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L'uomo Mosè. Un romanzo storico
Nel settembre del 1934 Freud completò la riflessione sulla Bibbia, l’ebraismo e il cristianesimo che aveva elaborato per anni. La intitolò L’uomo Mosè. Un romanzo storico, perché alla parzialità delle fonti si dovevano opporre delle ipotesi “romanzesche”, convincenti il più possibile, ma con un valore di realtà in fondo indeterminabile. Sebbene il problema della realtà storica di Mosè lo avesse «perseguitato per tutta la vita», Freud decise di non pubblicare il libro. Spiegò a Max Eitingon: «Una parte del testo infligge gravi offese al sentimento ebraico, un’altra al sentimento cristiano: due cose che è meglio evitare nell’epoca in cui viviamo». Solo nel 1939 il testo vide la luce, rimaneggiato e con un titolo diverso: L’uomo Mosè e la religione monoteistica. Di nessun’altra opera Freud ha conservato le precedenti versioni: il fatto che abbia salvato il Romanzo storico testimonia l’importanza di ciò che non è fluito nel libro pubblicato. Questa prima stesura è qui proposta per la prima volta in italiano, con un ricco commento che permette di comprenderne l’elaborazione travagliata e lo scopo profondo, spiegabile solo tenendo conto dell’ascesa del nazifascismo in Europa. Prefazione di Giovanni Filoramo. Commento di Thomas Gindele. -
Cartografie della liberazione. Il progetto filosofico di Ágnes Heller
Critico instancabile della visione intellettuale eurocentrica – che ritiene miope verso le disuguaglianze, l'esclusione e lo sfruttamento imperanti nella periferia del mondo –, Enrique Dussel si confronta con il percorso filosofico di Ágnes Heller, individuandone i punti di contatto e le divergenze rispetto alla sua Filosofia della Liberazione. Se per entrambi la riflessione parte dal pensiero di Marx, Heller sviluppa una morale individuale che, negli ultimi anni, le fa accettare le teorie neoliberiste dominanti come le uniche realizzabili, seppure con possibili riforme; Dussel, invece, sottolinea in Marx il concetto di un'etica materiale, di vita, che spinge inevitabilmente per il cambiamento radicale della modernità, per il perseguimento di un sistema economico-politico caratterizzato da un benessere diffuso, dal rispetto per l'ecologia e dall'emancipazione degli ultimi. -
Il doppio. Come ho scritto alcuni miei libri
Romanzo d’esordio di Raymond Roussel, qui pubblicato nella sua prima edizione italiana,” Il doppio“ (La Doublure) ha nella maschera la sua cifra essenziale: doublure, infatti, oltre a significare ‘fodera’ e ‘rivestimento’ – a suggerire l’idea di interno ed esterno – è anche la ‘controfigura’ teatrale; ciò che condanna il protagonista a un’esistenza da eterno sostituto. L’anima di tenace costruttore di rompicapi, di vero profeta dei giochi linguistici, qual era Roussel, rivela invece i suoi segreti nel pamphlet Come ho scritto alcuni miei libri, che Michel Leiris definisce il testamento letterario del genio francese: qui, in una sorta di dietro le quinte, l’autore spiega il «procedimento» della sua scrittura labirintica e surreale, rendendo questo scritto un contributo indispensabile per la comprensione della sua vita e della sua opera. Prefazione di Massimo Donà. -
Salus mundi
Chi siamo, dove siamo, da dove veniamo: la pandemia ripropone le domande canoniche della filosofia della storia, con l’ansia di scrutare verso dove stiamo andando e di individuare la direzione da prendere per la salvezza del mondo. Michelangelo Bovero delinea i “problemi globali” dalla cui soluzione dipende la sopravvivenza del genere umano e ne identifica le radici nel modello sociale dominante; di questo ricerca la genesi, ripercorrendo “in soggettiva” le stagioni politiche e culturali attraversate nell’ultimo mezzo secolo, a partire dal Sessantotto; si interroga se l’Europa non si sia dimostrata come un’utopia capovolta; riflette sulla fragilità degli ideali dei diritti umani e della democrazia; affronta l’analisi del rapporto tra democrazia e capitalismo; avvia la ricerca per una «teoria del mercato minimo»; ricostruisce «l’epifania del volgo» a Capitol Hill; considera la pandemia come rivelazione ed esasperazione delle tendenze autodistruttive dell’umanità e come kairós, occasione unica di redenzione, mentre si profila minaccioso il rischio del ricorso suicida ad armi atomiche. -
