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Movimento Shalom. Crescere insieme all'Africa
L’economista dello Zambia Dambisa Moyo sostiene che la povertà cronica dell’Africa sia colpa degli aiuti, perché «determinano una perenne adolescenza economica del continente». Quindi, la cooperazione internazionale serve o è dannosa? È una nuova forma di colonialismo? Il Movimento Shalom Onlus, fondato da don Andrea Pio Cristiani, risponde con i suoi interventi d’aiuto ai Paesi in via di sviluppo strutturati sul convincimento che non servono opere di beneficenza, ma progetti di autosostentamento. È lo stesso don Andrea a raccontare gli ideali del Movimento Shalom che, in armonia con l’insegnamento di Papa Francesco, si ispirano ai valori rivoluzionari del Vangelo. Primo fra tutti il riconoscimento dei diritti, senza distinzione di razza, genere e orientamento sessuale. Il Movimento osa anche di più: chiede l’abolizione dei titoli ecclesiastici, il matrimonio per i preti, l’accesso delle donne alle gerarchie della Chiesa e la benedizione delle coppie gay. -
Dissenso informato. Pandemia: il dibattito mancato e le alternative possibili
Durante la pandemia – e più di recente anche sul conflitto russo-ucraino – si è assistito a una riduzione del pluralismo informativo e all’espulsione delle voci critiche, fenomeni che hanno pericolosamente spinto il dissenso verso percorsi di radicalizzazione. Il “dibattito mancato” ha impedito una reale discussione su questioni cruciali che riguardano le politiche sanitarie e le loro conseguenze, così come i molteplici intrecci tra medicina, scienza, economia e politica. Tramite analisi rigorose e documentate, questo libro contribuisce ad aprire finalmente un dibattito plurale, per elaborare strumenti utili a orientarsi nel nuovo scenario e per immaginare modalità alternative, inclusive e democratiche, di gestione delle crisi. Prefazione di Vittorio Agnoletto. -
La «loro» Africa. Le nuove potenze contro la vecchia Europa
Dopo secoli di colonialismo europeo predatore, la nuova corsa all’Africa vede oggi protagonisti completamente diversi: Cina, Russia, Turchia e Israele sono infatti diventati i partner principali dei Paesi africani che cercavano rapporti politici e commerciali nuovi e più equi. Servendosi ciascuna dei propri mezzi – chi degli investimenti e dei prestiti, chi delle armi, chi dell’Islam o dell’intelligence –, le cosiddette potenze “emergenti” si sono già impossessate del continente africano, tentazione ancora e sempre irresistibile per via delle sue immense ricchezze non sfruttate. In un momento cruciale in cui si decide chi avrà il controllo dell’Africa e quindi dell’economia mondiale per i prossimi anni, sembra che Europa e Stati Uniti siano rimasti a contemplare il ricordo di un passato glorioso e pieno di fantasmi. Tramite la sua analisi e le interviste inedite, Matteo Giusti disegna con precisione la situazione sullo scacchiere più “caldo” del mondo attuale. Prefazione di Sergio Romano. -
Nostalgia e autoritarismo. L'eredità tossica dell'Unione Sovietica
L'attuale invasione russa dell’Ucraina è davvero il risultato di una decisione irrazionale e imprevedibile di Putin? O è l’effetto di un’eredità autoritaria che non ha mai smesso di influire sulla storia degli Stati post-sovietici? A queste domande oggi inaggirabili Sergej Lebedew cerca di dare una risposta analitica e storicamente consapevole. Contrariamente da quanto ritiene l’Europa, la Russia rivive una «seconda nascita postmoderna della sfera del simbolico» che vede la santificazione del passato militarista e la criminalizzazione del dissenso. Tutto questo è il segno di una nostalgia che, unita allo spettro di un futuro liberale ispirato ai diritti civili, il regime autoritario di Putin si accinge a usare come arma per ricostruire i fasti di un’Unione mai realmente crollata. -
