quel potere liquido che l'ha salvato e di carpire i segreti. Trovare la legge che governa il moto ondoso, riassumere in un'unica formula matematica l'inarrestabile fluire del mare: questo è lo scopo dichiarato della sua precipitosa partenza che, a ben guardare, ha tutta l'aria di una fuga. Fuga dal peso del passato, da un matrimonio combinato o da se stesso. Ma i compagni di traversata, il commerciante di salnitro Moser, uomo dei fatti, e Totleben, classicista in esilio, non sono poi l'essenza di quei tempi nuovi in cui il suo mondo è destinato a scomparire? Oppure l'enigmatica olandese imbarcata a Lisbona, con il suo baule coperto e il suo fascino conturbante, cambierà rotta al suo futuro per portarlo a quell'isola del paradiso che gli appare da sempre nelle azzurre lontananze del sogno? Ma forse è solo con l'abbandonarsi al suo irriducibile fluire che la vita, come il mare, lascia intravedere il segreto dei suoi abissi."" -
Perduto il Paradiso
Alma e Almut, due ragazze brasiliane di origine tedesca, coltivano un sogno segreto: andare un giorno in Australia, addentrarsi nell'immenso deserto costellato di simboli misteriosi e di luoghi sacri, immergersi nell'enigmatica e affascinante cultura aborigena. Il sogno diventa progetto, salvezza, via di guarigione quando Alma, una notte, capita casualmente nella favela di Paraisópolis e subisce una violenza di gruppo. In fuga da quell'inferno che porta il nome del Paradiso, in fuga dall'esistenza ordinata e borghese del suo quartiere, Jardins, Alma e Almut vanno alla ricerca dell'Eden, del mondo primordiale e carico di senso che si nasconde nel cuore dell'Australia. Ma anche quel paradiso è perduto, una barriera di parole, concetti, immagini, separa il ""tempo del sogno"""" dall'esperienza quotidiana dell'uomo e della donna occidentale. Quasi come un simbolo, una manifestazione visibile di questa distanza incolmabile, un giovane pittore aborigeno accoglie Alma nell'intimità del suo corpo, senza però concederle mai di accedere alla sua interiorità, al suo linguaggio segreto. Ad Alma non resta dunque che farsi angelo lei stessa, seppure in modo piuttosto sorprendente e non convenzionale, e portare nel mondo la luminosità di un'esistenza diversa e più intensa."" -
L'ordine
Una donna, prigioniera rivoluzionaria accusata di un efferato delitto, un soldato, che ha disubbidito all'ordine di ucciderla per permetterle un regolare processo davanti alla corte marziale, un giudice scrittore incaricato del caso: è tra questi tre personaggi e nella tensione del rapporto che oscilla tra ostilità e attrazione, odio e amore, volontà di dominio e desiderio di abbandono e di espiazione, che si gioca tutto il romanzo, fatto di scene vive come sequenze di film, di un dialogo serrato e di una serie di interrogatori, da cui emerge a poco a poco il passato, i moventi, le ferite dell'anima e il conflitto etico presupposto da ogni scelta. Destini individuali che sono lo specchio dello smarrimento di un'epoca, la guerra civile nella Finlandia del 1918, in cui i confini tra colpa e innocenza, debolezza e ribellione a un sistema sfumano fino a rendere ambivalente ogni giudizio. L'azione si svolge in un luogo già di per sé emblematico: un'ex clinica psichiatrica dove un dottore all'avanguardia sperimentava cure ispirate a principi tolstojani, ora trasformato in campo di detenzione e sede del tribunale militare. Ed è solo attraverso l'umanità di Konsta, unico paziente rimasto e stravagante fotografo, che si può arrivare forse alla verità: disseppellendo i fantasmi, restituendo la voce di un testimone alle vittime innocenti di quella follia collettiva che è la guerra. -
Il ladro della Bibbia
È la storia di una totalizzante, travolgente passione intellettuale che dalla periferia dell'amata Sunne di fine anni Cinquanta, porta alla corte gotica della Ravenna del V secolo. Fortuitamente capitato in casa di un vecchio professore, Johan capisce che sono i libri che potranno slavare lui e l'amata cugina Hedvig. Uno in particolare, l'antichissima Bibbia Gotica di Uppsala, uno dei libri più preziosi al mondo. Per potersene impossessare però dovrà diventare un esperto mondiale di gotico. Attraverso il labirinto di situazioni, personaggi e voci dense di sfumature, senso e visionarietà, hanno inizio una serie di avventure, che dal mondo enigmatico e perduto dell'Italia gotica attraversano i secoli con il loro carico di umanità, come proiettili direttamente nel nostro cuore. -
Ritratti e un vecchio sogno