Autobiografia di mio padre
Un romanzo intimo, emozionale, emozionante. In “Autobiografia di mio padre” Gloria Vocaturo affronta i valori fondamentali della vita: la famiglia, la morte, la spiritualità. Leggendo, si respira l’eternità: i “Soliloqui” fungono da elementi connettivi tra ciò che accade, la vita, e il suo significato spirituale; rappresentano la voce interiore che, post-mortem, rimane indelebile. Il padre diviene immortale. Molto efficace, nel racconto, è la dialettica costante tra la sua presenza terrena - le sue debolezze, la sua italianissima malinconia - e la sua persistenza nell’Altrove. -
La terza storia
Quando un viaggio per una morte e un viaggio per una nascita, malgrado temporalmente diacronici, si sovrappongono; quando una strada diventa una storia, seguita da una seconda; quando il protagonista di un libro di Giovanni Verga diventa un punto di riferimento inaspettato e costante, quando tutto questo accade, il confine fra realtà e finzione diventa più sottile. Sei personaggi attraversano le Alpi, e la strada si trasforma al loro passaggio, e li trasforma, alla ricerca di uno sguardo diretto al futuro oppure rivolto al passato, per cercare di comprendere il momento in cui si può essere padroni del proprio destino. -
Periferi@
Cos’è la periferia? Un luogo? Un tempo? Una condizione esistenziale? L’assenza di città, una città altra, la città di domani? Questo volume, curato da Giorgio de Finis e Claudia Pecoraro, raccoglie gran parte dei contributi – disciplinari, culturali, politici – che il RIF Museo delle periferie e IPER Festival delle periferie hanno collezionato nel loro primo biennio di attività intorno al tema della città ai margini. Un’indagine che parte da Roma ma che interroga il fenomeno urbano su scala globale, un grande archivio che si arricchisce di contenuti multimediali realizzati e amplificati sulle piattaforme e i canali social media del museo. -
Youth for future. Il potenziale ecologico dei giovani italiani
Quali sono le rappresentazioni dei giovani 14-18enni italiani circa le sfide ambientali che interessano oggi l’intero pianeta? Che cosa pensano di fenomeni come Fridays for Future? L’Istituto Universitario Salesiano di Venezia (IUSVE) ha approfondito queste e altre questioni collegate attraverso l’indagine quantitativa “Youth for Future”, inserita nel progetto “Ecologia integrale e nuovi stili di vita”. A uno sguardo complessivo essa restituisce la necessità della sfida che il Paese dovrà affrontare nei prossimi anni: quella di far sì che i giovani diventino protagonisti di una “transizione ecologica”, dando loro un ruolo centrale anziché marginale, strategico anziché puramente opportunistico. Prefazione di Nicola Giacopini. -
Intelligenza artificiale e pensiero umano. Filosofia per un tempo nuovo
Arricchito da un saggio della traduttrice e da un’intervista inedita con l’autore, il volume raccoglie sei saggi che, attraverso i temi del linguaggio, dell’intenzionalità e della coscienza, affrontano questioni di grande attualità, connesse allo scarto fra intelligenza artificiale e pensiero umano. La continuità fra il linguaggio e la nostra società permette, da un lato, di problematizzare l’attuale dibattito sull’intelligenza artificiale; dall’altro lato, porta a ricomporre un quadro omogeneo fra ciò che possiamo chiamare «pensiero europeo» e il pensiero sviluppatosi in area anglosassone. Il rapporto fra linguaggio, pensiero umano e intelligenza artificiale permette a John R. Searle di affermare che il linguaggio è anzitutto una forma di vita e mai un codice estraneo all’esperienza ed è, dunque, parte fondamentale del nostro “essere umani”. -
Dizionario dello sviluppo. Una guida alla conoscenza come potere