Come pochi paesi sono diventati ricchi e perché gli altri rimangono poveri
Oggi soltanto pochi paesi continuano ad accumulare ricchezza, mentre la maggior parte della popolazione mondiale vive al di sotto della soglia di povertà. Erik S. Reinert ricostruisce con rigore i meccanismi che hanno portato a questo «sviluppo del sottosviluppo» attraverso un’innovativa analisi della storia economica globale, e dimostra che gli Stati più ricchi hanno prosperato grazie a una combinazione di interventi governativi, protezionismo e investimenti strategici. È così che adesso il Primo Mondo può godere dei benefici del libero scambio, che – al contrario di quanto sostiene l’economia neoclassica – non è la soluzione naturale alla povertà, ma un lusso che solo in pochi possono concedersi. Per un mondo più equo è importante riuscire a ridurre il divario tra teoria e realtà; abbandonare quindi l’idea che l’armonia economica sia un risultato automatico, per tornare invece a politiche consapevoli e adeguate alle specificità e alle esigenze di ogni paese. Prefazione di Jomo Kwame Sundaram. -
Come nasce un'opera. Viaggio nella mente creatrice
Matematici, architetti, compositori, artisti, scrittori, docenti e critici si interrogano su come l’ingegno si attivi di fronte a un nuovo problema, progetto, partitura, racconto. Un viaggio attraverso la complessità e la potenza della mente creatrice che, in un’intuizione epifanica, illumina il caos, gli conferisce senso e ne fa la propria opera. In un’era post-virtuale dominata dall’accelerazione, queste voci, che condividono sentimenti, sfide e paure, invitano a dare tempo alla scintilla creativa. Con gli scritti di Giuliana Adamo, Paolo Aralla, Maria Attanasio, Giuseppe Calliari, Andrea Caranti, Silvio Cattani, Giulia Clarkson, Cosimo Colazzo, Giorgio Colombo Taccani, Mauro De Luca, Maria Costanza Lentini, Paolo Perezzani, Lucia Rodler. -
La verità della vita
Pubblicata per la prima volta nel 1902 sulla rivista francese «Cahiers de la Quinzaine», La verità della vita è una lettera veemente e perentoria in cui Tolstoj si scaglia contro lo stato dell’arte della sua epoca. Perché l’arte ha completamente smarrito la sua funzione etica, è ormai distaccata dal popolo ed è ridotta a una sorta di gioco fatuo, appannaggio di poche élite. È necessario e improrogabile, quindi, che recuperi la sua funzione originaria e che si leghi all’esistenza di coloro che soffrono. In difesa di Tolstoj – osteggiato in Francia dai rivoluzionari e dagli anticlericali – intervennero Romain Rolland, sostenendo l’importanza per l’arte di ritrovare le sue radici nella terra e rappresentare il popolo, e Charles Péguy, che appoggiò in particolare le posizioni del Tolstoj cristiano, pacifista e antimilitarista. La lettera di Tolstoj, dura e appassionata come sono i testi dei suoi ultimi anni, è qui pubblicata per la prima volta in italiano. -
La dignità del lavoro
"La dignità del lavoro"""" testimonia la coerenza e l’attualità della riflessione di Federico Caffè, un pensiero che in larga parte ha anticipato gli sviluppi della crisi che stiamo attraversando e presagito i ritardi della sinistra e del sindacato. Il libro raccoglie tutti gli articoli di Caffè usciti dal 1977 al 1986 su una rivista della Cgil, «Sinistra», e altri scritti e documenti inediti: fra questi, un’intervista radiofonica con Ezio Tarantelli, un articolo di La Pira e il ricordo del rapporto che aveva con Meuccio Ruini, ministro della Ricostruzione nel Governo Parri e padre costituente. A emergere è la figura del Federico Caffè cittadino, in un percorso che delinea con profetica chiarezza la continuità della «non politica dell’occupazione» che l’economista italiano denunciò nel corso della sua attività di docente, studioso e pubblicista." -