Un viaggio in Sudafrica diventa per Davud, esule iraniano giornalista ad Amsterdam, la rivelazione delle proprie radici più profonde, il recupero del proprio passato, la scoperta di un'affinità di ricerca d'identità, la storia di un innamoramento, forse di una donna, forse di un paese e della sua poesia. Da quando mette piede sulla bruna terra africana, Davud si sente a casa e scopre di essere vissuto da straniero in quell'Olanda che l'ha accolto come rifugiato politico e di cui ha acquisito la lingua, la nazionalità e i costumi. Le montagne, il cielo azzurrobruciato, il sole accecante, i villaggi con le loro casupole elementari e i loro abitanti, tutto gli evoca la patria da cui è dovuto fuggire, con tale forza da invadere anche i suoi sogni: ogni notte la sua stanza d'albergo diventa luogo d'incontro di figure del suo passato, fino alla comparsa di Attar, Malek, Soraya, Rumi e Forugh, gli antichi compagni di resistenza contro il regime dello scià, tre giustiziati e due imprigionati, gli amici perduti che da quel momento si porterà con sé. È a loro che riferisce le sue esperienze sudafricane ed è Attar che se ne fa narratore, aggiungendo al racconto di Davud il proprio, quello del viaggio parallelo dei suoi compagni segreti, testimoni della cultura persiana e di una strenua lotta per la libertà, ma anche voce di chi, richiamato dalla tomba, riscopre le gioie, i minuti piaceri, il miracolo quotidiano del tornare a vivere. -
Il ritratto vivente
Felix Vincent ha trent'anni e - in nomen omen - è un vincente: felicemente sposato con Lidewij è ""il più famoso e pagato ritrattista della sua generazione"""". I critici lo giudicano un virtuoso per la sua meticolosa resa della realtà, ma lui ha un'altra visione della sua arte. Con i ritratti che gli vengono commissionati, Vincent intende comperare Nimmerdor, la grande casa nel bosco, in cui vive con Lidewij e ha il suo studio. Ma nel frattempo ha anche acquistato un'enorme, preziosa tela di lino, per dipingervi un soggetto originale: una Pietà, forse, come confida alla conturbante giornalista Minke Dupuis, ex compagna di scuola e molto di più. Ma il destino ha deciso altrimenti. Un giorno bussa alla sua porta Valéry Specht, controverso e ricchissimo erede di un'impresa di dragaggio, notorio frequentatore di uomini. Sa che Felix dipinge solo dal vivo, ma è venuto a supplicarlo di ritrarre suo figlio Singer, che è morto. Ha con sé foto e un video del ragazzo: se Felix accetterà di ricrearlo sulla tela, dice sibillino, """"salverà una vita"""". Specht, padre? E com'è morto Singer? Domande a cui però Felix non cerca una risposta, e non solo per il lauto compenso che Specht gli ha promesso. Ecco, dunque, chi diventerà la grande tela: un figlio amato, come quello che Lidewij porta in grembo... Forse. Perché il destino è di nuovo pronto a rimescolare le carte."" -
Il manifesto dei cosmonisti
In questo ""pastiche fantascientifico"""", Mikael Niemi lascia il Tornedal, la regione svedese resa famosa da """"Musica Rock da Vittula"""", e lo lascia, non senza un toccante congedo, a bordo di un astrobastimento. Questa volta è un cosmonista - così si chiameranno i camionisti intergalattici - e uno dei più esperti. Noi siamo i suoi passeggèri, dei novellini, al primo viaggio spaziale: Niemi ci prende a bordo e ci guida dalla buona vecchia Terra alle stazioni di servizio più sperdute sull'anello metallifero esterno, e anche più in là, oltre il Point of no Return, che solo i più audaci ponoristi superano, sapendo di non poter mai più rientrare alla base, di avere davanti a sé solo lo spazio infinito, il cui unico limite è stabilito dalla durata della loro stessa vita. Niemi ci accompagna tra una galassia e l'altra, portandoci a spasso nello spazio e nel tempo, facendoci entrare, alla faccia dei tremendi buttafuori, alla Buca della Cotica, il bar dove si danno appuntamento le più diverse creature dell'universo, e ci spiega tutti i segreti di un mondo improbabile ed esilarante. Ma, tra avidi affaristi, sette religiose, androidi e alieni, le creature che alla fine risultano più buffe e incomprensibili, sono quelle che provengono dal pianeta Terra, creature capaci di divertire e commuovere, intrappolate nei loro limiti eppure in grado di sognare e lottare, per non sprofondare nel buio dell'universo, per esserci quando, un giorno, ricomincerà tutto da capo."" -
Doppler. Vita con l'alce