Una guida critica ai principali concetti del paradigma dello sviluppo e agli errori intellettuali su cui si fondano, approfonditi dal punto di vista storico e antropologico dai maggiori esperti mondiali. Per dire addio all’idea eurocentrica di sviluppo e liberare le nostre menti in vista delle sfide ecologiche ed etiche che abbiamo davanti. Con gli scritti di Marianne Gronemeyer, Ivan Illich, Gérald Berthoud, Majid Rahnema, Arturo Escobar, Barbara Duden, Jean Robert, José María Sbert, Vandana Shiva, Claude Alvares, Harry Cleaver, Serge Latouche, Ashis Nandy, Gustavo Esteva, Otto Ullrich, C. Douglas Lummis. -
Cicatrice su tela
La forza immortale dell’arte è il filo conduttore che lega i personaggi di questo romanzo e li mette a nudo, in tutta la loro umanità e solitudine. Un viaggio nell’identità, con i personaggi che vivono grandi turbamenti interiori, che mostrano un volto pubblico, ma hanno dentro di sé mondi diversi che a volte si parlano, altre volte si ignorano. Edward vive in Italia dopo essere fuggito dalla sua terra d’origine, la Siria, insanguinata da anni di guerra. È un giustiziere, cerca di correggere con le sue mani le ingiustizie a cui assiste e sente di operare per vendicare e proteggere le vittime, ma quando conosce Amelia le sue forze e le sue certezze crollano e non vuole più avere le mani sporche di sangue. Entrambi chiedono alla vita una nuova occasione. “Cicatrice su tela” è un romanzo su ferite che si rimarginano lasciando il segno, ma anche sul nuovo incontro di due metà separate. -
L'arte rotta
L’arte è rotta – o meglio, si è rotta la bellissima finzione in cui l’industria dell’arte amava specchiarsi. “Il migliore dei sistemi possibili” si basa su precariato, classismo e autoreferenzialità; ma quel che è peggio è che oggi l’arte appare senza vocazione. Un vestito intellettuale per grandi ego, da sfoggiare con opere educate, perbene, accondiscendenti, opere su «temi di attualità», opere di cui non si capisce nulla, opere fighette. Questi saggi di Christian Caliandro vanno oltre la critica d’arte per farsi critica del nostro tempo likeable, dove tutto è pianificato per piacere – e dunque anti-artistico. Ma sono anche un diario e un racconto di alcune esperienze autentiche, che pure esistono, e il punto di partenza per una visione differente. Quella di un’arte che si riallaccia al mondo reale, non retorica e non consolatoria, disponibile all’imprevisto; che entra nei palazzi, vive le strade e i quartieri. Un’arte che si mette in dubbio e discute con le persone, scavalcando il recinto in cui si è rinchiusa da sola. -
Metafisica della matematica
Nel 1932, Gaston Bachelard partecipa a un convegno internazionale dedicato alla filosofia di Spinoza. Il testo di questa conferenza – rimasto per lungo tempo sconosciuto alla critica – permette di comprendere come gli strumenti e i dispositivi concettuali dell’epistemologia bachelardiana fossero già ben strutturati nei suoi primi anni di ricerca e di studio. Queste pagine rappresentano l’unica occasione in cui il filosofo francese misurò apertamente le sue teorie epistemologiche con il pensiero spinoziano: una scoperta di notevole rilevanza storiografica per tutti gli studiosi del pensiero bachelardiano. -
Il poema del grande inquisitore. Fra teodicea e modernità
Una nuova traduzione delle pagine di Dostoevskij più note e controverse: quelle del “Poema del Grande Inquisitore” narrato da Ivan all’interno dei “Fratelli Karamazov”. Racconto nel racconto, la leggenda è analizzata a partire da prospettive diverse che mettono in luce la drammatica dialettica fra teodicea e modernità nell’incontro tra Cristo e il Grande Inquisitore ai tempi dei roghi di Siviglia. Con saggi critici di Gaetano Lettieri, Antonina Nocera, Mario Reale e Stefano Maria Capilupi. -
Ma io stanotte non dormo
In un pamphlet spietato dallo stile sferzante e appassionato, Angela Camuso racconta le conseguenze spesso taciute delle decisioni prese dalle autorità sanitarie in nome di una salute pubblica non del tutto tutelata, presentando testimonianze e interviste inedite, frutto di un anno di lavoro giornalistico che incalza il turbinio degli eventi post-pandemia. Un inno alla libertà che scarnifica i fatti con precisione e lucidità disarmanti. -