Economia della sufficienza. Appunti per resistere all’Antropocene
Nella nostra epoca è divenuto indispensabile, e sempre più urgente, conciliare il ruolo dell'economia con la salvaguardia della biosfera. Wolfgang Sachs, ispiratore dell'ambientalismo tedesco, ha una proposta per proteggere l'ambiente in cui viviamo e, al tempo stesso, tornare padroni dei nostri desideri e delle nostre esistenze: praticare un'economia della sufficienza che sappia trovare il giusto mezzo tra mancanza ed eccesso, povertà e sovrabbondanza. Il contrario di uno stile di vita semplice, infatti, non è un'esistenza lussuosa, quanto piuttosto un’esistenza distratta, in cui l'accumulo prosciuga le nostre energie. Il suo è un modello di libertà intesa come temperanza, un’arte di vivere che richiede una scelta oculata nell'uso delle ricchezze materiali come un bel dipinto dipende da un uso sapiente del colore. -
Vulnerabili. Cura e convivenza dopo la pandemia
L’esperienza della pandemia ci ha fatto toccare con mano la nostra vulnerabilità e ha reso ancora più evidente quanto questa condizione accomuni tutti e tutte, benché sia sempre soggetta a regimi diversi di tutela. Ci ha inoltre mostrato l’ineludibilità del tema dell’interdipendenza e l’importanza del prendersi cura reciproco. Proprio la nozione di cura, che in anni recenti ha ispirato pratiche e concezioni etiche e politiche innovative, soprattutto in ambito femminista, appare oggi come quella da cui ripartire per ripensare le nostre pratiche morali e politiche e le forme della convivenza umana. L’etica della cura si presenta infatti come un’etica che premia la capacità umana di riconoscere e sostenere, nella loro fragilità, le reti di relazioni, più limitate e più ampie, in cui ci troviamo tutti e tutte immersi. -
Pier Paolo Pasolini. Vivere e sopravvivere
La vita e l’opera di Pier Paolo Pasolini raccontate scena dopo scena come in un film dalla regia evocativa di Italo Moscati, che lo ha conosciuto e frequentato. Il riuscito tentativo di attraversare «lavori, poesie, romanzi, film, senza il fantasma e la maschera del cadavere martirizzato» riscatta la figura del poeta, romanziere, regista, scrittore corsaro dal suo mito, restituendolo alla sua grandezza e anche alla sua disperazione. Un’opera alla volta, nella successione degli episodi, Moscati ci mostra come Pasolini sia sopravvissuto, nella sua feconda e provocatoria arte, alla persecuzione senza posa di cui è stato oggetto, al di fuori di se stesso, senza tempo. -
La povertà in parole povere. Disuguaglianze e pandemia
La riflessione di Edoardo Boncinelli sulla natura della povertà nasce dalla drammatica esperienza della pandemia di Covid-19. Occasione e oggetto sono strettamente intrecciati perché, rileva acutamente l’autore, ogni evento collettivo, imprevisto e avverso, danneggia molto più i poveri che i ricchi, generando un aumento del divario sociale. Attraverso una sintesi capace di abbracciare la complessità e un esame dettagliato dello stato di cose, ricostruito “dati alla mano”, si fa qui emergere la visione degli interventi da mettere in campo per tentare di ridurre un fenomeno antico quanto l’essere umano. Una visione in cui convergono approccio scientifico e sapere umanistico e che, senza ignorare l’enormità del problema, ci consegna la possibilità e la responsabilità di agire per un cambiamento. -
La commode. Una storia italiana. Il tradimento della tutela