«La noia è sottovalutata. Il mio piano è annoiarmi fino a sentirmi felice.»Non fare nulla. Annoiarsi fino a sentirsi felice. È questo lo scopo di Andreas Doppler, ineccepibile padre di famiglia e professionista esemplare che, dopo una caduta in bicicletta, decide di trasferirsi in una tenda nel bosco distante solo qualche centinaio di metri dalla fin troppo confortevole casa – dove continuano a vivere una minacciosa moglie incinta e due figli già tragicamente incanalati verso quella vita che lui sta cercando di sfuggire. La sua è una ribellione coerente e irriverente, all'insegna della libertà personale e del rispetto per gli altri, contro «quel disgustoso benessere norvegese che ci rende la popolazione più simpatica e al tempo stesso più egoista del mondo». È una fuga dal conformismo verso il primitivismo, un ritorno alla natura hamsuniana, un'esilarante rivoluzione nella periferia di Oslo: cacciare alci per non morire di fame, addomesticare il cucciolo dell'alce uccisa per avere qualcuno con cui parlare, innalzare un totem alla memoria del padre, difendere il territorio dagli attacchi del cognato con arco e frecce. Dunque un'altra vita è possibile, nel bosco accanto a casa. Ma il suo fascino non tarda a richiamare altri profughi del mondo moderno, e tanto basta perché Doppler veda rompersi l'incanto del suo isolamento silvestre: insieme all'alce Bongo e al figlio minore Gregus, a cui cerca di insegnare a non imparare a leggere, a stare alla larga dalle vittorie e dal successo, l'irriducibile ribelle parte per un viaggio «che potrà essere lungo». Scende in guerra. «Contro la bravura. Contro la stupidità.» -
Max Havelaar ovvero Le aste del caffè della Società di Commercio olandese
"Faccio il sensale nel ramo del caffè, e abito in Lauriergracht n. 37"""". Con questo prosaico quanto memorabile incipit si apre il più grande classico della letteratura nederlandese, pubblicato nel 1860 esplodendo come una duplice bomba: come capolavoro letterario e come atto di accusa sociale. """"Il libro che ha ucciso il colonialismo"""", sarà definito, e resta un'opera di sconvolgente modernità sia per la raffinata struttura narrativa, sia per la forza della denuncia dei misfatti di cui è costellata la storia dell'imperialismo occidentale. Chi parla è Batavus Droogstoppel, l'irresistibile affarista che incarna, col suo assoluto perbenismo, il reale cinismo e l'ipocrisia di un'Olanda troppo intenta a fare soldi per chiedersi da dove venga il suo benessere. Colpito dall'interesse di un fascio di manoscritti che si è trovato suo malgrado tra le mani, il buon sensale intende trarne un utile trattatello sulle aste del caffè nelle Indie Olandesi, ma è tutt'altro materiale che ne vedrà estrapolato, affidando la stesura al giovane Stern, romantico figlio di un ambito cliente tedesco, di ben diversa sensibilità. È la ricostruzione della vita di Max Havelaar, coraggioso e idealista funzionario a Giava, che si illude di riuscire a combattere i soprusi dei potenti locali e la connivenza dell'amministrazione coloniale e di rendere giustizia ai contadini vessati da entrambi." -
Il decano
Il dottor Spencer, ""un tipo pallido, magro e coi capelli rossi"""", professore all'Università del Texas, è precipitosamente fuggito da Austin, svuotando il suo conto in banca, e si è rifugiato sotto falsa identità in una modesta pensione a Sturdy Batte, ultimo avamposto prima della sterile immensità del deserto, di quel vuoto nulla che tanto somiglia alla morte. Che cos'ha da nascondere? E perché non riesce a ricordare come tutto è cominciato? La suspense è immediatamente creata in questo nuovo thriller esistenziale di Gustafsson, in cui ci sono delitti e colpevoli, ma manca il castigo, in accordo con la filosofia del mefistofelico Decano, l'erudito professor Paul Chapman che irretisce Spencer nella sua logica nichilista e nel suo diabolico patto. E sono le conversazioni col Decano, riportate da Spencer nei fogli sparsi ritrovati nel baule della sua auto, a fornire la chiave di lettura dei fatti: la progressiva resa di un uomo normale, professore di filosofia illuminista, innamorato della conturbante allieva Mary Elizabeth, alla banalità del male. Con seducente leggerezza, parla di tutto quel Decano dagli occhi glaciali, reduce decorato della guerra del Vietnam, che gli è costata le gambe e un passato da occultare: il darwinismo e il disegno intelligente, l'impotenza di Dio e i nuovi dèi dell'industria informatica, l'etica del terrorismo e l'inconfessabile piacere di uccidere. Un giallo sui generis intorno alle eterne domande che solleva il male.""