Tu che mi guardi, tu che mi racconti. Filosofia della narrazione
Chi saprà dire chi sono, chi saprà raccontare, raccontarmi, la mia unicità? Mentre la filosofia, fin dai tempi di Platone, punta all’universale astratto, la narrazione – incarnata esemplarmente dalla figura femminile di Sheherazade, tessitrice di racconti – si volge al particolare di una storia unica e irripetibile. L’arte delicata della narrazione dona a ogni essere il proprio disegno unitario, la propria “cicogna” – per dirla con Karen Blixen – all’interno di uno spazio che è sempre intersoggettivo, relazionale, esposto allo sguardo e al racconto dell’altro. Il pronome della biografia è il tu. Attraverso le testimonianze di narratori e narratrici, poemi e miti antichi, e richiamando anche le pratiche femministe dei gruppi di autocoscienza, Adriana Cavarero traccia le linee di una “filosofia della narrazione” che, affidata alle donne e all’amore per la vita, si propone come cura per un pensiero maschile da sempre votato all’astratta definizione e alla morte. -
Cosmopolitismo radicato
L’eminente filosofo anglo-ghanese Anthony Kwame Appiah affronta, in una brillante sintesi di autobiografia, storia, letteratura e filosofia, le questioni rese più urgenti dalla globalizzazione nella prospettiva del cosmopolitismo “radicato”. La sua idea di cosmopolitismo coniuga infatti universalismo e differenza, lealtà locali e globali, e descrive con realismo il profilo di un/a “cittadino/a del mondo” dell’epoca contemporanea. Assumere un atteggiamento cosmopolita significa accettare le responsabilità politiche e morali necessarie nel fare «la giusta parte», senza idealismi inapplicabili, ispirati tanto da una nuova educazione civica quanto dalle lezioni apprese grazie a certe pratiche di socializzazione, come pure da un concetto di «patrimonio dell’umanità» non statico ma dinamico. -
Sopravvissute. La violenza narrata dalle donne
L’esperienza della violenza maschile contro le donne e il lungo percorso che le vittime devono compiere per liberarsene, raccontato con le parole delle sopravvissute. Flaminia Saccà e Rosalba Belmonte indagano, in particolare, la rappresentazione che le intervistate hanno degli autori della violenza, i fattori decisivi nella scelta di denunciare, il ruolo svolto dal contesto familiare e di prossimità, dalle istituzioni (forze dell’ordine e magistratura) e dai centri antiviolenza. L’obiettivo è quello di dare voce alle donne, depurando così il racconto della violenza da quegli stereotipi e pregiudizi che, ancora troppo spesso, distorcono la realtà togliendo dignità alle vittime. -
Sistema e antisistema. Tre saggi, tre mondi nello stesso mondo
“Il sistema e l’antisistema”, l’articolo di Boaventura de Sousa Santos sulla preoccupante ascesa internazionale dell’estrema destra e le minacce alla democrazia in un mondo postpandemico, accende un appassionato dibattito fra tre protagonisti del pensiero e dell’attivismo contemporaneo. Tre voci che raccontano di vedute, generazioni, identità diverse, per delineare tre prospettive sulla possibilità di una società più giusta, egualitaria e rispettosa delle differenze. Un contributo unico di ecologia della conoscenza che ci apre gli occhi sulla molteplicità di piani su cui possiamo affrontare, e magari vincere, le battaglie sociali, politiche e culturali del mondo globale. -
Euro. Una tragedia in nove atti
«Perché gli europei si sono lanciati in un’impresa che non portava reali benefici ma solo enormi rischi? In che modo hanno provato a conciliare le contraddizioni? Dove è andata a finire l’Europa? C’è una risposta semplice a tutte queste domande: i leader europei avevano le idee poco chiare su cosa stessero facendo e su dove stessero andando. E se non sai dove stai andando, finirai per sbagliare strada. Di questo parla la mia storia, di come gli europei abbiano sbagliato strada». Introduzione di Vladimiro Giacché; Prefazione dell’autore all’edizione italiana.