Intorno a una commode di eccezionale bellezza, commissionata dal re di Francia Luigi XV, si combatte una guerra più che ventennale e senza esclusione di colpi. Sottoposto a vincolo, conteso fra l’Italia e la Francia, un capolavoro unico al mondo finisce al centro di una disputa che coinvolge addirittura l’interpretazione dell’articolo 9 della Costituzione. Un gioco delle parti, una pièce da commedia dell’arte, in cui l’autore riesce ad aprire varchi verso il disvelamento finale. In un succedersi di scelte difformi, valutazioni ondivaghe, avanzate e ritirate degli uffici preposti alla tutela del patrimonio culturale, l’unica coerenza che sembra di scorgere è il desiderio di taluni – fortunatamente non tutti – di compiacere l’autorità politica di turno. Introduzione di Tomaso Montanari; Postfazioni di Micaela Procaccia e Diana Toccafondi. -
Canaglierie. Rispondere al mondo per le rime
Poemetti attaccabrighe sull’attualità, dal mondo aziendale ai sentimenti, dal sesso all’etica della classe dirigente, dal potere alle gioie e dolori del Bel Paese. Un affresco dei tempi contemporanei scanzonato e irriverente, dai contenuti caustici, pungenti, mascalzoni e un po’ malvagi. Non-poesie, quindi, che rifanno il verso alle liriche più conosciute seppur con toni decisamente meno politically correct. “Canaglierie” scritte con la spavalderia di chi, alla fine di un percorso professionale di successo, può assumersi il rischio di non fare sconti a nessuno. Prefazione di Natalia Aspesi. -
L'eternità nell'istante. Opere. Gli anni francesi (1932-1942)
Filosofa dalla rara raffinatezza speculativa, stilista della lingua, Rachel Bespaloff è rimasta a lungo ingiustamente dimenticata. Intellettuale non sistematica, ha disseminato il suo pensiero in saggi e lettere sparsi, riflettendo in modo radicale sulla finitezza, l’angoscia, il nulla della morte. Attraverso una preziosa filosofia dell’istante, elabora un pensiero etico basato sulla musica, sul dire poetico, sull’atto creatore. Mentre incombe la Seconda guerra mondiale e incalza la furia nazista, questa intellettuale ritrosa e discreta ritorna alle fonti della saggezza greca e rilegge il poema epico dell’Iliade in un’originale confluenza con quella biblica. La ricerca della giustizia e il rapporto dialettico fra eternità e durata attraversano come un filo rosso la sua riflessione. In questo volume, che inaugura la prima edizione mondiale delle sue opere, sono pubblicati i saggi scritti in Francia prima dell’esilio negli Stati Uniti, frutto di incontri diversi: da Kierkegaard a Heidegger, da André Malraux a Julien Green, da Lev Šestov a Nietzsche. Li precede una biografia che ricostrui-sce per la prima volta il suo itinerario esistenziale e intellettuale attraverso un importante lavoro di ricerca sui suoi numerosi epistolari con i maggiori intellettuali del tempo, nonché sulle testimonianze di filosofi e amici che restituiscono la grazia di questa nobile «patrizia dello spirito». A corredare il testo, inoltre, la Prefazione della studiosa che l’ha scoperta a livello internazionale, Monique Jutrin, un ricordo inedito del nipote Pierre Mégevand e due saggi delle curatrici che offrono un’interpretazione filosofica del suo pensiero. -
Fadia
Andrea Bisi è esanime sul lettino della sala di emodinamica del Policlinico dove lavora. Prima di spegnersi, la sua mente ha un sussulto e inizia a vagare in un mondo tragico e immaginifico. Poi d’improvviso, sotto le scosse del defibrillatore, ritorna in vita. Sconvolto da ciò che gli è accaduto, precipita in una profonda crisi esistenziale e cerca rifugio nella memoria: ritrova la madre brutalizzata da un padrone violento; rivede il suo mentore, il professor Neri; la storia di passione tra la principessa Maria Spinelli e il compositore Giovanbattista Pergolesi; Boulos Yazigi, arcivescovo ortodosso di Aleppo, e Fadia, la bellissima novizia cattolica della quale si è innamorato. Nel tentativo di recuperare l’amore e il suo equilibrio, ritorna in una Siria distrutta dalla guerra. Non troverà i suoi amici, uccisi dai terroristi dell’ISIS. Ma riuscirà a trovare Fadia? -
Il blues di Mariam
Craco, il paese fantasma in Basilicata, si rianima e diventa la residenza di artisti provenienti da diverse parti del mondo: Mali, Francia, Cina, Inghilterra e Italia. Sono diverse centinaia tra musicisti, pittori, scultori, scrittori, poeti, attori, danzatori, ballerini, fotografi, registi di teatro e di cinema, chef e filosofi, e danno vita a “Craco Blues”, la città del desiderio. Due le mission: trasmettere la bellezza e aiutare il Mali salvando il blues. Craco è un eden. Si creano mostre, si organizzano concerti, si mettono in scena opere teatrali: l’ex paese-fantasma diventa meta di visitatori alla ricerca della purezza e di un mondo diverso. Una favola moderna – e anche amara – per far rivivere un antico borgo abbandonato con la cultura e l’amore per l’ambiente. -
Eden in fiamme
“Eden in fiamme” vede protagonisti tre amici romani che si arruolano nella Repubblica sociale italiana dopo l’8 settembre. Un’esperienza che li porta dalla Scuola allievi ufficiali della Guardia Nazionale Repubblicana al Reggimento Folgore, fino all’epilogo sul confine orientale, in Venezia Giulia, dove devono fronteggiare il IX Korpus titino per salvare due ragazze italiane, e concludersi nella Venezia liberata dagli Alleati. La storia è del 1979, con il narratore che racconta le vicende di quegli anni a due giovani ragazzi, immersi a loro volta nella tempesta degli Anni di Piombo. Gabriele Marconi affronta la “scelta d’amore” di quei ragazzi che, cresciuti nel mito della Patria e del coraggio, videro nell’Armistizio con gli angloamericani un tradimento inconcepibile della parola data e precipitarono loro malgrado negli orrori fratricidi della Guerra Civile, finendo per «scannarsi con altri italiani» ma sognando fino all’ultimo di andare in prima linea; le stesse scelte che, loro malgrado, si troveranno ad affrontare i ragazzi degli anni Settanta. -
Una vita nascosta
Napoli 1962. In una rissa notturna Gennaro, 16 anni, uccide un coetaneo. Michele ’o cecato, fratello della vittima, gli giura vendetta. Con Gennaro è tratto in arresto ingiustamente anche suo fratello Sandor che riesce a fuggire durante l’udienza preliminare all’interno del tribunale. Le sue doti di contorsionista gli permettono di sfilare le manette e nascondersi nella controsoffittatura di un bagno. Da lì entra in un condotto di aerazione che lo porta a scoprire molte stanze segrete dell’antico tribunale e una soffitta che lo nasconde per dodici anni. Un fantasma, un nano e un ragazzo ignorante sono i suoi “compagni” di vita. In quel mondo fuori dal mondo, costruisce relazioni, realizza progetti e conosce l’amore. Una scrittura originale che dà voce a personaggi che si muovono in un mondo immaginifico e circoscritto. Una storia intima, sociale, di solitudine e redenzione. Sulla vita che va avanti, nonostante tutto. -
Vite inceppate
Le esistenze di Patrizio e Federico sembrano essersi inceppate, più o meno come le copiatrici che per contratto dovrebbero riparare. Il lavoro può annichilire, e a volte bisognerebbe avere il coraggio di mollare tutto e andarsene. Patrizio ne attribuisce la colpa alla routine inebetente del lavoro e ai legami familiari: un’anziana mamma depressa bisognosa di assistenza e un fratello in prigione per droga. Federico, invece, non ne incolpa nessuno, semplicemente non si pone il problema. Entrambi sanno di non poter continuare in questo modo, così come sanno che il dolore lo si può solo allontanare.